14/04/2024
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La testa di Venere Erycina al Museo Cordici di Erice (TP) .
Protettrice della fertilità, conosciuta precedentemente come Afrodite Erycina.
Il monte Erice è stato, sin da tempi antichissimi (preistorici), sede di un culto in onore di una dea che fu simbolo, prima, della fecondità, e poi anche dell'amore e della bellezza.
L'aspetto del monte, che sembra più alto di quanto in realtà non lo sia (m. 756) e che spesso è avvolto sulla cima da una nebbia che lo rende ancora più misterioso (alla stregua del famoso Olimpo, considerato dai Greci la sede dei loro dei), ha favorito senza dubbio la nascita di questo culto. (Strabone)
« L'Erice è un monte presso il Mare di Sicilia, sulla costa sita dalla parte dell'Italia, tra Drepana e Panormo, più vicino, anzi confinante con Drepana, in altezza di gran lunga superiore agli altri monti della Sicilia, eccetto l'Etna. Proprio sulla sommità, che è piana, si trova il tempio di Afrodite Ericina. »
(Polibio, Storie, I, 55 7-8,)
Secondo Tucidide, fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo Tucidide, i Troiani unitisi alla popolazione autoctona avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Fu contesa dai Siracusani e Cartaginesi sino alla conquista da parte dei Romani nel 241 a.C.
Virgilio la cita nell'Eneide, con Enea che la tocca due volte: la prima per la morte del padre Anchise, un anno dopo per i giochi in suo onore. Virgilio nel canto V racconta che in un'epoca ancora più remota vi campeggia Ercole stesso nella famosa lotta col gigante Erix o Eryx, precisamente nel luogo dove poi si sfidarono al cesto il giovane e presuntuoso Darete e l'anziano Entello.
In antico, insieme a Segesta, che parrebbe di fondazione coeva, era la città più importante degli Elimi, in particolare era il centro in cui si celebravano i riti religiosi.