18/12/2023
Perché quando muore un essere umano, la gente comune chiede sempre « quanti anni aveva ? »riducendo la sua intera esistenza ad una presenza cronologica, quasi giustificando la sua scomparsa ? Perché non si chiede mai che uomo era, quali sono i tratti più caratteristici che definiscono al meglio la sua personalità, le sue realizzazioni, ambizioni, obbiettivi raggiunti ed i suoi sogni nel cassetto mai avverati, perché lui apparteneva a quella generazione che sapeva rimanere al ombra sacrificandosi per fare dono della sua luce ai suoi cari regalandogli l’opportunità di realizzare appunto i propri sogni e desideri ? Chi è sua moglie, come l’ha reso la donna più felice, realizzata, allegra, entusiasta e ottimista che io abbia mai conosciuto in vita mia, i loro cinque figli, belli, sani, coraggiosi, educati, disciplinati ed uniti come da bravi genitori consapevoli delle loro responsabilità hanno insegnato loro a diventare ? Quanti nipoti e pronipoti aveva ? E quanto immenso è il vuoto che egli ha lasciato nelle loro vite ? Perché la scomparsa di un essere umano è fatta anche e soprattutto di questo, dolore, assenza, pianti, ammarezza e dispiaceri. Per cui, per favore, quando incontrate una persona a chi è venuto a mancare un essere caro, indipendentemente dal età, fate a loro domande dolci e cariche di benevolenza, compassione ed empatia in modo da fare rivivere ogni giorno nel cuore di chi rimane l’essere umano che loro hanno conosciuto intimamente ed intensamente. Perché quel che rimane di un essere umano non è il tempo cronologico che egli ha passato in questa vita terrena ma bensì la generosità dei suoi sorrisi, i suoi sguardi espliciti, l’amore dato e l’opera che egli ha realizzato ed architettato per essere partecipe di questa meravigliosa esperienza che è la vita ! Grazie zio Raimondo Marotta per essere stato testimone e custode. Sandra 💙