16/08/2023
Da Paola Beneton, donna, marinaia, esploratrice e soprattutto grande amica.
Ha fatto parte del mio equipaggio in Terra del Fuoco e in Alaska.
Ora naviga su progetti personali.
Dalla Groenlandia…
Attraversando il Vaigat - Costa orientale dell'isola di Disko - Da Qeqertarsuaq a Saqqaq.
Ancora una volta, una tappa cruciale del nostro viaggio, per la sua distanza tra due villaggi. Mentre pensiamo che ci vorranno dai 3 ai 5 giorni per raggiungere Saqqaq da Qeqertarsuaq, il nostro Hobie Cat Tiger copre i 130 km in 34 ore. Poco sonno, più che galleggianti venti meridionali...
Nonostante una preannunciata finestra meteo favorevole, la prima giornata si è svolta nella calma più totale, remando in mezzo agli onnipresenti iceberg, affascinanti e pericolosi al tempo stesso. Ad ogni detonazione, osserviamo il loro crollo o inversione.
In una nebbia ormai familiare, ci fermiamo alle 2 del mattino su una spiaggia di ciottoli neri molto in pendenza. Troppo per spiaggiarci in sicurezza o mantenere la nostra barca perpendicolare alle onde. Stanchi, gettiamo ancora l'ancora a riva rimanendo a bordo, e cerchiamo di dormire qualche ora sul trampolino senza sacco a pelo. Nonostante le nostre tute di sopravvivenza e la nostra attrezzatura per il freddo estremo, non ci assopiamo per più di un'ora e ci svegliamo, come al solito, tremanti, intirizziti dal freddo e dall'umidità. Dopo aver riscaldato l'acqua e riacquistato un po' di forze, ripartiamo per attaccare Vaigat, (nome danese dato all'insenatura settentrionale della baia di Disko)… Faremo i nostri sonnellini in mare!
Eolo finalmente si presenta. Dalle 6:00 alle 20:00, inghiottiamo con gioia i chilometri sotto spinnaker, lungo le spiagge di sabbia chiara di Disko. Siamo molto tentati di bivaccare lì per riprenderci dalla nostra notte insonne.
Le previsioni del tempo annunciano un calo di vento il giorno successivo, decidiamo di intraprendere la traversata del Vaigat. Sono le 20:00 Il vento sta aumentando rapidamente. Calata spinnaker. Barriera corallina. Il mare diventa molto mosso. Ci impone una estenuante ipervigilanza: presenza di growler a livello dell'acqua, presa d'acqua in uno scafo, monitoraggio permanente della comparsa di eventuali debolezze nel sartiame. In una strambata, il boma graffia il naso di Pao, senza gravità.
2 del mattino. Alla luce dell'imbrunire (le notti iniziano a scurirsi), ci avviciniamo a Saqqaq al galoppo, facendo slalom tra gli iceberg incagliati davanti all'ingresso del porticciolo naturale, fronte aperta. Un provvidenziale container ci accoglie. Siamo nervosamente stanchi ma ne vale la pena… Il villaggio di Saqaq è grandioso. Senza dubbio uno dei più belli che abbiamo visto, per la quantità e la bellezza degli iceberg che vediamo e che galleggiano vicino a noi.
Paola Beneton
Dominique Bleichener