14/11/2024
Takayama.....
e l'esperienza di dormire in un Ryokan
Takayama e la zona circostante vantano un'architettura tradizionale, opulenti feste e le migliori montagne e onsen di tutto il Giappone.
Ampiamente considerata il gioiello della corona di Gifu, la città di Takayama, è una destinazione fantastica, circondata dalla pittoresca campagna alpina delle Alpi giapponesi. Questa destinazione di per sé è anche un'ottima base da cui partire per esplorare le Alpi giapponesi e la zona intorno a Hida.
Il cuore della città di Takayama, la zona di edifici ben conservati di Sanmachi, attira turisti da tutto il paese. Si potrebbe trascorrere un'intera giornata passeggiando per queste vecchie strade, comprando souvenir dai molti negozi di artigianato, assaggiando tè locale e apprezzando le prelibatezze tipiche, come il sushi wagyu.
Nel distretto di Sanmachi, o nei dintorni, si trovano anche alcune fabbriche di sakè. Le degustazioni sono possibili.
Mercati mattutini
Esplora i due mercati, uno sulla riva del fiume Miyagawa, l'altro di fronte a Takayama Jinya. Ogni mattina, i commercianti allestiscono le loro bancarelle vendendo dei prodotti locali e degli oggetti di artigianato.
DORMIRE IN UN RYOKAN IN GIAPPONE
Perché in un viaggio in Giappone dovreste dormire spesso nei ryokan, le pensioni tradizionali. Io non posso farne a meno
Ryokan e Giappone per me sono due parole indisolubili. Innanzitutto io amo il tatami. Mi piace la sensazione del contatto del mio piede scalzo con questa superficie di paglia di riso intrecciata, leggermente morbida, accogliente, che sembra cedere appena sotto il peso del corpo, con grazia. Mi piace il suo odore, mi piacciono la luce e il colore che dona alle stanze. Forse è per questo che quando sono in Giappone evito gli alberghi e amo tanto dormire nelle tipiche, ospitali, pensioni in stile tradizionale, i ryokan (旅館), appunto: perché c’è il tatami ovunque, innanzitutto. E se non c’è non mi sento nemmeno in Giappone, o quasi.
Il termine ryokan infatti evoca raffinate atmosfere tradizionali, ma in realtà nell’uso comune indica un’ampia gamma di sistemazioni: vanno da alberghetti degli anni ’70 decisamente spartani e anche un po’ malandati e strutture simili a ostelli fino ad antichi edifici dell’epoca dei samurai, pieni di gente in kimono e dai costi a volte elevatissimi. Quest’ultima è l’immagine che il termine ryokan spesso evoca nei giapponesi. E anche in molti occidentali che pensano, forse anche giustamente, al ryokan come un’esperienza. E se questa esperienza la volete vivere, e ve lo consiglio, dovrete spendere un po’.
Dormire sul futon
Sì, nei ryokan si dorme ‘sul pavimento’, in un letto tradizionale giapponese. Alcuni lo trovano un po’ duro, dipende da persona a persona. Io lo trovo più comodo di un letto occidentale ma è davvero personale: se amate dormire sul morbido potrebbe non fare per voi.
Nei ryokan di buon livello spesso però non troverete alcun letto quando entrerete per la prima volta nella vostra stanza, ma troverete lo spazio occupato da un tavolino, dove vi verrà preparato un tè verde dal personale dell’albergo o, più spesso, troverete un thermos già pronto o una teiera e un bollitore per farlo da soli.
Durante il giorno il futon, la combinazione di materasso e coperta sulla quale tradizionalmente si dorme in Giappone, è normalmente riposto nell’oshiire, una sorta di guardaroba chiuso da un pannello scorrevole. Quando si rientra dopo cena in questi ryokan troverete il letto pronto (mentre il tavolino sarà stato spostato in un angolo o riposto in uno spazio apposito).
Lo yukata
Si tratta di una vestaglia in cotone, simile a un kimono, il cui nome significa letteralmente ‘veste da bagno’. Nella versione da ryokan si usa per muoversi all’interno dell’albergo, andare al bagno, a colazione o cena (in alcune località termali si usa anche per visitare i vari bagni del paese).
Quando fa freddo vi verrà fornito anche un tanzen, una sopravveste da indossare al di sopra. Cosa importante: quando indossate lo yukata il lembo sinistro va sopra quello destro! Il contrario si usa per i defunti.
Un consiglio: tanti appena messa lo yukata si fanno una foto con le mani giunte come in preghiera pensando di essere molto orientali. In Giappone però non si utilizza comunemente come succede per esempio in Thailandia: il gesto si usa per l’appunto solo per pregare o per chiedere scusa!