01/06/2024
PAGANICO SABINO
L’ECONOMIA
L’economia prevalentemente legata all’agricoltura ed alla pastorizia, ha caratterizzato il Paese sin dalle sue origini. Pur tuttavia tra il 1700 e la prima metà del 1900, Paganico ha assunto un ruolo strategico nel commercio e nell’economia della Valle del Turano. Era un punto di scambio dei prodotti del legno provenienti dal Marcetelli (botti, tini, etc…) e prodotti agricoli dell’area del Turano. La Fiera di San Giovanni (30 agosto) ha testimoniato fino ai nostri giorni questa caratteristica del nostro paese. La gente del posto, fino agli anni ’60 ha integrato l’attività agricola locale con i lavori stagionali verso la campagna romana e la lavorazione dell’olio praticata nei frantoi tiburtini e della sabina romana.
Oggigiorno, le uniche fonti di lavoro sono rappresentate dall’area industriale del Carseolano e da alcune attività locali legate all’edilizia, ai servizi ed alla ristorazione. L’agricoltura sopravvive in forme molto marginali (orti, oliveti, castagneti da frutto nella dimensione familiare) e sono addirittura scomparse da oltre un decennio le attività legate all’allevamento del bestiame. Restano tuttavia molto attive alcune piccole attività artigianali e imprenditoriali (un ristorante, un vapoforno, un Pub, un artigiano edile, due cooperative, etc…) che sostengono l’economia locale e la vita sociale con i loro preziosi servizi.
Il turismo non è particolarmente sviluppato, anche se ce ne sarebbero tutti i presupposti: una natura incontaminata e molto suggestiva, elementi di notevole interesse storico ed artistico, la vicinanza con l’enorme virtuale bacino di utenza che è Roma. Si avvertono comunque segni incoraggianti; un discreto movimento di fine settimana, una certa ripresa della domanda di case, e non solo per le vacanze estive, un sempre maggiore interesse destato dai luoghi nei turisti “di qualità” ed un crescente interesse da parte giovani del luogo per lo sviluppo di attività imprenditoriali. Recentemente (fine anni ’90) sono state realizzate 2 strutture ricettive, cosiddette di “albergo diffuso” (recuperando l’edificio della ex Mola Comunale “ex mulino ad Acqua” e la diruta chiesa della S.S. Annunziata per complessivi 25 posti letto, destinati prevalentemente al turismo giovanile), è stata reso fruibile ai visitatori il sito archeologico di “Pietrascritta” sulla Strada Turanense, sono stati avviati progetti di recupero della sentieristica da parte dell’Ente Riserva ed all’interno del paese sono state avviate alcune importanti opere di recupero e di valorizzazione di alcune parti del centro abitato. Progetti, strutture e siti che, insieme, integrano un vero e proprio polo di attrazione turistica che, se ben gestito in collegamento sinergico con tutti gli altri poli della Valle del Turano, auspicabilmente in stretta collaborazione tra il Comune e gli altri enti territoriali (Regione, provincia, Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia) e privati, potrebbe determinare notevoli effetti sia sull’entità del flusso turistico, sia sulla sua sistematicità e sulla sua qualità, aspetto da non trascurare in una zona che dispone di spazi estremamente suggestivi ma limitati.
per approfondire https://www.paganicosabino.org/info-generali/
(dalla pubblicazione – PAGANICO “IDENTITA’ E STORIA DI UN PAESE NELLA VALLE DEL TURANO” , DICEMBRE 2009 – Cartografia di Enrico Bonanni rielaborata da Dimitri Affri per la pubblicazione suindicata.)