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11/06/2021
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L'assedio di Grosseto del 1328.
L'assedio di Grosseto fu una battaglia tra l'esercito dell'imperatore Ludovico il Bavaro, di ritorno da Roma dopo essere stato incoronato e la città di Grosseto, combattuta tra il 17 e il 21 settembre 1328.
Al suono di trombe e bandiere spiegate, l'esercito Imperiale fece capire di volere entrare a in città, ma Grosseto, situata presso la riva del fiume Ombrone e difesa da salde mura si era preparata a resistere, i grossetani misero il bestiame al sicuro e corsero al riparo nella fortezza della città, mentre i soldati, le sentinelle e i cittadini più combattivi si radunarono sulle mura pronti alla battaglia.
Alla richiesta dell'Imperatore di viveri e denaro, oltre la dovuta obbedienza e promessa di fedeltà, i Grossetani diedero risposta negativa e accorsero subito a sbarrare le porte della cinta muraria, pronti più alla morte che alla resa. L'Imperatore ordinò di far accostare le macchine da guerra e diede il via agli assalti.
La battaglia, pressoché improvvisata, con donne e bambini che dall'alto della rocca gettavano tegole, sassi e oggetti infuocati alle schiere tedesche, diventò presto ordinata ed energica. L'esercito del Bavaro, non riuscendo subito a far breccia nelle homura, iniziò una serie di razzie e saccheggi nel territorio intorno alla città.
Ludovico era certo che una città così piccola avrebbe capitolato, e quindi continuò ad ordinare le razzie, che si sarebbero arrestate soltanto con l'apertura delle porte e l'accoglienza in città di Sua Maestà l'Imperatore.
Gli assalti non si risolsero quel giorno e così, nei giorni successivi, l'assedio continuò. La repubblica di Siena, per soccorrere la città sulla quale vantava diritto di dominio, spedì a Grosseto Lionetto dell'Avellana, conestabile senese, con un piccolo contingente. Il re di Sicilia Federico III inviò delle truppe in aiuto al Bavaro, che, sbarcate a Talamone, raggiunsero la città, ma furono respinte dai Grossetani, nonostante fossero riuscite a salire più volte sulle mura. Così è descritto l'assedio dal cronista fiorentino Giovanni Villani: «Dopo quattro giorni di infruttuosi assalti e battaglie, durante i quali i balestrieri dell'Imperatore salirono più volte sulle mura della città, furono dagli abitanti di essa respinti a forza», e poi di nuovo: «Fu allora che l'Imperatore e l'Antipapa fecero ritirare le truppe, dopo aver lasciato sotto le mura di Grosseto più di 400 dei migliori soldati».
Un'altra cronaca medievale riporta riporta il commento sui grossetano, fatto da un comandante dell'esercito Imperiale dopo l'assedio:
"uomini maledetti, nefandi, figliolanza di vipere e serpentacci tortuosi, discendenza pestifera, schiatta velenosa, cani rivomitatori e porci rivolgentisi nel brago, attossicata genia, generazione inflessibile e più dura del macigno, grossolani come il loro nome, non piegabili né per blandizie, né per minacce."
Tutto sommato l'aveva presa bene. 😁