25/04/2024
IL CUONZO
Domani 26 aprile inizia la novena per la festa patronale di maggio con la traslazione dello "stipone" (con all'interno la ricca statua della Madonna della Scala) dalla chiesa di San Benedetto sino al nostro Santuario Mariano diocesano.
Alcuni giovani mi hanno chiesto cosa è il "cuonzo" (lu cuonz in dialetto) e come si preparava. Eccoli accontentati con questa breve nota storica.
Il “cuonzo” è una miscela di grano, ceci e semi di fi*****io lessi distribuita ai fedeli durante la Novena di maggio alla Madonna della Scala in preparazione della festa patronale.
A quando rimonta questa pia tradizione?
L'avv. Vincenzo Gallo, in “La Municipalità di un Rito”, scrive nel 1911 che la prima domenica di settembre 1776 (essendo stata la nostra Madonna proclamata Patrona principale di Massafra) si svolse la prima festa patronale col rito della consegna della Chiavi.
Quando la processione con la ricca statua della Madonna, dopo aver percorso il fondovalle della Gravina, giunse nel luogo chiamato lo 'Montirrone del Cuonzo' (sito tra il Santuario Madonna di Tutte le Grazie e l'antica chiesa Madre), la statua fu fermata e il Vescovo “offrì il cosidetto Concio, cioè una miscela di grano, uva ed olive in un gran cesto, che àuspice la Patrona, fu distribuito al popolo in luogo della carne dei cervi, che più non apparivano”.
Come è noto, secondo la leggenda, riportata nel Libro dei Battezzati del 1876 e da diversi autori, anticamente “ogni anno, in occasione della festa di Maria, dalla sponda superiore della valle (ove pur dicesi trovarsi un albero di carrube), spontaneamente comparissero due cerve, grande l'una, piccola l'altra. Di queste, (…) la maggiore, alla vista del popolo, che plaudente osservava il prodigio, si precipitava in fondo al burrone, le cui carni distribuivansi ai fedeli ivi accorsi”.
Quando le cerve non apparvero più, il pasto a base di carne di cerva fu sostituito dal 'cuonzo'.
La festa della Madonna della Scala anticamente coincideva con l'Assunta, il 15 agosto, e il 'cuonzo' veniva distribuito allora.
Quando poi la festa patronale fu fissata alla prima domenica di maggio, nella composizione del 'cuonzo' all'uva e alle olive furono sostituiti i ceci e i semi di fi*****io.
La Chiesa nella sua più che bimillenaria storia ha da sempre conosciuto una sorta di pasto sacro: la stessa Cena eucaristica è un vero e proprio banchetto ove, sotto le specie del pane e del vino consacrati, si celano il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sia che si voglia considerare vera la leggenda della cerva (che si offriva in volontario olocausto al popolo il giorno della festa) sia che la si voglia interpretare come un racconto parabolico della Eucaristia (considerando cioè la cerva figura di Cristo che il giorno della festa , appare sotto la specie del pane e del vino e si offre in cibo al credenti), l'usanza del 'cuonzo' perpetua la memoria di un legame profondo e antico tra S. Maria della Scala (l'antica Santa Maria della Cerva) e il popolo di Massafra, e – per il tramite della Vergine – rinsalda l'Alleanza tra il Dio fatto Uomo, che si fa cibo di salvezza, e chiunque si riconosca peccatore.
Cibo sacro che è fonte di perdono e di riconciliazione, capace di estirpare in noi la mala pianta del peccato e di farci partecipare un giorno, non per nostro merito, ma per i meriti della sua passione, morte e risurrezione, al banchetto escatologico in cielo ove Cristo stesso si cingerà le vesti e passerà a servire ai suoi servi un pasto di grasse vivande.
Per il suo valore spirituale è giusto conservare e trasmettere ai posteri la tradizione del 'cuonzo' che sintetizza efficacemente, più di tanti apparati esterni, il vero senso della festa.