07/03/2024
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Agli albori del XVIII secolo un prete, don Domenico Tanzella, scese in un pozzo detto di Santa Maria, in fondo a quello che sarebbe diventato Largo Piscino, sulla via per Noja, come si chiamava allora l’attuale Noicattaro. Si narra che il sacerdote ebbe in visione la Madonna mentre era gravemente ammalato. Berrai la mia acqua e guarirai, gli disse. Qualsivoglia fu il motivo, con altri compagni di ventura, Tanzella si calò nella cavità (secondo alcuni un rifugio dei monaci basiliani in fuga nell’VIII secolo dalla furia iconoclastica del monarca bizantino Leone l’Isaurico, secondo altri un osservatorio astronomico). Scovata l’immagine – secondo accreditati storici dell’arte risalente al XVI secolo -, tutto cominciò. E fu una gran bella storia. Il pozzo è frequentato da migliaia di fedeli (ma anche di semplici curiosi): il rito dell’assaggio dell’acqua è fondamentale. La chiesetta– una volta conosciuta come “della solitudine” – ha linee classicheggianti molto semplici. La posa della prima pietra risale al 1858. È la perfetta custodia di un luogo tanto prezioso. Di recente è stato costruito, sulla scalinata del sagrato, una ricostruzione con statue in bronzo della scena del ritrovamento della sacra effigie.