30/06/2024
Questo adesivo ve lo ricorderete di sicuro, specialmente se siete stati adolescenti negli anni 80: noto come Il Vagabondo, era così diffuso che lo trovavi incollato persino ai pali della luce, in strada. Molti potrebbero essere portati a pensare che sia nato negli anni ‘60, all’epoca delle contestazioni hippies e dei figli dei fiori… e invece no, è più recente, fu disegnato per la prima volta nel 1980 da due studenti di un liceo artistico bresciano. Rappresentava il loro ideale di libertà e decisero perciò di attaccarlo alle rispettive Vespe: nel giro di pochissimo tempo riscosse così tanto gradimento tra gli amici che divenne diffusissimo in città, finché un negozio non se ne impossessò e iniziò a produrre in serie. Fu un successo clamoroso: i due ragazzi lo ritrovarono persino durante le vacanze estive in Spagna dello stesso anno, peccato che non avendolo registrato non poterono mai reclamarne i diritti.
Io me lo ricordo soprattutto attaccato alla carrozzeria delle auto, specialmente nelle Diana: come già detto non era un adesivo nato negli anni ‘60, però li rappresentava benissimo, in particolar modo se abbinato a questa vettura. Lo si trovava facilmente anche appiccicato alle pagine dei diari, in primo superiore un mio compagno di classe l’aveva incollato in copertina: non solo, sapeva riprodurlo così bene che lo disegnava in continuazione, anche su richiesta. In cambio di una merenda te lo ricreava dove volevi, nell’agenda come tra i libri, nei quaderni e persino sullo zaino. Si metteva al lavoro durante le lezioni, approfittando del fatto che era all’ultimo banco di una classe composta da ventotto alunni: nessuna insegnante riuscì mai a scoprirlo. Con il tempo iniziò a creare delle varianti tutte sue al disegno originale, alcune anche di carattere decisamente spinto: decorò lo zaino di un compagno in un modo così osé da fargli beccare una nota.
Quanti di voi se lo ricordano?
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