12/01/2025
L’Incanto di Palermo: Diario di una vacanza (racconto di S. Arena)
10 PUNTATA
L'Archeologia igienica di Palermo: I Vespasiani e la Chiesa di San Francesco di Paola
Nella villetta tra i ficus notiamo un edificio che si estende sotto terra, coperto da una lastra metallica. Chiediamo ancora al nostro amico cosa sia nascosto sotto.
In passato, fino agli anni settanta, molte piazze della città ospitavano i cosiddetti vespasiani, orinatoi pubblici in forma di garitta o edicola, riservati agli uomini e poco attenti alle necessità del gentil sesso.
Il termine "vespasiano" deriva dall'imperatore romano noto anche per aver tassato l'uso dell'urina da parte dei conciatori, che ne avevano bisogno per l'ammoniaca. Si racconta che, di fronte alle critiche per questa tassa su un liquido maleodorante, l'imperatore avesse risposto: "Pecunia non olet", ossia "Il denaro non puzza".
I vespasiani dell'era moderna a Palermo sono stati introdotti agli inizi del diciannovesimo secolo. Dopo un periodo di auge, questi orinatoi pubblici scomparvero dai sottosuoli metropolitani, sostituiti da bagni pubblici sempre più rari e mal gestiti. Tuttavia, alcuni esempi di questa "archeologia igienica" sono ancora visibili in alcune piazze palermitane, come quelli di Piazza Alberico Gentili e di Piazza Castelnuovo.
Davanti alla chiesa di San Francesco di Paola vediamo molte persone vestite con abiti da cerimonia in attesa della celebrazione di un matrimonio. Lungo la navata, bellissime composizioni floreali creano un effetto suggestivo.
La chiesa è stata progettata in stile neogotico, ma durante la costruzione si adattò alle mode del tempo introducendo elementi di gusto manierista e successivamente barocco, visibili negli interni riccamente decorati da affreschi e stucchi. Degli elementi originari in stile gotico-catalano oggi restano solo alcuni dettagli strutturali, come le volte a crociera costolonate con chiave pendula della navata.
San Francesco di Paola si trova sul sito dell'antica Chiesa di Santa Oliva, luogo di sepoltura della Santa. Ruggero ci mostra una ca****la dedicata a Santa Oliva, una delle antiche patronesse della città, dove si pensa siano stati sepolti i suoi resti, mai però ritrovati.
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Una passeggiata affascinante tra storia, storie e sapori.
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