Capo Vaticano

Capo Vaticano Località turistica della Costa Degli Dei; il mare limpido e cristallino, la sabbia bianchissima, l Esso è, infatti, non lontano dal Promontorio Vaticano ".
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Questa è una terra abitata da sempre, fin dai tempi dei Bretti, dei Greci e dei Romani; numerosi sono infatti i resti, le testimonianze ed i ritrovamenti archeologici. Molti reperti infatti si trovano nei musei di Vibo Valentia, di Nicotera e di Reggio Calabria. Anticamente il "Capo" era un promontorio sacro conosciuto in tutta la Magna Grecia, poichè qui sacerdoti ed indovini scrutavano il futuro

. Qui era il mitico porto Ercole, probabilmente situato nella vallata del torrente Ruffa. A monte della foce esistono, infatti, resti interrati di grosse mura, forse fondamenta di magazzini per merci da trasportare via mare. Il mare si spingeva certamente all'interno della valle come un fiordo, fornendo così un riparo naturale alle imbarcazioni. Col tempo le piene del torrente avranno riempito di materiale alluvionale e di detriti tutta la vallata spingendo il mare lontano. Jean Bérard nella sua documentata storia delle colonie greche " La Magna Grecia " parlando del viaggio di Ercole nell'italia meridionale afferma che un oscurissimo porto tra Hipponion e Medma portava il suo nome. Sull'esistenza di questo porto non ci sono dubbi sia perchè sappiamo per certo che verso la fine del VI secolo A.C. fu una fiorente colonia di Locri, (quando questa città, a seguito della sconfitta della Saga, stretta tra Crotone e Reggio, straripò sul versante tirrenico occupando Hipponion e Medma in cerca di uno sbocco sul mare) sia perchè di esso espressamente ci parlano scrittori della antichità. Strabone, infatti, vissuto 15 anni dopo Cristo, lo descrive con queste parole: " Quando tu sarai giunto navigando nei pressi di Porto Ercole, giri intorno agli estremi confini d'Italia. Plinio il Vecchio, vissuto 75 anni dopo Cristo, parlando della costa Bruzia, così si esprime: " Da quel fiume (Lao) si estende la costa Bruzia, il golfo di Vibo, anticamente detto Ipponio, che ora chiamiamo Vibo Valentia, il Porto di Ercole ... ". Che sia esistito, inoltre, lo affermano anche scrittori molto posteriori a quei tempi come il Barinotti che disse: " Inoltre due porti in Italia presero il nome di Ercole, uno presso Vibo Valentia e l'altro ai confini della Liguria ". I numerosi avanzi archeologici venuti alla luce nelle varie campagne di scavi parlano della preistoria, di Fenici, Cartaginesi e Greci che mercanteggiavano i loro prodotti con le popolazioni locali sulle spiagge di Santa Maria, Torre Ruffa e Grotticelle, di Romani, di Bizantini e Normanni, di Saraceni che batterono la costa razziando e bruciando quello che non portavano via, di Angioini e di Aragonesi ed infine di Francesi.

Indirizzo

Capo Vaticano
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89866

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