10 Guides of Rome

10 Guides of Rome Siamo 10 Guide abilitate con anni di esperienza nel settore turistico.
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Ci unisce la comune passione per l'Arte e la Storia consapevoli di vivere nel Paese e nella Città che più di ogni altri concentrano un plurimillenario patrimonio storico artistico che il mondo intero ammira. La nostra formazione è universitaria, abbiamo conseguito Laurea in Archeologia, Storia dell'Arte, Specializzazioni e Dottorato, esperienza di insegnamento e attività di ricerca. I nostri Tour

vi apriranno le porte dei grandi Musei, delle Aree Archeologiche e vi faranno conoscere artisti famosi e meno noti. Le nostre visite e passeggiate sono ricche di storia, arte e leggende, non mancano aneddoti e approfondimenti suggeriti dall'esperienza. Raccontiamo anche la piccola storia, quella della gente comune che ha lasciato un segno a volte impercettibile nelle “pietre” su cui è costruita la nostra città, perché anche questo fa parte della nostra cultura ed identità. Il lavoro di guida è un lavoro di mediazione culturale, per questo motivo siamo disponibili a costruire percorsi su misura, personalizzati in base alle esigenze e agli interessi dei nostri interlocutori, famiglie, studenti o gruppi privati.

15/08/2024

Buon Ferragosto da 10 Guides of Rome!😎☀️

14/08/2024

Nel 1911 un ricco mercante tedesco, il barone Otto Messinger, donò alla Collezione Borghese l'Autoritratto in età matura di Gian Lorenzo Bernini. Il barone, collezionista e intenditore di antichità, desiderava infatti che il dipinto rimanesse in Italia. L'opera è di incerta datazione, ma l'aspetto dell'artista sembra quello di un quarantenne dell' epoca; le tempie sono leggermente brizzolate e si vede la stempiatura di un uomo già attempato. In quell'epoca espressivi ritratti e autoritratti furono di gran moda, e gli artisti del periodo che si cimentarono in questo tipo di opere si influenzarono a vicenda, alimentando la competizione tra loro. Nel dipinto di Bernini si respira l'influsso del Velazquez, altro eccezionale artista del momento.
Interessante la tesi di alcuni studiosi che ritengono questo dipinto la metà di un'opera doppia, dove nell' altra metà era ritratta Costanza Bonarelli, donna amata dall'artista. Questa tesi si basa sul fatto che le analisi effettuate sulla tela hanno fatto emergere un dato: sul lato destro la sfrangiatura è più accentuata rispetto al lato sinistro, come se la tela fosse stata tagliata. Le fonti parlano in effetti di un' opera che venne tagliata, ma per molti studiosi sono solo congetture sbagliate.
Per gli Italiani più maturi il volto del Bernini raffigurato nell'Autoritratto rimarrà sempre molto familiare... prima dell' avvento della moneta europea l'immagine era infatti su ogni banconota da 50.000 Lire!

06/08/2024

Nuovi tesori emergono dagli scavi a Coriglia, vicino Orvieto, dove è stata scoperta una grande stazione di sosta dell' impero romano (mansio romana). Questa stazione di sosta era perfino dotata di vasche sulfuree per i viaggiatori che si fermavano a ristorarsi. Inoltre era frequentata da molti personaggi illustri, e sicuramente è ad uno di questi che apparteneva l' eccezionale anello di bronzo ritrovato qui. Si tratta di un anello che reca la scritta Roma, con la rappresentazione della dea Roma tra le due sillabe.
Chi possedeva questo anello? Sicuramente un personaggio importante della sfera politica; gli studiosi dicono che questo anello è un oggetto di prestigio, e non un anello-sigillo, e quindi qualifica l' importanza del suo possessore. Le ricerche continuano.... chissà se riusciremo a conoscerne l' identità.

27/07/2024

Nel 71 a.C. il generale Marco Licinio Crasso trovò uno stratagemma per contrastare l'avanzata delle truppe ribelli guidate dal gladiatore più noto, Spartaco, il quale inflisse diverse sconfitte all'esercito romano. Crasso fece costruire una muraglia difensiva per accerchiare e intrappolare Spartaco e i suoi gladiatori ribelli, riuscendo infatti a sconfiggerli. La costruzione di questa fortificazione è menzionata dalle fonti storiche. Plutarco infatti la cita nella biografia su Crasso.
Ebbene gli archeologi annunciano il ritrovamento, in Calabria, della muraglia che riuscì ad bloccare l'avanzata di Spartaco; il ritrovamento è avvenuto nella foresta di Dossone della Melia, nell'Aspromonte. Spartaco doveva percorrere le vie montuose per evitare le vie costiere controllate dai Romani. Accanto ai resti del muro corre parallelamente un fossato; in quest'area sono stati ritrovati diversi frammenti di armi da combattimento, come punte di lance e lame ed else di spade... un ulteriore indizio che ci conferma che la battaglia epica tra i Romani e Spartaco avvenne proprio in prossimità della muraglia.

23/07/2024

Augusto seppe gestire con molta abilità il passaggio dalla Repubblica all'età imperiale. Diversamente da Giulio Cesare, Augusto riuscì ad accentrare il potere su di sé in maniera graduale, assorbendo nel tempo varie cariche. Arrivò ad assumere il titolo della carica religiosa più importante, quella di Pontifex Maximus. Non era cosa fa poco. Il Pontefice Massimo era infatti colui che nominava le Vestali e i Flamini (importanti sacerdoti), e soprattutto si occupava della consacrazione dei templi alle varie divinità.
Era quindi un "Gran Sacerdote", e i sacerdoti erano in grado a quel tempo di influenzare ed orientare le scelte politiche. In quanto figura sacerdotale, il Pontefice Massimo aveva il capo coperto da un velo, ed è così che Augusto viene rappresentato in una delle più celebri statue che lo ritraggono, il cosiddetto "Augusto di via Labicana", oggi al Museo Nazionale Romano. Anche se le rappresentazioni più virili del primo imperatore sono ugualmente note e molto apprezzate, l'Augusto velato ha sempre suscitato una certa impressione, probabilmente perché la sua aura di sacralità ci fa percepire l'atmosfera solenne e suggestiva delle antiche cerimonie religiose romane.

20/07/2024

I Romani avevano una vera e propria fissazione per il benessere personale e la cura del corpo. Oltre al bagno, che rappresentava un rituale importantissimo della quotidianità, i Romani abbondavano nell'uso di creme e lozioni. Uomini e donne si dedicavano alla cura della pelle, con unguenti per tutto, dai foruncoli alle rughe. La depilazione era una pratica anche maschile, come anche i massaggi con oli aromatici. Molta cura veniva dedicata ai capelli, sia alla loro salute che all'acconciatura. I cosmetici erano molto usati, e venivano impiegati per sbiancare la pelle, oltre che per il maquillage.
Ma la vera mania dei Romani era il profumo. Se ne faceva infatti un uso eccessivo, tanto che l'imperatore Tiberio si lamentò delle spese esorbitanti che venivano affrontate per acquistare le essenze profumate. Persino al personale veniva richiesta la pulizia, e la cura del corpo divenne una moda anche tra le classi inferiori. Intanto in tutte le province dell'impero si diffondevano gli impianti termali, dove, come ben sappiamo, ci si lavava prima di entrare nelle vasche comuni.

17/07/2024

Lucullo fu un aristocratico romano che grazie alle sue ambizioni riuscì a raggiungere grande prestigio e soprattutto un'enorme ricchezza. Molto apprezzato dal feroce Silla, Lucullo si avvalse della sua notevole intelligenza per divenire un buon generale; inoltre fu un uomo colto e raffinato. I suoi proverbiali banchetti furono sotto il segno della varietà e dell'originalità. Plutarco racconta che Lucullo, dopo essersi ritirato a vita privata, si abbandonò a piaceri di ogni tipo. Oltre alle frivolezze però Lucullo si dedicò anche a conoscere e diffondere le infinite varietà di pesci, creando nelle sue lussuose ville dei veri e propri allevamenti. Inoltre ebbe la passione di introdurre la coltivazione di piante che provenivano da altre terre, come ad esempio il ciliegio.
Per lui si trattò di conoscere nuovi prodotti sia perché fu un buongustaio, sia perché essendo un acuto uomo d'affari si dedicò anche alla produzione e alla vendita. Le sue ville erano situate nei luoghi di villeggiatura più gettonati, come Napoli e Baia, oppure nei freschi dintorni di Roma. Ma la sua casa romana era incastonata sul Pincio, ricca di decorazioni e statue e in posizione panoramica. Famosi furono ai tempi questi "Horti Luculliani", teatro di ricchissimi banchetti serviti nei magnifici giardini; molte erano le prelibatezze, anche sconosciute e ricercate, e il panorama mozzafiato sulla città rendeva la location veramente eccezionale.

12/07/2024

Nelle calde estati di Roma giocose figure femminili si divertono tra giochi d'acqua: sono le Naiadi della fontana di piazza della Repubblica (ex Esedra). La fontana viene ideata alla fine dell'Ottocento, nel periodo in cui Roma vive una trasformazione per divenire una Capitale moderna attraverso vari interventi di restyling. La creazione della fontana è dovuta in realtà dall'esigenza di ristrutturare l'antico acquedotto dell'Acqua Marcia. Il papa Pio IX infatti dopo l'intervento sull'impianto idrico decide di posizionare una fontana a chiusura del lavoro. Il primo progetto però non andò a buon fine, e l'opera viene affidata ad un artista palermitano, Mario Rutelli, bisnonno di un noto ex sindaco. Rutelli decide di collocare delle statue femminili che rappresentano le Ninfe delle acque, accompagnate da vari animali: fu subito scandalo! Le pose sensuali delle Naiadi, la loro pelle lucida bagnata dagli zampilli d'acqua e il loro atteggiamento sensuale turbarono la mentalità di molti romani, influenzati ancora dal moralismo papalino. Addirittura fu costruito uno steccato che ne impediva la visione completa.
Le proteste, soprattutto dei giovani romani, furono numerose e molto accese, e lo steccato venne rimosso permettendo a tutti di ammirare queste deliziose creature. Ma c'è un altro aneddoto gustoso che riguarda la statua centrale. Inizialmente infatti si trattava di alcune figure umane con un delfino e un polipo avvinghiati. Il popolo non mostrò apprezzamento verso quello che considerava un ammasso informe, bollandolo subito come "er fritto misto". Lo scultore, costretto a modificare l'opera, creò così il Glauco, un giovane uomo che lotta con un delfino, che oggi vediamo al centro della fontana. Il "fritto misto" fu trasferito a piazza Vittorio Emanuele e il vigoroso Glauco, che trattiene a stento il delfino, vedrà spuntare lo zampillo centrale proprio dalla bocca dell'animale marino.

09/07/2024

Qualche settimana fa una fullonica (antica lavanderia romana) era emersa dallo scavo nei pressi di Castel Sant'Angelo, a piazza Pia. I resti dell' immensa "lavanderia" romana erano stati rimossi e spostati per continuare lo scavo. Ora gli archeologi hanno potuto far emergere, nello strato sottostante, i resti di uno splendido giardino sul fiume, con un portico importante. L'età della costruzione è quella di Caligola. È stato ritrovato infatti un tubo metallico (fistula) che reca il timbro con il nome del proprietario, appunto Caligola, figlio di Germanico e di Agrippina.
Le antiche fonti letterarie raccontano che proprio in questo luogo (gli Horti di Agrippina) Caligola incontrò una delegazione di ebrei provenienti da Alessandria d'Egitto; si narra infatti che l'incontro avvenne in un giardino sul fiume dotato di un portico monumentale. Ebbene dallo scavo sono emerse le fondazioni del portico e il muro di terrazzamento. Tra l'epoca di Agusto e quella di Nerone si sono susseguite tre fasi edilizie, come attestano anche delle Lastre Campana ritrovate durante lo scavo, in terracotta e decorate. Esse sono state riutilizzate infatti in più fasi, per coprire i tetti e le altre strutture del giardino.

03/07/2024

Era quasi giunta la metà dell' Ottocento quando papa Pio IX decise di far collocare in piazza San Pietro le due gigantesche statue dei santi patroni della città, Pietro e Paolo. In realtà erano state commissionate dal pontefice precedente Gregorio IX per essere collocate nella basilica di San Paolo fuori le mura, che veniva ricostruita dopo il brutto incendio del 1823. Gregorio XVI cambiò idea, e quindi successivamente Pio IX le destinò a piazza San Pietro, presso la scalinata. Nel basamento una iscrizione ne ricorda il trasferimento. Per effettuare l'operazione si decise la rimozione delle statue dei santi che si trovavano in loco, risalenti al Quattrocento e ben più modeste.
Le "nuove" statue, ben più maestose, fatte portare da Pio IX erano state scolpite da Adamo Tadolini e da Giuseppe de Fabris, due bravi scultori ottocenteschi chiaramente influenzati dal Canova. Osservandole notiamo che San Pietro, del de Fabris, ha in una mano le chiavi e nell' altra un cartiglio, dove si legge la frase tratta dal Vangelo di Matteo che recita: Et tibi dabo claves regni coelorum (A te darò le chiavi del regno dei cieli). Invece la statua di San Paolo del Tadolini in una mano tiene la spada - è stato decapitato - e nell' altra regge il cartiglio con la frase "in Dio, mia forza, tutto posso" (Fil. 4,13).
Ancora oggi i due santi "vigilano" l'ingresso della basilica più importante, esposti ai capricci metereologici e agli agenti inquinanti; per questo necessitano di cure costanti che li possano preservare nel tempo.

30/06/2024

Incorniciamo la bellezza: visioni suggestive di Roma! 🤩​
👉​ Chiesa Santi Luca e Martina Martiri.

26/06/2024

Era quasi giunta la metà del Seicento quando i Barberini acquistarono uno dei dipinti più affascinanti del Rinascimento italiano, la Fornarina di Raffaello. Per quanto riguarda la sua attribuzione l'opera ha fatto discutere a lungo gli studiosi, come succede spesso con le opere di Raffaello, perché non è sempre facile distinguere il suo apporto da quello dei numerosi allievi della sua bottega, che in alcuni casi furono determinanti sullo stile delle opere. La storia della Fornarina ha però anche risvolti romantici, perché si ipotizza che l'artista lo avesse dipinto per sè, visto che lo tenne nel suo studio fino alla morte. Inoltre la donna è rappresentata come Venere, alludendo ad un amore che eleva lo spirito, pur con i suoi risvolti passionali, carnali.
Non possiamo quindi non notare il nome dell' artista sul bellissimo bracciale blu e oro del braccio sinistro, dichiarazione di appartenenza. Altro indizio che ci porta a Raffaello è il gioiello con la perla, perché lo ritroviamo in un altro dipinto dell'artista, la Velata. E qui si apre un collegamento con l'identità della donna: sappiamo infatti che la ragazza amata dall'artista era una certa Margherita, e che in greco margaritès significa "perla, gemma", lasciando supporre che Raffaello volesse rendere omaggio alla donna che aveva amato fino all'ultimo. Raffaello morì giovane, e Margherita entrò in convento a Trastevere.

Uno sguardo audace verso l'alto! 🤩​👆​🤔​ Qual’è la Chiesa nella foto?
22/06/2024

Uno sguardo audace verso l'alto! 🤩​👆​
🤔​ Qual’è la Chiesa nella foto?

In questi giorni un altro eccezionale ritrovamento archeologico ci restituisce una lavanderia dell'antica Roma. I recent...
19/06/2024

In questi giorni un altro eccezionale ritrovamento archeologico ci restituisce una lavanderia dell'antica Roma. I recenti scavi per il Giubileo hanno portato alla luce una fullonica risalente al II sec. d.C., nell' area degli Horti imperiali dove si trovavano già nel I secolo d.C. note dimore patrizie. L' epoca della costruzione della fullonica è quella dell' imperatore Adriano, che aveva qui il suo grandioso mausoleo; ci troviamo infatti nei pressi di Castel Sant'Angelo. Adriano ha lavato la sua toga in questa fullonica? Non lo sappiamo, ma questo ritrovamento ci aiuterà a capire meglio come funzionavano le fulloniche, cioè queste grandi lavanderie antiche ideate per pulire e trattare i tessuti.
La scoperta ha un grande valore storico: si tratta del quarto grande ritrovamento dall' inizio di questo secolo. La zona era già stata scavata ma mancava questo punto, che ci restituisce quindi una splendida sorpresa. Il Comune ha annunciato che l'intera fullonica (circa 500 mq) verrà smontata e rimontata nei giardini di Castel Sant'Angelo. Questo permetterà di ammirarla, ma anche di effettuare ulteriori scavi sul luogo fel ritrovamento. Ci sono infatti dimore preesistenti e altro ancora da scoprire!

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