Arte a Roma e dintorni

Arte a Roma e dintorni Curiosità su Roma e sull'arte e visite guidate per gruppi, scuole, famiglie e singoli. Partecipa con me alle fantastiche iniziative culturali di Roma!

Sono una guida turistica autorizzata e organizzo visite ai musei, alle aree archeologiche, alle mostre, ai rioni di Roma...

Vi aspetto numerosi!

06/01/2025
Siete pronti a trascorrere la notte più chiassosa e festaiola dell'anno? Mancano ormai poche ore e sarà la   ! Chi era c...
31/12/2024

Siete pronti a trascorrere la notte più chiassosa e festaiola dell'anno? Mancano ormai poche ore e sarà la !

Chi era costui e perché lo festeggiamo l’ultimo giorno dell'anno?

Silvestro muore il 31 dicembre 334, ma è quel che ha fatto in vita che ha dell'incredibile, l'aver guidato la Chiesa occidentale dalla clandestinità alla libertà!

Vive all’epoca dell’imperatore Costantino e gli si attribuiscono una serie di miracoli che inducono l’imperatore a conferirgli il potere temporale.

A Roma, un oratorio ornato nel XIII secolo racconta per immagini gli episodi salienti della sua vita, è l'Oratorio di San Silvestro.

Silvestro, fuggito da Roma per sfuggire alle persecuzioni, viene richiamato per provare a guarire l’imperatore colpito dalla lebbra.
Fig.1 Nel mostrare l’icona dei santi Pietro e Paolo, l’imperatore, cosparso di piaghe, guarisce istantaneamente!
Fig.2 Silvestro lo battezza e,
Fig.3 in segno di riconoscenza, riceve dall’imperatore i simboli del potere, la tiara e il sinichio rimasti in uso fino all’epoca di Paolo VI.

Questi meravigliosi affreschi portano a Roma l’arte bizantina con le tipiche figure allungate, dagli occhi grandi e espressivi. Sullo sfondo è una città monumentale, raccontata in maniera un po' ingenua ma di meraviglioso effetto. I colori poi sono così vivaci da sembrarmi più belli e luminosi di un fuoco d’artificio a Capodanno!

Auguri a tutti!






Nella notte di tanto tanto tempo fa nacque un bimbo in circostanze per noi inconsuete. Tempo dopo un uomo in fuga ritras...
25/12/2024

Nella notte di tanto tanto tempo fa nacque un bimbo in circostanze per noi inconsuete.
Tempo dopo un uomo in fuga ritrasse quel momento in maniera davvero poetica.

Lui è Michelangelo Merisi in arte Caravaggio, l’opera è la “Natività” di Messina capace di emozionarmi per la sua essenzialità e semplicità.

Ispirandosi al racconto di San Luca, l’artista immagina una scena umile, una stalla dove la giovane Maria colta dalle doglie, dà alla luce il suo bimbo e ora, provata dal viaggio e dal parto, ha forza solo per stringere a sé il suo bebè assumendo una posizione inconsueta e del tutto priva di sacralità.

Adagiata a terra Maria disegna una diagonale che porta la mia attenzione verso il piccolo Gesù vero protagonista dell'opera. Quel fagottino è una fonte di luce così intensa da rischiarare la notte ordinaria rendendola, ai più, una notte unica.
La luce “formante” del Caravaggio libera dalle tenebre i protagonisti del racconto: la mamma amorevole, i pastori curiosi e il papà tanto saggio quanto santo da distinguersi per la sottile aureola che ha sulla testa.

Dal fondo immerso nell'ombra emergono a fatica il bue e l’asinello ricordandomi il luogo umile ove nacque Gesù, così come la cesta in primo piano con gli attrezzi da falegname e un tozzo di pane confermano la semplicità di una nuova vita che inizia…un miracolo ogni volta.
Buon Natale 🌟







Un pullulare di tegole, terrazzi fioriti, cupole ovunque e poi il blu!
21/09/2024

Un pullulare di tegole, terrazzi fioriti, cupole ovunque e poi il blu!

Oggi   vi parlo di un capolavoro meraviglioso, la decorazione della cupola del duomo di Parma che ha molto a che fare co...
15/08/2024

Oggi vi parlo di un capolavoro meraviglioso, la decorazione della cupola del duomo di Parma che ha molto a che fare con la festa di oggi!
L’ho vista un anno fa e la sua meraviglia è sempre impressa nei miei occhi.
Percorro la navata e, raggiunto l'altare, mi accorgo delle tante figure in volo sopra di me. Penso sia la visione del Paradiso ma non è semplicemente questo…sto assistendo all’ “Assunzione al cielo della Vergine Maria”.
È un vortice di nubi tra le quali appare l’intera schiera degli Angeli e dei Santi che sospinge la figura di Maria Vergine dal corpo incorrotto e sfolgorante di una bellezza eterna.
Siamo nel 1530, nel pieno del Rinascimento eppure Antonio Allegri, in arte Correggio, si esprime come un esperto regista del Barocco.
Una soluzione tradizionale avrebbe inserito il sepolcro vuoto e gli apostoli disposti intorno, assistenti esterrefatti al miracolo; tutto sarebbe stato raccontato con dovizia di particolari senza nulla lasciare all'immaginazione.
Ma qui a Parma il Correggio dilata lo spazio chiamando anche me sul palcoscenico.
L’altare è il sepolcro che manca nel dipinto e io, lì accanto, alzo gli occhi unendomi agli apostoli nella contemplazione estasiata di un vero .

Conoscevi questa cupola? Hai in mente altre versioni dello stesso soggetto che ti fanno emozionare?






Quanti di noi stanotte punteranno gli occhi al cielo sperando di avvistare le stelle cadenti? Quanti poi, guardando le s...
10/08/2024

Quanti di noi stanotte punteranno gli occhi al cielo sperando di avvistare le stelle cadenti?
Quanti poi, guardando le stelle, avranno l’illusione di vedere “La notte stellata”... lo stesso cielo di Saint Rémi alle prime luci dell'alba immortalato da Van Gogh nel 1889.
Vincent è ricoverato in sanatorio, gli è vietato uscire ma gli è concesso usare i colori e allora libera l’anima in un cielo notturno costellato di luci.
Gli occhi s’impigliano nei vortici di colore sperando di restare sospesi il più a lungo possibile.
L’astrofisica si è scomodata per collocare questo cielo nella giusta notte: 25 maggio 1889, la luna è al suo primo quarto e Venere, stella del mattino, dal centro del quadro preannuncia l’arrivo dell’alba.
…E a me piace immaginare Vincent guardare il cielo in una notte fra tante, combattere i demoni e rinascere...come dalle tenebre fa il giorno.





Prima domenica d’agosto,   e io di turno alla Gam! Qui il climatizzatore è impostato sui 23° ma l’opera di punta esposta...
04/08/2024

Prima domenica d’agosto, e io di turno alla Gam!
Qui il climatizzatore è impostato sui 23° ma l’opera di punta esposta nella prima sala, con i suoi colori roventi e visionari, basta da sola a “incendiare” tutto il museo!!!

“Il Cardinale Decano” di Scipione è sì un ritratto ma anche l’espressione del delicato momento politico che lo ha visto nascere.

Più lo guardo e più ne resto affascinata…La notte romana avvolta nel silenzio e la potenza dei monumenti che sembrano avere il dono dell’eternità, mi fanno precipitare in una dimensione surreale e misteriosa, silenziosa e angosciosa al contempo.

Il personaggio ritratto è Vincenzo Vannutelli cardinale integerrimo, che agli occhi di Scipione diventa il simbolo della Fede incorruttibile e della forza del Clero all’alba della revisione degli accordi tra Stato e Chiesa.

Scipione guarda la ritrattistica rinascimentale e va oltre, ponendo enfasi nelle mani esageratamente ossute rivestite di una pelle che si colora di una trama di rughe ove saldo è l’anello cardinalizio con il grande rubino tenuto da un castone d’oro simboli di Amore e di Grazia oltre la Passione.

La cupola in controluce e il volto del cardinale in piena luce dialogano perfettamente senza che uno prevalga sull’altra: il volto di lui segnato dal tempo e la cupola di lei sospesa fuori dal tempo già accolta nell’eternità.
Dall’ombra emergono 2 oggetti più grandi del vero, la chiave che sa aprire la porta dei Cieli e il dado che sa essere stabile sulla Terra.
Trovo una relazione tra la cupola tendente alla sfera, simbolo di perfezione divina e il dado come pietra levigata, simbolo della conoscenza umana e ritengo il Cardinale Vannutelli essere l’anello di congiunzione tra queste 2 potenti realtà, il Divino e l’Umano, in una Roma tinta dei toni della Passione in attesa di una Resurrezione.

Davanti questo quadro l'emozione ha il colore delle fiamme e anche voi la potete "accendere" visitando la Gam!











Non aspettare il fine settimana, questa mostra inaugura giovedì!Perché non te la devi perdere?1) Perché ti piace la foto...
03/07/2024

Non aspettare il fine settimana, questa mostra inaugura giovedì!

Perché non te la devi perdere?

1) Perché ti piace la fotografia e non ti perdi nessun evento sull'argomento!

2) Perché ti piace posare gli occhi su realtà dalle svariate interpretazioni!

3) Perché l'evento è a Trastevere e la vivacità del rione è una spinta perfetta ad entrare!

4) Perché ci sono io e tu non sapevi che sono una fotografa!!!

🤩🤩🤩

Perché aspettare il fine settimana??Arte a Roma e dintorni pensa anche al lunedì!Lunedì 22 aprile andiamo a scoprire il ...
19/04/2024

Perché aspettare il fine settimana??

Arte a Roma e dintorni pensa anche al lunedì!

Lunedì 22 aprile andiamo a scoprire il quartiere Coppedé.

Prenota subito il tuo posto, l’adesione è obbligatoria ai contatti in locandina.

Prima del sorgere del sole il corpo di Cristo fu deposto nel sepolcro avvolto in fasce di lino. Il ricco Giuseppe d’Arim...
30/03/2024

Prima del sorgere del sole il corpo di Cristo fu deposto nel sepolcro avvolto in fasce di lino. Il ricco Giuseppe d’Arimatea aveva ottenuto una degna sepoltura, il rispettoso Nicodemo procurato gli oli per purificare il corpo e tre pie donne assistettero coinvolte.

C’è tutto questo nella prima immagine che ho pubblicato…Oppure no!

È la domanda che nasce quando si è di fronte a un'opera dei Miaz Brothers.

Renato e Roberto Miaz, attraverso la loro arte, innescano il dubbio su ciò che vediamo, sulla realtà che viviamo, la società in cui siamo… Il “fuori fuoco” è la loro proposta, la scelta che mette in discussione ciò che è perfettamente a fuoco e si manifesta come verità assoluta.

Invece la realtà è opzionale, sembrano dirci i fratelli Miaz.

“Reality optional” è il titolo della mostra che propone un dialogo tra le opere dei Miaz Brothers e i grandi maestri dell’arte, la mostra ora allestita nelle sale della GAM di Roma.

Se poi nell’immagine fuori fuoco sembra di vedere l’opera di un grande maestro del passato, è grazie alla memoria visiva, bagaglio culturale e esperienze pregresse che inducono a completare l’immagine restituendoci la "Deposizione" del Caravaggio.

Così io vedo Cristo con un corpo reale, scorrendo con gli occhi la sua epidermide percepisco ogni fascia muscolare e le vene ancora gonfie di linfa vitale.
Vedo un corpo potente che allude alla Resurrezione e Nicodemo, stabile sulle sue gambe, lo sostiene con attenzione.
Tutte le figure esprimono un intimo dolore, le riconosco attraverso il ricordo, ne sento la disperazione che emerge dalla notte che sta per finire.
Poi gli occhi di Nicodemo puntano i miei, sembra volermi chiedere il perché di tanta ferocia e io avverto il disagio di non avere risposta alcuna.

La luce “disgregante” dei Miaz, come la luce “formante” di Caravaggio, crea uno shock visivo, innesca il ragionamento, induce a cercare la verità delle cose e io ne sono rimasta colpita ancora una volta riconoscendo all’Arte la qualità indiscussa di dare Emozione.










Oggi 7 gennaio è la   ingresso gratuito per tutti e se scegliete la   trovate anche me!Qui in anteprima 2 opere esposte ...
07/01/2024

Oggi 7 gennaio è la ingresso gratuito per tutti e se scegliete la trovate anche me!

Qui in anteprima 2 opere esposte nella mostra "Laboratorio Prampolini #2" fantasiosamente “interpretate” dalla sottoscritta. Buona lettura!

“Figura nello spazio I” è una delle “visioni cosmiche” di Prampolini, parte di una serie di dipinti surrealisti ove le forme sono irreali e sospese a suggerire uno spazio extraterrestre, fantastico e dinamico.

Nella sua astrazione dalla realtà percepisco comunque una figura reale.
È una figura scomposta, deformata ma non deforme e ha tutto, proprio tutto, ciò che serve a renderla femminile e vezzosa: un seno generoso, fianchi larghi e una chioma corvina intenta a pettinare.

Vedo forme morbide che s’intersecano e sovrappongono mentre una linea sinuosa le attraversa come fosse l’arteria che irrora i tessuti rendendoli vivi.
Non so perché ma è un'immagine che mi affascina molto, forse perché ci ho messo un bel po' a dargli un significato e ora che l'ho trovato la sento un po' più mia!

“Cassandra” è una figura decisamente picassiana ma…chi è Cassandra?
Potrebbe essere una amica di Enrico ma preferisco pensare una figura dal significato universale come Cassandra della mitologia greca, sacerdotessa del tempio di Apollo che promette di concedersi al dio in cambio del dono della preveggenza.

Che sia l'una o l'altra, Prampolini ne risalta la sensualità femminile: la donna è allungata su un’amaca, ha una mano tra i capelli, fuma e indossa occhiali scuri, le gambe sono sovrapposte e il braccio sollevato mostra la peluria ritenuta di grande fascino in passato e lei appare perfettamente a sua agio.

Otterrà il dono della preveggenza ma poi si negherà al dio scatenando la sua vendetta. Nessuno crederà mai a quello che predirà! Persino l'unico uomo che le aveva creduto non poté evitare il dramma da lei predetto... Laocoonte...il Cavallo di Troia...il rogo...

Noto come la Cassandra di Prampolini indossi strani occhiali, sono così solo perché picassiani?
Oppure sono rotti?
Ma se fossero rotti, lo sono perché quello che lei può prevedere è come se non lo possa più vedere?…


Oggi 7 gennaio è la   ingresso gratuito per tutti e se scegliete la   trovate anche me!Qui in anteprima 2 opere esposte ...
07/01/2024

Oggi 7 gennaio è la ingresso gratuito per tutti e se scegliete la trovate anche me!

Qui in anteprima 2 opere esposte nella mostra "Laboratorio Prampolini #2" fantasiosamente “interpretate” dalla sottoscritta.
Buona lettura e aggiungete pure le vostre sensazioni nei commenti!

“Figura nello spazio I” è una delle “visioni cosmiche” di Prampolini, parte di una serie di dipinti surrealisti ove le forme sono irreali e sospese a suggerire uno spazio extraterrestre, fantastico e dinamico.

Nella sua astrazione dalla realtà percepisco comunque una figura reale.
È una figura scomposta, deformata ma non deforme e ha tutto, proprio tutto, ciò che serve a renderla femminile e vezzosa: un seno generoso, fianchi larghi e una chioma corvina intenta a pettinare.

Vedo forme morbide che s’intersecano e sovrappongono mentre una linea sinuosa le attraversa come fosse l’arteria che irrora i tessuti rendendoli vivi.
Non so perché ma è un'immagine che mi affascina molto, forse perché ci ho messo un bel po' a dargli un significato e ora che l'ho trovato la sento un po' più mia!

“Cassandra” è una figura decisamente picassiana ma…chi è Cassandra?
Potrebbe essere una amica di Enrico ma preferisco pensare una figura dal significato universale come Cassandra della mitologia greca, sacerdotessa del tempio di Apollo che promette di concedersi al dio in cambio del dono della preveggenza.

Che sia l'una o l'altra, Prampolini ne risalta la sensualità femminile: la donna è allungata su un’amaca, ha una mano tra i capelli, fuma e indossa occhiali scuri, le gambe sono sovrapposte e il braccio sollevato mostra la peluria ritenuta di grande fascino in passato e lei appare perfettamente a sua agio.

Otterrà il dono della preveggenza ma poi si negherà al dio scatenando la sua vendetta. Nessuno crederà mai a quello che predirà! Persino l'unico uomo che le aveva creduto non poté evitare il dramma da lei predetto... Laocoonte...il Cavallo di Troia...il rogo...

Noto come la Cassandra di Prampolini indossi strani occhiali, sono così solo perché picassiani?
Oppure sono rotti?
Ma se fossero rotti, lo sono perché quello che lei può prevedere è come se non lo possa più vedere?…

A dirla tutta per me una lente ha le sembianze di un punteruolo e quindi davvero lei non è più in grado di vedere perché a quel che vede nessuno ci crede...

Voi che ne pensate? E quale delle due preferite?

Eccoci pronti a trascorrere la notte di San Silvestro, ma vi siete mai chiesti chi era costui e perché lo festeggiamo l’...
31/12/2023

Eccoci pronti a trascorrere la notte di San Silvestro, ma vi siete mai chiesti chi era costui e perché lo festeggiamo l’ultimo giorno dell'anno?

Silvestro muore il 31 dicembre 334, ma è quel che ha fatto in vita che ha dell'incredibile, l'aver guidato la Chiesa occidentale dalla clandestinità alla libertà!

Vive all’epoca dell’imperatore Costantino e gli si attribuiscono una serie di miracoli che inducono l’imperatore a conferirgli il potere temporale.

A Roma, un oratorio ornato nel XIII secolo racconta per immagini gli episodi salienti della sua vita, è l'Oratorio di San Silvestro.

Silvestro, fuggito da Roma per sfuggire alle persecuzioni, viene richiamato per provare a guarire l’imperatore colpito dalla lebbra.
Fig.1 Nel mostrare l’icona dei santi Pietro e Paolo, l’imperatore, cosparso di piaghe, guarisce istantaneamente!
Fig.2 Silvestro lo battezza e,
Fig.3 in segno di riconoscenza, riceve dall’imperatore i simboli del potere, la tiara e il sinichio rimasti in uso fino all’epoca di Paolo VI.

Questi meravigliosi affreschi portano a Roma l’arte bizantina con le tipiche figure allungate, dagli occhi grandi e espressivi. Sullo sfondo è una città monumentale, raccontata in maniera un po' ingenua ma di meraviglioso effetto. I colori poi sono così vivaci da sembrarmi più belli e luminosi di un fuoco d’artificio a Capodanno!

Auguri a tutti!

..."C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo si pre...
25/12/2023

..."C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo si presentò davanti a loro e disse: oggi nella città di Davide è nato il Salvatore, troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia"...

Questo racconto, tratto dal Vangelo di San Luca, ha permesso a tanti artisti di cimentarsi nel tema della Natività.

Una versione meravigliosa è l’ ”Adorazione dei pastori” dipinta da Jacopo Bassano alla metà del XVI secolo.

Io la trovo splendida e diversa dalle immagini a cui sono abituata. Qui i pastori e gli animali occupano i ¾ dello spazio, si alternano in una composizione dinamica sul lato destro del quadro, non tutti rivolti verso il Bambinello forse perché non a tutti è chiaro il miracolo che sta avvenendo: loro sono lì a rappresentare Davide, giovane pastore divenuto il saggio re d’Israele e sono lì anche a contemplare Gesù, colui che sarà pastore di uomini.

Incantevole è l’atmosfera, semplice e familiare: il cane acciambellato dorme sereno e il pastore in primo piano intona un brano musicale con il suo flauto.

Splendida è la figura sinuosa della Vergine Maria, vestita di rosso e di blu: il rosso appena accennato rappresenta la sua condizione umana, il blu del mantello simboleggia il divino che l’ha avvolta e cambiata, la raffinata acconciatura è valorizzata dal velo bianco, che ne fa una sposa unita allo Spirito Santo per dare alla luce il Salvatore.

Noto come il piccolo Gesù non sia esattamente neonato bensì un bimbo vispo consapevole del suo destino prefigurato nell’agnello che cattura tutta la sua attenzione.

Persino la Vergine Maria non ha il tempo di vivere serenamente la sua maternità e sembra già essere calata nel dolore innaturale che dovrà affrontare.

Le fasce bianche che avvolgeranno il piccolo corpicino sono come il lino che avvolgerà lo stesso corpo 33 anni dopo e la mangiatoia che accoglie il neonato è come il sepolcro che accoglierà l’uomo.

Vedo San Giuseppe entrare nello spazio del quadro quel tanto che basta a ricordare il suo ruolo fondamentale nella vita di Gesù, gli impartirà educazione e gli garantirà protezione e sostegno come un buon padre di famiglia.

Infine nel paesaggio trovo l’indicazione che la notte sta volgendo al termine ed è già il 25 dicembre!

La Festa della Luce rischiara l’orizzonte e mette in risalto l’albero centrale, “Axis Mundi” collegamento tra terra e cielo o forse semplicemente un luogo preciso per l'epoca ora però inafferrabile.

Questo quadro si trova esposto nella Galleria Borghese almeno dal 1650 anno della prima menzione in quella collezione e io, quando attraverso la sala XV della Galleria, non posso fare a meno di fermarmi accanto quei pastori e contemplare, come loro, la bellezza del creato!

Provare per credere, Buon Natale!

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Rome

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