29/08/2023
51 ANNI DAL RITROVAMENTO DEI BRONZI DI RIACE. E LA TERZA STATUA?
Il 16 Agosto 1972 il fotografo romano (e sub per passione) Stefano Mariottini fece un sensazionale ritrovamento, avvolto ancora oggi da tanti interrogativi: a 300 metri dalla spiaggia di Riace, a 8 metri di profondità, furono rinvenute due statue uniche simbolo di una civiltà antica, conosciute da tutti come i “Bronzi di Riace”.
Conservate in una sala climatizzata nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, i due manufatti del V secolo a.C. sono il fiore all'occhiello dell'archeologia italiana, nonché simbolo della storia grandiosa e millenaria della Calabria.
Le ipotesi sulla provenienza, sull’identità dei personaggi e sugli autori delle statue sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di chiarire questi dubbi.
Sono alte 1,98 e 1,97 metri e pesano 160 kg, hanno labbra e capezzoli di rame per imitarne il colore naturale, occhi di calcite, ambrati.Le due statue presentano una notevole elasticità muscolare essendo raffigurati nella posizione definita “a chiasmo”, trasmettendo una notevole sensazione di potenza, dovuta soprattutto allo scatto delle braccia che si distanziano con vigore dal corpo.
Il braccio piegato sicuramente sorreggeva uno scudo, l'altra mano certamente impugnava un'arma. Il bronzo B ha la testa modellata in modo strano, appare piccola perché consentiva la collocazione di un elmo corinzio.
Sin dal loro ritrovamento i Bronzi di Riace nascondono dei misteri irrisolti e le domande sono tante e senza risposta: esiste una terza statua? E, oltretutto, dove sono finiti gli scudi, le lance e gli elmi dei due Bronzi? Purtroppo nessuno sa dirlo. Anche se i documenti ufficiali dell’epoca parlano proprio di questi oggetti presenti al momento del ritrovamento e soprattutto di almeno un'altra statua.
Tra i testimoni oculari c’è chi giura che sia stata raccontata soltanto una parte dei manufatti: a scorgere per primi in mare le statue furono quattro ragazzi di Riace, che ne denunciarono la scoperta alla Guardia di Finanza di Monasterace. Altrettanto fece Mariottini, ma presso la Soprintendenza reggina. Ci fu una causa e la spuntò quest’ultimo, a cui venne anche assegnato un premio dal Ministero di 125 milioni delle vecchie lire.
Nella denuncia alla Soprintendenza Mariottini parla genericamente di un ”gruppo di statue” (non una coppia), una delle quali indicata con «viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con gamba sopravanzante rispetto all'altra». Nessuna delle due statue esposte al museo di Reggio Calabria presenta però tali caratteristiche.
Altri testimoni, tra cui la defunta signora Anna Diano di Siderno, hanno raccontato di aver visto uscire dal mare due pescatori in muta con in spalla un enorme scudo bronzeo e una lancia a 300 metri dal ritrovamento e ripetuti tentativi di trascinare via qualcosa di pesante da parte di una barca a motore proprio nei giorni del rinvenimento.
Un mercante, tra i più noti dell’ambiente, avrebbe trattato l’acquisto di una statua pregiata in bronzo, proveniente dalla Calabria nel ’72-’73 per circa 400 milioni di lire per poi rivenderla agli americani per una cifra stratosferica (da alcune indiscrezioni, visti i trascorsi, pare sia stato acquistato dal Getty Museum).
A 51 anni dall'individuazione nel mar Jonio calabrese dei Bronzi di Riace, tutti questi enigmi non hanno ancora una risposta e si spera che prima o poi si possa far luce su uno dei ritrovamenti più importanti dell’archeologia italiana.