24/12/2024
Natale è arrivato. Quando io ero piccola (e parliamo di parecchi anni fa) il Natale aveva un significato religioso, spirituale e di condivisione. Perché? Perché tante cose, dal cibo agli oggetti, non li avevamo tutto l’anno. Un esempio, la frutta secca mio papà andava a prenderla a Caricamento, terminate le feste non si trovava più, ma lo stesso Panettone lo mangiavamo a Natale e poi aspettavamo l’anno successivo. Non voglio, naturalmente, essere una nostalgica del tempo che fu, ma forse si potrebbe trovare uno spunto nuovo per assaporare il Natale nella sua essenza. Ribaltiamo le cose: abbiamo tutto per tutto l’anno, quando lo vogliamo, chi più chi meno e allora proviamo in questa festività a rinunciare a qualcosa a favore di qualcuno.
Un offerta, un giorno dedicato ai bambini soli, agli anziani soli, ai malati negli ospedali.
Ci pensate, spero, che a Natale chi è solo è più solo, chi è triste è più triste e chi è malato spesso non vede una luce. E perché succede proprio a Natale? Perché chi soffre riflette, pensa, elabora e, forse, prega. E allora, aldilà di tanta superficialità, facciamo qualcosa che nutra il nostro spirito, la mente e l’anima. Staremo meglio, ne sono convinta, e poi allora ci godremo con più piacere i beni concreti ai quali, ormai e purtroppo, non sappiamo più rinunciare. Ma almeno la nostra Festività sarà sostanza.
E ora i miei auguri:
BUON NATALE a voi e alle vostre famiglie. Siate felici e preoccupatevi di rendere felici gli altri.