Visit Mozia

Visit Mozia Questa pagina vi guiderà alla scoperta di un gioiello tutto siciliano. L’isola di Mozia

Non solo storia, museo,reperti archeologici a cielo aperto, Mozia è un un piccolo borgo in cui potere soggiornare immers...
27/12/2023

Non solo storia, museo,reperti archeologici a cielo aperto, Mozia è un un piccolo borgo in cui potere soggiornare immersi in un’atmosfera surreale di pace e tranquillità.

13/12/2023
13/12/2023

Le suggestive vasche di lavorazione del vino di epoca fenicia, visitabili sull’isola di Mozia.

Oggi importante convegno nella nuova sala all’interno del borgo dell’isola di Mozia, tra storia e futuro,presentato il n...
12/12/2023

Oggi importante convegno nella nuova sala all’interno del borgo dell’isola di Mozia, tra storia e futuro,presentato il nuovo sito https://visitmozia.it e l’app!

27/11/2023
26/11/2023

𝑽𝑰𝑮𝑵𝑬 𝑬 𝑨𝑹𝑪𝑯𝑬𝑶𝑳𝑶𝑮𝑰𝑨:
La storia di Mozia è tra i Vigneti!

25/11/2023

𝑽𝑰𝑮𝑵𝑨 𝑬 𝑨𝑹𝑪𝑯𝑬𝑶𝑳𝑶𝑮𝑰𝑨:
La storia di Mozia è tra i Vigneti!

❞𝙄𝙇 𝙑𝙄𝙂𝙉𝙀𝙏𝙊 𝙀 𝙇𝘼 𝙑𝙀𝙉𝘿𝙀𝙈𝙈𝙄𝘼❞:Dal 2007 Alberto Tasca d’Almerita cura la produzione e la vinificazione delle uve di Mozia. ...
24/11/2023

❞𝙄𝙇 𝙑𝙄𝙂𝙉𝙀𝙏𝙊 𝙀 𝙇𝘼 𝙑𝙀𝙉𝘿𝙀𝙈𝙈𝙄𝘼❞:
Dal 2007 Alberto Tasca d’Almerita cura la produzione e la vinificazione delle uve di Mozia. Per la situazione geografica di questa isola, di fatto al centro di uno stagno salato, non dispone di acqua dolce per irrigare, quindi è necessario coltivare la vite ad alberello. Il piccolo sviluppo dell’alberello richiede infatti meno risorse idriche, presentando meno foglie e grappoli rispetto ad altre forme di allevamento. Le vite ad alberello presentano quindi una potatura alla marsalese, che consiste nell’intrecciare due lunghi tralci per formare una coppia di piccoli archi. Questo sistema protegge l’uva dalla brezza marina del sud, dalla siccità e dal sole accecante. Il terreno dell’isola è originato da terrazze di origine marina, suoli sabbiosi e sciolti.
La produzione a bassa resa e la pratica della viticoltura biologica, rende il lavoro quotidiano più impegnativo, ma necessario per preservare il paesaggio naturale di Mozia.
Alcune informazioni sui vigneti:
Superficie Complessiva - 40 ettari
Area Vitata - 12,7 ettari
Oliveto - 1,6 ettari
Vigneti - 4
Altitudine - 7 m s.l.m
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24/11/2023
L’isola di Mozia all’interno della propria area museale, racchiude reperti che trasportano il visitatore in un viaggio n...
24/11/2023

L’isola di Mozia all’interno della propria area museale, racchiude reperti che trasportano il visitatore in un viaggio nel tempo. Dai fenici ai greci per arrivare ai romani. Un luogo da sempre considerato magico e produttivo.
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❞𝑰𝑳 𝑭𝑨𝑺𝑪𝑰𝑵𝑶 𝑫𝑬𝑳𝑳’𝑨𝑹𝑪𝑯𝑬𝑶𝑳𝑶𝑮𝑰𝑨 𝑨𝑪𝑪𝑶𝑴𝑷𝑨𝑮𝑵𝑨 𝑼𝑵 𝑽𝑰𝑵𝑶 𝑹𝑰𝑪𝑪𝑶 𝑫𝑰 𝑺𝑻𝑶𝑹𝑰𝑨❞:Sull’antica isola fenicia di Mozia, vicino a Marsala, l...
23/11/2023

❞𝑰𝑳 𝑭𝑨𝑺𝑪𝑰𝑵𝑶 𝑫𝑬𝑳𝑳’𝑨𝑹𝑪𝑯𝑬𝑶𝑳𝑶𝑮𝑰𝑨 𝑨𝑪𝑪𝑶𝑴𝑷𝑨𝑮𝑵𝑨 𝑼𝑵 𝑽𝑰𝑵𝑶 𝑹𝑰𝑪𝑪𝑶 𝑫𝑰 𝑺𝑻𝑶𝑹𝑰𝑨❞:
Sull’antica isola fenicia di Mozia, vicino a Marsala, la tenuta Whitaker, DOC Sicilia, rappresenta un gioiello enologico in cui l’uva Grillo esprime tutta la sua vitalità, un splendida posizione tra siti archeologici e uno stagno salmastro dove anticamente si pescava con le reti da lancio. Qui i destini di due famiglie, Whitaker e Tasca d’Almerita, si sono intrecciati nella cornice di un ecosistema costiero dove i vigneti hanno da molto tempo un ruolo importante. Oggi si trovano 12,7 ettari di viti e 1.6 ettari di oliveti in produzione. Il risultato è uno straordinario olio extravergine di oliva e il Grillo di Mozia, ricco di storia.
Nel 2007 la “Fondazione Whitaker” ha affidato alla famiglia Tasca d’Almerita la realizzazione di un progetto per la promozione e il recupero dei vigneti storici di Grillo di Mozia, facendo rivivere il “Vino dei Fenici”. Un ulteriore capitolo della storia condivisa dalle due famiglie: i registri dei visitatori tenuti da Pip nei primi anni del 1900 recano infatti le firme di Ottavio e paolo Tasca d’Almerita, a testimonianza di una lunga amicizia.
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❞𝑺𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒂❞:Vi portiamo alla scoperta della antica strada sommersa che collega la terra ferma a Motya. L’asse viario...
22/11/2023

❞𝑺𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒂❞:
Vi portiamo alla scoperta della antica strada sommersa che collega la terra ferma a Motya. L’asse viario collega il promontorio di Birgi con la Porta Nord dell’isola. La strada, realizzata intorno alla metà del VI secolo a.C., è lunga circa 1700 metri, larga 7 metri, ed era costruita sopra una massicciata larga circa 12,50 metri, ricoperta di lastre di pietra irregolari delle dimensioni di 40x 60 cm, adesso, per un innalzamento delle acque la profondità massima è di circa 80 centimetri. Agli estremi della strada erano presenti due muretti alti 45 centrimetri. che servivano da protezione. Nelle vicinanze dell’imboccatura della strada, sulla parte costiera di Birgi, sorgeva una necropoli, di cui restano testimonianza frammenti di sarcofagi in pietra disposti lungo la riva. E molto problematico camminare sopra la strada per la presenza di numerose pietre, sicuramente facenti parte della massicciata, mal disposte, coperte di fango e poseidonia, che creano numerosi buchi profondi e poco visibili, per cui la soluzione migliore è tenersi al lato della via. Nell’ultimo tratto, vicino all’arrivo a Mozia, presso la porta nord, sono visibili i pochi lastroni di pietra rimasti che componevano il manto stradale. Si percorre il percorso senza fretta camminando nell’acqua calda dello stagnone, assaporando attimo per attimo i suoi colori, i suoi profumi e lasciandosi trasportare dalla sua magia.
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22/11/2023

Stiamo lavorando per fornivi ricostruzioni tre D dei reperti più significativi. Presto una App e un sito dove poterli ammirare nella loro completezza.
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Gli splendidi mosaici che si possono ammirare nell’area archeologica dell’isola di Mozia. Tra suggestioni colori e tramo...
20/11/2023

Gli splendidi mosaici che si possono ammirare nell’area archeologica dell’isola di Mozia. Tra suggestioni colori e tramonti mozzafiato sulle saline


19/11/2023

Le bellezze i particolari archeologi e storici dell’isola di Mozia, raccontati dalla Direttrice del museo Maria Pamela Toti


L’isola di Mozia e il suo museo un tesoro da scoprire
16/11/2023

L’isola di Mozia e il suo museo un tesoro da scoprire


Lo splendore delle saline e dei loro mulini, che si può ammirare arrivando sull’isola di Mozia
14/11/2023

Lo splendore delle saline e dei loro mulini, che si può ammirare arrivando sull’isola di Mozia

Il museo di Mozia ospita reperti recuperati durante gli scavi archeologici sull’isola di grande valore e pregio. Tra cui...
12/11/2023

Il museo di Mozia ospita reperti recuperati durante gli scavi archeologici sull’isola di grande valore e pregio. Tra cui delle bellissime maschere in terracotta perfettamente conservate.


𝑰𝑳 𝑻𝑶𝑭𝑬𝑻:Il tofet di Mozia (60 m circa di lunghezza) si trova sulla costa settentrionale, nello spazio tra il mare e le ...
11/11/2023

𝑰𝑳 𝑻𝑶𝑭𝑬𝑻:
Il tofet di Mozia (60 m circa di lunghezza) si trova sulla costa settentrionale, nello spazio tra il mare e le mura. Restò in funzione probabilmente sin dalle origini dell'insediamento (VII secolo a.C.), fino a dopo l'assedio siracusano, nel III secolo a.C. In questi secoli si succedettero tre principali fasi. Nella fase più antica il santuario occupava un'area ristretta al centro, sul banco di roccia naturale: si conservano tre strati sovrapposti di urne, che giungono alla metà del VI secolo a.C. Inizialmente (strato VII) le urne venivano deposte sulla roccia, a volte ricoperte da tumuli di pietre che possono presentare in rari casi una pietra ritta alla sommità. Le urne erano costituite da ceramica a impasto o da forme ceramiche greche o fenicie, ma di produzione locale. Nei due strati successivi le deposizioni si infittirono (strato VI) e iniziarono ad essere spesso racchiuse da lastre infisse nel terreno e segnalate con cippi o stele (strato V). In questa prima fase le strutture del santuario si limitarono a muri di recinzione o relativi a ripartizioni interne; un pozzo circolare era presente sul limite nord dell'area. In una seconda fase il santuario venne ristrutturato, parallelamente alle altre opere di monumentalizzazione nella città (metà del VI secolo a.C.): l'area sacra fu estesa verso est, per le deposizioni, con opere di terrazzamento, e verso ovest con la costruzione di un piccolo tempio rettangolare (10 x 5 m) orientato in senso est-ovest. Un podio, forse un altare, si addossa al limite orientale. Altri piccoli edifici e un pozzo quadrato si trovano nella zona di servizio. Le deposizioni (strati IV e III) sono numerose, con stele e cippi di grandi dimensioni, con iscrizioni e raffigurazioni simboliche o antropomorfe, che furono riutilizzate in successive opere di terrazzamento. Negli strati I e II sono presenti solo le urne. Dopo la distruzione dovuta alle vicende della breve conquista siracusana il santuario fu risistemato: le fondazioni del tempio furono utilizzate per lo scarico di terrecotte votive (statuette al tornio o a stampo) e un altro piccolo deposito si trova sul limite settentrionale. Il rialzamento dei muri di terrazzamento inglobò le stele delle fasi precedenti e frammenti architettonici. Ad est e ad ovest dell'area sacra furono inoltre realizzati camminamenti in acciottolato. Le indagini al tofet sono riprese nel 2009 per iniziativa de La Sapienza.

10/11/2023

L’isola di Mozia e i suoi tesori, in un video che non avete mai visto

𝑳𝑨 𝑵𝑬𝑪𝑹𝑶𝑷𝑶𝑳𝑰:La Necropoli della fase arcaica si trova sulla costa settentrionale dell'isola. Si tratta di una vasta zona...
10/11/2023

𝑳𝑨 𝑵𝑬𝑪𝑹𝑶𝑷𝑶𝑳𝑰:
La Necropoli della fase arcaica si trova sulla costa settentrionale dell'isola. Si tratta di una vasta zona rocciosa spianata, attraversata dalla cinta muraria, che lascia alcune tombe all'interno della città. Le tombe sono prevalentemente ad incinerazione e sono costituite da piccole fosse scavate nella roccia o nella terra che contengono il cinerario (recipiente dove venivano posti resti combusti del defunto) e ai lati gli oggetti del corredo funerario. I cinerari erano di tre tipi:
-Cinerario formato da sei lastre tufacee grezze - quattro laterali, una in basso come fondo e l'altra in alto come coperchio;
-Cinerario costituito da anfore di vario tipo;
-Cinerario costituito da un blocco monolitico in pietra, quadrato o rettangolare, in cui era ricavata al centro una fossetta quadrata destinata a contenere i resti combusti del defunto; per coperchio aveva o una lastra o un altro blocco monolitico identico.
Il corredo funerario, in genere abbastanza modesto e indifferenziato, è costituito da ceramica fenicio-punica, a cui si accompagnano esempi di ceramica greco-corinzia di importazione, che permettono di datare la maggior parte delle sepolture tra la fine dell'VIII ed il VII secolo a.C., mentre più rare sono le tombe del VI e V secolo. Alcune tombe contenevano inoltre armi di ferro (pugnali e spade) oppure oggetti di ornamento in oro, argento e bronzo (pendagli, bracciali, orecchini, anelli, ecc). Una tomba più ricca presentava quindici vasi in ceramica, fra cui sei vasi corinzi d'importazione, e una statuetta di terracotta fenicia, riproducente una figura femminile che si spreme il seno, quale simbolo di fertilità e fecondità. Un insieme di sedici tombe era delimitato da un muro costituito da rozze pietre compreso fra il muro di cinta della città e la zona industriale. Queste tombe presentarono corredi straordinariamente omogenei costituiti da ceramica fenicio-punica arcaica, e forse appartengono al primo gruppo di coloni. Agli inizi del VI secolo a.C. l'area fu attraversata dalla costruzione delle mura cittadine e la necropoli venne spostata sulla terraferma, sul promontorio di Birgi.

𝑰𝑺𝑶𝑳𝑨 𝑫𝑰 𝑴𝑶𝒁𝑰𝑨Mozia (o anche Mothia, Motya) fu un'antica città fenicia, sita sull'isola di San Pantaleo, nello Stagnone ...
08/11/2023

𝑰𝑺𝑶𝑳𝑨 𝑫𝑰 𝑴𝑶𝒁𝑰𝑨
Mozia (o anche Mothia, Motya) fu un'antica città fenicia, sita sull'isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. L'isola si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l'Isola Grande e la terraferma, ed appartiene alla Fondazione Whitaker.
Fu probabilmente interessata dalle esplorazioni dei mercanti-navigatori fenici, che si spinsero nel Mar Mediterraneo occidentale, a partire dalla fine del XII secolo a.C.: dovette rappresentare un punto d'approdo e una base commerciale morfologicamente molto simile alla città fenicia di Tiro.
Intorno alla metà dell'VIII secolo a.C., con l'inizio della colonizzazione greca in Sicilia, Tucidide riporta che i Fenici si ritirarono nella parte occidentale dell'isola, più esattamente nelle tre città di loro fondazione: Mozia, Solunto e Palermo.
Archeologicamente è testimoniato un insediamento della fine dell'VIII secolo a.C., preceduto da una fase protostorica sporadica ed alquanto modesta. Le fortificazioni che circondano l'isola possono essere forse collegate alle spedizioni greche in Sicilia occidentale di Pentatlo e Dorieo nel VI secolo a.C.
Nel 400 a.C. Dionisio di Siracusa prese e distrusse la città all'inizio della sua campagna di conquista delle città elime e puniche della Sicilia occidentale; l'anno successivo Mozia venne ripresa dai Cartaginesi, ma p***e di importanza in conseguenza della fondazione di Lilibeo. Dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C. tutta la Sicilia passò sotto il dominio romano, ad eccezione di Siracusa: Mozia doveva essere quasi del tutto abbandonata, dal momento che vi si sono rinvenute solo pochissime tracce di nuova frequentazione, generalmente singole ville di epoca ellenistica o romana. Di pregevole valore sono invece reperti d’epoca fenicia come il Giovane di Mozia e la c.d. “Stele del re di Mozia”, tra i frutti di una cinquantennale missione archeologica dell'Università La Sapienza guidata prima da Antonia Ciasca e poi da Lorenzo Nigro.

Principale Attrazione del Museo Whitaker L’ “Auriga di Mozia” (Giovane o Giovinetto di Mozia) è una statua  in marmo, 45...
04/11/2023

Principale Attrazione del Museo Whitaker
L’ “Auriga di Mozia” (Giovane o Giovinetto di Mozia) è una statua in marmo, 450-440 a.C., conservata al Museo Whitaker a Mozia.
La statua raffigura una figura maschile (un efebo) panneggiata, forse un auriga di scuola greca: fu probabilmente portata nell’isola di Mozia dai Cartaginesi dopo che ebbero saccheggiato Selinunte nel 409 a.C..
È stata ritrovata dall’operaio Antonino Monteleone il 26 ottobre 1979durante una serie di scavi di archeologi dell’Università di Palermo, iniziati nel 1977 nel settore nord-orientale tra il santuario di Cappiddazzu e la cinta muraria.
La statua era stata sepolta per secoli sotto una colmata di argilla e marma calcarea gettata intenzionalmente, si suppone dagli stessi moziesi. La colmata, dentro la quale venne ritrovata la statua, era su di una zona disabitata dell’isola durante l’ultimo periodo storico moziese, e al suo interno, oltre l’efebo, vi si rinvennero altri oggetti d’epoca classica, tra cui parecchie punte di freccia; che per alcuni studiosi rappresentano la prova evidente che quella colmata fu sviluppata durante o subito dopo l’assedio dionisiano. L’opera scultorea si presentava con la testa staccata dal collo, il volto sfigurato e mancante di braccia e piedi.
L’altezza è di 1 metro e 81 centimetri, senza le estremità inferiori, mancanti. Molti studiosi pensano potesse raffigurare un giovane alla guida di un cocchio, le altre ipotesi ritengono potesse essere un dio o un magistrato punico a giudicare dalla posizione delle braccia.

FAMIGLIA WHITAKER:La famiglia dei Whitaker era una ricca famiglia di imprenditori originari del West Yorkshire.Fece part...
03/11/2023

FAMIGLIA WHITAKER:
La famiglia dei Whitaker era una ricca famiglia di imprenditori originari del West Yorkshire.
Fece parte della borghesia intraprendente del XIX secolo, trapiantata nella società siciliana, come altre famiglie inglesi quali i "Woodhouse", "Hopps", "Ingham" e "Pyne".
La Famiglia Whitaker ebbe un ruolo nel Risorgimento Italiano, nell'archeologia, nell'ornitologia, nello sport e nella cultura dell'epoca.
Capostipite della famiglia fu "Joseph Whitaker", nato in Gran Bretagna il 7 agosto 1802 da Mary Ingham sorella di Benjamin, si era trasferito a Palermo nel 1819 per collaborare con lo zio Benjamin Ingham nelle attività della Casa di Commercio Ingham & C. e della fabbrica di vini a Marsala.
Oltre ad inventare produrre ed esportare il vino marsala, nel baglio Ingham-Whitaker, zio e nipote crearono una flotta di velieri che raggiungeva l'America del Nord e l'Estremo Oriente.
Nel 1840 alla loro attività venne associato il giovane amico Vincenzo Florio.
Nel 1848 la loro nave Palermo venne messa a disposizione del governo rivoluzionario siciliano e nel 1860, mentre Garibaldi con i suoi volontari sbarcava a Marsala, il baglio Ingham-Whitaker e quello di Woodhouse, inalberarono il vessillo britannico. In riconoscimento dell'aiuto dato alla causa di Garibaldi, la bandiera della nave Lombardo venne donata al baglio Ingham-Whitaker. Il 18 marzo 1837 Joseph Whitaker sposò Eliza Sophia Sanderson, dalla quale ebbe dodici figli.
Nel 1871, Joseph Whitaker e il cugino Benjamin Ingham jr (1810-1872) annunciarono l'intenzione di costruire, a loro spese, una chiesa nella quale potessero essere officiati gli uffici della chiesa d'Inghilterra per "il beneficio spirituale dei loro compatrioti protestanti, sia residenti a Palermo, sia in visita alla città" .
Dopo la morte di Delia nel 1971, Villa Malfitano e l'isola di Mozia venivano a far parte della Fondazione Giuseppe Whitaker, posta sotto il patrocinio dell'Accademia dei Lincei!

AREA ARCHEOLOGICA MOZIA:Presso l’estrema punta nord-occidentale della Sicilia, quasi di fronte a Marsala, il mare forma ...
02/11/2023

AREA ARCHEOLOGICA MOZIA:
Presso l’estrema punta nord-occidentale della Sicilia, quasi di fronte a Marsala, il mare forma una laguna, chiamata Stagnone chiusa ad ovest dall’Isola Lunga e ad est dalla costa siciliana. Al centro della laguna si trovano l’isola di San Pantaleo, sede della colonia fenicia di Mozia e le altre due piccole isole di Santa Maria e di Scuola.
La città di Mozia presentava i requisiti tipici di molti stanziamenti fenici: era situata su di una piccola isola in prossimità della costa, circondata da bassi fondali, quindi in grado di garantirsi sia una buona difesa dagli attacchi nemici e contemporaneamente di offrire un sicuro attracco per le navi.
Mozia, fondata alla fine dell’VIII sec. a.C., per la sua posizione felice dovuta anche alla vicinanza con l’Africa e punto di transito obbligato per le rotte commerciali verso la Spagna, la Sardegna e l’Italia Centrale, divenne ben presto una delle più floride colonie fenicie del Mediterraneo.
La presenza in Sicilia dei Greci, con cui i Fenici avevano scambi commerciali ma anche contatti non sempre amichevoli, causò guerre che con alterne vicende provocarono infine la distruzione di Mozia ad opera di Dionisio di Siracusa nel 397a.C. Da allora i superstiti si trasferirono sulla costa siciliana, fondando la città di Marsala. L’isola non rimase però del tutto disabitata come dimostrano numerose evidenze archeologiche riscontrate nel corso degli scavi.
I reperti più significativi degli scavi di Mozia sono esposti nel Museo Archeologico ivi creato da Giuseppe Whitaker, uomo di raffinata cultura, appassionato studioso di scienze naturali, storia e archeologia, che nei primi anni di questo secolo acquistò l’isola e vi condusse i primi scavi sistematici. A questo illustre membro di una ricca famiglia inglese che aveva industrie e commerci in Sicilia, si deve il primo fondamentale impulso per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio archeologico di Mozia!

Solo alcuni dei reperti più significativi ritrovati sull’isola di Mozia, e oggi ammirabili nell’area museale
27/10/2023

Solo alcuni dei reperti più significativi ritrovati sull’isola di Mozia, e oggi ammirabili nell’area museale

II Kothon di Mozia, la meravigliosa isola in Sicilia occidentale dove iFenici fondarono un fiorente insediamento di Moth...
25/10/2023

II Kothon di Mozia, la meravigliosa isola in Sicilia occidentale dove i
Fenici fondarono un fiorente insediamento di Mothia.
Il bacino artificiale è una vasca sacra, eretta come centro dell'area sacra del dio Baal, uno dei più grandi santuari fenici mai venuti alla luce.
Si possono osservare le rovine del Tempio sulla sinistra e la disposizione circolare del muro di temenos che racchiude l'area.
II Kothon risale alla metà del VI secolo a.C.
Nonostante la vicinanza del mare, la vasca era piena di acqua dolce che sgorgava da una sorgente sotterranea.
Le indagini geologiche hanno dimostrato che il pozzo sacro nel Tempio riceveva acqua fresca dalla stessa sorgente che allagava la piscina. I due monumenti erano così collegati da un sistema sotterraneo, riconducibile alle concezioni religiose dei Fenici, secondo cui il mondo e la civiltà umana sarebbero nati dalle acque sotterranee.

Il museo di Mozia, intitolato a Giuseppe Whitaker, è situato nella palazzina che fu la sua residenza nell’isola.Esso acc...
25/10/2023

Il museo di Mozia, intitolato a Giuseppe Whitaker, è situato nella palazzina che fu la sua residenza nell’isola.
Esso accoglie i reperti della storica Collezione Whitaker e degli scavi effettuati dalle spedizioni della Soprintendenza della Sicilia Occidentale (poi Soprintendenza di Trapani), dell’Università di Roma La Sapienza, dell’Università di Leeds, dell’Università di Palermo, del C.N.R. e dell’Università di Bologna.

Indirizzo

Mozia Trapani
Trapani

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