21/12/2024
COSÌ IL MONDO CELEBRA IL RITORNO DEL SOLE! IN PIÙ È IL NOSTRO COMPLEANNO
La nostra Associazione nasceva esattamente 12 anni fa, in un giorno dell'anno molto significativo nella storia dell’umanità.
C’era un tempo in cui l’uomo era legato in maniera imprescindibile ai cicli della natura, molto più di quanto lo possiamo essere noi oggi. E’ osservando il cielo che gli Antichi hanno “inventato” tutti i miti, le leggende e i riti, che si legano ai Solstizi e agli Equinozi. Il solstizio d’ inverno è, prima di tutto, un evento astronomico: è il momento in cui il sole, nel suo moto apparente, raggiunge il punto più basso sull’orizzonte e la sua traiettoria in cielo appare più breve. Astronomicamente parlando, questo determina il verificarsi del giorno più breve e, ovviamente, della notte più lunga dell’anno, infatti, il sole brilla per appena 8 ore e 55 minuti, prima di lasciar posto al buio della notte.
Il Solstizio d’Inverno è festeggiato in tutte le parti del globo, con differenze più apparenti che reali, ma giustificate dalle differenti culture. Infatti non tutti sanno che intorno ai giorni del solstizio, tra il 21 e il 25 dicembre, quasi tutte le popolazioni hanno da sempre festeggiato la nascita delle loro divinità solari o di qualche essere soprannaturale: Krishna in India, Schin-Shin in Cina, nelle culture pre-colombiane Quetzalcoath e Huitzilopochtli, Horus in Egitto, Mithra in Persia ( entrerà presto nelle tradizioni e celebrazioni dell’ antica Roma) e Tammuz, in Babilonia. Tra l’altro Tammuz è l’ “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col “divin pargoletto” tra le braccia e con un’aureola di 12 stelle intorno al capo….ricorda qualcosa?!? E infatti ecco che Gesù viene “fatto nascere” il 25 dicembre, viene chiamato portatore di luce e…il resto è noto.
Tutto è collegato alla danza della Luce e dell’Ombra, alla “morte” del Sole e quindi della Luce, che segna la momentanea vittoria dell’ Oscurità, e poi alla “rinascita” , “rivincita”, “ri-uscita” dal buio ventre della Terra, sempre del Sole che torna a crescere e sconfigge l’Ombra. Per questo i nostri antenati facevano grandi falò all’aperto per celebrare la Luce e oggi riempiamo le strade e le casa di lucine intermittenti e colorate.
Il sole, che fino al 21 dicembre, invecchiato, non riesce più a camminare tanto (traiettoria breve in cielo) e non riesce più ad alzarsi tanto (punto più basso all’orizzonte), simbolicamente diventa il Vecchio Re dell’ Agrifoglio, che muore, il giorno del solstizio, nella lotta col Giovane Re della Quercia, associato al pettirosso, che porta sul sul suo petto il colore del Sole Nascente, che simboleggia invece la Luce e la Vita che riprendono il sopravvento sull’ Oscurità e sull’ apparente morte di tutta la natura, proprio dopo la notte più lunga. La lotta tra questi due Re ( che si inverte al solstizio d’Estate) è comune un po’ in tutte le antiche religioni, culture, tradizioni del mondo e questo dovrebbe farci riflettere un momento…
Dal 17 al 23 dicembre, quindi a cavallo del Solstizio d'Inverno, nell'antica Roma si celebravano i Saturnali, delle feste pagane in onore di Saturno, dio dell'agricoltura, in cui le distinzioni sociali erano abolite e gli schiavi, per gioco, prendevano il posto dei propri padroni. Durante i festeggiamenti, inoltre, si era soliti regalare ad amici e parenti oggetti, libri, giochi, animali ed altri pensierini. Proprio come nel moderno Natale. Presso gli antichi romani, inoltre, era legato ad un'altra festa molto particolare, simboleggiante la rinascita del Sole. Durante le celebrazioni del «Sol invictus» si inneggiava al ritrovato splendore del Sole, capace di tornare luminoso e invincibile dopo essere precipitato momentaneamente nell'oscurità.
Anche gli antichi Celti e gli stessi popoli germanici vedevano nel solstizio invernale un momento di rinascita e di progressivo ritorno alla luce. Il Solstizio d'Inverno coincideva dunque con la festa di Yule, in cui si macellavano gli animali e si banchettava insieme gustando le ultime riserve di carne disponibili. Le celebrazioni avvenivano sotto un albero di pino, antesignano dell'attuale albero di Natale. Simboli di questa festa sono, fra i tanti, il vischio, pianta che simboleggia la vita e particolarmente cara ai Druidi (che chiamano questa festa Alban Arthan, che significa “Luce dell’inverno” in gallese) ma specialmente il “ceppo di Yule”: si sistemava nei grandi camini un grosso ceppo e si manteneva acceso fino all’Epifania. Quel ceppo proteggeva la casa dagli incantesimi delle forze maligne e le ceneri erano sparse sopra i campi per renderli fertili. I resti del ceppo, venivano anche conservati per poter poi alimentare il fuoco che avrebbe arso il ceppo dell’anno seguente.
Per la tradizione cinese il giorno del Solstizio d'Inverno è quello in cui si raggiunge la massima profondità delle energie Yin ed in cui inizia la loro progressiva trasformazione nel loro opposto, le energie Yang.
In Iran è viva la festa di Yalda conosciuta anche come Shab-e Chelleh: il termine significa “nascita” e per l’occasione si mangiano melograni e angurie, che richiamano i colori dell’alba e alludono alla passione e all’abbondanza, e frutta secca, simbolo di energia e vitalità. Tutti i componenti della famiglia si riuniscono fino a tardi e leggono ad alta voce poesie della letteratura persiana, specialmente quelle di Hafez, piene di speranza per il futuro e considerate un buon auspicio per l’inizio dell’inverno.
Con il Tōji iniziano le celebrazioni dell’inverno in Giappone: per affrontare al meglio la stagione fredda, i cittadini cedono a una tradizione dedicata al benessere personale immergendosi completamente in un bagno di agrumi. L’obiettivo è quello di rendere il corpo forte e pronto ad affrontare il lungo inverno.
A Vancouver, il 21 dicembre, prende vita un meraviglioso festival di luci e suoni dal nome “Winter Solstice Lantern Festival” ed è attraverso lanterne colorate, che illuminano il cielo, che i cittadini celebrano l’inizio dell’inverno.
A Brighton si celebra il festival “Burning the clocks” dove gli abitanti della città sfilano con le loro lanterne luminose che assumono forme e colori differenti.
Di tutti i siti antichi, forse quelli più suggestivi da visitare durante il solstizio sono Chichen Itza, un tempio costruito in modo tale che l’ombra della piramide si riflette sui suoi stessi gradini, creando l’immagine di un enorme serpente in movimento; Newgrange nel Meath, un sito preistorico situato in Irlanda le cui origini affondano nel 3200 a.C: la camera interna e il corridoio della struttura circolare, in occasione dell’alba del solstizio d’inverno, vengono completamente illuminate dal sole; Stonehenge, il più famoso ed enigmatico monumento preistorico del mondo, ogni anno in questo giorno attira migliaia di persone, tra druidi e turisti, che celebrano un rito antico (all’alba il sole entra esattamente “dalla porta principale”) che affascina con la sua magia.
Per una curiosa coincidenza, il giorno del 21 dicembre è legato a due eventi epocali per la scienza: nel 1898, in questo giorno, Marie e Pierre Curie scoprirono il radio, mentre 70 anni dopo, nel 1968, fu lanciato l'Apollo 8, la prima missione lunare con equipaggio umano.
E poi il 21/12/2012 è nata la nostra Associazione…sfidando la profezia dei Maya sulla fine del mondo ;)