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26/12/2024
Auguri al Parco della lavanda
25/12/2024

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💜🎅Buon Natale!! 🎅 💜

21/12/2024

Dal 25 Gennaio al 13 Aprile, presso il Museo del Presente di Rende (CS), sarà possibile ammirare una straordinaria selezione di opere di Andy Warhol della Collezione Rosini Gutman. La...

21/12/2024

COSÌ IL MONDO CELEBRA IL RITORNO DEL SOLE! IN PIÙ È IL NOSTRO COMPLEANNO

La nostra Associazione nasceva esattamente 12 anni fa, in un giorno dell'anno molto significativo nella storia dell’umanità.

C’era un tempo in cui l’uomo era legato in maniera imprescindibile ai cicli della natura, molto più di quanto lo possiamo essere noi oggi. E’ osservando il cielo che gli Antichi hanno “inventato” tutti i miti, le leggende e i riti, che si legano ai Solstizi e agli Equinozi. Il solstizio d’ inverno è, prima di tutto, un evento astronomico: è il momento in cui il sole, nel suo moto apparente, raggiunge il punto più basso sull’orizzonte e la sua traiettoria in cielo appare più breve. Astronomicamente parlando, questo determina il verificarsi del giorno più breve e, ovviamente, della notte più lunga dell’anno, infatti, il sole brilla per appena 8 ore e 55 minuti, prima di lasciar posto al buio della notte.

Il Solstizio d’Inverno è festeggiato in tutte le parti del globo, con differenze più apparenti che reali, ma giustificate dalle differenti culture. Infatti non tutti sanno che intorno ai giorni del solstizio, tra il 21 e il 25 dicembre, quasi tutte le popolazioni hanno da sempre festeggiato la nascita delle loro divinità solari o di qualche essere soprannaturale: Krishna in India, Schin-Shin in Cina, nelle culture pre-colombiane Quetzalcoath e Huitzilopochtli, Horus in Egitto, Mithra in Persia ( entrerà presto nelle tradizioni e celebrazioni dell’ antica Roma) e Tammuz, in Babilonia. Tra l’altro Tammuz è l’ “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col “divin pargoletto” tra le braccia e con un’aureola di 12 stelle intorno al capo….ricorda qualcosa?!? E infatti ecco che Gesù viene “fatto nascere” il 25 dicembre, viene chiamato portatore di luce e…il resto è noto.

Tutto è collegato alla danza della Luce e dell’Ombra, alla “morte” del Sole e quindi della Luce, che segna la momentanea vittoria dell’ Oscurità, e poi alla “rinascita” , “rivincita”, “ri-uscita” dal buio ventre della Terra, sempre del Sole che torna a crescere e sconfigge l’Ombra. Per questo i nostri antenati facevano grandi falò all’aperto per celebrare la Luce e oggi riempiamo le strade e le casa di lucine intermittenti e colorate.

Il sole, che fino al 21 dicembre, invecchiato, non riesce più a camminare tanto (traiettoria breve in cielo) e non riesce più ad alzarsi tanto (punto più basso all’orizzonte), simbolicamente diventa il Vecchio Re dell’ Agrifoglio, che muore, il giorno del solstizio, nella lotta col Giovane Re della Quercia, associato al pettirosso, che porta sul sul suo petto il colore del Sole Nascente, che simboleggia invece la Luce e la Vita che riprendono il sopravvento sull’ Oscurità e sull’ apparente morte di tutta la natura, proprio dopo la notte più lunga. La lotta tra questi due Re ( che si inverte al solstizio d’Estate) è comune un po’ in tutte le antiche religioni, culture, tradizioni del mondo e questo dovrebbe farci riflettere un momento…

Dal 17 al 23 dicembre, quindi a cavallo del Solstizio d'Inverno, nell'antica Roma si celebravano i Saturnali, delle feste pagane in onore di Saturno, dio dell'agricoltura, in cui le distinzioni sociali erano abolite e gli schiavi, per gioco, prendevano il posto dei propri padroni. Durante i festeggiamenti, inoltre, si era soliti regalare ad amici e parenti oggetti, libri, giochi, animali ed altri pensierini. Proprio come nel moderno Natale. Presso gli antichi romani, inoltre, era legato ad un'altra festa molto particolare, simboleggiante la rinascita del Sole. Durante le celebrazioni del «Sol invictus» si inneggiava al ritrovato splendore del Sole, capace di tornare luminoso e invincibile dopo essere precipitato momentaneamente nell'oscurità.

Anche gli antichi Celti e gli stessi popoli germanici vedevano nel solstizio invernale un momento di rinascita e di progressivo ritorno alla luce. Il Solstizio d'Inverno coincideva dunque con la festa di Yule, in cui si macellavano gli animali e si banchettava insieme gustando le ultime riserve di carne disponibili. Le celebrazioni avvenivano sotto un albero di pino, antesignano dell'attuale albero di Natale. Simboli di questa festa sono, fra i tanti, il vischio, pianta che simboleggia la vita e particolarmente cara ai Druidi (che chiamano questa festa Alban Arthan, che significa “Luce dell’inverno” in gallese) ma specialmente il “ceppo di Yule”: si sistemava nei grandi camini un grosso ceppo e si manteneva acceso fino all’Epifania. Quel ceppo proteggeva la casa dagli incantesimi delle forze maligne e le ceneri erano sparse sopra i campi per renderli fertili. I resti del ceppo, venivano anche conservati per poter poi alimentare il fuoco che avrebbe arso il ceppo dell’anno seguente.

Per la tradizione cinese il giorno del Solstizio d'Inverno è quello in cui si raggiunge la massima profondità delle energie Yin ed in cui inizia la loro progressiva trasformazione nel loro opposto, le energie Yang.

In Iran è viva la festa di Yalda conosciuta anche come Shab-e Chelleh: il termine significa “nascita” e per l’occasione si mangiano melograni e angurie, che richiamano i colori dell’alba e alludono alla passione e all’abbondanza, e frutta secca, simbolo di energia e vitalità. Tutti i componenti della famiglia si riuniscono fino a tardi e leggono ad alta voce poesie della letteratura persiana, specialmente quelle di Hafez, piene di speranza per il futuro e considerate un buon auspicio per l’inizio dell’inverno.

Con il Tōji iniziano le celebrazioni dell’inverno in Giappone: per affrontare al meglio la stagione fredda, i cittadini cedono a una tradizione dedicata al benessere personale immergendosi completamente in un bagno di agrumi. L’obiettivo è quello di rendere il corpo forte e pronto ad affrontare il lungo inverno.

A Vancouver, il 21 dicembre, prende vita un meraviglioso festival di luci e suoni dal nome “Winter Solstice Lantern Festival” ed è attraverso lanterne colorate, che illuminano il cielo, che i cittadini celebrano l’inizio dell’inverno.

A Brighton si celebra il festival “Burning the clocks” dove gli abitanti della città sfilano con le loro lanterne luminose che assumono forme e colori differenti.

Di tutti i siti antichi, forse quelli più suggestivi da visitare durante il solstizio sono Chichen Itza, un tempio costruito in modo tale che l’ombra della piramide si riflette sui suoi stessi gradini, creando l’immagine di un enorme serpente in movimento; Newgrange nel Meath, un sito preistorico situato in Irlanda le cui origini affondano nel 3200 a.C: la camera interna e il corridoio della struttura circolare, in occasione dell’alba del solstizio d’inverno, vengono completamente illuminate dal sole; Stonehenge, il più famoso ed enigmatico monumento preistorico del mondo, ogni anno in questo giorno attira migliaia di persone, tra druidi e turisti, che celebrano un rito antico (all’alba il sole entra esattamente “dalla porta principale”) che affascina con la sua magia.

Per una curiosa coincidenza, il giorno del 21 dicembre è legato a due eventi epocali per la scienza: nel 1898, in questo giorno, Marie e Pierre Curie scoprirono il radio, mentre 70 anni dopo, nel 1968, fu lanciato l'Apollo 8, la prima missione lunare con equipaggio umano.

E poi il 21/12/2012 è nata la nostra Associazione…sfidando la profezia dei Maya sulla fine del mondo ;)

13/12/2024
13/12/2024

Segmento is the only online magazine entirely written in English talking about the Italian culture in Australia and abroad. It talks about food, wine, fashion, design, sport, cuisine, language, current affairs, art, profiles, food trends, immigration, coffee and music

12/12/2024

"Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace".

Manfredi di Sicilia

Il 13 Dicembre 1250 si spense Federico II. Re di Sicilia, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Italia, Duca di Svevia, il contributo di Fedrico II all’umanità fu notevole. Dopo aver sedato la complicata situazione in Germania ed essere stato incoronato imperatore, Federico decise di lasciare il Regno di Germania al figlio, sentendosi probabilmente più siciliano che tedesco. In Sicilia, tornato nel 1220 dopo la parentesi Tedesca, Federico si adoperò immediatamente per consolidare il suo regno. Il primo atto fu quello di rivendicare i diritti regi confiscati al sovrano dai feudatari. Tentò di accentrare l’amministrazione del regno e ciò insieme alle confische ai feudatari provocò numerose rivolte tra i siciliani, magistralmente sedate dal sovrano. Un altro problema di notevole importanza furono i Saraceni. Federico fu costretto ad occuparsi della questione lasciata irrisolta dai suoi predecessori e nel 1221 iniziò a ristabilire lo status quo ante anche su questo fronte. Invece di sterminare i musulmani, Federico decise di reinsediarli in Italia fondando la colonia di Lucera, questo atto sancirà una preziosa alleanza con queste popolazioni. Chiamato dai suoi contemporanei Stupor Mundi, Federico fu impegnato in moltissimi campi del sapere dalla filosofia all’astrologia, dalla matematica alle scienze naturali (famoso il suo De arte venandi cm avibus sulla Falconeria). A Palermo volle fortemente un famosissimo zoo, il quale possedeva un gran numero di rari animali esotici. Dal punto di vista legislativo, Federico scrisse insieme ai suoi consiglieri il Constitutionum Regni Siciliarum in cui raccolse le varie innovazioni legislative volute da Messina a Melfi e da Siracusa a Catania. Il Regno di Sicilia venne così diviso in undici distretti che presero il nome di giustizierati in cui vigeva una struttura piramidale. All’apice della piramide vi era il maestro giustiziera e sotto di lui i veri “giustizieri” specifici per ogni campo dell’amministrazione. Uno dei più grandi contributi dati da Federico alla Sicilia fu la poesia siciliana. La Scuola poetica siciliana infatti, nata tra il 1230 e il 1250 mischiò il volgare con il provenzale e le sue tematiche vennero riprese più avanti dalla Scuola Toscana. Alla scuola siciliana si deve anche l’invenzione del sonetto. I Contributi di Federico II alla Sicilia ma al mondo in generale sono stati tanti e risulta sempre riduttivo questo piccolo spazio in un singolo post. In breve abbiamo cercato di presentarvi oggi i suoi contributi alla crescita della Sicilia proprio in virtù dell’anniversario della sua incoronazione. Stupor Mundi come veniva chiamato, è riuscito a donarci il suo contributo sui svariati campi del sapere, contribuendo ad uno dei periodi storici più fertili e ricchi della storia siciliana.

Umberto Li Vigni

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