05/02/2022
Corridoi turistici, che br**ta espressione…
Il termine “corridoio”, in quanto stretto, buio e lungo, ha in sè qualcosa di restrittivo, di limitazione delle libertà, implica un luogo dove stare in fila, in riga, in attesa di qualcosa che non è ora nè qui ma che forse verrà.
Si fa ancora un gran parlare in questi giorni di “nuovi corridoi turistici” come fossero la salvezza del mondo dei viaggi e la luce in fondo al tunnel. Menzogna!
Di fatto non è così perchè il turismo, per tornare a vivere, non ha bisogno di corridoi ma di libertà. Perchè è di libertà che si nutre, perchè è nella libertà di poter circolare che si esprime, per conoscere luoghi e popoli lontani e diversi da noi.
Non abbiamo quindi bisogno dei corridoi turistici per viaggiare in sicurezza, non siamo bambini cattivi da tenere in riga, non siamo figli discoli cui fare la paternale come ribadisce ogni giorno il nostro Ministro dell’Ipocondria Roberto Speranza.
Siamo l’unico paese in Europa che impone il DIVIETO di viaggiare ai propri cittadini, e di fatto li priva della libertà.
Oggi, l’unico modo per ripartire, ripartire davvero, è togliere i divieti e lasciare al senso di responsabilità delle persone (che non sono imbecilli) la possibilità di decidere se rimanere a casa o rimettersi in viaggio. E oggi ci sono tutte le condizioni per eliminare dal nostro vocabolario l’espressione “corridoi turistici”.
Tornare a viaggiare, senza restrizioni ma con consapevolezza che il mondo è cambiato. Abbiamo tutti una gran voglia di star bene dopo tanto star male, e viaggiare fa bene, a noi e agli altri. Aboliamo i corridoi, riapriamo il mondo!