18/11/2022
Si canta e si balla in tutti i luoghi pubblici dell'Iran. Si canta nelle metropolitane, sugli autobus, per le strade, nelle piazze. Donne e uomini cantano e ballano insieme anche se è vietato e se si rischia la fustigazione e il carcere, anche se i pasdaran e le forze basij sparano contro di loro nelle metropolitane e sugli autobus. “Azadi, Azadi” (Libertà, Libertà), ripetono i giovani a squarciagola. “La liberazione dell'Iran è vicina”, gridano e, come in un sogno che all’alba non muore, saltellano sventolando un pezzo di stoffa e intonando canti di liberazione. Nelle piazze di Tehran, uomini e donne si tengono per mano e fanno il girotondo: è la “Rivoluzione dell'Amore”, ma in Occidente sono solo in pochi ad accorgersene.
In quest’ultima settimana le manifestazioni sono entrate in una fase decisiva anche perché ai giovani si sono uniti i commercianti dei bazar notoriamente conservatori e sostenitori del regime islamico che furono decisivi nella rivoluzione khomeinista. Si registrano scioperi anche nel settore petrolchimico che se proseguiranno paralizzeranno la macchina economica del sistema. Manifestazioni e marce si registrano in ogni regione del paese.
L'articolo completo di Mariano Giustino sull'HuffPost
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