Storie a Stelle e Strisce

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Storie a Stelle e Strisce Una pagina che racconta di storie, itinerari, viaggi, musica e vita a Stelle e Strisce. Un ritrovo per chi ama gli States e li vive (o sogna) ogni giorno.

🇺🇸❤️Diario di viaggio MIAMI E FLORIDA 2017 ❤️🇺🇸Eccoci alla settima puntata del diario di viaggio che ha visto protagonis...
24/11/2019

🇺🇸❤️Diario di viaggio MIAMI E FLORIDA 2017 ❤️🇺🇸

Eccoci alla settima puntata del diario di viaggio che ha visto protagonista la mia famiglia in Florida un paio di estati fa.
Enjoy! 🇺🇸❤️

FLORIDA 2017 CON ALE: da Miami a Daytona in 1595 miglia (2567 km)

16/08/2017 - DAY 7

🇺🇸❤️Caro Gruppo, ❤️🇺🇸

Rinvigoriti da un’ottima colazione da Donkin Donuts di cui apprezzo molto il caffe’ e dove Ale impazzisce per i loro glazed donuts, ci prepariamo a rimetterci in viaggio. Facciamo altri 20$ di benzina (quest’anno abbiamo speso davvero una cifra irrisoria di benzina, nonostante i km macinati finora) e impostiamo il navigatore, secondo cui dovremmo raggiungere Cocoa Beach in circa 5 ore. Ci sembra un po’ strano dato che la nostra pianificazione con Google Maps (che non ha mai sbagliato) prevedeva uno spostamento di circa 3 ore e mezza, ma tant’e’. Dovremmo comunque arrivare in tempo per una crociera che Gabriele mi ha regalato per vedere delfini e Manatee, le mucche d’acqua. Ci accorgiamo davvero molto tardi che il navigatore ci fa fare una strada che ha allungato il trgitto di circa 1 ora e mezza, ma ormai il danno e’ fatto e il viaggio non e’ stato cosi terribile. Arriviamo comunque in tempo a Cocoa Beach, ma trovata Ramp Road, da dove sarebbe dovuta partire la crociera, un pescatore che ci indica subito un manatee che faceva capolino dall’acqua, ci avverte che la barca della societa’ ha un problema e in effetti non troviamo nessuno ad aspettarci. Chiamo il numero che leggo sul voucher e mi viene confermata la trsite notizia: hanno mandato una email per avvertirci ma noi non l’abbiamo ricevuta… Peccato, ma non perdendoci d’animo troviamo subito un ripiego: mentre pranziamo da Mc Donald per far contento Ale, trovo su Tripadvisor (fedele compagno di viaggio), menzione di un Manatee Sanctuary, un posto di cui non esiste indicazione ma che si trova grazie al passaparola o a indicazioni di viaggiatori che sono transitati da li. L’idea di una “caccia al tesoro” ci piace molto, e quindi senza navigatore, ma con queste indicazioni sommarie, prendiamo la macchina e ci mettiamo alla ricerca. Non facciamo troppa fatica, perche’ gli indizi/indicazioni sono pochi ma precisi e presto troviamo questo parco. Sembra un mix tra parco condominiale e parco pubblico, nascosto dietro un complesso residenziale, con un giardino immenso, un playground e un pontile in legno coperto che costeggia la riva. Ok, il posto l’abbiamo trovato, ma sono segnalati anche proprio i nidi/tane dei manatee, ci proviamo a trovarli, ma proprio non riusciamo. Quindi optiamo per un’osservazione dell’area accessibile, e spendiamo un’oretta in questo posto meraviglioso, avvolti nel silenzio e nella quiete. Ci sembra di avvistare il musino di una piccola mucca d’acqua, ma non ne siamo sicuri. Decidiamo di ve**re via, ma ci piace pensare che nel tempo trascorso li, una famigliola di questi simpatici animali ci stesse osservando, con curiosita’, senza farsi vedere.
Decidiamo di recarci al nostro resort, il Beach Place Guest House. Sono scettica, perche’ il posto e’ sulla spiaggia, ma l’ingresso e’ sulla strada, una strada a scorrimento veloce, quindi non so cosa aspettarmi. Lasciamo la macchina parcheggiata sotto un pergolato, e varcata la soglia capisco subito che questo e’ un posto speciale. Rimango a bocca aperta tutto il tempo, mi dimentico di tutto, e osservo e guardo e mi giro e non finisco mai di guardare e stupirmi. Sebra di essere in una fiaba, in un mondo dove il tempo si e’ fermato, c’e’ magia, la si respira ovunque. Alberi e pergolati, decine di lucine incastonate nel pergolato, un prato verde al centro della proprieta’, un gazebo di legno, un’amaca e delle rocking chairs al di la del prato, su una collonetta, che guardano oltre una vegetazione bassa, verso l’oceano. Mi dirigo verso la casetta dove c’e’ l’ufficio per effettuare il check in e una ragazza, la proprietaria ci da il benvenuto. Siamo subito attirati da una piccola opera d’arte, che ci spiega essere un recupero di una persiana divelta e distrutta dall’ultimo uragano. Questo pezzo d legno recuperato e’ stato dipinto da un’artista locale. Inutile dire che pochi minuti dopo era gia’ imballata e pronta a prendere un volo Virgin Atlantic con noi. Ci viene consegnata la chiave della nostra casetta, bellissima e arredata con tanto gusto. Abbiamo una camera, un salone e una cucina abitabile completamente attrezzata. Ed e’ tanto, ma tanto bella che gia’ mi rammarico di non avere programmato un giorno in piu’ in questo paradiso. C’e’ la possibilita’ di fare un BBQ nel giardino delle fiabe, con vista mare, e siamo siamo subito d’accordo che sarebbe da pazzi lasciarsi sfuggire una tale occasione. In tutto questo, mi rendo conto che non sento piu’ Ale da diverso tempo: in effetti aveva gia’ stretto amicizia con i due gattoni del resort con cui avrebbe passato ogni istante di questo soggiorno. Vediamo si internet che a una distanza di qualche minuto si trova un Publix, quindi prendiamo l’auto per comprare il necessario per la grigliata. E’ superfluo dire che troviamo della carne fantastica, a cui aggiungiamo una serie di intingoli, insalata fresca e il necessario per la colazione dell’indomani avendo a disposizione una cucina cosi ‘ bella. A fianco di Publix c’e’ anche un Dollar Tree, dove vendono tutto a un dollaro e dove approfittiamo per comprare una bandiera USA da portare a casa.
Torniamo in fretta nel nostro resort incantato per correre in spiaggia e fare un tuffo nell’oceano, giocando con i body board e mille altre cose messe a disposizione dalla proprieta’. Passiamo davvero un pomeriggio divertente e spensierato. In questo luogo si sta bene. Questo posto fa stare bene. E io vorrei che il tempo si fermasse per un po’.
Verso le 7 torniamo a casa per una rinfrescata e per prepararci a quella che sara’ la cena migliore di tutta la vacanza.
Il tramonto e’ impareggiabile, i colori sono magici cosi come l’atmosfera incantata di questo posto. Il re della griglia e il suo piccolo aiutante compiono il loro dovere e a tavola, il tempo passa veloce e i piatti si svuotano ancora piu’ in fretta. In spiaggia, come a Sanibel, abbiamo avvistato numerosi nidi di tartarughe ed anche qui ci sono cartelli che ricordano che le luci vanno spente o in casa, le tende vanno tirate. Noi rimaniamo ancora un po’ a godere di questa calma e di questi profumi. Prima di andare a dormire facciamo visita alla mascotte del Beach Place, un pappagallo, che si accarezzare volentieri e che spesso risponde a cio’ che gli si dice.
Prima di chiudere la porta guardo ancora un po’ verso l’oceano. E poi guardo il cielo. Le stelle sono sempre le stesse. Eppure in viaggio tutto sembra sempre piu’ bello. Viaggiare apre la mente, ma soprattutto apre il cuore.

To be continued...

🇺🇸❤️HAPPY WEDNESDAY MR. PRESIDENT❤️🇺🇸Caro Gruppo🇺🇸❤️, oggi e’ mercoledi e torniamo a parlare di Presidenti. Pero’, anzic...
20/11/2019

🇺🇸❤️HAPPY WEDNESDAY MR. PRESIDENT❤️🇺🇸

Caro Gruppo🇺🇸❤️,

oggi e’ mercoledi e torniamo a parlare di Presidenti.
Pero’, anziche’ dedicare la giornata a un altro Presidente, oggi cerchiamo di capire meglio cosa fa un Presidente, quali sono i suoi incarichi e i suoi poteri. E se un Presidente può essere “licenziato”. O cosa fa un volta “in pensione”.

La Costituzione degli Stati Uniti d’America 🇺🇸 prevede che il Presidente:
- sia nato negli Stati Uniti
- abbia almeno 35 anni compiuti
- sia cittadino americano e che abbia risieduto negli Stati Uniti per almeno 14 anni

Il Governo degli Stati Uniti e’ composto da 3 rami:
>Il ramo giudiziario comprende tutti i tribunali federali, fino alla Corte Suprema.
>Il ramo legislativo approva le leggi ed è composto dalla House of Representatives e dal Senato.
>Il ramo esecutivo è composto dal Presidente, dal Vicepresidente e dalle persone che il presidente nomina per consigliarlo e assisterlo (il gabinetto).

Il Presidente cerca di far approvare le leggi al Congresso e può anche porre il veto a leggi con cui non è d'accordo.
Il Presidente è anche il comandante di tutte le forze armate del paese e può dichiarare guerra con l'approvazione del Congresso.
Altre prerogative del Presidente sono:
- nominare i giudici della Corte suprema e altri giudici importanti.
- Negoziare i trattati con altri governi.
- Nominare gli ambasciatori statunitensi in paesi stranieri.
- Può concedere l’amnistia a chiunque sia condannato per un crimine federale

Un Presidente puo’ essere licenziato?
La risposta e’ sì. Se la House of Representatives pensa che il Presidente abbia commesso qualcosa di molto grave, ha la prerogativa di metterlo sotto accusa (“impeachment”). Se la House of Representatives vota l'impeachment del Presidente, si passa quindi a un processo al senato. Il giudice in questo processo è il giudice capo della Corte Suprema. Se il Senato dichiara il Presidente colpevole, il Presidente deve lasciare il suo posto e gli subentra il Vicepresidente.
Ad oggi, due sono i Presidenti che sono stati accusati: Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Entrambi sono stati giudicati non colpevoli, quindi sono rimasti in carica.
Un Presidente si è invece dimesso, perché sapeva che sarebbe stato messo sotto accusa e ritenuto colpevole: si tratta di Richard Nixon nel 1974.

Cosa fanno i Presidenti “in pensione”?
I presidenti, al termine del loro mandato, spesso lavorano molto per scrivere libri, fare discorsi e fare campagne per altri politici. Ma a volte vogliono solo vivere tranquillamente con le loro famiglie e godersi le cose che fanno le persone comuni.
Ecco come e’ continuata la vita di alcuni ex Presidenti degli Stati Uniti d’America:
- John Quincy Adams divenne membro del Congresso.
- Andrew Johnson divento’ senatore.
- Ulisse S. Grant scrisse un libro di successo sulla sua vita.
- WIlliam Taft fu l'unico Presidente ad essere successivamente nominato giudice a capo della Corte Suprema, senza mai nascondere di aver amato questo incarico molto di piu’ di quello da Presidente.
- James Polk mori’ appena 3 mesi dopo aver lasciato la Casa Bianca.
- John Tyler ebbe altri sette figli con la sua seconda moglie (ne ebbe 15 in totale).
- Jimmy Carter aiuto’ a costruire alloggi a prezzi accessibili per i poveri, e vinse il premio Nobel per la pace.



Photo credit: Manpower Group

🇺🇸❤️HELLO AMERICA-Una canzone a settimana❤️🇺🇸ENTER SANDMAN Say your prayers little onedon't forget, my sonto include eve...
19/11/2019

🇺🇸❤️HELLO AMERICA-Una canzone a settimana❤️🇺🇸

ENTER SANDMAN

Say your prayers little one
don't forget, my son
to include everyone

tuck you in, warm within
keep you free from sin
till the sandman he comes

sleep with one eye open
gripping your pillow tight

exit light
enter night
take my hand
off to never never land

something's wrong, shut the light
heavy thoughts tonight
and they aren't of snow white

dreams of war, dreams of liars
dreams of dragon's fire
and of things that will bite

sleep with one eye open
gripping your pillow tight

exit light
enter night
take my hand
off to never never land

Now I lay me down to sleep
pray the Lord my soul to keep
if I die before I wake
pray the Lord my soul to take

Hush little baby, don't say a word
and never mind that noise you heard
it's just the beast under your bed,
in your closet, in your head

exit light
enter night
grain of sand
exit light
enter night
take my hand
we're off to never never land

Enter Sandman e’ il primo singolo estratto dal Black Album del 1991, uno degli album più discussi di sempre in ambito metal, attorno a cui si dipanano accesi dibattiti, ancora oggi irrisolti.
Il Black Album e’ il quinto lavoro dei Metallica, una band che nel 1991 era all’apice della popolarita’ dopoaver pubblicato capolavori del calibro di "Kill'em All", "Ride the Lightning", "Master of Puppets" e "And Justice for All".
Tuttavia il Black Album desta subito scalpore sul mercato per la scelta stilistica della band, che dal thrash al quale aveva abituato i propri fan, passa ora al rock. Molti interpretano la scelta come corruzione musicale in nome dei soldi, ma sono invece moltissimi quelli che apprezzano invece questo lavoro, caratterizzato da melodie e musicalità delle canzoni molto ben definite e che spaziano da ballad pure a pezzi veloci e piu’ aggressivi, anche se mai lontanamente simili a quell’aggressivita’ metal degli album precedenti.

Enter Sandman trae ispirazione dalla figura di "Sandman" (omino di sabbia), protagonista di alcune favole per bambini della tradizione anglosassone. Sandman è il padrone del mondo dei sogni, colui che fa addormentare i più piccoli gettandogli una sabbia magica negli occhi. Nella tradizione e nella storia greca e romana troviamo spesso divinità simili, come Morfeo, Oniro o Hypno, perche’ il sonno rappresenta da sempre uno degli aspetti fondamentali e piu’ misteriosi dell’esistenza umana per le popolazioni antiche, così come la vita e la morte. Il sonno era considerato a metà strada tra i due, perché l’uomo durante il sonno sembra morto ma in realtà sta vivendo in un’altra realtà. Il potere della divinità del sonno è enorme perché nel regno dei sogni può accadere qualunque cosa.
L’inizio del brano è caratterizzato dagli arpeggi della chitarra elettrica, con un suono pulito e da subito molto orecchiabile e familiare. Il charleston della batteria crea una tensione in crescendo, sottolineata ed amplificata poi dal riff di chitarra elettrica alternato di nuovo dalla cadenza rapida della batteria che aumenta pathos e senso di ansia che conduce inevitabilmente a una certa suspance nella testa di chi ascolta, preparandolo a qualcosa che sta per succedere, e che succedera’ sicuramente. La chitarra ritmica che fa il suo ingresso insieme alla voce di Hetfield; e’ lui il nostro traghettatore, colui che ci condurra’ verso scenari e territori immaginari.
Tutto si apre con la figura di un bambino che riceve la buonanotte, a letto, avvolto in calde e comode coperte. Ma prima di appisolarsi, per proteggersi dal peccato durante il sonno, deve pregare. Sarà poi "L'uomo della sabbia" che lo trascinerà nel mondo dei sogni.
Ma una voce, che proviene forse dall'inconscio, gli consiglia di “dormire con un occhio aperto” in modo da stare in guardia, di “stringersi al suo cuscino” per non staccarsi dalla realtà.
Le luci si spengono, il buio incombe e il sonno trascina il bambino nel paese immaginario, ma il bambino fatica a rimanere in quel mondo, c'è qualcosa che non va, bisogna ritornare alla realtà, c'è bisogno di luce, il buio e’ quasi soffocante, e quella oscurità fa paura, e’ inquietante. Questo viaggio deve finire, non e’ un mondo facile, non e’ un mondo di favole. Li’ ci sono cose brutte, ci sono guerre, ci sono mostri. La preghiera e’ l’unico riparo. Enter Sandman non è un semplice racconto di un bambino che fatica a dormire perché preferirebbe fare altro. Enter Sandman parla di incubi e di paure. Paura di dormire, paura di sognare cose orrende, paura della morte. Paura del male. E in Enter Sandman non c’e’ chi salva, non c’e’ l’eroe. Non c’e’ la figura coraggiosa che affronta tutto senza paura. In Enter Sandman la paura è un sentimento che fa parte della natura umana. In Enter Sandman le paure profonde sono incarnate da una figura ancora incosciente e pura, un bambino, simbolo dell'innocenza.
Non resta che pregare: sentiamo la voce di Hatfield che recita una sorta di preghiera ripetuta perfettamente da una voce di un bambino (il figlio dello stesso Bob Rock, che produsse l’album). La voce del cantante si fa più minacciosa e grave fino a sfociare nel ritornello che viene ripetuto fino ad una sospensione strutturale che fa da colonna sonora ad un ghigno inquietante, dopo il quale veniamo di nuovo travolti dalla sonorita’ completa della band, fino all’epilogo in cui ritornano gli arpeggi melodici.
Una canzone che lascia spazio a piu’ letture. Ma sicuramente una canzone che lascia il segno.
E stanotte, quando starete per addormentarvi, osserverete il buio un attimo in piu’. Exit light, enter night.
Good night…….have a nice trip.

CURIOSITA’
- Enter Sandman fu in origine pensata per spopolare nel mondo del Wrestling, come theme song di un lottatore della ECW, Jim Fullington, più noto con lo pseudonimo "The Sandman”
- L’attore che impersona l’uomo sabbia nel videoclip dei Metallica è Robert Golden Armstrong Jr, attore e drammaturgo statunitense, famoso soprattutto per i suoi film western.
- La strofa parlata da James e recitata dal figlio di Bob, ("Now I lay me down to sleep, I pray the Lord my soul to keep, If I shall die when I'm wake, I pray the Lord my soul to take"), è una trasposizione di un'orazione realmente esistente già dal 18° secolo, apparsa per la prima volta in forma scritta nello “Spectator” di Addison. Anche i Megadeth la parafrasarono, utilizzandola in "Go To Hell".
- Kirk Hammett ha una passione smisurata per i film horror. Gli incubi così reali e la sopravvivenza dell'individuo a patto di riuscire a svegliarsi, richiama la vicenda di Freddy Krueger, l'uomo nero e spietato protagonista della serie "Nightmare" di Wes Craven. Film nei quali, una volta addormentati, ci si ritrovava faccia a faccia con questo uomo dal volto ustionato e munito di gu**to con tanto di lame, intento ad uccidere nel sonno le proprie prede. Enter Sandman potrebbe essere anche un piccolo omaggio a questa sua passione.

https://www.youtube.com/watch?v=CD-E-LDc384&list=PLi4V-M9GvP4VBOhMDo75DQhLZV3CbQm-d&index=7&t=0s

Enter Sandman [Official Music Video] From the album "Metallica" Director: Wayne Isham Filmed in June 1991 in Los Angeles, CA Video Premiere Date: July 30, 19...

🇺🇸❤️REMEMBER YESTERDAY-ACCADDE OGGI❤️🇺🇸Caro Gruppo,Buon lunedì! Torna oggi la rubrica “Remember Yesterday - Accadde Oggi...
18/11/2019

🇺🇸❤️REMEMBER YESTERDAY-ACCADDE OGGI❤️🇺🇸

Caro Gruppo,

Buon lunedì! Torna oggi la rubrica “Remember Yesterday - Accadde Oggi” con le curiosità e gli avvenimenti più importanti per gli Stati Uniti 🇺🇸.

🇺🇸18 novembre🇺🇸: lo sapevate che il 18 novembre del 1978, 909 adepti di un culto religioso con connotazioni politiche morirono in un suicidio-omicidio di massa ingerendo un cocktail di frutta al cianuro?

Jim Jones, predicatore statunitense, fondo’ la congregazione religiosa “People's Temple” e viene tristemente ricordato per avere indotto ad uno spaventoso massacro e suicidio di massa a Jonestown 909 membri della sua congregazione, tra cui 219 bambini e neonati.

Jim Jones nacque nel 1931 in Indiana. Suo padre, James Jones, iscritto al Ku Klux Klan, era tornato dalla prima guerra mondiale con un grave problema al polmone per cui gli fu riconosciuta l'invalidità e sua madre era un’operaia impegnata molto attivamente nel sindacato. L'indigenza della famiglia spinse Jim a frequentare le chiese del villaggio, appassionandosi ad improvvisare dei sermoni con gli amici e a bacchettare chi facesse rumore durante il salmo.

Più tardi lasciò Lynn per andare a lavorare come inserviente nell'ospedale "Reid Memorial" a Richmond, dove la sua futura moglie, Marceline Baldwin. Si trasferì con Marceline a Indianapolis dove fondò la sua prima chiesa, People's Temple Christian Church.
Alla ricerca di adepti Jones si spostò continuamente negli Stati Uniti d'America. A Mendocino, California, fondò una cooperativa agricola e nel 1972, si trasferì a San Francisco. La comunità credeva in una sorta di Socialismo cristiano, si batteva contro la speculazione edilizia e gli sfratti e raccolse numerosi diseredati ed emarginati, soprattutto di colore. Jones appoggiò il candidato democratico George Moscone, che venne eletto sindaco di San Francisco; quest'ultimo nominò Jones membro della Commissione interna comunale.

Jones era un personaggio veramente controverso: infatti, pur predicando una specie di socialismo cristiano, ma era ateo e ben presto inizio’ a dare segni di squilibrio, asserendo tra le altre cose, di essere in grado di compiere miracoli.
Messo sotto accusa da più parti per diversi casi di molestie tra i suoi adepti, Jones si accordò segretamente con il governo della Guyana per ottenere alcuni lotti di terreno nella giungla e nell'estate del 1977, più di mille persone si trasferirono con un ponte aereo di cargo e voli charter nella nuova "terra promessa" di Jonestown, voluta e creata dal reverendo Jones in mezzo alla f***a vegetazione e completamente isolata dal mondo esterno, luogo ritenuto ideale per pregare e salvarsi da un olocausto nucleare.

Nel 1978 il deputato del Congresso Leo Ryan si recò in visita a Jonestown assieme ad un gruppo di giornalisti per verificare cosa accadesse nella comunità e durante la sua permanenza, ricevette un biglietto di richiesta d'aiuto e denuncia per le condizioni di schiavitù all’interno della comunità. Le guardie del corpo di Jones scoprirono però il tradimento e uccisero a colpi di mitra il deputato e la sua scorta vicino all'aereo prima del decollo.

Il 18 novembre 1978 il reverendo annunciò alla comunità che "per difendersi dall'invasione del Male" tutti i fedeli del Tempio del popolo avrebbero dovuto uccidersi e fece distribuire un cocktail a base di cianuro aromatizzato con del Flavor-Aid, al sapore di uva, simile al Kool-Aid, preparato in polvere per bibite alla frutta di una storica marca statunitense di successo. Chi non eseguì l’ordine fu abbattuto a colpi di arma da fuoco, mentre gli ultimi rimasti in vita, tra cui lo stesso Jim Jones e la moglie, si suicidarono con un colpo di revolver..
Il reverendo venne trovato morto con un colpo di proiettile alla testa e attorno a lui giacevano i corpi di 909 persone. I sopravvissuti del People's Temple furono 167, tra cui il figlio di Jones.

Fino agli attacchi alle Torri Gemelle è stato l'evento che ha visto morire il maggior numero di cittadini americani in tempo di pace, per cause diverse da quelle naturali, climatiche o geologiche, passando alla storia con una frase dai toni macabramente ironici: “Drink the Kool-Aid”, che significa credere ciecamente a qualcuno o in qualcosa senza mai metterlo in discussione.

🇺🇸❤️Diario di viaggio MIAMI E FLORIDA 2017 ❤️🇺🇸Eccoci a sabato e alla sesta puntata del diario di viaggio che ha visto p...
16/11/2019

🇺🇸❤️Diario di viaggio MIAMI E FLORIDA 2017 ❤️🇺🇸

Eccoci a sabato e alla sesta puntata del diario di viaggio che ha visto protagonista la mia famiglia in Florida un paio di estati fa.
Enjoy! 🇺🇸❤️

FLORIDA 2017 CON ALE: da Miami a Daytona in 1595 miglia (2567 km)

15/08/2017 - DAY 6

🇺🇸❤️Caro Gruppo, ❤️🇺🇸

I giorni stanno scorrendo troppo in fretta. E’ gia’ ora di lasciare Sanibel e ci mettiamo in marcia per Palm Beach, non prima di una buona colazione da Pinocchio’s e in attesa che apra lui, il mio negozio, Il Trading Post. Aspettiamo l’ora X con una passeggiata al Faro e alla spiaggia e al Gulf Site City Park. Finalmente il mio Antiques apre. Dico a Gabriele di far scendere Ale dalla macchina ma non fa in tempo nemmeno a sentire la fine della mia frase perche’ io sono gia entrata nel negozio. E’ uno spettacolo. Scambio due parole con il vecchio proprietario, gli dico che e’ un uomo pericoloso perche’ sta mettendo in pericolo la mia carta di credito e ridiamo un po’. E’ un uomo furbo e spregiudicato, se ne approf***a, perche’ capisce e colpisce con ferocia il mio lato debole. L’ordine meticoloso di tutti gli oggetti sapientemente disposti, e’ abilmente accompagnato da un sottofondo di musica americana anni ’50. E’ una battaglia persa in partenza, e io cado nella trappola. Subito. E mi ritrovo con 2 borse piene di oggetti vintage USA anni ’50. E un problema: trovare molto spazio in valigia.
Ora che il danno e’ fatto, sono in pace. Possiamo metterci (definitivamente) in macchina e partire alla volta di Palm Beach. Lungo la strada cerchiamo il Muscle Car City Museum di Punta Gorda, dove approfitteremo anche per pranzare nel loro fast food dedicato. Gli amanti di Muscle Cars non possono lasciarsi sfuggire questo gioiellino: decine e decine di auto splendide, fiammanti in tutta la loro bellezza. Entrambi i ragazzi avrebbero passato ore (se non giorni) a rimirirarle, ma il tempo corre veloce e con rammarico, riprendiamo la nostra Chevvy e ci rimettiamo in marcia.
Dato che i Walmart sono la mia ossessione, ne avvisto uno nei pressi di Labelle e ne approfittiamo per fare un po’ di rifornimenti. Una cosa che mi ero ripromessa di comprare e’ il Tide. Se c’e’ una cosa che adoro quando vado negli Stati Uniti e’ quel profumo particolare di bucato, un profumo che sa du fresco e di pulito. Ecco, e’ un profumo che ho trovato spessissimo e ho scoperto poi essere legato a un detersivo che si chiama appunto Tide. Potevo quindi lasciarmelo sfuggire e non crogiolarmi in questo ricordi profumati nelle fredde giornate invernali in Italia? Esco da Walmart con il Tide (e con mille altre cose, inclusa una girandola USA per il balcone, un deodorante stick che durera’ molto molto poco, caffe’ macinato marchiato Donkin Donuts, etc etc). Maciniamo altri km e per arrivare a Palm Beach attraversiamo letteralmente la Florida coast to coast. Sono ormai circa le 4 del pomeriggio quando arriviamo al nostro resort, il Brazilian Court, particolarmente apprezzato da Ale (piccolo buongustaio). La camera e’ lussuosissima e enorme. Palm Beach e’ una citta’ molto elegante e anche un po’ snob. I negozi sono di altissimo livello e gli standard molto elevati. In effetti ripenso con un po’ di nostalgia a Sanibel, piu’ vicina ai miei gusti e al mio modo di vivere.
Ale e Gabriele optano per un bagno rinfrescante in piscina, io invece preferisco riposarmi un po’ nell’idromassaggio.
Per cena scegliamo il Dixie Grill, un locale rustico dove assaggiamo un ottimo nachos. Il locale e’ pieno zeppo di oggetti molto USA e ha la particolarita’ di avere il soffitto completamente ricoperto di lunch boxes appese. Non riusciamo a finire tutto, e come sempre, ci viene fornita la doggy bag con gli avanzi da portare via. Ne siamo particolarmente felici, perche’ notiamo in prossimita’ del parcheggio dietro il locale, dei gattini randagi che si avventano felici sulla carne che gli lasciamo.
Sulla strada del ritorno, facciamo tappa a Wart Avenue, la via piu’ famosa di Pam Beach, ma siamo stanchi, e senza quasi renderci conto, ci ritroviamo presto nel comodo letto della nostra camera e ci abbandoniamo a sogni felici nella quiete assoluta del Brazilian Court.

To be continued...

🇺🇸❤️HAPPY WEDNESDAY MR. PRESIDENT❤️🇺🇸Caro Gruppo,Torna la rubrica “Happy Wednesday Mr. President” e oggi dedichiamo la g...
13/11/2019

🇺🇸❤️HAPPY WEDNESDAY MR. PRESIDENT❤️🇺🇸

Caro Gruppo,

Torna la rubrica “Happy Wednesday Mr. President” e oggi dedichiamo la giornata al sesto Presidente degli Stati Uniti, John Quincy Adams, Presidente degli Stati Uniti dal 1825 al 1829.

Durante le elezioni presidenziali del 1824, nessun candidato ottenne né la maggioranza dei voti popolari né quella assoluta dei Grandi Elettori, e come previsto dal XII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, fu la Camera dei Rappresentanti a dover scegliere il nuovo Presidente, scegliendo John Quincy Adams. Fu il primo ed unico caso nella Storia degli Stati Uniti d'America dove il Presidente fu scelto in questo modo.
Prima di essere eletto Presidente, Adams fu un eccellente diplomatico e negli otto anni della presidenza Monroe, fu uno stimato e preparato Segretario di Stato, tanto da essere oggi considerato uno dei piu’ grandi segretari di stato nella storia degli Stati Uniti. Riusci’ a ottenere il territorio della Florida dalla Spagna per $ 5 milioni. Fu anche l'autore principale della Dottrina Monroe, una parte importante della politica degli Stati Uniti che affermava che gli Stati Uniti avrebbero difeso i paesi del Nord e del Sud America dall'attacco delle potenze europee. Ha anche contribuito a negoziare l'occupazione congiunta dell'Oregon con la Gran Bretagna. Studiò da presidente aiutato dalla moglie Louisa, abilissima nel tessere i rapporti con le mogli dei personaggi influenti del tempo. Louisa, con cui ebbe 2 figli, resta l’unica First Lady nata fuori dagli Stati Uniti, a Londra. La cultura europea influenzo’ molto il suo modo di essere e di porsi, cosi’ come influenzo’ lo stesso Presidente che fin dall’infanzia spese molto tempo in Europa, repirandone cultura e storia. Quando suo padre divenne ambasciatore in Francia e in seguito nei Paesi Bassi, John Quincy viaggiò con lui. John ha imparato molto sulla cultura e le lingue europee dai suoi viaggi, diventando fluente sia in francese che in olandese.
Come suo padre, che fu presidente prima di lui, John Quincy Adams non amava pero’ il suo lavoro da Presidente e fu penalizzato, come il padre, dal suo carattere chiuso e da crisi depressive.
Quando p***e la corsa per un secondo mandato, Adams lascio’ la Casa Bianca a testa alta e la moglie diede un grande ricevimento. La sua carriera non era per niente finita e corse per il Congresso dove vi rimase per 17 anni battendosi con passione per la cause in cui credeva, come l'abolizione della schiavitù.
Morì a 81 anni, colpito da un ictus, nell'aula parlamentare, subito dopo aver gridato il suo “No” nell'ultima dichiarazione di voto.

Curiosità:
- adorava il giardinaggio
- Adams era appassionato di astronomia e fu un grande sostenitore del progresso della scienza. Considerava la scienza importante per il futuro degli Stati Uniti.
- Si considerava uno sportivo e amava nuotare senza costume la mattina presto nel fiume Potomac
- Adams inizio’ a scrivere un diario nel 1779. Quando morì, aveva scritto cinquanta volumi. Molti storici citano i suoi diari come resoconti di prima mano sulla formazione dei primi Stati Uniti.
- Le campagne e i duelli elettorali tra Adams e il rivale Andrew Jackson sono state particolarmente accesi e cruenti. Adams si rifiutò di partecipare alla cerimonia di insediamento di Jackson e fu uno dei soli tre presidenti a non partecipare all'inaugurazione del suo successore.

🇺🇸❤️HELLO AMERICA-UNA CANZONE A SETTIMANA❤️🇺🇸TAKE IT EASY Well I'm runnin' down the road tryin' to loosen my loadI've go...
12/11/2019

🇺🇸❤️HELLO AMERICA-UNA CANZONE A SETTIMANA❤️🇺🇸

TAKE IT EASY

Well I'm runnin' down the road tryin' to loosen my load
I've got seven women on my mind
Four that wanna own me two that wanna
stone me one says she's a friend of mine
Take it easy
Take it easy
Don't let the sound of your own wheels drive you crazy
Lighten up while you still can
Don't even try to understand
Just find a place make your stand
Take it easy
Well I'm a standin' on a corner in Winslow, Arizona
Such a fine sight to see
It's a girl my lord in a flatbed
Ford slowin' down to take a look at me
Come on baby
Don't say maybe
I gotta know if your sweet love is gonna save me
We may lose and we may win
Though we will never be here again
So open up I'm climbin' in
Take it easy
Alright

Well I'm runnin' down the road tryin' to loosen my load
Got a world of trouble on my mind
Lookin' for a lover who won't blow my cover
She's so hard to find
Take it easy
Take it easy
Don't let the sound of them old wheels drive you crazy
Come on baby
Don't say maybe
I gotta know if your sweet love is gonna save me
Ooh-ooh ooh-ooh ooh-ooh
ooh-ooh ooh-ooh ooh-ooh
ooh-ooh ooh-ooh ooh-ooh
ooh-ooh ooh-ooh ooh-ooh
ooh-ooh ooh-ooh ooh-ooh
ooh-ooh

Well you know we got it easy
We oughta take it easy
Yeah

I 4 membri degli Eagles, Glenn Frey, Don Henley, Bernie Leadon e Randy Meisner, provenivano da quattro angoli diversi degli Stati Uniti e galeotto fu il Trobadour di West Hollywood, a Los Angeles, dove si incontrarono nel 1972 decidendo di mettersi a suonare insieme, inizialmente per accompagnare il giovane astro nascente Linda Ronstadt, e proseguendo poi in proprio.
Erano i tempi in cui, ancora squattrinati e arditi, ogni occasione era buona per divertirsi. Adoravano, ad esempio, in piena euforia di baldoria, saltare sulla jeep del chitarrista Bernie Leadon in piena notte per guidare fino a Palm Springs, tra la catena di San Jacinto e il deserto del Joshua Tree, per guardare l’alba e parlare del loro presente, in attesa di vivere il futuro che li aspettava. E proprio durante una di quelle notti si fecero accompagnare anche da un fotografo che immortalo’ in alcuni scatti le loro espressioni trasognate, i capelli al vento, persi nel tempo e nella atmosfera magica del deserto e dei loro sogni, immagini che compariranno poi sulla copertina di alcuni dei loro lavori.

Il celebre produttore Glyn Johns inizio’ a seguirli e fiuto’ immediatamente il loro talento e soprattutto il loro potenziale e fece tutto il possibile per spingerli verso le ballate, per i ritornelli fatti di cori, per le chitarre acustiche, per l’alternanza delle voci soliste che avevano la grande fortuna di potersi permettere visto che tutti i membri della band, battersita incluso, vantano una voce molto bella. Questo mix era la formula giusta per un successo assicurato, anche se si scontrava con la loro stessa natura che li faceva sentire piu’ orientati all’hard rock. Johns pero’ ci vide giusto perche’ gran parte del loro successo derivo’ proprio da quelle ballate.
Take It Easy fu il primo vero successo degli Eagles, caratterizzato da una melodia riconoscibile e orecchiabile e da un carattere leggero ma dirompente, elementi che regalarono in fretta al gruppo la vetta delle classifiche in America. L’armonia vocale, sempre alternata in maniera sinuosa e suadente dei suoi compagni, supporta magistralmente il malizioso e irresistibile accento di Glenn Frey.
“Take It Easy” fu composta da Glen Frey insieme al suo nuovo vicino di casa Jackson Browne, che era arrivato ad abitare qualche piano più sotto, nello stesso condominio popolare a Los Angeles in cui alloggiava il frontman degli Eagles. Browne aveva da poco chiuso una storia con la fidanzata Nico, dei Velvet Underground, ed era un vero e proprio donnaiolo, proprio come recita il testo di Take It Easy.
Il suo amico Frey, idealizzo’ questa immagine nella canzone che scrissero insieme, immaginandosi fermo a un incrocio di una cittadina dell’Arizona, Winslow, intento a fermare ed approcciare una bella ragazza che vede arrivare alla guida di un Ford con i sedili ribaltabili. Si tratta della penultima strofa, il tocco che serviva alla canzone per renderla meno riflessiva e un po’ piu’ scanzonata e disimpegnata. Il risultato fu semplicemente straordinario se si pensa che ormai diversi anni a Winslow, Arizona, cittadina come tante altre sulla Route 66, e’ diventata meta di pellegrinaggio di fan e curiosi che vi transitano per ammirare una statua di bronzo a grandezza d’uomo, raffigurante un tizio appoggiato a un lampione che guarda il traffico dal marciapiede, cioe’ niente meno che Glenn Frey a cui e’ stato dedicato il tutto.
Winslow, in Arizona, era una volta la più grande città nella parte settentrionale dello stato ed un luogo ben conosciuto tra l'arida distesa dell'Arizona, ma dopo che il traffico proveniente dalla Route 66 si ridusse drasticamente a causa dell’inaugurazione della Interstate 40, la città cadde, come molte altre, in un declino che solo la canzone degli Eagles riuscì a risollevare.
Fortunatamente un gruppo locale che cercava di rinvigorire la città ricordò il riferimento nella canzone degli Eagles e md ebbe l'idea di capitalizzarlo. Così nacque Standin 'On the Corner Park: dando vita alla scena della canzone, una statua di bronzo di un musicista in abiti anni '70 fu posizionata al’angolo con il suo strumento in punta di piedi. Sul muro di mattoni dietro di lui è dipinto un murale di una donna in un camioncino che si riflette su una vetrina del negozio. L’idea funziono’ e Standin’ On the Corner Park è oggi una popolare attrazione lungo la strada lungo l'ormai storica Route 66, portando nuovo turismo nell'area e consentendo la riapertura di alcune aziende locali. E Winslow ritorna alla vita. And take it easy.

https://www.youtube.com/watch?v=RA-6woRwm08

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