Roma Segreta

Roma Segreta Roma è da sempre stata una città dai mille volti, e tra questi di certo non mancano anche quelli più oscuri e segreti.

La Marrana di Tor Pignattara in una foto degli anni 40.Il nome della attuale via della Maranella deriva senz'altro dalla...
16/11/2024

La Marrana di Tor Pignattara in una foto degli anni 40.
Il nome della attuale via della Maranella deriva senz'altro dalla zona ricca di acque ,come la vicina via dell'acqua Bullicante

[Mei]

Ostia anni '20...(ricolorata)
17/10/2024

Ostia anni '20...
(ricolorata)

Porto di Ripetta.Sul lato sinistro è visibile la passeggiata omonima, anno 1869 [Paolo Mei]
17/10/2024

Porto di Ripetta.
Sul lato sinistro è visibile la passeggiata omonima, anno 1869

[Paolo Mei]

LA CITTÀ D'ACQUA NASCOSTA DI ROMAA pochi metri dall'iconica Fontana di Trevi si trova Vicus Caprarius, conosciuta come l...
02/10/2024

LA CITTÀ D'ACQUA NASCOSTA DI ROMA

A pochi metri dall'iconica Fontana di Trevi si trova Vicus Caprarius, conosciuta come la Città dell'Acqua.
Questa meraviglia archeologica nascosta è stata portata alla luce meno di due decenni fa durante la costruzione di un cinema.
Nel cuore di Roma, vicino alla famosa fontana della Dolce Vita, una discesa sotto il moderno livello stradale rivela un antico complesso risalente all'epoca imperiale, comprendente i resti di un grande serbatoio d'acqua.
In seguito al catastrofico incendio del 64 d.C., la nuova visione della città dell'imperatore Nerone portò alla costruzione di un edificio residenziale a più piani (insula) in questo sito.
Ospitando numerose famiglie, questo edificio fu un precursore della moderna vita ad alta densità.
Nel IV secolo si trasformò in una lussuosa abitazione (domus), con il piano terra adibito a servizi igienici.
L'edificio era caratterizzato da pareti decorative e scale rivestite in marmo, con il piano nobile probabilmente utilizzato per riunioni sociali, come testimonia il ritrovamento di un bellissimo mosaico pavimentale.
Nel corso del II secolo d.C., l'area meridionale della struttura fu modificata per ospitare un'imponente cisterna d'acqua, il Castellum Aquae.
Questa vasca faceva parte dell'Acquedotto Vergine, l'unico acquedotto antico di Roma ancora funzionante che alimenta anche la Fontana di Trevi e altre.
Con una capacità di 150.000 metri cubi, le due camere comunicanti del Castellum Aquae erano rivestite con una miscela di mattoni e calce per l'impermeabilizzazione.
L'ingegneria romana convogliava l'acqua nella cisterna dal Vicus Caprarius per poi distribuirla verso sud.
Sorprendentemente, l'acqua scorre ancora all'interno di questo antico serbatoio.
Adiacente al Castellum Aquae, gli archeologi hanno scoperto due case del XII e XIII secolo, le cui mura comprendevano mattoni e marmo romani riutilizzati, a dimostrazione della pratica medievale di riutilizzare elementi architettonici più antichi.
Il sito archeologico sotterraneo di Vicus Caprarius, a due passi dalla Fontana di Trevi, accoglie i visitatori in Vicolo del Puttarello 25.
Da i Link più belli
Per visite telefonare ed eventualmente prenotare.
(Vicolo del Puttarello, 25, 00187 Roma RM
Tel.339 778 6192)
Costa 4€ l entrata.
Potete anche andare li e prenotare l' orario.
Le visite sono dalle 12.

Olimpiadi a Roma nel 1960 e chi non poteva permettersi i biglietti o la TV in casa 😍
27/09/2024

Olimpiadi a Roma nel 1960 e chi non poteva permettersi i biglietti o la TV in casa 😍

Via Nazionale a Roma a fine Ottocento - Lampioni a gas, eleganti signore e signori, fornite botteghe e un grande traffic...
21/09/2024

Via Nazionale a Roma a fine Ottocento - Lampioni a gas, eleganti signore e signori, fornite botteghe e un grande traffico di carri sulla strada di sampietrini

[Mirko Caselli]

La Fontanella di Borgo Pio: Un Ritrovo StoricoLa fontanella di Borgo Pio è un piccolo gioiello architettonico che si ins...
18/09/2024

La Fontanella di Borgo Pio: Un Ritrovo Storico

La fontanella di Borgo Pio è un piccolo gioiello architettonico che si inserisce perfettamente nel tessuto storico di Roma. Situata in una piazzetta caratteristica, questa fontana è molto più di una semplice fonte d'acqua: è un vero e proprio pezzo di storia. Costruita intorno al 1870 per volere di Papa Pio IX, la fontanella rappresenta uno degli ultimi esempi di fontane pubbliche realizzate durante il suo pontificato. La sua realizzazione fu legata ai lavori di ripristino dell'antica Acqua Marcia, un'importante acquedotto romano che fu riattivato in quell'epoca e ribattezzato Acqua Pia proprio in onore del pontefice. L'architettura della fontanella è semplice ma elegante: una vasca in travertino raccoglie l'acqua, mentre una piccola edicola in mattoni e travertino, sormontata da un arco, ne delimita l'area. Questo stile richiama le antiche edicole romane dedicate agli dei pagani, inserendo così la fontanella in un contesto storico più ampio. La fontanella di Borgo Pio rappresenta un momento di transizione nella storia di Roma, tra il potere temporale della Chiesa e l'unificazione dell'Italia. Per secoli, questa fontana è stata un punto di ritrovo per gli abitanti del quartiere e un luogo di ristoro per i pellegrini che si recavano a San Pietro. La sua semplice bellezza e la sua posizione la rendono un piccolo gioiello architettonico, un'opera d'arte a cielo aperto.

©Passeggiate per Roma.
Foto ©: Maria Silvia Di Battista

LA TORRE DI CENTOCELLE.Detta anche la Torraccia, alta ben 25 metri è una delle tante torri di avvistamento  che si posso...
16/09/2024

LA TORRE DI CENTOCELLE.
Detta anche la Torraccia, alta ben 25 metri è una delle tante torri di avvistamento che si possono osservare nella campagna romana. Questa in particolare spicca per il suo stato di conservazione ( è una delle meglio conservate, nonostante gli evidenti segni di abbandono)se si considera che risale al XII secolo...

[Elena Fontanarossa]

Cinema Massimo oggi Coin [Roberto Biancarelli]
25/08/2024

Cinema Massimo oggi Coin
[Roberto Biancarelli]

VIA BERNARDO CELENTANO...UN TOCCO LONDINESE NELLA CAPITALE: ECCO COM’È NATA LA PICCOLA LONDRATra il 1907 e il 1913 fu si...
21/06/2024

VIA BERNARDO CELENTANO...
UN TOCCO LONDINESE NELLA CAPITALE: ECCO COM’È NATA LA PICCOLA LONDRA

Tra il 1907 e il 1913 fu sindaco di Roma Ernesto Nathan. Il primo cittadino, di origine anglo-italiana, si dedicò molto alla modernizzazione del tessuto urbano. A lui si deve anche la costruzione del quartiere Flaminio. La realizzazione di Via Bernardo Celentano fu affidata all’architetto Quadrio Pirani, che per questa nuova costruzione residenziale scelse uno stile inequivocabilmente british – forse in omaggio alle origini del sindaco? La via è un gioiellino. Vi si accede sulla Via Flaminia al civico 287 e da Via della Vignola.
La strada, lastricata di sampietrini, presenta da entrambi i lati una schiera di costruzioni basse, in stile liberty. A metà della strada è possibile ristorarsi in un locale che propone thè e dolcetti. Decisamente british.
La via è pedonale e i cartelli posti ai due ingressi vietano l’accesso alle automobili e “agli estranei”. Infatti i residenti sostengono che la toponomastica comunale sia da correggere. A parer loro, la via è a tutti gli effetti il loro cortile di casa, quindi una proprietà privata. Ma, senza addentrarci troppo nella questione – di competenza dei residenti, appunto, e del demanio comunale – il cancello è aperto e sono tanti i cittadini che ogni tanto vanno a concedersi un po’ di pace nella “piccola Londra”, passeggiando su Via Bernardo Celentano.

La storia di Piazza Vittorio: Ebbene sì, questi erano i giardini di Piazza Vittorio Emanuele II nel 1890, la piazza più ...
20/06/2024

La storia di Piazza Vittorio:
Ebbene sì, questi erano i giardini di Piazza Vittorio Emanuele II nel 1890, la piazza più grande di Roma, costruita seguendo il piano regolatore del 1873.

Il progetto prevedeva la costruzione di edifici rappresentativi, uffici e infrastrutture efficienti destinati alle nuove classi dirigenti, in un quartiere caratterizzato da un paesaggio rurale, con ville nobiliari e tenute agricole, quindi poco abitato. Questo contesto era ideale per ospitare le residenze dei nuovi dirigenti e dei futuri impiegati. Per questo motivo, su progetto di Gaetano Koch, furono costruiti imponenti edifici e porticati in stile umbertino, simili alle architetture del nord Italia (stile umbertino, piemontese e savoia), con spaziosi appartamenti riccamente decorati.

I giardini e la cancellata furono progettati da Carlo Tenerani, architetto e assessore, e inaugurati l'8 luglio 1888.

La struttura dei giardini fu ideata dal direttore dei giardini e il suo staff come un’oasi esotica e romantica, alternando percorsi naturalistici a un boschetto, con un ponte di legno che sovrastava un laghetto di ninfee e piante acquatiche, e un'area "zen" con specie botaniche esotiche. Vialetti e altre strutture decorative completavano il design originale.

Il laghetto fu eliminato verso la fine degli anni '70 per la costruzione della fermata della metro A.

ER GIRO DE PEPPE INTORNO ALLA REALEForse non tutti sanno che:Quante volte t'è capitato de senti' 'sta frase, magari co' ...
20/06/2024

ER GIRO DE PEPPE INTORNO ALLA REALE
Forse non tutti sanno che:

Quante volte t'è capitato de senti' 'sta frase, magari co' tu nonna che non je la fa più a sta' in macchina e, immerso nel traffico de Roma, non sai più do' stai, chi sei e come te chiami e giri giri giri e passi due tre volte davanti allo stesso posto, magari in cerca de 'n parcheggio?
"Stamo a fa' er giro de Peppe intorno alla Reale!"
Da dove nasce 'sta frase? Er bello è che probabilmente non lo sa manco tu' nonna.
Ecco, mo ve lo dico io o almeno ce provo.
In realtà la frase completa era "Er giro de Peppe, intorno alla Rotonda, appresso alla Reale".
Solo che a noi Romani ce piace accorcia' le frasi.
Questo modo di dire nacque nell'anno der Signore 1878 durante er funerale de Vittorio Emanuele II.
Era uso, all'epoca seppellire i Re d'Italia nel Pantheon e prima della tumulazione je facevano fa' un giro intorno alla Rotonda der Pantheon pe' da' modo alla popolazione de daje l'ultimo saluto.
Quindi il Re, a bordo della carrozza reale faceva un giro intorno alla rotonda.
Mo voi direte: "ok, ma Peppe chi era?"
Se me date tempo ve lo dico, Peppe era Giuseppe Garibaldi, che anziché aspetta' er feretro davanti all'ingresso der Pantheon, come tutti, 'n ce capi' 'n c***o e lo segui' lungo tutto il tragitto intorno ar Pantheon.
Facendo praticamente una cosa inutile.
Da qui nasce er detto, se te sei perso o stai a fa' un percorso inutile: "Stai a fa er giro de Peppe intorno alla Reale!".
E' che in realtà state a fa' 'na ca***ta. Fatece caso.
Ecco, mo lo pòi pure racconta' a Nonna.

Fonte: da Fatece Caso

IL “MUSEO ANATOMICO FORLANINI”… (purtoppo al momento chiuso)Un viaggio realistico, un po’ spaventoso, ma unico al mondo,...
19/06/2024

IL “MUSEO ANATOMICO FORLANINI”…
(purtoppo al momento chiuso)
Un viaggio realistico, un po’ spaventoso, ma unico al mondo, nell’anatomia e nella medicina

Siete interessati alla scienza e magari alla medicina? Vi piace il macabro un tantinello horror? Se la risposta è si ho quello che fa per voi: il Museo Anatomico “Eugenio Morelli altrimenti noto come “Il museo del Forlanini”. La raccolta conservata qui è unica in Europa: nessuna nazione ne ha una simile. Vi domanderete chi fosse Morelli. Presto detto: era l’allievo prediletto di Forlanini e diresse per anni l’ospedale omonimo. Di lui disse il grande Cesare Frugoni, che era stato suo compagno di studi a Firenze e poi collega di facoltà nella capitale, commemorandolo :”Maestro e allievo erano fatti l’uno per l’altro… Il fondamento scientifico di sua vita sta nel binomio Forlanini – Morelli, che per me è inscindibile e che tale deve rimanere nella storia e nella letteratura medica”.
Cosa consiste l’unicità della struttura? Il museo ha un’origine curiosa, da ricondurre nientemeno che agli intrattenimenti che nell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento erano presenti nelle fiere e piazze. Tra saltimbanchi e funamboli, burattinai e venditori ambulanti. C’era un tizio austriaco, tale Grutzner, che, in un carrozzone, mostrava ceroplastiche, cioè “sculture” in cera di varie parti del corpo umano. Morelli ebbe il colpo di genio e pensò: “Perché non lo faccio coi morti?”.
In Origine l’ospedale Forlanini era un tubercolosario, quindi, il pezzo forte della raccolta è l’area dedicata alla tbc e alla terapia con pneumotorace artificiale dove è esposta la macchina progettata dal Forlanini stesso. Vediamo come è articolato il Morelli. Come accennato il museo è costituito da diverse sale d’esposizione su una superficie di circa 1200 metri quadrati. I settori principali sono dedicati all’anatomia umana normale, a quella patologica, all’anatomia radiologica e infine, alla chirurgica. Come ho spiegato nella struttura sono conservati preparati derivati da esseri viventi relativi a malattie che ormai non si verificano più e la cosa conferisce al museo un enorme valore storico, didattico e scientifico.
Il posto, ve lo dico, fa impressione perché tutto quello che è presente nei contenitori e immerso in una soluzione di formaldeide non è rappresentazione plastica, ci tengo a ribadirlo, il che ne fa una sorta di “cimitero con salme esposte” seppure dedicato alla scienza.
Insomma che si vede nel Museo? Intanto una raccolta di embrioni completa, dall’uovo fecondato in tutti i suoi stadi fino ad un feto umano al nono mese di gravidanza, poi tante teche che contengono… il corpo umano. Non uno solo, naturalmente e tutti gli organi interni, compresi i sistemi vitali che sono mostrati separatamente. È visibile il sistema capillare ed il sistema nervoso, unico nel suo genere, posto in piano, disteso in tutta la sua ramificazione. Ancora ci si domanda come sia stato possibile estrarlo da un corpo umano, poi le ossa e i muscoli.
Nella sala dedicata all’anatomia topografica sono mostrate cinquanta sezioni longitudinali e trasversali di un corpo umano. Avete presente la TAC? Con la moderna tomografia assiale riusciamo ad affettare digitalmente un corpo umano per scrutarne l’interno, qui c’è la stessa cosa ma le sezioni, spesse un solo millimetro e montate su pannelli per renderne possibile la visione da entrambe i lati, sono reali.
Vagando in giro siamo colpiti dalla vista di due feti uniti completamente al livello del bacino, privi degli arti inferiori e rannicchiati in posizione fetale, un neonato con due teste, un altro che presenta sul petto l’abbozzo di un gemello parassita, un altro ancora con il cranio più grande del resto del corpo. Un museo di grande interesse che, non solo rappresenta una risorsa per gli studiosi del campo medico ma che, nel nostro caso è stato oggetto di un miracolo della scienza e voglio raccontarvelo: Un grosso contenitore in vetro contiene il corpo di un neonato. Non solo è completamente formato ma grosso. Le dimensioni sono veramente esagerate. Il piccolo era, infatti, affetto dalla sindrome di Simpson-Golabi-Behmel. Qui la vicenda che voglio raccontarvi e che ha dell’incredibile.
I morti non tornano in vita, ma nel nostro caso possono donarla. Un’anomalia genetica aveva colpito un bambino. Lo crederete? Cercando la cura per il bimbo si arrivò a quello conservato sotto formaldeide al Morelli; in breve ecco la vicenda. I medici che avevano in cura il bimbo, dopo avere accertato che nel suo Dna esisteva un difetto, si presero la briga di ricostruire l’albero genealogico allo scopo di stabilire se esistesse, nella famiglia del piccolo malato, una “ereditarietà”. Arrivati alla bisnonna materna e ai suoi due figli, scoprirono che uno, morto, era stato portato al museo del Forlanini a Roma. I medici, chieste le autorizzazioni, prelevarono un lembo di pelle dal neonato conservato e poterono avviare le cure del caso!
Il Lago sotterraneo
Una curiosità: Il Morelli è parte del Forlanini che a sua volta è parte del San Camillo De Lellis che a sua volta ancora ospita nel suo comprensorio lo Spallanzani attualmente all’onore delle cronache per le vicende legate al Coronavirus. Gran parte del tufo utilizzato per la costruzione del complesso ospedaliero fu estratto da una cava realizzata all’interno del cantiere stesso. Si creò, così, un enorme ambiente sotterraneo di 7000 metri quadrati ed alto circa 10 metri. Furono risparmiati grandi pilastri di roccia e furono realizzati dei sostegni in cemento armato per garantire la stabilità delle strutture superiori. L’acqua di falda, che allagò buona parte della cava, ha dato vita ad un suggestivo lago sotterraneo. Un tempo l’acqua era potabile ed utilizzata per le necessità dell’ospedale.
Il posto è interessante, si, ma dannatamente macabro, inutile girarci attorno, d’un macabro degno del Grand Guignol, non tutti possono sostenere la vista dei suoi contenuti, però è qualcosa di scientificamente eccezionale. L’importanza di tale patrimonio, riconosciuta da numerosi visitatori stranieri, ha comportato l’inclusione del museo nella rete del MUSIS cioè il museo multipolare della scienza e dell’informazione scientifica. Arriviamo a quella che è una vergogna! Dovete sapere che la struttura sopravvive per la forza di volontà e la passione del professor Torniello, anatomopatologo del Forlanini, ora in pensione (90 anni) il quale si dedica gratuitamente al museo perché non ci sono fondi, a tal punto che rischia la distruzione.
[Vito Leo]

I MOLINI SUL TEVERE... paesaggio teverino per più di 1300 anni. I Molini sul Tevere...scomparsi intorno alla seconda met...
18/06/2024

I MOLINI SUL TEVERE... paesaggio teverino per più di 1300 anni.

I Molini sul Tevere...scomparsi intorno alla seconda metà dell'800 dopo diversi secoli di attività, a causa delle frequenti inondazioni.
Erano tanti i molini sulle sponde del Tevere da sembrare un paesaggio olandese.Tra i più conosciuti la mola dei Fiorentini, vicino alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini all'inizio di Via Giulia.
L'antico utilizzo nell'antica Roma, dell'Isola Tiberina come granaio, ne presupponeva la presenza anche lungo il fiume che serviva per azionarli e dare vita alla macinazione del grano in farina.
Presenti fin dal II secolo d.C. e chiamati Gianicolense, attivi grazie all'idea di Traiano di confluire l'acqua derivata dalla zona dei monti Sabatini. Un assedio della città e un taglio degli acquedotti per impedire l'acqua potabile a Roma ne decretò il fermo.
Vennero riattivati ma a distanza di secoli quando Paolo V costruì l'acquedotto che porta il suo nome. Vennero successivamente costruiti mulini galleggianti per poi essere definitivamente scomparsi a metà Ottocento, data della foto.

Piroscafi davanti al porto di Ripetta Questo fantastico scatto del fondo Le Lieure, datato 1870, ci restituisce tutta la...
10/06/2024

Piroscafi davanti al porto di Ripetta

Questo fantastico scatto del fondo Le Lieure, datato 1870, ci restituisce tutta la magia di una città in cui il Tevere era ancora protagonista incontrastato nella vita dei suoi cittadini.

Donne e uomini affacciati alla splendida balconata del porto di Ripetta osservano due dei tre piroscafi a pale da 72 tonnellate, che la marina Pontificia aveva acquistato in Inghilterra nel 1841. I piroscafi erano il Blasco de Garay, il Papin e L’Archimede, che è sicuramente quello ritratto al centro della foto.

L'Archimede, il cui servizio sul Tevere si protrasse più a lungo, fu utilizzato come rimorchiatore, come cargo merci oltre a unità doganale del Papa. Sembra che in quegli anni arrivò a risalire il Tevere fino all'altezza di Passo Corese.

Ma la storia dell'Archimede ebbe una seconda giovinezza dopo la grande guerra. Molti, tra i quali il capitano di vascello del genio navale Franco Gay, riconobbero la storica corvetta inglese come coincidente con quel battello acquisito da un "fiumarolo" che, dopo avergli apportato sostanziali modifiche, ebbe l'idea di sfruttare il vecchio scafo per realizzare uno stabilimento fluviale.

Il piroscafo inglese divenne ancor più celebre con il passaggio di proprietà al figlio del fiumarolo di nome Luigi Rodolfo Benedetti, soprannominato “er Ciriola”.

Prima di cadere nell'oblio e nel degrado e di essere distrutto e portato via da una piena del Tevere negli anni '80, il battello del Ciriola fece la storia della Roma degli anni '50 e '60 rimanendo immortalato in tanti film del neorealismo italiano.

VECCHI MESTIERI, GLI URTISTI O PEROMANTIGli urtisti o peromanti, erano muniti di cassette di souvenir, un certo tipo di ...
08/06/2024

VECCHI MESTIERI, GLI URTISTI O PEROMANTI

Gli urtisti o peromanti, erano muniti di cassette di souvenir, un certo tipo di venditori ambulanti (più tardi chiamati ricordari o madonnari) “da non scambiare con i madonnari che dipingono i marciapiedi” di religione ebraica, ebbero alla fine dell'Ottocento un'autorizzazione pontificia per vendere oggetti ai pellegrini in visita nella Capitale.
La definizione di peromanti fa riferimento alla caratteristica "de anna' ppe' Roma" ("di andar per Roma") a piedi; invece urtisti perché urtavano con la cassetta (o schifetto) i pellegrini per attirare la loro attenzione.
Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, le licenze degli urtisti furono sospese, e durante l'occupazione nazista di Roma gli urtisti furono dichiarati abusivi e messi al bando. Alla fine della II guerra mondiale gli urtisti furono in grado di riprendere le attività.
[dal web]

Perché si dice "VECCHIO COME ER CUCCO"Ci sono modi di dire del dialetto romanesco che, ancora oggi, fanno parte del parl...
03/06/2024

Perché si dice "VECCHIO COME ER CUCCO"

Ci sono modi di dire del dialetto romanesco che, ancora oggi, fanno parte del parlato comune. Tra questi, modo di dire molto usato anche dai più giovani è "Vecchio come er cucco".

Questa espressione viene utilizzata per riferirsi ad un oggetto ormai molto vecchio o ad una persona molto anziana, ma anche ad un concetto, ad un modo di pensare che si ritengono antichi e passati di moda. Ma qual è l'origine di questo detto?

Si pensa che il termine "cucco" derivi da "cuco", un fischietto tra i primi giocattoli sonori dei tempi antichi. Secondo un'altra versione, invece, il termine sarebbe una deformazione onomatopeica di Abacuc, uno dei 12 profeti d'Israele. Quest'ultimo, infatti, viene sempre rappresentato come un uomo anziano, pensieroso e dalla lunga barba.

Vediamo cosa dice l'Accademia della Crusca:

Secondo l'Accademia della Crusca, la parola cucco potrebbe derivare da "cuculo", i cui nomi cuculo, cucco e cucù, hanno origine dal verso ripetitivo che emette (cu-cu). Scrive la Crusca: "Tutti i dizionari, antichi e contemporanei registrano le espressioni menzionate alla voce cucco ‘cuculo’. Ad avvalorare l’ipotesi che il cucco dell’espressione in questione sia il ‘cuculo’ contribuisce la presenza del sintagma l’era del cucù (accanto a l’era del cucco) per indicare un ‘tempo molto lontano’. L’Etimologico afferma: già in lat. cucūlus significa ‘infingardo’ e ‘stupido’ e anche l’it. cucco è sinonimo di ‘babbeo’ per la permessività che mostra nei confronti dell’infedeltà della compagna; per la stessa ragione il fr. cocu è divenuto sinonimo di ‘cornuto’".

Sempre secondo la Crusca, "cucco" potrebbe derivare anche da "bacucco (che ha un legame con ‘Abacuc’): "il parallelismo dell’espressione vecchio bacucco e vecchio come il cucco o vecchio cucco si spiegherebbe in questo caso, dalla caduta della sillaba
ba-".

[Romatoday]

La storia del vino a Roma è profondamente legata alle osterie, luoghi di convivialità e commercio. Nel corso dei secoli,...
02/06/2024

La storia del vino a Roma è profondamente legata alle osterie, luoghi di convivialità e commercio. Nel corso dei secoli, i Papi hanno mostrato un interesse notevole per il vino, non solo per il piacere personale ma anche per le entrate significative che le tasse sul vino garantivano alla Chiesa.

Le normative papali erano numerose e gli osti dovevano attenersi scrupolosamente ad esse. Queste regole avevano lo scopo di moderare il consumo eccessivo di vino da parte dei romani, che spesso, dopo abbondanti festeggiamenti, si lasciavano andare a risse violente. Inoltre, si cercava di prevenire le frodi degli osti.

Una delle frodi più comuni era la "sfogliettatura", ovvero il servire il vino in boccali non completamente pieni. I recipienti dell'epoca, fatti di terracotta o metallo, non permettevano di vedere il contenuto. Per contrastare questa pratica, Papa Sisto V Peretti concesse all'ebreo Meier Maggino di Gabriello il permesso di produrre contenitori di vetro trasparente. In questo modo, si poteva facilmente controllare la quantità di vino versata. Nel 1588, il pontefice impose l'uso di queste nuove misure in vetro agli osti.

Da questa innovazione nacquero le tipiche misure delle osterie romane, che sono diventate un simbolo della tradizione enogastronomica della città e che possiamo ancora trovare sulle tavole di oggi.

La quantità di vino da rispettare in ogni recipiente, era indicata da una riga incisa nel vetro e questa riga in gergo si chiamava "er capello".

Ecco svelata l'origine del modo di dire "Stai a guardà er capello" e la sua correlazione con il vino.

2 litri – denominato er Barzillai (così detto dal nome dell'On. Barzilai che in campagna elettorale usava offrire il vino in questo formato)
1 litro – denominato tubo o tubbo
1/2 litro – denominato foglietta o fojetta
1/4 di litro – denominato quartino o mezza fojetta
1/5 di litro – denominato chierichetto o chirichetto
1/10 di litro – denominato sospiro o sottovoce

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La Roma Segreta

Roma è da sempre stata una città dai mille volti, e tra questi di certo non mancano anche quelli più oscuri e segreti.

Se volete conoscere il magico alla scoperta della Roma più segreta ed esoterica, vi faremo scoprire luoghi fantastici che non troverete nelle normali guide turistiche, vi faremo viaggiare nel tempo e nello spazio per arrivare in angoli nascosti ai comuni turisti ma anche romani, di certo rimarrete sorpresi e meravigliati per quanto potrete scoprire.

Vi accompagneremo inizialmente in luoghi storicamente esoterici, per poi portarvi nei misteri più profondi ed oscuri che avvolgono Roma dall’antichità, il medio evo, il rinascimento , la Repubblica Romana e tanto altro.

Accompagnati dalla guida storico-turistica Giuseppe de Gennaro, accreditata dalla Regione Lazio, se necessita in quattro lingue.