20/05/2015
Picchiavano 37 gradi quel giorno e il luogo stordisce di suo, per la vastità, per il respiro di sacralità che se ne percepisce, per gli echi delle voci imprigionate nel tempo tra i muri, dentro il pozzo sacro, sotto i grandi ed immaginari tetti circolari di legno e frasche, nella grande piazza intenti a ballare, o in qualche locanda a banchettare. Ti guardi intorno e capisci d'essere in una sorta d'Olimpo, la Giara di Serri, con una vista sconfinata sulla Trexenta, al nord sul Sarcidano, ad ovest sulla Giara di Gesturi e sulla Marmilla dove si muovono ovunque morbide colline verdi, a Maggio, che ti cullano e ti accompagnano come a cavallo per il vociare delle genti del passato.
Il Pozzo, il Tempio, il recinto delle feste (ben 73 metrix50) erano un fulcro importante di un altrettanto importante villaggio nuragico.