25/08/2024
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A una lezione universitaria, un professore domandò agli studenti: «Dio creò tutto quello che esiste?». Uno di loro, timidamente, rispose: «Sì, tutto».
«Se Dio ha creato tutto ciò che esiste,» chiosò il professore che, come molti, si sentiva molto furbo ad essere ateo, «allora ha creato anche il male! E dal momento che le nostre azioni sono un riflesso di noi stessi, Dio è cattivo!».
Il ragazzo ammutolì. Ma un suo giovane collega alzò la mano e disse: «Posso porle una domanda, professore?».
«Certo,» fu la risposta.
Il giovane gli chiese: «Professore, il freddo esiste?»
«Che domande! Logico che esiste, o per caso tu non hai mai avuto freddo?». La classe rise.
Lo studente commentò: «In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, quello che consideriamo freddo, in realtà è l'assenza di calore. Però il freddo non esiste. Abbiamo creato questa definizione per dire come ci sentiamo quando non abbiamo abbastanza calore».
Il ragazzo domandò ancora: «E mi dica, esiste il buio?".
Il professore rispose: «Logico che esiste!».
Il ragazzo commentò: «Beh, in effetti neppure il buio esiste. In realtà, è assenza di luce. La luce la possiamo studiare, il buio, no! L'oscurità è una definizione usata dall'uomo per descrivere l’assenza di luce».
Infine lo studente domandò al professore: «E il male? Esiste il male?"».
E il professore rispose, adesso un po’ insicuro: «Certo, sì, lo abbiamo detto all’inizio. È evidente!».
Lo studente concluse: «Il male non esiste, Professore. Il male è semplicemente l'assenza di bene… Come per i casi precedenti, è una parola che l'uomo ha inventato per descrivere una assenza: l’assenza di Dio. Dio non creò il male... Il male è il risultato dell'assenza di Dio nel cuore degli esseri umani. Lo stesso succede con il freddo quando non c'è calore, o con l'oscurità quando non c'è luce». Il giovane fu applaudito da tutti in piedi, e il maestro, scuotendo la testa, rimase in silenzio. Il rettore dell'Università, che era presente, si diresse verso il giovane studente e gli domandò: «Qual è il tuo nome?».
Il ragazzo rispose: «Mi chiamo Albert Einstein».