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Famwithoutplan Nomad family, storyteller & Vanlife Abbiamo scritto un libro di cucina in van,racconti di vita nomade
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“ Voi genitori avete scelto questa vita, ma siete sicuri che vada bene anche per i vostri figli e che non ve lo rinfacce...
27/03/2024

“ Voi genitori avete scelto questa vita, ma siete sicuri che vada bene anche per i vostri figli e che non ve lo rinfacceranno? ”

Per quanto mi sforzi di comprendere questa domanda relegata ad una scelta di vita in particolare, non riesco proprio a trovarne un senso…
Prima di qualunque cosa, un* figliə che rinfaccia le scelte fatte dei genitori trovo semplicemente essere un* figliə nel pieno del suo sviluppo, non maturə, che ancora fisiologicamente fa fatica a comprendere ed accettare il fatto che i genitori non sono supereroi infallibili, ma umani fallibili, e che tendenzialmente qualunque scelta presa, è fatta quasi sempre al massimo delle proprie possibilità e capacità come figure principali di accudimento.

Ogni genitore, nel momento in cui decide di esserlo o lo diventa, per forza di cose si trova a prendere alcune decisioni che riguardano la vita dei figlə, e che probabilmente ne verranno influenzatə.

Ma, chi può dirsi davvero sicuro di prendere la scelta giusta per i propri figlə?

Se scegliamo di vivere in una grande città e far frequentare la scuola interazionale più riconosciuta e prestigiosa, chi ci assicura che quel bambinə vissuto in una grande realtà dalle mille possibilità con una preparazione accademica eccellente non desideri vivere circondato da terra lavorando un orto sinergico, vendendo le proprie coltivazioni al mercato agricolo?
Se scegliamo di vivere in un piccolo paese di montagna circondati da vette e aria pulita, chi ci assicura che i figlə con le guance rosse e gli sci ai piedi prima di iniziare a camminare, non cresca desiderando di far l’ingegnerə in una metropoli?
Se viviamo al mare e ci troviamo figlə che odiano l’acqua salata?
Se scegliamo una scuola privata e ci troviamo figlə attivi nel sociale per rendere l’istruzione non un bene d’élite?
E se li mandiamo nella scuola pubblica della nostra città e ci troviamo figlə devoti alla privatizzazione?

Se scegliamo di far nascere e crescere figlə nella normalità quotidiana della società di oggi e ci troviamo figlə che vogliono rivoluzionarla la società?

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Ho paura. A volte mi sveglio, nel cuore della notte, alle tre o le quattro del mattino quando la luna picchia forte nell...
19/11/2023

Ho paura.
A volte mi sveglio, nel cuore della notte, alle tre o le quattro del mattino quando la luna picchia forte nell’unico angolino scoperto dalla tenda e le stelle sono così brillanti da far strizzare gli occhi… guardo fuori e ho paura…
Una paura di quelle irrazionali, di quelle che non puoi controllare, troppo più grandi di te ma assolutamente indipendenti da te.
Ho pura del privilegio.
Ho la pelle bianca e questo è uno schifosissimo e vergognoso privilegio, non dovrebbe esserlo ma lo è, ancora. Ancora quando il razzismo si combatte da tutte le parti, quando lo urlano persone famose, quando ci sono gli # e le tv…
Ho tre figli, maschi.
Loro hanno il privilegio che un giorno nessuno gli chiederà se hanno intenzione di avere figli ad un colloquio di lavoro, il privilegio di passeggiare di notte senza la paura di essere stuprati, il privilegio di essere “quelli forti”, il privilegio di essere nati nella parte giusta del mondo, il privilegio di non essere ammazzati dal partner…
E allora il privilegio mi fa una paura fottuta, perché chi lo decide questo privilegio?? Chi??
Lo stato, le abitudini, i dogmi, la cultura, la politica, la religione… la società.
E se queste cambiano? E se non dovessimo essere più noi i privilegiati?
E allora la paura diventa ancora più grossa, perché il discorso si riduce ad un: io sono più forte e vinco su di te.
Uomo vince su una Donna
Bianco vince su Nero
Bambinə senza occhiali vince su lo Bambinə con gli occhiali.
Il privilegio è effimero, è uno status quo di cui ci sentiamo ricoperti con cui facciamo scudo…
E se domani nostro figlio, maschio da una vita, si scopre omosessuale? Ecco che il privilegio “Uomo” decade, così, di botto, e si diventa vulnerabili…
E se domani “la parte giusta del mondo” non è più la nostra?
Il privilegio cade, ed ecco che ci ritroveremmo a difendere i nostri figlə dalla morte…

Io non sono superstiziosa eh…ci sono però certe cose che sono un po’ come dei riti di passaggio. Quando sono tornata dal...
12/06/2023

Io non sono superstiziosa eh…ci sono però certe cose che sono un po’ come dei riti di passaggio.

Quando sono tornata dall’Australia, non ho svuotato lo zaino per credo almeno sei mesi… quando ho iniziato a farlo ogni cosa che tiravo fuori era una lacrima e una vocina che diceva: non sei più li… In qualche modo, è stato solo quando l’ho svuotato, che ho elaborato veramente il fatto di non essere in uno dei pochissimi posti che ho chiamato e sentito davvero Casa.
Quando io Ale abbiamo deciso di vivere insieme, non ho portato “le mie cose”, ho portato lo stesso zaino dell’ Australia… prima di mettere un paio di mutandine nei suoi cassetti sono passati altrettanti sei mesi…
Lui ancora ci ride quando pensa a tutte le volte che, ritirando i vestiti asciutti, mi chiedeva immancabilmente: questi li metto nel cassetto? E io che prontamente rispondevo: no, no, lascia faccio io…. E correvo a metterli nello zaino sbattuto contro il muro di fianco al calorifero… Lui sorrideva e mi lasciava fare, chiedendomi solo ogni tanto se un giorno credevo di avere intenzione ad usare i complenti d’arredo… un giorno tornando a casa da lavoro aveva trovato tutto il mio intimo sistemato in un cassetto che mi lasciava vuoto da mesi… ha sorriso, ha chiuso ed era venuto a darmi un bacio.
Per me stiamo ufficialmente insieme da quando ho messo l’ intimo nella cassettiera…
Quell’ accappatoio rosa che stona con tutto il resto, lì di fianco ai piedi sul cruscotto, è quello che ieri ho buttato. Buttandolo, ho consacrato il fatto che sono andata via, senza margine di cambiamento per un periodo discretamente lungo e poi se forse me la sentirò solo a piccolissime e brevissime dosi… da un posto che ho sempre odiato profondamente, e nel quale non ho più intenzione di tornare.

Non sono superstiziosa eh… però ecco, stavolta non me la sono sentita di mancare le vecchie e buone abitudini!

Tra le tante domande che ci vengono fatte, ce n’è una ricorrente …Perché “solo ora” avete deciso di arrivare sui social ...
07/06/2023

Tra le tante domande che ci vengono fatte, ce n’è una ricorrente …
Perché “solo ora” avete deciso di arrivare sui social network?
Per l’ idealizzazione!
I social sono un bombardamento di vite ideali e fantastiche.
Piccoli missili che esplodendo fanno vedere come tutto sia possibile e i sogni diventano realtà, dove tutto è facile e accessibile, dove ti ritrovi a guardare una foto del viaggio che stai per fare, per arrivare e accorgerti che non è ciò che ti aspettavi, che l’ avevi idealizzato perché l’ avevi visto tante di quelle volte che praticamente lo conoscevi già e inconsciamente l’avevi già elaborato!
L’ idealizzazione non è mai positiva, fa alzare le stanghette delle aspettative oltre misura, a volte al limite del pericoloso.
Allora, vorrei dire una cosa che non ho mai detto così apertamente, scomoda e assolutamente controcorrente.

C’è chi vive una vita in viaggio e chi fa un viaggio.
Fare un viaggio, anche lungo qualche anno, è un lasso di tempo, un’ esperienza, una parentesi, un momento, quindi vissuto come tale!

Vivere viaggiando è un’ altra storia.
Chi, come noi, ha deciso di vivere in questo modo, come coppia da quasi sei anni e io da più della metà della mia vita totale, facciamo altro…

Abbiamo deciso di non avere un posto chiamato casa, di trasformare quelle che erano le nostre passioni in lavori che ci permettessero di potercelo permettere, di cercare di affrontare tutti gli ostacoli, i cambiamenti e gli imprevisti con un sorriso sulle labbra un va******lo in mano e la certezza di non avere nessuna sicurezza!
Noi non abbiamo una casa di proprietà in una grande città che abbiamo venduto… non abbiamo il monolocale comprato dai genitori ai tempi della scuola che mettiamo in affitto… non abbiamo terreni, villette in eredità… non abbiamo attività di famiglia che ci aspettano come “salvaculo” quando decidiamo che siamo stufi di girellare.

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Oggi è il mio compleanno. Ho i capelli sempre in disordine tirati su come capita, mica che in altri momenti non fosse co...
24/05/2023

Oggi è il mio compleanno.
Ho i capelli sempre in disordine tirati su come capita, mica che in altri momenti non fosse così eh non sono mai stata una che si sistema i capelli… sono secchi e non hanno un vero colore, scoloriti dal sole e dal mare, con i ricci che si girano su loro stessi facendo dei piccoli rasta che ho sempre adorato.
Ho il segno delle Birkenstock sui piedi, i morsi di zanzara sulle gambe, una maglietta di Ale perché hanno sempre il suo profumo anche se sono appena lavate e i pantaloncini che non cambio da anni perché ci sono affezionata anche se sarebbero decisamente da cambiare.
Sono stanca, vorrei dormire dieci ore di fila poi mettermi i miei tacchi ‘15 e il vestito nero troppo corto quando mi siedo che piace tanto ad Ale, andare fuori a cena tornare alle 3 dopo aver bevuto un Japanese Sleeper intero, fare l’ amore nei campi (per buona pace dei vicini) e poi buttarmi a letto con il mascara tra ciglia.
Invece ho un bimbo che ciuccia ogni ora, quindi il Japanese Sleeper intero mo’ lo vedo… altri due che litigano in sottofondo… sto seduta su un pavimento che amo con il profumo di legno intorno…so che posso svegliarmi domani e decidere dove essere e cosa fare…
Ho, che non so dove sarò settimana prossima e la libertà di poterlo non sapere…
Ho 35 anni e tutto il resto di quello che ho, è tutto!
E per le poche cose che vorrei magari domani sera che siamo in modalità Parent Night Out parziale, magari riusciamo a spuntare qualcosa…
E Allora auguri a me! A tutte le me!
A quella disordinata e incasinata, a quella che se ne frega di cosa dovrebbe, a quella ingombrante, scomoda e a quella difficile.
Ricordate di festeggiarvi sempre, perché io, voi, ce lo meritiamo!
Anche se abbiamo i capelli scombinati, facciamo quello che vogliamo e diciamo quello che pensiamo!
Auguri a me per questi 35 anni selvaggi!
Mi auguro di vivere sempre esattamente come voglio!

È successo che troppe cose non sono andate come volevamo, in un momento in cui per noi era assolutamente fondamentale su...
17/05/2023

È successo che troppe cose non sono andate come volevamo, in un momento in cui per noi era assolutamente fondamentale succedesse, allora abbiamo preso quello che veniva con il petto grosso e il muso duro, facendolo andare bene in qualche modo… adattandolo, buttando giu, accennando un sorriso quando invece volevamo urlare, e un “ok dai va bene” quando volevamo piangere.
Abbiamo provato a fare finta di niente e non siamo riusciti, allora sono successi silenzi e pianti soffocati di notte…
Nel frattempo succedeva anche la vita, succedevano le opportunità che non si possono lasciar scappare, succedevano i cambiamenti gli imprevisti e noi abbiamo provato a stargli dietro…
Poi è successo che Ale mi ha guardata e detto: io non riesco più a vivere così, io voglio un posto nostro, non sto più bene.
Allora è successo che io mi sono sentita morire, letteralmente. Si perché io vivo così perché l’ ho voluto e lo voglio, l’ho scelto, non mi ci sono trovata ne mi sono svegliata una mattina pensando di provarci… ci sono persone che si sentono p***e se non stanno ferme, io mi sento persa se sto ferma.
È successo che abbiamo avuto paura di volere due vite diverse, troppo diverse per poterle vivere insieme.
Lui si sentiva morire dove eravamo, io mi sentivo morire dove lui mi proponeva di aspettare per decidere cosa fare.
Io non cedevo, lui non cedeva.
È successo che abbiamo davvero pensato di non riuscire a trovarci più. È successo che per quanto si possano avere le spalle grosse, i giudizi lavorano ai fianchi…
Combattiamo da sempre con il giudizio, e nemmeno troppo velato, di chi pensa che lui abbia adattato la sua vita a me e che io abbia accettato troppi compromessi, la verità è che ogni decisione che abbiamo preso l’ abbiamo presa insieme, a volte uno era più convinto dell’ altro, ma ditemi quando questo non succede in una coppia?!? Non c’è mai stato chi vince e chi perde tra di noi, ne chi decide e chi subisce, in quel momento però ci siamo sentiti come se avessimo perso entrambi.

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Lettera di una persona che viaggiaC’è chi viaggia e chi si sposta, uno non è migliore dell’altro, solo diverso. Chi viag...
16/04/2023

Lettera di una persona che viaggia

C’è chi viaggia e chi si sposta, uno non è migliore dell’altro, solo diverso.
Chi viaggia ha poco di bello da mostrare agli occhi che non sanno guardare lontano, chi viaggia lo fa in maniera scomoda, precaria e spesso sporca…
Chi viaggia non si preoccupa della bandierina, ne di quanti timbri ci sono sul passaporto; si preoccupa solo di avere abbastanza pagine rimanenti per non essere lasciato fuori da un paese o non dover passare infinite ore alle frontiere…chi viaggia a volte non si ricorda quanti paesi ha “all’attivo” né tantomeno si preoccupa di contarli… chi viaggia aspetta, aspetta sempre qualcosa… aspetta un momento buono, un autobus, un posto per dormire, un posto dove mangiare perché sa che uno non vale l’altro, aspetta di trovare quello che serve, aspetta al centro del mercato perché arriverà la persona giusta che alzerà lentamente lo sguardo, e quello sguardo ricambierà tutta la puzza dei pezzi di carne che gocciolano sangue.
Chi viaggia ha il dono della pazienza, perché senza quella sarebbe tutto insopportabile.
Chi viaggia si sporca le mani con i cucchiaini troppi corti delle salse e i tavoli appiccicaticci.
Chi viaggia ha male alla schiena e le rughe quelle che vengono perché strizzi gli occhi al sole…
Chi viaggia lo fa con gli occhi pieni e il cuore leggero… non riuscirà mai a spiegare quanto può star bene in un posto di merda… quando lo zaino ti sega le spalle, il telefono non prende, non sai dove andare, ti fa male la testa, c’è puzza di scarico dei camion, fa caldo da morire o freddo da impazzire, la gola pizzica e le labbra sono screpolate…
Chi viaggia il mondo lo sente con il battito del cuore.
Chi viaggia non sarà mai felice di tornare “a casa”, perché una casa davvero non ce l ha… i suoi occhi non saranno mai stanchi di vedere qualcosa di nuovo e la sua capacità di adattarsi non si stuferà mai di farlo…
Infondo… chi viaggia, non vi farà mai vedere davvero dove va perché conosce quanto inestimabile sia il valore del mondo.

Io vivo circondata da testosterone. In forme più o meno lievi, ma qui biologicamente parlando, è ovvia la sua supremazia...
08/03/2023

Io vivo circondata da testosterone.
In forme più o meno lievi, ma qui biologicamente parlando, è ovvia la sua supremazia!
Da mamma di un numero abbastanza rilevante di piccoli umani che un giorno saranno uomini, mi sento addosso una responsabilità non indifferente, anzi in realtà è proprio un macigno… perché quando le tue figlie sono femmine, insegni loro a combattere per avere ciò che vogliono nella vita, per sdradicare convinzioni, pregiudizi e giudizi di una società che non si avvicina nemmeno lontanamente ad avere una parvenza di parità dei sessi, in qualunque ambito della vita.
Auguri loro di essere libere… fisicamente, economicamente, finanziariamente e socialmente; auguri di avere il diritto di scelta sempre, e quando questo non c’è insegni che devono pretenderlo.
Avere figli maschi è diverso.
Cerco di insegnare che sono loro a dover mettere le condizioni perché una donna non debba combattere per essere libera, che non debba imporsi per farsi valere, e che non sia costretta a giustificare le sue scelte.
E quando questo non c’è, che devono combattere perché lo sia, senza scuse.
Non è un favore togliere i piatti dal tavolo o usare una scopa così come non si scarica la fatica della compagna alzandosi di notte perché vostro figli* appena nat* non dorme, è semplicemente vostro dovere farlo senza che sia qualcun’ altro a chiederlo.
Ecco, chiedere.
Insegnamogli a creare un mondo dove una donna non dovrà mai più chiedere qualcosa che per un uomo è normalità, né giustificare scelte o comportamenti che per un uomo sono normalità.
Insegnamogli che avere una posizione di privilegio rispetto ad una donna, in quanto donna, è una sconfitta, enorme, mai un privilegio.

Siamo arrivati dall’ altra parte del mondo e:  fa caldo, tanto, ho un jet-leg da paura che ogni mattina mi fa iniziare a...
05/03/2023

Siamo arrivati dall’ altra parte del mondo e:
fa caldo, tanto, ho un jet-leg da paura che ogni mattina mi fa iniziare a lavorare alle 4.50 spaccate!
Leo: inizio a interrogarmi sui perché della vita… perché esiste il fuso orario? Per i paralleli… e chi ha deciso che si chiamano paralleli? Forse perché sono paralleli all’equatore… e chi ha deciso di chiamarlo equatore? Mammaaaaa Aleeee acquaaaaaaaaaa!!!io vado a nuotare!!! (Grazie che ancora per un po’ sei bambino)
Romeo: Non posso farlo, non devo farlo, è pericoloso farlo… l’ho fatto… ho preso una lucertola grande quanto il mio braccio e tentato di arrivare al cocco sulla palma alta quattro metri… però non è stato così pericoloso… forse potevo farlo, quindi perché non avrei dovuto farlo?!?!
Zenith: faccio nanna appiccicato a mamma perché i 31 gradi non sono abbastanza, guardo quegli altri due, con i quali ormai credo ci sia tipo un legame perché sono sempre con noi, e rido come un pazzo… Guardo quel grosso animale sgraziato bianco che puzza un po’, mi lecca e mi sbatte il testone sulle ginocchia e rido come un pazzo, ah si anche con lei credo ci sia un qualche legame… guardo papà e rido come un pazzo, mamma no perché mi tiene sempre in braccio quindi non la vedo quasi mai, quando però mi sveglio, in braccio, la guardo e rido come un pazzo…
Ho scoperto che mi piace da impazzire bere acqua di cocco e mangiare fragole, banane, melone, mango e avocado come se non l’avessi mai fatto in vita mia!
Cana: ma*****ia al c***o sto viaggio mi ha distrutta… Ma su che c***o di mezzo mi avete portata?!? Comunque sia ora mollatemi a morire sdraiata all’ ombra grazie!
Ale: senso di responsabilità, ansia, preoccupazione, paranoie, forse non dovevamo, forse si, è ora? Andrà bene… ma andrà bene? Si dai… però l’ ansia un po’ c’è l ho…
Io: Ho la schiena a pezzi, e dormo decisamente troppo poco, per ora però sono leggera!
Ancora qualche giorno per riprenderci e possiamo cominciare…
Ciao MESSICO chissà che avventura sarai…

Manca un giorno per una grande partenza. Non eravamo preparati a “questa” partenza, lo eravamo per un’ altra, ma la vita...
01/03/2023

Manca un giorno per una grande partenza.
Non eravamo preparati a “questa” partenza, lo eravamo per un’ altra, ma la vita è imprevedibile e quello che succede domani è quasi sempre un’ incognita.

Questo è stato uno degli anni più difficili, pesanti e brutti mai passati… Abbiamo deciso di farci una promessa, domani porteremo con noi solo quelle cose, tanto spettacolari successe, e nient’ altro!

Perché in quest’anno ci siamo persi tanto, come persone, come coppia e come famiglia… abbiamo riattaccato cocci, cucito strappi, urlato e pianto tanto, combattuto contro cose che non potevamo cambiare, passato notti a fissare quello che c’era sopra le nostre teste, con il cuore pesante e la testa in fiamme.
Abbiamo dovuto costruire l’ inizio di una vita in cinque… tentare di trovare equilibri e momenti, spazi, ricordi, in un posto e in una vita che non sono nostri.
Abbiamo fatto quello che potevamo senza riuscire a fare quello che volevamo, allora abbiamo sofferto.

Questo Marzo, astrologicamente parlando, ha degli eventi cosmici potentissimi e importanti, Saturno in Pesci e Plutone in Acquario, che portano cambiamento profondo…

Il 21 Marzo sarà Equinozio, l’inizio del nuovo anno astrologico.

Il 23 è nato Zenith il nostro punto zero…

Domani partiremo è sarà il 2/3/2023.

Domani sarà sempre un’ incognita, ma non sicuramente un caso!

Post che si auto eliminerà domenica sera! Garage sale e quattro chiacchiere per ridare nuova vita alle nostre cose di ca...
08/02/2023

Post che si auto eliminerà domenica sera!
Garage sale e quattro chiacchiere per ridare nuova vita alle nostre cose di casa!
Sabato 11 e domenica 12 febbraio dalle h 16.00 ci vediamo a Carugate in via Clemente Alberti angolo via Mirabello. C’è un gran parcheggio dove potrete fermarvi proprio sopra al box!
Li seguite il cartello Famwithoutplan e ci trovate!
Per quanto riguarda il fuoristrada scriveteci per le info!

Qui non  sono solita fare considerazioni su fatti di cronaca, credo che di pareri personali spiattellati, giudizi e racc...
24/01/2023

Qui non sono solita fare considerazioni su fatti di cronaca, credo che di pareri personali spiattellati, giudizi e racconti l’informazione e la disinformazione siano sature oltre livello…
Questa volta però vorrei raccontare quello che non ho detto un po’ di mesi fa.
La nascita di Leo si può riassumere in tre parole: casa, acqua, ostetrica; un parto perfetto.
Per la nascita di Romeo è meglio non trovarle tre parole.
È iniziata con un cesareo d’urgenza che sarebbe potuto essere un parto naturale, un cesareo programmato e programmato male, perché l’ostetrica chiedeva di farlo una settimana prima del termine per la mia storia clinica e fisicità, il medico irremovibile sul suo protocollo decise di non ascoltare nessuno. 40 settimane. Ovviamente io non ci arrivai alla data di “scadenza”
In pieno Travaglio attivo, con un bimbo podalico incanalato, in piena notte, e Alessandro.
Si, perché all’ epoca era Alessandro, a tutti gli effetti nessuno nè per me nè per Romeo.
Lui era l’accompagnatore, quello che nei fogli che ti fanno firmare viene chiamata, la persona di riferimento.
Il personale era “imbarazzato” perché testuali parole “cosa si fa in queste situazioni”? Ma “queste” quali?? Ma posso scegliere quale sia la mia persona di riferimento?! Ci sono dei limiti a questo?! No! E allora perché devo essere trattata diversamente?
Di quello che è successo dopo io ricordo molto poco, così poco che la prima immagine del faccino di Romeo, io non ce l’ ho impressa nella memoria come per gli altri due…
Ricordo io che piangevo e tremavo come una foglia, nuda e spogliata di ogni dignità, mentre Ale mi metteva le calze e la cuffietta, mi disse che si ricordava tutto e che cascasse il mondo l’avrebbe fatto; pretendere subito Romeo in braccio, cullarlo e tenerlo stretto finché io non ne fossi stata in grado.
Mi portarono in sala operatoria, da lì in poi fu un susseguirsi alternato di questo genere:
se ci pensavi prima a tatuarti la schiena ora non avresti dovuto fare la spinale tre volte, risate e battute su una ipotetica mia storia e un smetti di respirare così sennò ti sediamo completamente…
Poi all’ improvviso con un tono di voce alto
A chi lo diamo questo bimbo? Alla mamma?
Ale bussava da dietro il vetro, si indica, vocìo, indecisione, glielo diamo?
L’unica ostetrica presente, una ragazza molto giovane che mi ha accarezzato la fronte durante tutto il tempo dell’ operazione dice: a noi però non interessa la loro storia, se è indicato lui, il bimbo va dato a lui.
Glielo danno, mi ricuciono, mi lasciano nella barella in uno stanzino di fianco al corridoio, morfina.
Ok ora lei può andare. Parlavano con Ale, io a malapena riuscivo a capire, non avevo ancora preso in braccio Romeo per il dolore, non riuscivo.
Quello che ricordo sono le parole di Ale: io non vado via, lei non può occuparsi del bimbo, non riesce nemmeno a rispondere, ma non vedete?
Replicano: No, lei deve andare,
Ale replica: ok chiamo i carabinieri e chiediamo a loro.
Passano minuti per me indefiniti, tornano dicendo: può rimanere.
Io ho passato l’ intera notte sotto morfina, non ricordo nulla, ricordo solo dolore.
Ale ha passato la notte con Romeo in braccio, sveglio, me lo passava solo per allattarlo, poi lo riprendeva. Non è passato nessuno fino alla mattina, Ale ha dovuto chiedere mi dessero altra morfina perché piangevo e non rispondevo, io questo nemmeno lo ricordo.
Poi Ale è dovuto andare via perché non essendo NESSUNO, il lavoro non gli riconosceva nulla, ha preteso e aspettato fossi portata in reparto.
Mi portano in reparto, quello che succede lì e un’altra storia, in parte ancora peggiore condita da maschilismo, patriarcato e violenza ostetrica all’ennesima potenza, ma appunto questa è un’altra storia e forse un giorno mi andrà di raccontarla.
Il giorno in cui sono uscita dall’ospedale, quattro giorni dopo, con un dolore lancinante e diversi problemi che mi porterò per sempre, promettevo a me stessa che in nessun caso, mi sarei mai più fatta trattare così,Mai.
Il giorno in cui abbiamo deciso che Zenith sarebbe entrato nelle nostre vite per me c’è sempre stata una condizione imprescindibile : doveva nascere come volevo io, punto.
Ci siamo informati fino a non poterne più, ci siamo scontrati con diverse realtà, tante… abbiamo girato un terzo di italia…
Anche perché Zenith non doveva nascere qui, ma questa è un’altra storia ancora… Ciò, solo per trovare qualcuno disposto ad ascoltare, accogliere e condividere i nostri desideri.
Questo è stato possibile perché di figli prima ne avevo avuti due, perché so perfettamente quello che voglio, perché conosco il mio metodo di accudimento genitoriale, perché so bene quanto sia poco reale il racconto edulcorato di gravidanza, parto e post-parto che troppo spesso viene fatto anche dalle figure che dovrebbero seguire la donna e la coppia in questo periodo.
Questo per me e per noi è stato possibile, ma non è così per tutti.
Quando non è possibile, la donna e la coppia si affidano e si fidano ad ospedali e personale qualificato…
Si, questo sarebbe giusto, in un posto civile però, fatto di persone che si battono per avere diritti e tutele, dal direttore sanitario dell’ ospedale al paziente, dal chirurgo all’oss, dall’ infermiere all’ accompagnatore del paziente.
In un posto dove il personale sanitario non vive perennemente sotto organico, dove i turni non sono sfinenti, dove i ruoli vengono rispettati non per gerarchia ma per competenze, dove l’interesse economico non è superiore all’ interesse umano.
Questa però non è la storia Italiana, se non per pochissime eccezioni… Le cose devono cambiare, vero, dovrebbero, ma cambiare uno stato è utopistico, allora vi dico una cosa: lottiamo noi, lottate voi.
Lottiamo davvero però, lottiamo per decidere, ed essere tutelate, sempre! Qualunque sia la nostra scelta…
Se partorire a casa o in ospedale, se rimanere in ospedale sei ore o tre giorni, se fare o non fare il rooming-in, se non allattare mai, farlo un mese, per sei o per quattto anni, se svezzare o autosvezzare, se decidere di stare a casa, mamma o papà che sia, o tornare subito a lavorare, se fare sharing bad/room o avere una cameretta…
I se potrebbero andare avanti all’ infinito, la sostanza però non cambia, lottiamo per avere l’informazione necessaria per poter decidere e scegliere!
Lottiamo perché i diritti delle donne e degli uomini vengano tutelati, altrimenti facciamoli valere noi, prepariamoci a farlo, non fidiamoci e affidiamoci, abbiamo il coraggio di prendere decisione e quindi la responsabilità delle nostre scelte, lottiamo per avere il diritto di decidere e non per far decidere ad altri cosa è meglio per noi!
Anche perché quando nasce un* bambin* nascono dei genitori, nasce una famiglia, nasce un qualcosa di completamente nuovo e ricordiamoci sempre che se una mamma si spezza, si spezza tutto.

Qui non  sono solita fare considerazioni su fatti di cronaca, credo che di pareri personali spiattellati, giudizi e racc...
24/01/2023

Qui non sono solita fare considerazioni su fatti di cronaca, credo che di pareri personali spiattellati, giudizi e racconti l’informazione e la disinformazione siano sature oltre livello…
Questa volta però vorrei raccontare quello che non ho detto un po’ di mesi fa.
La nascita di Leo si può riassumere in tre parole: casa, acqua, ostetrica; un parto perfetto.
Per la nascita di Romeo è meglio non trovarle tre parole.
È iniziata con un cesareo d’urgenza che sarebbe potuto essere un parto naturale, un cesareo programmato e programmato male, perché l’ostetrica chiedeva di farlo una settimana prima del termine per la mia storia clinica e fisicità, il medico irremovibile sul suo protocollo decise di non ascoltare nessuno. 40 settimane. Ovviamente io non ci arrivai alla data di “scadenza”
In pieno Travaglio attivo, con un bimbo podalico incanalato, in piena notte, e Alessandro.
Si, perché all’ epoca era Alessandro, a tutti gli effetti nessuno nè per me nè per Romeo.
Lui era l’accompagnatore, quello che nei fogli che ti fanno firmare viene chiamata, la persona di riferimento.
Il personale era “imbarazzato” perché testuali parole “cosa si fa in queste situazioni”? Ma “queste” quali?? Ma posso scegliere quale sia la mia persona di riferimento?! Ci sono dei limiti a questo?! No! E allora perché devo essere trattata diversamente?
Di quello che è successo dopo io ricordo molto poco, così poco che la prima immagine del faccino di Romeo, io non ce l’ ho impressa nella memoria come per gli altri due…
Ricordo io che piangevo e tremavo come una foglia, nuda e spogliata di ogni dignità, mentre Ale mi metteva le calze e la cuffietta, mi disse che si ricordava tutto e che cascasse il mondo l’avrebbe fatto; pretendere subito Romeo in braccio, cullarlo e tenerlo stretto finché io non ne fossi stata in grado.
Mi portarono in sala operatoria, da lì in poi fu un susseguirsi alternato di questo genere:
se ci pensavi prima a tatuarti la schiena ora non avresti dovuto fare la spinale tre volte, risate e battute su una ipotetica mia storia e un smetti di respirare così sennò ti sediamo completamente…

Cambiare ma non troppo. Perché poi, si torna sempre dove si sta bene. Nella vita ci sono situazioni impreviste e improvv...
12/01/2023

Cambiare ma non troppo.
Perché poi, si torna sempre dove si sta bene.

Nella vita ci sono situazioni impreviste e improvvise, cambi di programma, programmi che vengono ribaltati e sballati, rotte che cambiano direzione, direzioni diverse, alternative, scelte e compromessi.
Ci sono periodi in cui perdi completamente il tuo senso interiore, la tua direzione, trovandoti a vagare… come quando arrivi in una casa nuova e ti svegli di notte per prendere un bicchiere d’acqua in cucina… non accendi le luci per non svegliare gli altri, vai a tentativi e ricordi della luce del giorno che illumina la cucina, vai a più o meno… al bicchiere d’acqua alla fine ci arrivi, sbattendo il ginocchio contro il mobiletto basso e rovesciando gocce sul pavimento…
La casa, in quest’anno l’abbiamo cambiata più volte, è capitato di svegliarci di notte e non trovare nemmeno il bicchiere, lasciando sete e sensazione di smarrimento…

Abbiamo ritrovato il bicchiere, e l’acqua.
Siamo cambiati ma non troppo, e si ritorna dove si sta bene!
Riprendiamo la vita senza biglietto di ritorno con tanti imprevisti sulla strada e che non potrà sempre essere bella asfaltata, in tutti i sensi!

Con immenso piacere, tanta emozione, innumerevoli fatiche, un pizzico di incoscienza e tonnellate di follia volevamo dirvi che tra poco più di una settimana la nostra vita riprende.
Siamo pronti, prima destinazione: INDIA!

I recap non mi sono mai piaciuti, sembra che bisogna sempre fare il punto di quello che si è fatto e quello che non si è...
01/01/2023

I recap non mi sono mai piaciuti, sembra che bisogna sempre fare il punto di quello che si è fatto e quello che non si è fatto, dei traguardi raggiunti e quelli falliti, quello che è andato bene e quello che è andato male…
Davvero parliamo di traguardi e obiettivi? È una gara? E cosa si vince? Una vita bella e perfetta?

Quindi volevamo fare degli auguri…

A tutti quelli che la vita perfetta è quanto di più lontano dalla propria, a chi ha troppi problemi che il cervello fa male, a chi sta male dove è ma non sa cosa fare per cambiare, a chi ha paura di cambiare, a chi sta bene, e chi non vuole niente di più o di diverso da quello che ha, a chi pensa di avere tutto ma sente di non avere niente, a chi soffre silenziosamente senza dar fastidio e a chi lo fa facendo un gran casino intorno, a chi si fissa degli obiettivi da raggiungere e a chi ha come unico obiettivo quello di vivere, a chi vive i fallimenti come drammi e i drammi come ostacoli insormontabili, a chi si sente completamente sbagliato, e chi invece si sente perfetto, a chi accetta i compromessi e a chi gli fa un bel dito medio, a chi si prefissa traguardi a cui arriva e a chi si prefissa qualche traguardo e si ritrova a non averne raggiunto neanche mezzo…

Volevamo fare degli auguri…
Vi auguriamo un altro anno di Vita, quella vera, incasinata, difficile, problematica, inaspettata, bella e odiata, magica e meravigliosa.
Comunque sia andata, buona fine e buon inizio amici ❤️

Indirizzo

Milan

Sito Web

https://fam-sensational.sellfy.store/p/cucina-senza-ripiani/

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