Periegesi - Viaggi in Grecia sulle orme di Pausania, e oltre.

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Periegesi - Viaggi in Grecia sulle orme di Pausania, e oltre. Tornare in Grecia. A quei luoghi, che magari non abbiamo mai visto, ma che abitano la nostra mente d

04/09/2021
09/07/2021

Eccoci al commento al canto ventottesimo del Purgatorio dantesco. Questo articolo è parte del nostro progetto "CCC", il Commento Collettivo alla Commedia, in cui tutti e cento i canti dell'opera dantesca vengono ripresi da altrettanti autori e autrici contemporanee. IN COPERTINA un'opera di A

📌Dioniso e il suo eterno ritorno📌L’evento verrà trasmesso anche via webinar su piattaforma Zoom prenotandosi a: segreter...
08/07/2021

📌Dioniso e il suo eterno ritorno

📌L’evento verrà trasmesso anche via webinar su piattaforma Zoom prenotandosi a: [email protected]

📌Siracusa, 12 luglio 2021 - ore 9.30–13.30
Sede dell’Accademia d’Arte del Dramma antico, Via Gargallo 67

(Posti disponibili 100)

18/05/2021
04/05/2021

PRESENTAZIONE A: TORENARE AD ELEUSI ED AI SUOI GRANDI MISTERI
Per oltre mille anni gli iniziati ai Grandi Misteri hanno percorso i 21 km della Via sacra, ancora oggi la Jera odòs, che separa Atene, da dove partivano in settembre dall’altare dei 12 dèi, per giungere al santuario di Eleusi per celebrare Demetra (la Dea Madre … Terra oggi sfruttata e dilaniata da uomini voraci che hanno perso il senso della sua sacralità) e ricordare il lutto per la perdita della figlia Persefone rapita da Ade (Plutone), dio della morte … e del denaro. Ma qual’era il telos, il fine-significato di questo cammino che, come il nostro di ogni giorno, si muove alla ricerca più o meno consapevole di un “senso” al nostro percorso di vita? Nel mistero di questo interrogativo, ci accompagna la commovente testimonianza di Platone che, nel Simposio, così descrive la visione estatica (epòpteia) che ne motivava il percorso “giunto alla fine della disciplina di amore, sorgerà – in un istante – un qualcosa di bello, ammirabile nella sua natura (..) esso stesso, per se stesso, con se stesso, semplice … eterno”.
Questo “Ritorno ad Eleusi” ha trovato, sulla promessa di una misterioso “richiamo” che da anni “opera” nella mia coscienza personale (dal momento che in questi due decenni mi sono ritrovato quasi sempre da solo e ripercorrere la Via Sacra) un’occasione interessante di rinforzo nella lettura del testo, ormai “classico” per i cultori di questa materia, scritto da .
Il richiamo all’uso del “kikeon” a cui esplicitamente rimanda l’Inno omerico a Demetra mi ha dato l’occasione per presentare al congresso promosso da Psy-Core tenutosi a Torino nell’ottobre del 2020, questo straordinario esempio di tradizione estatico-mistica (da “muo” che letteralmente significa “sussurro”) degli iniziati uniti da una comune “ricerca di senso” sul significato ultimo dell’esistenza uniti da un universalismo che andava al di là delle diversità di genere, cultura, provenienza e classe sociale e che ha richiamato non solo i greci dalle varie poleis ma anche figure eccellenti come Cicerone e imperatori romani come Marco Aurelio, Antonino Pio e Giuliano.
Tale presentazione, già pubblicata negli atti congressuali e che di seguito si riporta, richiama ad un aspetto dell’esperienza misterica eleusina che, seppure complementare alla insondabile profondità dei contenuti mistico-sapienziali del “mito” che accompagnava il “rito” eleusino (come inevitabilmente avviene nella sintesi a cui ci richiama Walter Burckhert) non può ve**re elusa o sottovalutata stando alla fonte letteraria dell’esplicito richiamo omerico che alla messe ormai ricchissima di testimonianze sia storiche che archeologiche.
Un invito a rievocare, e forse in parte rivivere, questo percorso“seduti nel tempio (Telesterion) in religioso silenzio e con dignità” come ci invita a fare Aristotele (Sulla filosofia fr. 14) dopo esserci interrogati sui principi (logoi) e i racconti (mythoi) che preparavano a quest’evento a partire da marzo nei cosiddetti Piccoli Misteri a cui ci uniremo con coloro che intendono condividere questa esperienza sia in senso “virtuale” che “in presenza” se le condizioni della pandemia lo consentiranno. L’occasione nasce, come puntualmente da 19 anni (con l’eccezion del 2020 a motivo delle note restrizioni di spostamento), da una consuetudine a conclusione della annuale Periegesi che ci ha portato a visitare e a “rivivere” i luoghi già descritti da Pausania nei suoi libri sulle diverse regioni della Grecia e che vengono richiamate nel sito www.periegesi.it ).
Con cadenza quindicinale, cercheremo di avvicinarci quindi ai “Grandi” a partire dai cosiddetti “Piccoli” Misteri e che, come accennato, non avevano a che fare unicamente con riti purificatori ed abluzioni ma anche con una graduale avvio alla “dottrina di amore” a cui lo stesso Platone invita con “lieta speranza” che la stesa conduca ad una più serena accettazione di quell’ineluttabile

termine della personale esistenza una volta assaporata l’essenza della intrinseca eternità della quale siamo stati e siamo partecipi.
Il primo appuntamento si è svolto dalle 7,30 alle 8 del mattino del 20 aprile tramite una diretta Facebook di gruppo Tornare ad Eleusi con possibilità di accedervi anche in ore diverse della giornata. I successivi appuntamenti si svolgeranno il primo e terzo martedì del mese dal prossimo 4 e 18 maggio e così via. Il percorso verrà coordinato da Riccardo Zerbetto (www.riccardozerbetto.it) ma contemplerà anche l’inserimento di altri “cultori della materia” su specifici ambiti di competenza unitamente al programma dei dieci incontri quindicinali previsti in preparazione alla “pompè”, la processione lungo la Via sacra, prevista per il primo fine settimana di settembre, ed il cui programma verranno confermati a breve.
Sul blog www.periegesi.it/Eleusi verranno pubblicati documenti e aggiornamenti sul “percorso”.
Gli stessi compariranno anche sul sito www.psycorenet.org di Alessandro Novazio a cui sono debitore per aver dato ospitalità a questa iniziativa
Grazie
Riccardo Zerbetto (www.riccardozerbetto.it)

02/05/2021

Lunedì 3 maggio dalle 18:00 in diretta Facebook sulla mia pagina Riccardo Zerbetto

11/10/2020

«Per me, che si parli di psicologo o di schizofrenico, di maniaco o di psichiatra è la medesima cosa: sono tanti i ruoli, all'interno di un manicomio, che non si sa più chi è il sano o il malato. Io direi che una della condizioni del nostro lavoro fu che la nostra unione non scaturiva dalla tecnicizzazione, ma dalla finalità politica che univa tutti. Essere psicologo, psichiatra, terapeuta occupazionale, ecc. ed essere internato era la medesima cosa perché, quando ci univamo in assemblea per discutere, tutti cercavano di dare il loro contributo per un cambiamento. Noi capimmo, per esempio, che un f***e era molto più terapeuta di uno psichiatra, e allora lo psicologo e lo psichiatra erano messi in discussione.»

Franco Basaglia
Conferenze brasiliane, 1979

04/09/2020

Il ritorno della della coscienza tragica

17/08/2020

"Il mondo moderno non ha completamente abolito il comportamento mitico, ne ha soltanto rovesciato il campo di azione: il mito non è più dominante nei settori essenziali della vita, è stato rimosso [...] Nonostante tutto, la comprensione del mito sarà annoverata tra le più utili scoperte del secolo XX."

Mircea Eliade (da: Miti, sogni, misteri.)

05/08/2020

"Il cielo dei Greci è tutto trapunto di forme del mito, pullula di personaggi che passano con scadenze esatte attraverso la volta celeste mostrando agli occhi umani un intero universo di racconti. È, per così dire, un gran libro mitologico le cui pagine si aprono sopra le teste dei mortali: una vera e propria mitologia astrale che ogni notte si accende e si disegna, stagione dopo stagione, come una specie di soffitto celeste dipinto con le immagini di dèi, eroi e figure mostruose e strane. Ai Greci va il merito non solo di avere gettato le basi della nostra conoscenza del cielo e di aver dato il nome alle nostre costellazioni, ma anche di averlo riempito di storie.
Dietro a ogni costellazione sta un racconto, o meglio una pluralità di racconti. Le figure disegnate nel cielo sono un «doppio» delle figure umane; lì in alto stanno eídola ovvero simulacra, imagines di esseri di un tempo, resi eterni nel momento stesso in cui il destino li aveva resi effimeri con la morte. A volte, sono gli stessi esseri che un tempo vivevano sulla Terra, come il Dragone che custodiva il giardino delle Esperidi e che ora, trasferito fra gli astri, avvolge le sue immense spire nel cielo boreale. In altri casi sono effigies, disegni che gli dèi compongono nel cielo, come un pittore affrescherebbe un soffitto: così, Zeus disegnò tra le stelle la forma di una capra, per ricordare quella che lo aveva nutrito infante.
È impossibile sapere quando, e attraverso quali vie, miti e costellazioni iniziarono a essere collegati. Il libro di Igino (sulla scorta degli autori greci, di cui è sostanzialmente una compilazione) fa del catasterismo il risultato di un'azione divina: gli dèi (Zeus in particolare, ma non solo) trasferiscono tra le stelle figure e vicende esemplari, perché restino per sempre sopra le teste degli uomini come ammonimento: ut homines meminissent, perché gli uomini ricordino.
Igino, influenzato dal pensiero pitagorico, e il suo predecessore Arato, il quale invece lo era da quello stoico, forniscono diverse motivazioni: a volte, per offrire agli occhi di tutti un monstrum, un essere prodigioso di cui non si deve perdere la memoria, come nel caso della Balena; a volte, per ammonire e educare gli uomini, come nel caso di Cassiopea, che ruota nel cielo a testa in giù per punizione della sua arroganza. In altri casi, per compensare una perdita e consolare un lutto (Orione), o per ammirazione (Auriga, Leone) o anche per gratitudine verso una creatura benemerita, come nel caso del Toro, in cui Zeus si mutò per rapire Europa e farla sua, o per compensare un essere umano del suo destino, come accadde all'Orsa, un tempo l'infelice Callisto, che finì tra le stelle piangendo il suo destino materno mancato. (...) Creare costellazioni aiutò, come scrive Arato, a superare il disordine apparente del cielo per indagare un ritmo cosmico: fu il tentativo di dare un ordine derivato dall'occhio umano allo spazio infinito dell'universo. Del resto, nelle costellazioni (Arato lo afferma con grande forza) e nell'ordine dell'universo si rispecchia l'operazione di una mente divina, che disegna il suo progetto negli spazi infiniti del cielo".

Dall'introduzione di Gioachino Chiarini e Giulio Guidorizzi alla Mitologia Astrale di Igino (I secolo d.C.)

Nell'immagine The Heavenly Tenants di Ilonka Karasz (1896-1981)

25/06/2020

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