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🟧 Scopri Etruscan Experience!«In realtà, una volta strappata la maschera orientalizzante che li travestiva, gli Etruschi...
03/06/2021

🟧 Scopri Etruscan Experience!

«In realtà, una volta strappata la maschera orientalizzante che li travestiva, gli Etruschi sono gli Italici di ieri e di oggi che ci appaiono in una impressione di allucinante consanguineità».
(Jacques Heurgon, Vita quotidiana degli Etruschi, 1967)

Vivi con noi la tua Etruscan Experience!

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ℹ 377 253 5485

🟧 A Chiusi, grazie al biglietto unico, è possibile visitare i tre musei cittadini – Museo Civico La Città Sotterranea, M...
03/06/2021

🟧 A Chiusi, grazie al biglietto unico, è possibile visitare i tre musei cittadini – Museo Civico La Città Sotterranea, Museo della Cattedrale e Labirinto di Porsenna e Museo Nazionale Etrusco più le Tombe del Leone e della Pellegrina.

Il biglietto, valido per 15 giorni dalla prima visita, costa:

▪ Adulti € 10
▪ Ragazzi 6-17 anni € 5
▪ Bambini 0-5 anni Gratuito

Lo puoi acquistare presso:

➡ Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica-Pro Loco Chiusi
Via Porsenna, 79 – Chiusi Città – Tel. +39 0578 227667

➡ Museo Nazionale Etrusco di Chiusi
Via Porsenna, 93 – Chiusi Città – Tel. +39 0578 20177

➡ Museo Civico - La Città Sotterranea
Via II Ciminia, 2 – Chiusi Città – Tel. +39 0578 20915

➡ Museo della Cattedrale e Labirinto di Porsenna
Piazza Duomo, 7 – Chiusi Città – Tel. +39 0578 226975

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Cluso, eroe della mitologia etrusca, secondo la leggenda narrata dallo storico latino Servio, sarebbe stato il fondatore...
05/04/2021

Cluso, eroe della mitologia etrusca, secondo la leggenda narrata dallo storico latino Servio, sarebbe stato il fondatore della città di Chiusi.
Cluso era, infatti, il figlio del principe lidio Tirreno, il quale fu esiliato dal padre secondo un'antica tradizione, a causa di una pesante carestia. Tirreno ed il figlio Cluso guidarono il gruppo che li accompagnava verso una migrazione che sarebbe all'origine della nazione etrusca, come indicato da Erodoto.
Secondo un'altra leggenda, sempre narrata dallo storico Servio, Cluso sarebbe il figlio di Telemaco a sua volta figlio di Ulisse.

Le più antiche testimonianze archeologiche consistenti fanno risalire il primo insediamento locale all'Età del Ferro, con ricchi corredi funerari a partire dall'VIII secolo a.C.

La città etrusca di Clevsins, diventata poi la latina Clusium (Klysion, Κλύσιον in greco antico, conosciuta anche come Kamars), aveva un'importanza fondamentale, poiché collocata presso il Clanis, affluente principale del Tevere, arteria fondamentale di collegamento tra Roma e l'Etruria settentrionale.

Le prime testimonianze scritte su Chiusi risalgono all'Ellenismo, quando Polibio cita il nome della città di Chiusi in relazione alle invasioni dei celti.

L'abitato etrusco si sviluppava sui tre colli sui quali sorse poi la città medievale e moderna. Tuttavia, è molto probabile che l'antico abitato della capitale chiusina si estendesse ben oltre l'attuale centro storico il quale, oggi, appare così limitato a seguito della successiva decadenza di epoca tardo medievale e rinascimentale. A ben vedere, Chiusi sorge su un colle da cui si domina la valle dell'antico fiume Clanis, nel punto d'incontro tra il Clanis e l'odierna val di Tresa, ovverosia nel punto in cui le acque provenienti dal Trasimeno incontravano il Clanis, ed era un luogo strategico nel bacino del Clanis, oggi Val di Chiana.

Il territorio della città-stato di Chiusi, ager Clusinus in latino, era estremamente vasto, tanto da comprendere una parte del Trasimeno, che era il confine tra le città-stato di Chiusi, Cortona e Perugia, il monte Cetona, il monte Amiata, il monte Arale, la Val d'Orcia e, in definitiva, una parte delle odierne province di Grosseto, Perugia, Siena, Terni e in minor misura di Arezzo.

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Il nome di Chiusi è indissolubilmente legato a quello di Porsenna.Lars Porsenna (VI secolo a.C. – V secolo a.C.) è stato...
05/04/2021

Il nome di Chiusi è indissolubilmente legato a quello di Porsenna.

Lars Porsenna (VI secolo a.C. – V secolo a.C.) è stato, infatti, un lucumone etrusco della città di Chiusi, passato alla storia per il suo intervento militare contro Roma, secondo la tradizione, in supporto del re Tarquinio il Superbo che era stato estromesso dal potere a seguito dalla proclamazione della repubblica.

Non esistono date certe per il suo regno ma la tradizione romana lo pone intorno alla fine del VI secolo a.C..
Alcune fonti, quali Plinio il Vecchio, Dionigi di Alicarnasso e Floro, lo definiscono re d'Etruria, forse in riferimento ad un suo possibile ruolo di capo militare della dodecapoli etrusca.

In quel periodo Roma si trovava in una fase di transizione verso la repubblica, Tarquinio il Superbo era stato cacciato dalla popolazione a causa dei continui abusi di potere, violenze e cattiva amministrazione. Esiliato, chiese appoggio a Porsenna che non esitò a muovere guerra contro Roma.
Secondo la leggenda romana, Porsenna assediò Roma, ma, pieno di ammirazione per gli atti di valore di Orazio Coclite, di Muzio Scevola e di Clelia, desistette dal conquistarla, ritornando a Chiusi.
La leggenda è stata probabilmente creata ad arte dagli storici romani dell'età imperiale, Tito Livio e Tacito, per nascondere la disfatta romana contro gli etruschi di Porsenna; infatti secondo la versione suffragata dalla maggioranza degli storici moderni, egli invece occupò Roma e la dominò a lungo. In base alle ricostruzioni di molti storiografi, il lucumone etrusco, pur non infierendo, costrinse la città a scendere a patti e non riconsegnò il trono a Tarquinio. Da Plutarco veniamo a sapere anche che a Porsenna fu eretta una statua di rame in prossimità del senato e che la città dovette pagare decime per molti anni. Anche Plinio il Vecchio lascia intendere «in foedere quod expulsis regibus populo romano dedit Porsena, nominatium comprehensum invenimus, ne ferro nisi in agro culturam uterentur», ovvero che Porsenna proibì ai Romani l'uso del ferro se non in agricoltura.
Gli accordi di pace furono in ogni modo molto favorevoli alla città, che poté mantenere il suo ordinamento repubblicano, ottenere la liberazione degli ostaggi e del Gianicolo in precedenza occupato dalle truppe etrusche.

Nonostante la tradizione ci presenti Porsenna come re di Chiusi, ci sono, però, elementi che portano a ritenere che quest'ultimo probabilmente agì anche per conto di altre città etrusche alleate o sottomesse: ciò del resto renderebbe più facilmente conto del perché Tarquinio il Superbo, dopo il vano tentativo di riconquista del trono della città capitolina con l'aiuto di Veio e Tarquinia, si sia rivolto a Porsenna e quest'ultimo sia invece riuscito a sconfiggere e a dominare Roma per lungo tempo.
Le parole di Livio «Mai prima il Senato aveva provato un panico simile, tante erano allora la potenza di Chiusi e la fama di Porsenna», in effetti, farebbero pensare ad un esercito particolarmente numeroso e ben armato del quale dovevano far parte, oltre alle truppe di Chiusi, anche soldati provenienti da altre città etrusche. Livio, inoltre, ci riferisce che Porsenna, con il trattato di pace, ottenne dai romani che fosse restituito il territorio che era stato preso ai Veienti.

Plinio il Vecchio, nel descriverci il leggendario mausoleo del sovrano, chiama Porsenna non re di Chiusi ma “Re d'Etruria”.
Tra tradizione e leggenda si narrano storie del Re.
Plinio in Naturalis Historia ###VI, narra che fu sepolto sotto la città di Chiusi «dentro questa base quadrata un labirinto inestricabile nel quale se qualcuno entrava, non poteva trovare l'uscita senza un gomitolo di filo». Le tradizioni toscane parlano del potente lucumone che, sentendo la morte arrivare, aveva fatto costruire un cocchio trainato da 12 cavalli tutto d'oro, così come una chioccia con cinquemila pulcini, anch'essi d'oro.
Se ciò corrisponde al vero lo scopriremo solo quando il mausoleo di Porsenna sarà ritrovato.

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Tra le necropoli che si estendevano intorno all'antico centro abitato di Chiusi-Clevsin, una delle più importanti è quel...
26/03/2021

Tra le necropoli che si estendevano intorno all'antico centro abitato di Chiusi-Clevsin, una delle più importanti è quella di Poggio Renzo , a pochi chilometri dall'attuale centro urbano, lungo la strada per il lago di Chiusi.

Più prossima al centro abitato, invece, è la tomba detta del Colle Casuccini.
Individuata nel 1833, presenta un ingresso chiuso da una porta in travertino a due battenti che conduce ad un atrio centrale su cui si aprono due camere con soffitti dipinti a cassettoni.

Sulla parete sinistra dell'atrio è dipinta una falsa porta, mentre sulla destra ci sono tracce di scavo di una camera mai terminata.

Le pitture interessano sia l'atrio che la camera di fondo, in un caso con un fregio continuo con scene di simposio e giochi funebri, nell'altro con danzatori e suonatori di arbusti.

La tomba è visitabile su prenotazione rivolgendosi al personale del Museo Archeologico Nazionale.

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La Val di Chiana è una terra di collegamento tra Umbria e Toscana ed il "Sentiero della bonifica" che la percorre è un'a...
12/02/2021

La Val di Chiana è una terra di collegamento tra Umbria e Toscana ed il "Sentiero della bonifica" che la percorre è un'autostrada ecologica di meravigliosa bellezza.

Che sia a piedi o in bicicletta è come viaggiare nel tempo.
Il percorso si estende nel cuore dell’antica Etruria e nel segno delle acque in un territorio disegnato dalle forze della natura e dalla mano dell´uomo: si incontrano luoghi etruschi, una riserva naturale, i laghi di Chiusi e Montepulciano e opere realizzate dall'uomo con grande sapienza.

Gli ingegneri idraulici del Granduca Leopoldo di Toscana furono artefici di un'imponente opera di bonifica che trasformò questa zona in un importante centro agricolo; tuttora l´economia locale è fortemente radicata ai prodotti della sua terra.

L´antica strada utilizzata per la manutenzione del canale e delle chiuse costituisce un tracciato naturale privo di dislivelli e l´altimetria praticamente piatta rende adatta il percorso a chiunque e facilmente fruibile in completa sicurezza.
Il viaggio permette di entrare in contatto diretto con luoghi e persone che raccontano il territorio con importanti produzioni come vino, olio e frutta.

Seguendo la ciclabile si scoprono cantine, piazze, frantoi, artigiani ignorati dalle tradizionali rotte del turismo. Si tratta di una sorta di via preferenziale verso il cuore di una valle frequentata ma sconosciuta da chi l´attraversa in auto o in treno, attraverso un'Umbria ed una Toscana tutta da scoprire e da vivere.
Pianeggiante e su strada sterrata, dall’Umbria il percorso inizia a Fabro e dopo 10 chilometri arriva a Ponticelli nel comune di Città della Pieve e da qui prosegue verso la Toscana sino a Chiusi per un ulteriore tragitto di 10 chilometri.

Da Chiusi inizia un tratto lungo 62 chilometri che si articola in quattro segmenti:
1. Da Chiusi sino al lago di Montepulciano
2. La Val di Chiana Senese: dai “chiari” di Chiusi e Montepulciano a Foiano della Chiana
3. La Val di Chiana Aretina: agricoltura e città d´arte
4. Dai ponti di Arezzo alla chiusa dei Monaci

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Il bellissimo chiostro di San Francesco, insieme alla omonima chiesa a cui è ridossato, compone il complesso conventuale...
18/11/2019

Il bellissimo chiostro di San Francesco, insieme alla omonima chiesa a cui è ridossato, compone il complesso conventuale di epoca duecentesca.

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La chiesa di San Francesco è un luogo di culto cattolico che si trova nel centro storico di Chiusi.La tradizione vuole c...
18/11/2019

La chiesa di San Francesco è un luogo di culto cattolico che si trova nel centro storico di Chiusi.

La tradizione vuole che l'insediamento prenda origine da una visita di San Francesco nel 1212.

La chiesa, sorta su una preesistente dedicata a San Michele, fondata a sua volta secondo la tradizione su un tempio etrusco, presenta il tradizionale impianto conventuale a unica navata. La facciata, in cotto e travertino, è divisa da tre arcate impostate su colonne tortili che inquadrano il portale gotico. Sul lato destro si apre un altro portale duecentesco, decorato a tortiglione, con l'architrave sorretto da mensolette scolpite. Le pareti laterali sono coronate da archetti intrecciati.

L'interno, ristrutturato nel XVIII secolo, mostra affreschi frammentari di varie epoche. La chiesa presenta una pianta a croce latina, con unica navata di cinque campate coperta con volta a vela, lungo la quale si aprono ampie nicchie ad arco poco profonde, delle quali quattro ospitanti un altare laterale; sul secondo di sinistra vi è un Crocifisso ligneo del XV secolo. La navata termina con una grande serliana che dà accesso al transetto, con crociera coperta con volta ogivale, sul quale danno tre cappelle a pianta rettangolare, delle quali la centrale (che costituisce l'abside) di maggiori dimensioni.

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La catacomba di Santa Mustiola è stata scoperta nel 1634 o, secondo altre fonti, nel 1643, e si fa risalire al III secol...
18/11/2019

La catacomba di Santa Mustiola è stata scoperta nel 1634 o, secondo altre fonti, nel 1643, e si fa risalire al III secolo.
Essa è articolata in una serie di gallerie che si affacciano su due arterie principali, con le pareti segnate da iscrizioni, simboli e segni.

Le tombe sono prevalentemente ad arcosolio e loculi, disposti in file verticali irregolari. Particolare è la presenza di un arcosolio polisomo, cioè destinato a contenere più corpi, coperto da tegoloni.

Vi si trova il sepolcro originario di santa Mustiola, qui inumata nel 274 e poi trasferita nella Cattedrale di San Secondiano.
Il suo culto è attestato dal IV secolo e sopra la sua tomba fu costruita nel V secolo una basilica poi ricostruita nel 728, e demolita nel XIX secolo.

La cripta, con interessanti arredi arcaici, è il cuore della struttura: probabilmente era un'antica tomba di una famiglia poi divenuta cristiana; da essa si dipartono i cunicoli sostenuti da strutture di archi in mattoni. In fondo alla cripta è un altare, dietro è l'antica cattedra e a destra un'iscrizione in marmo della tomba del primo vescovo di Chiusi, Lucio Petronio Destro, che morì nel 322.
L'iscrizione più antica è quella di Redenta, morta nel 290.

La catacomba ed è accessibile con visite guidate all'interno del percorso del Museo della Cattedrale.

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La catacomba di Santa Caterina prende il nome da una ca****la dedicata a Santa Caterina delle Ruote, che era situata nel...
18/11/2019

La catacomba di Santa Caterina prende il nome da una ca****la dedicata a Santa Caterina delle Ruote, che era situata nella collina soprastante.

L’attuale struttura della catacomba si è formata a partire da due complessi ipogei ben distinti, facenti parte di una più vasta area funeraria, che accoglievano sia sepolture cristiane che pagane.

All’ingresso si può ammirare una bella urna in travertino ornata da fasci littori e da un personaggio togato. Due colonne con capitelli corinzi incorniciano un altare, dietro al quale si aprono le gallerie. Numerose sono le iscrizioni ancora presenti, sia pagane che cristiane.

La catacomba si trova a circa 2 chilometri dal centro storico, lungo Via Cassia Aurelia I, a Chiusi Scalo a 700 metri dalla stazione ferroviaria ed è accessibile con visite guidate all'interno del percorso del Museo della Cattedrale.

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Il Museo della Cattedrale si articola in un percorso estremamente differenziato, che comprende, oltre alle varie sezioni...
15/11/2019

Il Museo della Cattedrale si articola in un percorso estremamente differenziato, che comprende, oltre alle varie sezioni espositive, anche l’Orto vescovile, il Labirinto di Porsenna e le Catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina.

Il giardino e l’antico Orto vescovile, da cui si gode una splendida vista sull’estremo lembo della Val di Chiana, sono parte integrante del percorso museale fin dalle origini.
I lavori di scavo intrapresi hanno condotto alla apertura dell’itinerario archeologico con i cunicoli etruschi che, passando al di sotto della Piazza Carlo Baldini, congiungono l’Orto vescovile alla torre campanaria, cui si accede attraverso la splendida cisterna romana ad essa sottostante.
Completano l’itinerario di visita le due catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina, poste nelle vicinanze del centro storico, recentemente restaurate a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

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Il labirinto di Porsenna deriva suo nome dalla descrizione di Plinio il vecchio, che cita Terenzio Varrone, del mausoleo...
15/11/2019

Il labirinto di Porsenna deriva suo nome dalla descrizione di Plinio il vecchio, che cita Terenzio Varrone, del mausoleo di Porsenna, il leggendario sepolcro del sovrano etrusco protetto, secondo gli storici latini, da un labirinto.

Più probabilmente si tratta del sistema di approvvigionamento idrico, scavato dagli etruschi in epoca arcaica, ed erroneamente definito "Labirinto di Porsenna" dagli archeologi che negli anni venti del XX secolo avevano trovato le prime gallerie, credendo di avere trovato proprio il mausoleo descritto da Plinio.

Il sistema è particolarmente vasto ed ingegnoso, scavato nella duttile pietra arenaria, per una profondità massima di venticinque metri circa. Esso è composto da un f***a rete di passaggi, larghi in media un metro ed alti da due a cinque metri, talvolta rinforzati da blocchi di pietra. Vi si incontrano cisterne e piccoli bacini per raccogliere l'acqua, sia tramite infiltrazione, che con falde.

Un cunicolo si dirama fino alla cisterna etrusco-romana, chiamata così per la sua epoca (romana) e per il modo in cui è stata costruita (etrusco).
Essa è coperta infatti da una doppia volta, sostenuta da un grande pilastro centrale e risale al I secolo a.C. e sopra di essa, nel XII secolo, venne eretta una torre a difesa, divenuta poi il campanile della cattedrale.

Nei cunicoli, che vennero usati anche come discarica, sono stati fatti vari ritrovamenti, tra i quali spiccano un tratto della cinta muraria ellenistica, romana e medievale (a sud) e, sotto l'abside del duomo, i resti di una lussuosa abitazione privata di epoca imperiale. Il percorso è arricchito dalla presenza di iscrizioni e urne in alabastro, marmo o travertino, databili tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C.

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Le pareti della navata centrale della concattedrale di San Secondiano, parte della controfacciata e l'abside sono stati ...
15/11/2019

Le pareti della navata centrale della concattedrale di San Secondiano, parte della controfacciata e l'abside sono stati dipinti a finto mosaico in stile ravennate e romano dal senese Arturo Viligiardi alla fine dell'Ottocento.

Secondo un complesso programma iconografico, nella navata centrale sono raffigurati a sinistra e a destra due teorie di sante e di santi martiri sepolti nelle catacombe clusine o legati alla vicenda storica di Santa Mustiola.
Il dipinto dell'abside, ispirato ai mosaici della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, è datato 1892, quello a destra raffigura la Martire Orsola (1894), mentre quello a sinistra raffigura Santa Caterina d'Alessandria.

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La concattedrale di San Secondiano è il duomo di Chiusi ed è una delle chiese più antiche della Toscana.Molto caratteris...
15/11/2019

La concattedrale di San Secondiano è il duomo di Chiusi ed è una delle chiese più antiche della Toscana.

Molto caratteristico è il suo campanile isolato, costruito nel 1585, ottenuto dalla trasformazione di una antica torre di difesa.
Sotto il campanile, a circa 12 metri di profondità, si trova una piscina romana del I secolo a.C. costituita da due ambienti con volta a botte.

Scavi eseguiti negli anni settanta nella zona del presbiterio hanno fatto emergere un edificio sottostante all'attuale, sorto sui resti di una costruzione più antica.

Si tratta di una basilica a tre navate con pilastri quadrangolari, le pareti ad intonaco dipinto e il pavimento a mosaico databile tra la fine del IV secolo e l'inizio del V.

La concattedrale fu poi riedificata dal vescovo Florentino alla metà del VI secolo, recuperando in parte gli elementi architettonici dell'antica basilica.

L'interno è di forma basilicale con tre grandi navate divise da diciotto diverse colonne recuperate da costruzioni più antiche, forse romane. Le colonne, in marmo e travertino con capitelli in diversi stili, ricordano la primitiva edificazione paleocristiana cui seguì la ristrutturazione rinascimentale e poi quella ottocentesca.
Sulla terza colonna di sinistra è inciso il nome del vescovo Florentino, permettendo di datare l'edificio al 558-560.

Secondo un complesso programma iconografico, nella navata centrale sono raffigurati a sinistra e a destra due teorie di sante e di santi martiri sepolti nelle catacombe clusine o legati alla vicenda storica di Santa Mustiola, patrona di Chiusi, i cui resti sono conservati nella chiesa.
Il dipinto dell'abside, ispirato ai mosaici della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, è datato 1892, quello a destra raffigura la Martire Orsola (1894), mentre quello a sinistra raffigura Santa Caterina d'Alessandria.

Degni di nota sono anche il pavimento in mosaico antico del presbiterio, l'imponente fonte battesimale e la "Natività" di Bernardino Fungai (1460-1515), posta sopra l'altare della Ca****la del Santissimo.

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La Tomba della Pellegrina è una delle tombe etrusche di Chiusi, situate a circa 2 km dall'abitato sulla strada per il la...
14/11/2019

La Tomba della Pellegrina è una delle tombe etrusche di Chiusi, situate a circa 2 km dall'abitato sulla strada per il lago di Chiusi, nella necropoli di Poggio Renzo.
Deve il suo nome al podere presso cui è situata.

La tomba appartenne alla famiglia dei Sentinates e risale alla fine del IV-inizio del III secolo a.C.
Già saccheggiata in antico, oggi si presenta così com'era all'atto del rinvenimento, con cinque sarcofagi e dodici urne in alabastro e travertino con i coperti capovolti o rovesciati dai predoni.

È composta da un lungo dromos di ingresso, lungo il quale si aprono quattro nicchie e tre camere funerarie.
Nella camera centrale venne rinvenuta l'urna di Larth Sentinates Caesa, oggi al Museo Archeologico Nazionale.

La tomba è visitabile su prenotazione rivolgendosi al personale del Museo Archeologico Nazionale.

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La Tomba della Scimmia si trova nella Necropoli di Poggio Renzo, a quattro chilometri dalla città di Chiusi, ed è attrib...
14/11/2019

La Tomba della Scimmia si trova nella Necropoli di Poggio Renzo, a quattro chilometri dalla città di Chiusi, ed è attribuibile al 480-470 a.C.

Fu scoperta da Alessandro François nel marzo del 1846 e prende il nome dalla raffigurazione di una piccola scimmia dipinta sul fregio della parete dell'atrio che orna la camera centrale della tomba, nell'atto di assistere ai giochi sportivi in onore della defunta, raffigurata sotto un parasole a destra dell'ingresso.

La tomba ha pianta a croce con un atrio su cui si aprono tre camere con soffitto a cassettoni dipinti. Le immagini, realizzate a tempera con un sottile strato di argilla steso sul bancone naturale, interessando soprattutto l'atrio della sepoltura.

La tomba è visitabile su prenotazione rivolgendosi al personale del Museo Archeologico Nazionale.

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Il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi comprende un'importante raccolta di reperti di raro pregio, distribuiti sui du...
14/11/2019

Il Museo Archeologico Nazionale di Chiusi comprende un'importante raccolta di reperti di raro pregio, distribuiti sui due piani dell'edificio in stile neoclassico che dal 1901 lo ospita, esposti secondo criteri tematici e cronologici.

Si tratta di una ricca illustrazione della vita e della cultura artistica e materiale dell'antica Chiusi, dalla tarda età del bronzo fino a quella longobarda (XI secolo a.C.-VII secolo d.C.), con particolare riguardo alla fase più importante, quella etrusca (VIII-I secolo a.C.).

Da segnalare la raccolta di sculture funerarie in pietra fetida, con statue di animali reali e fantastici, cippi decorati a bassorilievo con scene di vita quotidiana e rituali funebri, e statue-cinerario. Cospicue le collezioni dei vasi in bucchero prodotti in loco e di quelli importati dalla Grecia, così come le terrecotte architettoniche, i sarcofagi e le numerose urne in marmo, alabastro e travertino con scene e simbologie tratte dal patrimonio mitologico greco e da quello etrusco.

Con il biglietto di ingresso si possono visitare anche alcune tombe etrusche della necropoli di Poggio Renzo e di quella del Colle.

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Nella loro lingua si chiamavano Rasenna o Rasna, in greco Tyrsenoi, col significato di Tirreni e poi Etruschi o Tusci.Gl...
14/11/2019

Nella loro lingua si chiamavano Rasenna o Rasna, in greco Tyrsenoi, col significato di Tirreni e poi Etruschi o Tusci.
Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica affermatosi in un'area, denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio settentrionale a partire dal VIII secolo a.c.

Successivamente si espansero a nord nella zona padana e a sud fino in Campania.
La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.c.

Il Museo Civico "La Città Sotterranea" di Chiusi espone 500 iscrizioni su urne cinerarie e tegole tombali in suggestivi cunicoli che si snodano nel sottosuolo della città e dai quali, attraverso un pozzo monumentale, è visibile un "laghetto" posto a 30 metri di profondità.

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Il lago di Chiusi si trova a circa 4 chilometri dal centro storico, e insieme al lago di Montepulciano, al quale è colle...
14/11/2019

Il lago di Chiusi si trova a circa 4 chilometri dal centro storico, e insieme al lago di Montepulciano, al quale è collegato da un canale, rappresenta quello che resta dell'antica palude che un tempo occupava la Val di Chiana.

Fin dall'antichità il lago ha avuto notevole importanza per Chiusi.
Gli Etruschi lo chiamavano "Chiaro di luna", perchè credevano che nelle sue limpide acque venisse a specchiarsi nelle notti serene la dea del cielo Tiu.

E' alimentato da due immissari, il Tresa e il Montelungo, ed alimenta come emissario, dirigendosi verso nord, il vicino lago di Montepulciano che a sua volta alimenta il canale maestro della Chiana. Esiste anche la possibilità di far defluire l'acqua verso sud, attraverso il canale della Chianicella, che si immette nel sistema Chiani-Paglia-Tevere.

La sponda settentrionale e quella orientale del bacino lacustre segnano il confine tra la Toscana e l'Umbria; a circa 10 km a nord-est del lago di Chiusi, in territorio umbro, è situato il lago Trasimeno.

Per quanto riguarda gli uccelli, il lago ospita numerose specie di ardeidi, come, ad esempio, la garzetta, l'airone rosso e, dal 1999, il rarissimo mignattaio. La zona è anche punto di sosta per gli uccelli migratori come il falco pescatore o il cavaliere d'Italia. Altre specie nidificanti sono lo svasso maggiore, il pendolino ed il raro basettino.

Il lago di Chiusi è un'area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) in gestione al Comune di Chiusi di 805,00 ettari. È stata istituita con DGC 108 29/04/1999 - DCC 10 15/03/04.
Il lago di Chiusi è anche sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale (codice SIC-ZPS: IT5190009): vi è presente una delle maggiori garzaie del Centro Italia. Nella parte meridionale del lago si trova anche un'oasi WWF di 8 ettari.

Splendido sito naturalistico, luogo di leggende e tradizioni, il lago di Chiusi è uno dei punti di passaggio più interessanti del Sentiero della Bonifica, un percorso ciclopedonale di circa 62 chilometri, che unisce la Val di Chiana, da Fabro, in Umbria, fino ad Arezzo, in Toscana.

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La Val di Chiana, una "Terra tra i laghi".Così, il celebre archeologo Bianchi Bandinelli, chiamò il distretto ad oriente...
14/11/2019

La Val di Chiana, una "Terra tra i laghi".

Così, il celebre archeologo Bianchi Bandinelli, chiamò il distretto ad oriente di Chiusi che in epoca etrusca rappresentava il comparto agrario più produttivo dei possedimenti che la potente città di Porsenna governava, estesi a sud fin oltre le colline dell’odierna Città della Pieve: una terra tra i laghi.
Terra d'Umbria e di Toscana compresa fra Trasimeno e gli specchi d’acqua “gemelli” di Chiusi e Montepulciano, che nasce etrusca affacciata sul corso un tempo navigabile del pescoso Clanis e si trasforma, dopo la critica fase delle paludi, in un rigoglioso segmento della bonificata Val di Chiana.
Terra armoniosa ed accogliente, che invita a trascorrere con ritmica lentezza un gradito soggiorno “sensoriale” di viste, profumi e sapori fra le sue preziosità naturali e culturali.
Il lago di Chiusi si trova a circa quattro chilometri dal centro storico, nella parte più meridionale della Val di Chiana senese. Insieme al lago di Montepulciano, a cui è ancora collegato tramite un canale, esso rappresenta quello che resta dell’antica palude che un tempo occupava tutta la valle. Luogo di leggende e tradizioni, il lago ha costantemente rivestito un ruolo primario nella storia della città di Chiusi, che da sempre ne ha rivendicato il possesso sulla vicina Umbria: le due torri “Beccati Questo” e “Beccati Quello”, che sorgono sul punto più stretto della valle, testimoniano ancora le antiche rivalità tra umbri e toscani e tutt’oggi segnano il confine tra le due regioni.
Il lago occupa un posto di spicco nel settore ambientale, sia per i numerosi pesci che popolano le sue acque, che per la varietà delle piante lacustri, ma soprattutto per la presenza di molti uccelli, migratori e stanziali, anche di specie rare e protette: un vero paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching.
Attualmente il lago costituisce uno dei punti di passaggio più interessanti lungo il Sentiero della Bonifica, un percorso ciclopedonale di circa 62 chilometri che unisce Chiusi ad Arezzo.
Il Lago di Montepulciano è poco più a nord, ad un passo dal confine con l’Umbria.
Lo specchio d’acqua si sviluppa su una superficie di 70 ettari ed una profondità di neanche 3 metri. Questo fantastico museo a cielo aperto offre bellissimi momenti di conoscenza degli aspetti naturali e culturali del nostro territorio. Presso il Centro Visite “La Casetta” (www. amicilagodimontepulciano.it) è possibile toccare con mano gli oggetti appartenuti ai pescatori del lago, oppure noleggiare biciclette e prenotare visite escursionistiche guidate, a piedi o a bordo di un piccolo battello dotato di motore elettrico alimentato a pannelli fotovoltaici.
Seguendo il sentiero di birdwatching che si addentra sull’acqua in mezzo ai canneti si può ammirare la distesa del lago. Nello spazio antistante il centro visite è allestita un’area picnic con tavoli e panche di legno.
Il Sentiero della Bonifica che proviene dal Lago di Chiusi, lambisce il Lago di Montepulciano e prosegue per altri 60 chilometri fino a raggiungere Arezzo.

Foto 1 - Lago di Chiusi
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Foto 2 - Lago di Montepulciano
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Foto 3 - Lago Trasimeno
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Chiusi, Toscana, Italy

Chiusi-Clevsin fu una delle più importanti città dell’Etruria.

Il vertice della sua potenza si colloca alla fine del VI secolo a.C. quando, sotto la guida del re Porsenna, assedia e controlla per un breve periodo Roma.

Nell’89 a.C., con l’estensione ai suoi abitanti della cittadinanza romana, Chiusi entra pienamente nell’orbita politica di Roma.

In età Imperiale Chiusi-Clusium resta un rilevante punto di transito sulla via consolare Cassia e sul fiume Clanis, allora navigabile fino al Tevere.