26/10/2024
*** BOLOGNA DA RISCOPRIRE ***
Quando si parla di freddo e di grandi nevicate a Bologna si fa comunemente riferimento all’anno 1929.
Per cinque giorni, dal 10 al 14 febbraio, la neve cadde ininterrottamente sulla città. Oltre 2.500 spalatori radunarono enormi cumuli di neve nelle piazze Galileo e San Domenico. Le scuole vennero chiuse. In mancanza di carbone per il riscaldamento venne distribuito quello delle ferrovie. In molte case l'acqua gelò le tubature fino a farle scoppiare. Si fermarono a lungo i treni e i tram. La temperatura raggiunse in città i quindici gradi sotto zero, mentre sfiorò i venti sotto zero nella vicina Anzola.
Ma il ’29 risultò fatidico per neve e freddo, addirittura in modo più intenso, un secolo prima.
Nell’inverno del 1829-30 si ebbe la più grande nevicata mai avvenuta a Bologna; nevicò per 324 ore nel corso di 96 giorni fra il 17 novembre 1829 ed il 21 febbraio 1830. La temperatura precipitò fino a 17 gradi sotto lo zero e per quasi 60 giorni la temperatura media rimase sotto lo zero. Dopo i primi 15 giorni di nevicate erano già caduti 4,5 metri di neve.
La necessità di liberare i tetti per evitare crolli, che comunque ci furono, portò la gente a buttare la neve in strada, bloccando di conseguenza la viabilità. I cumuli raggiunsero altezze fini a 20 metri e cominciarono a mancare i generi alimentari, il carbone e la legna da ardere, con le conseguenze immaginabili.
Non riuscendo a smaltire tutta la neve accumulata durante l’inverno, si pensò a provocare l’esondazione controllata dei vari canali che attraversavano la città. Non si riuscì comunque ad evitare allagamenti negli scantinati.