Eremi della Valle di Stignano sul Gargano

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Eremi della Valle di Stignano sul Gargano Progetto di tutela, valorizzazione e promozione culturale sugli Eremi della Valle di Stignano
www.lavalledeglieremi.it | [email protected] St.

IT - Nel Gargano occidentale è attestata la presenza di molti eremiti che per secoli hanno vissuto in piccoli o medi eremi, sia in strutture ipogee che in muratura. Questi eremiti che provenivano da diverse regioni italiane e straniere hanno realizzato i loro eremi nei pressi delle strade dei pellegrini diretti a Monte Sant’Angelo e oltre che svolgere la loro vita di preghiera e di ascesi solitari

a, facevano anche assistenza ai pellegrini in transito e contribuivano all’elevazione culturale, sociale e religiosa delle popolazioni locali. Gli eremi individuati nella zona compresa tra San Marco in Lamis , Sannicandro G.co, Aprincena e Rignano G.co sono oltre trentacinque. La più grande concetrazione di circa venti eremitaggi si ha nelle valli che vanno dal Convento francescano di Santa Maria di Stignano fino al sito di Castelpagano formando una Valle degli eremi. La maggior parte di questi sono stati abitati costruiti ed abiati a partire dal medioevo fino alla metà del XVIII sec.olo. Alcuni eremi sono realizzati direttamente in grotta, altri erano in muratura, mentre altri adottavano una struttura mista. Gran parte di questi sono ormai dei ruderi , mentre una decina ben tangibili conservano ancora chiari elementi architettonici e decorativi che dimostrano come questi eremiti avevano una importante presenza religiosa, culturale e sociale. Questi eremi essendo inseriti sulla via dei pellegrini alla grotta di San Michele Arcangelo al Gargano, essendo situati nelle vicinanze delle poste dei pastori transumanti e avendo ospitato nei secoli santi e dotti eremiti hanno una importante valenza storica e culturale per il Gargano. L’eremo di Sant’Agostino, essendo l’eremo principale, aveva la funzione di ‘caput’ e di riferimento sia per gli altri eremiti che per i contadini del posto, compresi i pastori abruzzesi che svernavano per la transumanza. Questo eremo, dopo alcuni crolli, conserva ancora quasi integralmente le sue originarie strutture architettoniche e nella chiesa a due navate sono presenti diversi pregevoli affreschi che le infiltrazioni di acqua stanno deteriorando in modo irreversibile. Alcuni di questi eremi sono citati in documenti importanti, altri conservano a incisioni rarissime e altri segni degni di nota. Il fenomeno dell'eremitismo garganico è stato ancora poco studiato e meriterebbe una maggior attenzione se pensiamo che parte della santità cristiana è passata per il Gargano: San Francesco, San Celestino V, Papi, Crociati e generazioni di Pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, hanno calpestato questa Valle degli Eremi per arrivare a Monte Sant'Angelo. EN - Has been certified in the western Gargano the presence of many hermits who have lived for centuries in small or medium hermitages, both in masonwork and hypogeous structures. These hermits who came from different Italian and foreign areas have made their hermitages nearby the pilgrims ways to Monte Sant'Angelo. In addition to their life of prayer and asceticism, they also took care of the passing pilgrims; so they contributed to the elevation of the cultural, social and religious identity of local populations. The hermitages found in the area between San Marco in Lamis, Sannicandro G.co, Apricena and Rignano G.co are more than thirty-five. The largest concentration, about twenty hermitages, is in the valleys from the Franciscan monastery of Santa Maria di Stignano to the site of Castelpagano forming the hermitages Valley. Almost all the hermitages were built and inhabited since the Middle Ages until the mid-eighteenth century. Most part of them are now ruins, but about ten of them are well-preserved and maintain clear architectural and decorative elements which show how these hermits had an important religious, cultural and social presence. These hermitages, being placed on the way of the pilgrims to the cave of St. Michael the Archangel in Gargano, being placed close to the baits of the transhumant shepherds and having hosted for centuries holy and erudite hermits, have a signif******nt historical and cultural importance for Gargano. Francis, St. Celestine V, St. Camillo De Lellis, St. Paul of the Cross, the Popes, Crusaders and generations of pilgrims from all over the world have walked this hermitages valley to reach Monte Sant'Angelo. Today, the new millennium pilgrims walk the same route to arrive in San Giovanni Rotondo and continue their pilgrimage visiting the ancient cave of Michael the Archangel. Saving these Hermitages means to safeguard the history of Gargano and the people of the area. FR - L’ouest du Gargano atteste la présence de nombreux ermites qui ont veçu, pendant beaucoup de siécles, dans de petits ou moyens ermitages, soit dans les structures souterraines soit de maçonnerie. Ces ermites, qui venaient de plusieurs régions italiennes et étrangeres, ont bâti leurs ermitages dans les routes de pèlerins qui allaient vers Monte Sant’Angelo. Ils ne s’acquittaient seulement de leur vie de prière et d’ascèse solitaire mais ils étaient aussi d’aide aux pèlerins de passage et contribuaient à la croissance culturelle, sociale et religieuse des populations locales. Plus de 35 ermitages ont étés identifiés entre le territoire délimité par San Marco in Lamis, Sannicandro G.co et Rignano G.co. La pluspart des ermitages, environ 20, se trouve dans la Vallée des Ermitages, la zone entre le Monastère franciscain de Santa Maria di Stignano et Castelpagano. De nombreux ermitages ont étés habités et édifiés à partir du Moyen Age jusqu’au milieu du XVIII siècle. Presque tous aujourd’hui sont de ruines, mais une dizaine de ces ermitages conservent clairement des éléments architectonique et décoratifs qui temoignent comme les ermites avaient une très importante presence religieuse, culturelle et sociale. Les anciennes structures sont de grande valeur historique et culturelle pour le Gargano parce qu’ils se trouvent sur la route des pèlerins vers la grotte de l’archange Saint Michel parce qu’ils se trouvent au près des relais des bergers et ont reçu pendant les siècles beaucoup des saints et ermites érudits. François, St. Célestin V, St. Paul de la Croix, Papes, Croisés et générations de pèlerins provenants de chaque partie du monde ont parcouru cette Vallé des Ermitages pour se rendre à Monte Sant’Angelo. Les pèlerins d’aujourd’hui retracent encore la même route pour s’arreter à San Giovanni Rotondo et continuer le pèlerinage pour visiter la grotte de l’archange Michel. Sauver ces ermitages signifie sauvegarder l’histoire du Gargano et des ses personnes.

27/03/2024

Al varco dell'ampia e incantevole valle che si schiude sul versante nordorientale della pianura del Tavoliere, sorge Santa Maria di Stignano, che da sempre a...

27/02/2024
31/01/2024

Alle pendici di uno dei monti che fiancheggiano la valle di Stignano, si può scorgere quella che un tempo fu il più importante degli eremi della zona, l’erem...

Escursione sulle orme di Gabriele Tardio agli eremi di Stignano
28/12/2023

Escursione sulle orme di Gabriele Tardio agli eremi di Stignano

08/04/2023
Ossario dell'abbazia di Monte Sacro
08/04/2023

Ossario dell'abbazia di Monte Sacro

06/04/2023

Convento di Santo Stefano Re di Ungheria, nella valle della Sperlonga. Secondo recenti pubblicazione, anche questa residenza monastica (utilizzata nei freddi inverni dai nostri monaci), appartenne all'Abbazia di Monte Sacro.

Le nostre condoglianze alla famiglia Colantuono
22/03/2023

Le nostre condoglianze alla famiglia Colantuono

Ci ha lasciato ieri, a 87 anni, Nicola Colantuono, uomo forte e mite che ha scritto la storia della transumanza.
La sua tenacia ha permesso di tramandare l'antica tradizione agropastorale, di cui si fregiano tra gli altri territori il Molise e la Puglia, alle nuove generazioni.
I figli Felice, Carmelina, Antonio, Franco e Nunzio, i nipoti Carmelino e Felice e gli altri mandriani della famiglia, hanno raccolto il testimone e portato la transumanza nel 'giardino' dell'Unesco, preservandone i valori originali, rendendola patrimonio universale del mondo e della vita
Questa foto l'abbiamo scattata alcuni anni fa, poche ore prima della partenza dalla masseria di San Marco in Lamis. Don Nicola guarda i bovini, li accarezza uno a uno con lo sguardo: sa che le mucche 'sentono' quel momento magico. E' quando i cancelli si aprono e parte il lungo cammino (180 km) per raggiungere i freschi pascoli della Montagnola di Frosolone in Molise.
Mastro casaro e pastore esperto, Nicola Colantuono realizzava anche i bastoni tipici della transumanza. Ma soprattutto era un grande, appassionato e silenzioso lavoratore.
Il Molise perde una eccellenza autentica,
I funerali di Nicola Colantuono si svolgeranno oggi alle 15 nella chiesa di Acquevive di Frosolone.
Un abbraccio forte a tutti i Colantuono.

21/03/2023

La primavera bussava sul vetro della piccola finestra del dormitorio, quel 21 marzo dell’Anno del Signore 547. Benedetto, però, non avrebbe aperto. Era finito il tempo di baciare il sole, finito il tempo di farsi accarezzare dalla brezza, finito il tempo di ammirare estasiato la bellezza del crea...

22/01/2023
04/01/2023

COGNOMI ITALIANI D'ORIGINE GRECA

Importanza straordinaria per la formazione dei cognomi meridionali specie in Calabria fu il contributo greco in seguito al lungo perdurare della lingua greca in queste terre.

In ordine alfabetico:

Alampi (risplendente), Amendolia (mandorlo), Amuso (grossolano, rozzo), Andidero (dono in contraccambio), Anghelone (messaggero), Arcudi (piccolo orso), Argurio (moneta d’argento), Attinà (pettinaio), Azzarà (pescatore);

Bambace (cotone), Barillà (bottaio), Buccafurri (bocca di forno);

Caccamo (grande caldaia dei pastori), Caliciuri (buon signore), Calogero (monaco), Calanna (buona Anna), Calù (buono), Camini (fornace), Cananzi (il prediletto), Cannatà (fabbricatore di vasi di creta), Cannavò (grigio), Cannistrà (fabbricatore di canestri), Cardìa (cuore), Caridi (noce), Cartellà (chi fa o vende ceste), Cartolaro (funzionario addetto all’ufficio del catasto), Catona (tenda), Catricalà (sorta di trappola per uccelli), Ceraso (ciliegia), Chiofalo (testardo), Chilà (uomo dalle grosse labbra), Chinigò (cacciatore), Chiriaco (del signore), Chiriatti (signor sarto), Chiricò (clericale), Cilea (ventre), Codispoti (signore di casa), Comerci (imposta, dogana), Comi (alto funzionario bizantino), Condò (corto), Crea (carne), Crisafi (oro), Crisafulli (oro), Criserà (chi fa o vende setacci), Crupi (tosato), Cundari (corto), Curatola (capo dei mandriani), Curìa (barbiere); Curmaci (tronco), Cutellà (chi fa cucchiai), Cuzzocrea (di carne mozza);

Dascola (maestro), Dattola (dito);

Facciolà (chi fa o vende fazzoletti da capo), Fagà (chi mangia molto), Falcomatà (calderaio), Fallà (bosco di sugheri), Fantò (visibile), Farace (incisione), Fascì (fascio), Filastò (amuleto), Filocalo (amante del bello), Floccari (chioccia), Foti (luce), Fotia (fuoco), Frega (pozzo), Furnari (fornaio);

Galatà (lattaio), Galipò (difficile); Gerace (sparviero);

Jerinò (gru);

Lacaria (albero di noce), Laganà (venditore di ortaggio), Lagano (cavolo), Lanatà (chi vende pelli di animali), Lardì (lardo), Lauria (piccoli cenobi), Leandro (santo), Liano (minuto, magro), Licari (lupo), Lico (lupo), Logoteta (amministratore), Lojero (vecchio);

Macrì (il lungo), Macellari (macellaio), Magaraci (grande ruscello), Malacrinò (bruno), Mallamace (oro), Mallamo (oro), Mammì (levatrice), Managò (monaco), Mandaglio (piccolo chiavistello), Manglaviti (ufficiale bizantino in funzione di guardia del corpo), Manti (indovino), Marafioti (luogo di finocchi), Megale (grande), Melìa (frassino), Melissari (apicultore), Messineo (di Messina), Mezzòtero (il maggiore), Miraglia (ammiraglio), Mirarchi (alto grado militare, generale), Monorchio (con un solo testicolo), Musicò (musicale);

Natoli (orientale), Nisticò (digiuno);

Ollìo (ghiro);

Pachì (grasso), Palamara (gomena), Pangallo (molto buono), Papalia (prete Elia), Papasidero (prete Isidoro), Pedace (bambino), Pedullà (farfalla), Pellicanò (picchio verde), Pennestrì (segatore), Piria (pettirosso), Piromalli (chi ha i capelli rossi), Piscopo (vescovo), Pitasi (cappello), Polifroni (di molti anni), Politanò (della città), Politi (cittadino), Praticò (attivo), Pristerà (luogo di colombi), Privitera (prete), Prochilo (manuale), Puja (vento di terra), Puterà (chi fabbrica bicchieri);

Rodano (rosso), Rodinò (rosso), Rodotà (pieno di rose), Romanò (romano), Romeo (di Roma), Rudi (melagrana);

Sbano (sbarbato), Scalì (gradino), Schimizzi (brutto), Schirò (duro), Scirtò (curvato), Scordo (aglio), Scutellà (chi fa scodelle), Sgro (dai capelli ricciuti), Sindona (lenzuolo), Sirti (tirabrace del forno), Sismo (terremoto), Sorgonà (fabbricante di grosse e alte ceste per tenervi il pane), Spanò (sbarbato), Spinà (cuneo), Straticò (capo militare);

Tambo (abbagliato), Trimarchi (capo di una squadra militare), Tripepi (degno di Dio), Tripodi (treppiede), Triveri (povero);

Villari (membro virile);

Zangari (calzolaio), Zema (brodo), Zerbi (mancino), Zimmaro (capretto), Z’inghinì (parente), Zuccalà (pentolaio).

Sono assai frequenti alcuni suffissi greci che esprimono provenienza da un luogo. Abbiamo così:

- anò: Romanò, Serranò.

- eo: Cotroneo (di Crotone), Messineo (di Messina), Romeo (di Roma).

- itano: Jeracitano (di Gerace), Locritano (di Locri), Militano (di Melito (RC) o di Mileto (CZ) (?), Reitano (di Reggio), Riggitano (di Reggio), Tarsitano (di Tarsia), Votano (di Bova).

- oti: Chiaravalloti (di Chiaravalle), Geracioti (di Gerace), Liparoti (di Lipari), Squillacioti (di Squillace), Seminaroti (di Seminara).

- iti: Bruzzaniti (di Bruzzano), Catanzariti (di Catanzaro), Mammoliti (di Mammola), Palermiti (di Palermo), Taverniti (di Taverna).

Mentre queste desinenze esprimono, come detto, provenienza da un luogo il suffisso - à (con accentuazione tronca, in greco as) indica il mestiere di un antenato:

Barillà (fabbricante di barili), Cutellà (che fa cucchiai), Laganà (venditore di ortaggi), Scutellà (chi fa scodelle), Zuccalà (pentolaio)

Di non chiara origine greca sono invece i cognomi con desinenza in ari:

Cuppari, Gurnari, Licari, Muccari, Scullari, Siclari (fabbricante di secchie), Sclapari. Sembrano appartenere ad una grecità originale, autoctona ed indipendente.

Da sette o otto secoli la formazione dei cognomi italiani sembra aver raggiunto uno stato definitivo.

[Fonte: Mimmo Codispoti]

Il Rohlfs, sulla base dei ricchi materiali dialettali che in lunghi anni di indagini era andato raccogliendo nell’estremo Sud d’Italia, ha sostenuto la loro discendenza diretta dalla colonizzazione operata dagli Elleni emigrati al tempo della Magna Grecia.

Fra le sue opere ricordiamo:

· "Scavi linguistici nella Magna Grecia" (1934);

· "Dizionario dialettale delle tre Calabrie" (1932-39);

· "Dizionario etimologico della Grecità Meridionale" (1930), ripubblicato nel 1964.

13/12/2022

Campione di viltà o di coraggio nel sottrarsi alle soggezioni politiche dell'epoca? Non sapremo mai cosa realmente spinse il monaco eremita di Isernia Pietro Angolerei al "gran rifiuto" (le prime dimissioni nella storia della Chiesa) del trono papale, il 13 dicembre del 1294, a...

13/12/2022

Il tramonto del sole in un anno.
Dodici foto, stesso posto, una ogni mese.
Il divenire del Sole lungo l'orizzonte da sinistra a destra, segna il passaggio dei giorni, dei mesi, delle stagioni, di un anno intero.
La torre del sito archeologico di Castelfiorentino, in agro di Torremaggiore, fa da mediano in questo "balletto solare".
"Cecedit sol mundi qui lucebat in gentibus".
È caduto il Sole dell' universo che riluceva in mezzo alle genti.
Proprio qui a Castelfiorentino il 13 dicembre 1250, moriva L'imperatore Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi.
Torremaggiore.

28/11/2022

Cartolina del: Santuario Santa Maria di Stignano / Presso San Marco in Lamis – Il Piazzale del convento inizio 1900.
Foto ottimizzata

02/11/2022

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