Una Guida Turistica a Roma

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Una Guida Turistica a Roma Il racconto di Roma, dei suoi segreti e dei suoi magnifici monumenti, da parte di una Guida Turistica
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05/11/2024

⁉️ SCEGLI IL TUO PREFERITO ⁉️

Vota la tua foto preferita, pensando a quale tra questi due momenti della giornata preferite per ammirare il Foro Romano. Quale ti piace di più? E perché?

In alto a destra abbiamo il Foro Romano visto da una terrazza sul Palatino, di giorno. Spiccano, in particolare, sulla sinistra la fila di colonne del Tempio di Antonino e Faustina e il tempio rotondo detto di Romolo. - Nei commenti metti un ❤ se ti piace

In basso a sinistra abbiamo il Foro Romano di notte, visto dall'antico Tabularium, accessibile dai Musei Capitolini, da cui spicca, in particolare, l'arco trionfale di Settimio Severo - Nei commenti metti un 💖 se ti piace

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📓   📖 Siamo nella Basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, laddove riposa in eterno quel geniaccio del Borromini,...
02/11/2024

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📖 Siamo nella Basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, laddove riposa in eterno quel geniaccio del Borromini, o laddove Giacomo della Porta, storico architetto cinquecentesco, diede prova di sé progettando tutte le cappelle della basilica. Una chiesa sicuramente interessante, sia dal punto di vista architettonico che storico (in quanto fu costruita per omaggiare la numerosa comunità dei fiorentini, che qui nel Cinquecento erano di casa). Capita, a volte, durante un tour di capitare qui. E, quando capita, non manco mai di fermarmi dinanzi ad una straordinaria opera d'arte.



Difatti, tra le recenti novità di San Giovanni dei Fiorentini troviamo questo gruppo scultoreo, il Battesimo di Cristo di Francesco Mochi. Un'opera d'arte che, sicuramente, molte peripezie ha attraversato se pensiamo come, dopo la realizzazione negli anni '30 del Seicento, ha cambiato luogo diverse volte. Scolpito proprio per la Basilica di San Giovanni dei Fiorentini, il Battesimo di Cristo fu spostato prima a Palazzo Falconieri a Via Giulia (stessa via della basilica, ma dall'altra parte), poi addirittura a Ponte Milvio per poi giungere a Palazzo Braschi, dove per anni fu posto nell'atrio. Giusto recentemente, e finalmente direi, il Mochi e la sua opera trovarono pace, ritornando al suo luogo d'origine. La motivazione di cotanto peregrinare? Pare che al committente l'opera del Mochi non piacque per niente. Si pensa che il gruppo scultoreo fosse stato osteggiato dai nemici artistici del Mochi, in particolare il Bernini e l'Algardi. Così, quando per abbellire Ponte Milvio, agli inizi dell'Ottocento, non ci si pensò due volte a dividere i due personaggi del Battesimo di Cristo, parcheggiato all'epoca a Palazzo Falconieri, per posizionarli all'inizio del Ponte Milvio. Solo successivamente il gruppo scultoreo fu riunito. Immaginate dunque che, anche a causa del primo gran rifiuto ricevuto, il gruppo scultoreo non ebbe più pace! Un vero peccato per il Mochi che, formatosi con uno studio prettamente accademico, prendendo a modello artisti come Giambologna, Michelangelo o Donatello, fu uno dei più grandi estimatori del Manierismo scultoreo. Vero è che, come tutti gli artisti, il Mochi non ebbe uno sviluppo lineare nel suo modo di fare arte, tanto che per un po' si avvicinò anche al dinamismo ed all'energia artistica proprio del Bernini. Ma, nonostante questo, proprio gli screzi con Bernini, che di certo un buon carattere non aveva, furono molto pesanti. Un giovane, Bernini, che stava già rivoluzionando il concetto di arte e scultura, portando una ventata di dinamismo senza precedenti nella storia dell'arte a lui recente.

📚 E per questa ragione, in ambito accademico e non solo, gli scontri tra i due divennero quasi proverbiali, arrivando ad essere anche una vera e propria competizione. Nonostante tutto però, anche il Mochi si farà valere nel mondo dell'arte sebbene, in un ambiente che si stava evolvendo proprio a causa delle idee ed invenzioni berniniane, gli screzi e disprezzi tra artisti gli provocarono non poche sfortune. Dopotutto sculture del Mochi li troviamo anche all'interno della Basilica di San Pietro, e questo qualcosa vorrà pur dire. Sicuramente questo gruppo scultoreo rende giustizia all'arte del Mochi. Guardate il San Giovanni Battista quando, in tutta la sua umanità e con grande attenzione, si accinge a battezzare il Cristo, il cui panno classicheggiante è l'unico elemento (oltre all'aspetto), che davvero lo differenzia dal santo. Una scena eccezionale raccontata con un realismo non banale, che merita di essere vista e rivista.

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😁 GIOCARE CON ROMAIn quale chiesa medievale, nella zona attorno al Circo Massimo, è visibile, dietro a un muro, resti di...
01/11/2024

😁 GIOCARE CON ROMA

In quale chiesa medievale, nella zona attorno al Circo Massimo, è visibile, dietro a un muro, resti di affreschi di epoca medievale? Un modo per capire quanto una chiesa antica, spesso a causa di rinnovi o restauri, possa nascondere veri e propri tesori...

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28/10/2024

⁉️ SCEGLI IL TUO PREFERITO ⁉️

Vota la tua foto preferita, pensando a quale tra questi due affreschi parietali, presenti in due sale di Galleria Borghese a Roma, vi ispira maggiormente. Quale ti piace di più? E perché?

In alto a destra abbiamo il grande affresco della volta di uno dei saloni principali di Villa Borghese, un grandioso affresco di Mariano Rossi, realizzato alla fine del Settecento, e narrante le gesta di Furio Camillo, celebre generale romano del IV secolo a.C. - Nei commenti metti un ❤ se ti piace

In basso a sinistra abbiamo la Caduta di Fetonte, affresco del Caccianiga di fine Settecento che abbellisce la Sala del David, dove è presente la celebre scultura del Bernini - Nei commenti metti un 💖 se ti piace

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📓   📖 Il Foro Romano è pieno zeppo di grandiosi monumenti che, con i loro rilievi in marmo, ci dipingono il mondo e il c...
25/10/2024

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📖 Il Foro Romano è pieno zeppo di grandiosi monumenti che, con i loro rilievi in marmo, ci dipingono il mondo e il contesto nei quali furono costruiti. Un esempio perfetto è l'arco trionfale di Settimio Severo il quale, però, non è l'unico del suo genere al Foro Romano. Durante un classico tour di Roma antica, in cui passo qualche tempo anche in questa straordinaria area archeologica, non evito mai di passare vicino all'arco di Tito, uno dei simboli del Foro Romano di Roma e dell'Impero Romano. Completato probabilmente attorno al 90 d.C., questo arco trionfale (il più piccolo dei tre rimasti ma anche il più antico), è dedicato al Divus Titus e, cioè, all'imperatore Tito divinizzato. Tito, figlio dell'imperatore Vespasiano, fu il secondo esponente della dinastia Flavia e, tra le sue imprese e gesta, sicuramente la più celebre è la presa di Gerusalemme e del suo antico tempio. Questa campagna militare fu il vero motivo per cui, dopo la sua morte, il Senato e soprattutto il suo fratello minore e neo imperatore, Domiziano, decisero di erigere questo monumento in suo onore. Un monumento ad un solo fornice che fu ampiamente restaurato agli inizi dell'Ottocento (ed infatti su di un lato vediamo il nome di papa Pio VII, colui che diede al via al suddetto restauro). Comunque sia: perché un arco trionfale all’imperatore Tito, che governò Roma per, praticamente, tre anni (dal 79 all’81 d.C.)? Siamo nel 70 d.C., e già da più di un paio d'anni ormai, i Romani erano impantanati nella campagna giudaica. Come spesso capitava, alcune provincie Romane usavano ribellarsi al potere centrale dell'Urbe. Fu per questa ragione che Nerone inviò una serie di legioni per contrastare l'ennesima minaccia proveniente dall'odierna Israele. Sarà proprio Tito però, dopo il suicidio di Nerone e dopo che il padre Vespasiano fu consacrato imperatore, a firmare un punto a favore di Roma riuscendo a penetrare le straordinarie mura difensive di Gerusalemme. Secondo le cronache e le fonti, scrivendo una breve descrizione, sappiamo che la città santa era circondata da tre imponenti cinte murarie che, con molta fatica e perdite, e colpo dopo colpo, caddero sotto la spinta decisiva di Tito. Secondo le cronache, però, la terza e più interna cinta fu distrutta con l'aiuto...degli assediati! Eh già, poiché per distruggere una delle enormi macchine d'assedio costruite dai Romani, i ribelli scavarono una galleria, giungendo proprio sotto la macchina e riempiendo il tunnel di pece e materiale infiammabile. Poi, diedero fuoco al tutto ed un fragorosa esplosione sconquassò tutto il campo di battaglia. I danni per i Romani furono numerosi, ma mai quanto quelli subiti da Gerusalemme stessa! L'esplosione, infatti, crepò inevitabilmente le mura difensive, facendole anche parzialmente crollare. In questo modo, per Tito fu più facile conquistare la città e saccheggiare (anche se pare lui non ne avesse l'intenzione) il Tempio di Gerusalemme, che risalirebbe addirittura a Salomone (nella sua prima versione almeno). Da ricordare, anche, che il colpo di grazia venne dato al muro attraverso le macchine d'assedio dei Romani, che assestarono così il colpo definitivo per espugnare le mura cittadine. Un tempo di cui oggi ci rimane memoria solo nel Muro del Pianto, oggetto di culto dagli ebrei di tutto il mondo. Questo bellissimo arco, restaurato nell'Ottocento ed oggetto di numerosi restauri nel corso dei secoli (nel Medioevo fu addirittura inglobato da mura e merlature, rinforzandolo e rendendolo parte di una fortezza), ci narra alcuni degli episodi chiave degli eventi post bellici. Come vedete in foto, ad esempio, si nota il trionfo di Tito, assiso sulla sua quadriga accompagnato da una Vittoria alata, da un uomo seminudo a simboleggiare il popolo e da uno togato a personificazione del Senato. Come dire che Roma stessa partecipò al trionfo dell'imperatore, un evento imperdibile per i romani per tutti i suoi significati politici e sociali (come potete leggere qui). Dall'altra parte, altri rilievi ci raccontano dell'enorme tesoro portato a Roma da Gerusalemme. Tesoro che constava, forse, anche della famosa Menorah, il candelabro a sette bracci di cui, dopo millenni, se ne è persa traccia (ma questa è un’altra storia).

📚 Come potete notare, dunque, l'arco trionfale di Tito non è semplicemente un monumento alla gloria imperitura di un imperatore che, come tutti gli altri, doveva per forza di cose legittimare il suo potere anche attraverso l'esercito e le imprese militari. Pur se il suo governo durò solamente tre anni, ancora oggi si ricorda dell'uomo che distrusse le impenetrabili difese di Gerusalemme. A distanza di duemila anni circa questo arco trionfale ci ricorda anche di come Roma sia una città in continua evoluzione. I rilievi in marmo del I secolo d.C. sono inglobati dalla nuova struttura ottocentesca. Se da un lato, poi, leggiamo il nome del divo Tito, dall'altro troviamo il nome di un pontefice. Due facce della stessa, preziosissima, medaglia. Le due facce della Città Eterna.

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