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20/12/2024

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Gingerbread, sugar cookies, and more—Christmas cookies are a global tradition. Ever wonder where it all began?
19/12/2024

Gingerbread, sugar cookies, and more—Christmas cookies are a global tradition. Ever wonder where it all began?

From the classic gingerbread biscuit to a sugar-dusted cutout, the cookie has long been a Christmas staple in countries around the world. But where did the tradition begin?

19/12/2024
Calling all Christmas lovers! Add these 20 must-visit cities to your holiday travel list.
18/12/2024

Calling all Christmas lovers! Add these 20 must-visit cities to your holiday travel list.

You'll want your Christmas travel plans to include at least one of these cities.

TSA now accepts online passports via Google Wallet! Travelers can use their phones as ID at checkpoints nationwide. Read...
17/12/2024

TSA now accepts online passports via Google Wallet! Travelers can use their phones as ID at checkpoints nationwide. Read this article for details!

Online passports have taken a step forward with the broad rollout of a Google Wallet application. Travelers now can upload a passport and just show their phones as ID at TSA checkpoints across the United States. Even Google cautions that the technology, which went into beta in September and rolled

🌟 Why Visit Matera? 🌟 Matera, a city carved in stone, is a treasure trove of history and charm waiting to be explored. F...
29/11/2024

🌟 Why Visit Matera? 🌟 Matera, a city carved in stone, is a treasure trove of history and charm waiting to be explored. From its ancient cave dwellings to the stunning architecture, Matera offers a unique glimpse into Italy's past. Immerse yourself in the UNESCO World Heritage Site and wander through the winding streets filled with hidden gems. Indulge in delectable cuisine, experience the warmth of the locals, and create unforgettable memories in this enchanting city. Matera beckons you to step back in time and discover a world unlike any other. ✨🇮🇹

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28/11/2024

Join us for an unforgettable journey with Walter Bartman's international workshops! Explore Matera and Puglia, Italy from April 1 to 10, 2025. Only 6 rooms left!

10/07/2024

I never get tried of visiting.

So much to see in Rome.
10/07/2024

So much to see in Rome.

🔘Bocca della Verità🔘
(The Mouth of Truth)
•Is a big mask made of marble with hollow holes for eyes and its gaping mouth.

•Now rests outside the doors of the Santa Maria in Cosmedin church,Rome, Italy.

•Dating back to around the 1st century AD and weighs about 1300 kg and probably depicts the face of the sea titan god Oceanus.

•According to the legend the mask bite the hands off of liars.

•The most famous legend tells about a woman considered guilty of adultery.

•She had to put her hand in the mouth, swearing to have never cheated on her husband and La Bocca della Verità didn't close its mouth.

•It has been used as a whimsical lie detector in a number of movies and video games, most famously in the 1953 romance, Roman Holiday.

❓No one actually know why it was made maybe it was just a sewer cover or a piece of fountain decoration.

The wine trail in Roman times. In Pompeii today they have brought back the wine of 79ad. You can taste it and buy it on ...
10/07/2024

The wine trail in Roman times. In Pompeii today they have brought back the wine of 79ad. You can taste it and buy it on your next visit.

IL VINO NELLA ROMA ANTICA
VINUM VITA EST, NEL VINO E’ LA VITA
Nei primi tempi, il vino proveniva dai vigneti situati presso le zone paludose e dai colli del Lazio. Le vigne erano basse fin quasi a terra, non avevano sostegni e producevano un vino scadente. Il vino fu usato nei riti con sacrifici: in tal caso, esso non doveva essere stato prodotto da acini pigiati da piedi recanti ferite, né da viti non potate, colpite da fulmini o nei cui pressi fosse avvenuta un’impiccagione. Tutto questo era sacrilego. Roma, nella coltivazione delle viti, subì l’influenza degli Etruschi e dei Greci. Gli Etruschi coltivavano la vite già prima dell’arrivo dei Greci e, grazie alla domesticazione delle viti selvatiche tramite supporti lignei, ottenevano vini di migliore qualità. Nel periodo della colonizzazione greca, tra i secoli VIII e VI a.C., si ebbe la diffusione del culto di Dioniso, dio protettore della viticoltura, che dagli Etruschi passò ai Romani con il nome di Bacco. Questi due popoli contribuirono a creare una diversificazione delle piante e dei vitigni, con ripercussioni che si avvertono ancora oggi: alcuni vitigni sono ritenuti i diretti discendenti di quelli dell’antica Roma. Plinio censì ottanta qualità di vino, di cui due terzi prodotte in Italia. Nella prima metà del II sec. a.C., scrisse Catone nel De Agricoltura, il vigneto è ormai la coltura più diffusa. La sua gestione non è più familiare, ma altamente professionale: i vigneti sono aziende agricole efficienti e ben strutturate, che dispongono mediamente di un territorio coltivabile di 200 ettari e di molti schiavi organizzati in maniera quasi militare, costretti a lavorare all’interno di un preciso e sistematico processo produttivo. Il vino si impose come la bevanda più importante sulle tavole di ogni cittadino romano. Ma non erano soltanto gli uomini a bere; il vino mischiato con l’acqua veniva fatto bere come corroborante perfino ad alcune bestie da soma, come buoi surriscaldati e cavalli magri. I metodi di conservazione del vino si differenziavano a seconda del clima. Nelle regioni alpine si usavano contenitori di legno rinforzati con cerchiature (secondo una tecnica di origine gallica), e d’inverno lo si proteggeva dal gelo accendendo dei fuochi. Nelle regioni più miti, era conservato in enormi vasi di terracotta (dolium, doglio) trattati con pece, lavati con acqua salata, cosparsi di cenere, fatti asciugare, profumati con la mirra e interrati. Un altro metodo per conservare il vino era quello dell’affumicatura, diffusamente praticato nella città di Marsiglia. Il vino arrivava a Roma a bordo di navi speciali (vinariae), contenuto in anfore dalla capacità di circa venti litri. Le anfore venivano tappate con sugheri e sigillate con pece, argilla e gesso; il contenuto e l’annata del vino venivano identificati mediante un’iscrizione sull’anfora o su un’etichetta (pittacium). Roma aveva un porto (portus vinarius) e un mercato (forum vinarium), dedicati allo scarico e alla vendita del vino. Nella Roma antica, ciò che soprattutto interessava del vino era l’effetto euforizzante e socializzante e le presunte virtù terapeutiche. I Romani non bevevano mai vino puro, e chi lo faceva era considerato un ubriacone; esso veniva allungato con l’acqua, consentendo di berne in grande quantità. Si ricavava il vino anche da fichi, datteri, carrube, pere, mele, corniole, mirto, nespole, sorbe, more secche, pinoli. Molto spesso veniva aromatizzato con le numerose spezie e altri prodotti disponibili sul mercato: mirra, nardo, calamo, cannella, cinnamomo, zafferano, palma, asaro, alloro, miele, datteri, pepe, chiodi di garofano, zenzero, ambra, resina, muschio, susina. Molto usato era anche il fi*****io, e lo fu anche con il passare dei secoli: in epoca moderna, verrà utilizzato per mascherare il sapore del vino andato a male. Da questa abitudine nasce la parola infinocchiare. Un tipo di vino molto bevuto era il mulsum, un vino dolcificato con il miele, ma talvolta anche con i fichi e i datteri. Secondo una leggenda, il primo a mescolare il miele al vino fu Aristeo in Tracia: il vino era quello di Maronea, che, secondo Omero, Ulisse offrì a Polifemo per farlo ubriacare. Si otteneva vino anche dall’uva passita, famoso era quello di Creta, e si usava anche consumare il vino sciogliendoci sopra la neve o filtrandolo in un soffice sacchetto di lino. Erano già conosciute le serre, alcune viti venivano infatti coltivate all’interno di costruzioni di vetro. Alla fine della Repubblica, i membri delle classi superiori ebbero la possibilità di gustare vini di differente provenienza e qualità e di poterne apprezzare le diverse peculiarità. Grande prestigio aveva il vino Cecubo, presto scomparso per colpa dei produttori, per le piccole dimensioni dei campi e per le espropriazioni fondiarie eseguite da Nerone, in vista della costruzione di un canale navigabile. L’imperatore Augusto preferì su tutti il vino di Sezze, prodotto all’inizio della pianura pontina a sud-ovest di Roma; mentre Marziale amava il vino spagnolo di Tarragona, da lui considerato inferiore solo ai vini campani. Un’idea per capire quali fossero i vini più pregiati dell’epoca ci viene da Cesare, che, in occasione del suo trionfo, ne offrì due greci, prodotti a Chio e L***o, e due italiani: il siciliano Mamertino e il campano Falerno. Il Falernum era prodotto nell’Ager Falernus, tra Caleno e Sinuessa in Campania, presso il Monte Massico. Questo è da considerare, probabilmente, il primo territorio che ha prodotto un vino a Denominazione di Origine Controllata (DOC): le anfore di Falernum, infatti, recavano scritto oltre alla data di produzione, anche il luogo di provenienza. Questo vino si distingueva dagli altri per la sua capacità di invecchiamento. Nel III sec. d.C., con la fine dell’espansione territoriale e del conseguente minor numero di prigionieri di guerra da asservire, a Roma cambia anche la produzione vinicola, che ritorna a forme meno ottimizzate; a questo si aggiunge la forte spinta moralizzatrice della tradizione cristiana, con l’affermazione di una visione più morigerata della vita e dei costumi; eppure fu paradossalmente proprio grazie alla Chiesa che la tecnologia vinicola e la viticoltura riuscirono a sopravvivere, essendo il vino elemento fondamentale per la celebrazione della messa.
Tratto dal libro Passioni e divertimenti nella Roma Antica
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro XIV, 23.
Columella, De re rustica, II, 3,2 e VI, 30,1.
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro XIV, 27.
Marziale Epigrammi, libro X, 36.
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro XIV, 8, 19.
Omero, Odissea, IX, 450-452, 461-462
Marziale, Epigrammi, libro V, 64.
Marziale, Epigrammi, libro I, 87; VIII, 45.
Marziale Epigrammi, libro VIII, 68.
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro XIV, 8.
Svetonio, Vita dei Cesari, 31, 5.
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro VIII, 43.
Marziale, Epigrammi, Xenia, 118.
Plinio il Vecchio, Naturalis historia, libro XIV, 17.
Immagine tratta dal sito quattrocalici.it

(Da: passioni e divertimenti nella Roma antica)

We'll be here in Trento in a few weeks. Can't wait!
13/05/2024

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Vi aspettiamo fino alle 18 alla fiera Valsugana sostenibile e consapevole 😍😍

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C'è anche il mitico .zerowasteshop ❤️❤️🥰

Dajeeee 🌱🌱🌱

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13/05/2024

Such a charming place. Just 35min from where we live. The castle after multi owners and close to 100 years has been fully restored.

22/04/2024

Our beaches in Cilento.

16/04/2024

Capri, it is a must at least once to see. The best way is by boat.

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05/04/2024

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05/04/2024

Many different shows nightly across the city. We had dinner and the show just with 80 guests. Every table was a good view. Cordoba, Spain 🇪🇸

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