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WWF Travel La natura come non l'avete mai vissuta Campi, Vacanze & Viaggi nella Natura consigliati da WWF. Solo su www.wwftravel.it

ANTARTIDE Terra incognita Australis⛴️Spedizione in nave da crociera nel continente ghiacciato più remoto della Terra: l’...
31/08/2024

ANTARTIDE Terra incognita Australis

⛴️Spedizione in nave da crociera nel continente ghiacciato più remoto della Terra: l’Antartide

🇦🇶 Il nostro Itinerario partirà da Ushuaia, “la fine del mondo”, la città più a sud dell’Argentina, nella più grande delle isole che compongono la Tierra del Fuego.

🌊Su una nave da spedizione, attraverseremo il suggestivo Canale di Beagle e le acque del Passaggio di Drake.

🚢Navi da spedizione: Le navi a nostra disposizione sono in grado di raggiungere i luoghi più inaccessibili.

🐋Uscite in gommone: Diversi gommoni a chiglia rigida garantiscono l’esplorazione di baie e insenature nella Pen*sola Antarctica, rappresentano il mezzo ideale per
l’osservazione della fauna selvatica (pinguini, cetacei, foche e l’avifauna più estrema del pianeta)

❄️Il mese di Novembre rappresenta una straordinaria opportunità per ammirare l’Antartide ancora nel suo manto di ghiaccio.

🐧Possiamo osservare i pinguini in corteggiamento, l’arrivo delle megattere e tante altre meraviglie della natura, nelle molte ore di luce a disposizione.

📅Partenza: 9 NOVEMBRE 2024 E 1 GENNAIO 2025

Report di viaggio     📸🇺🇸Il tramonto della costa californiana ci accoglie come un abbraccio sognante, tra pellicani in v...
30/08/2024

Report di viaggio 📸🇺🇸

Il tramonto della costa californiana ci accoglie come un abbraccio sognante, tra pellicani in volo sulle nostre teste e lontre di mare che giocano placide nella laguna poco lontana da Monterey.

La mattina dopo il mare si fa grosso, ma usciamo lo stesso.
E ne vale la pena: supportate dai leoni marini, le megattere cacciano a gruppi, ma due di loro – curiose e forse con la pancia piena – vengono a osservare noi sulla barca, guardandoci negli occhi a pochi metri di distanza.

È così che inizia il nostro viaggio negli USA 2024, per poi travolgerci rapidamente con la sua bulimia di panorami mozzafiato.

Un momento siamo con il naso all’insù tra pinnacoli di roccia vulcanica ad osservare i condor della California con il caldo che ci entra potente nelle vene, e dopo poche ore siamo alle pendici della Sierra Nevada, dove le foreste di sequoie giganti e altre conifere ci fanno sentire piccoli come non mai, sotto un cielo di stelle cadenti.

Ma non c’è tempo per fermarsi a sognare: attraversiamo il deserto del Mohave per giungere agli spettacolari canyon di Zion e Bryce, dove i colori sembrano tavolozze di un pittore quanto gli animali che ospitano, come le antilocapre.

E poi la cavalcata verso nord, nel grande ecosistema di Yellowstone, dove a darci il benvenuto sono mandrie di bisonti selvaggi e le albe nella bruma alla ricerca di orsi e lupi, che non si fanno attendere.

👉Dieci viaggi in uno, in cui l’emozione attanaglia e ogni istante sembra essere il più bello di sempre. ✨

Report di viaggio in   📸🇹🇿Siamo tornati ancora una volta carichi di emozioni e ricordi indelebili dai luoghi che più di ...
22/08/2024

Report di viaggio in 📸🇹🇿

Siamo tornati ancora una volta carichi di emozioni e ricordi indelebili dai luoghi che più di tutti meritano la definizione di santuari della natura.

I grandi “gatti” sono stati decisamente collaborativi, e anche i mega-erbivori hanno fatto la loro parte, compresi alcuni elefanti di taglia eccezionale.

Di notevole interesse anche l’incontro con la popolazione Maasai, in un contesto al di fuori del circuito turistico consuetudinario.✨

Quest’anno le grandi mandrie della celebre “grande migrazione del Serengeti”, a causa di un pattern di piogge insolito, si sono presentate in ritardo all’ appuntamento con il fiume Mara, e abbiamo trovato relativamente pochi gruppi di gnu e zebre in fase di attraversamento.

Abbiamo comunque incontrato le celebri moltitudini di ungulati ancora in movimento dal Serengeti centrale verso nord, e non è mancato dunque lo spettacolo di questo fenomeno unico.

Da ultimo, va detto, un gruppo eccezionale per coesione, flessibilità e spirito di condivisione.
Un viaggio da ricordare!‼️

Alla prossima avventura!

👉 Il prossimo viaggio in Tanzania - La grande migrazione è previsto il 26 Dicembre😉

21/08/2024
📍Le nostre avventure invernali ti aspettano! Vieni con noi, tra i contrasti di paesaggi selvaggi e la ricca biodiversità...
08/08/2024

📍Le nostre avventure invernali ti aspettano! Vieni con noi, tra i contrasti di paesaggi selvaggi e la ricca biodiversità, in compagnia dei nostri esperti biologi e naturalisti che trasformeranno ogni viaggio in un’esperienza memorabile e irripetibile!
Prepara la valigia!

🧳 Le partenze di Novembre-Febbraio 2024/2025:

• Antartide - 9 novembre
•Patagonia - 9 novembre
• Norvegia - 2 Dicembre
• India selvaggia - 26 dicembre
•Tanzania- 26 dicembre
•Spagna- 27 dicembre
•Colombia - 1 gennaio
•Galapagos - 12 febbraio
•Costarica - 14 febbraio
• Ladakh - 21 febbraio

📸Report di Viaggio in AlaskaAcqua e ghiaccio, oceano e poderosi vulcani attivi, distese di foresta boreale e tundra. Tra...
05/08/2024

📸Report di Viaggio in Alaska

Acqua e ghiaccio, oceano e poderosi vulcani attivi, distese di foresta boreale e tundra.

Tra questi paesaggi al limite del reale e del credibile, sotto il cielo rosa di mezzanotte abbiamo visto creature possenti e leggendarie:
- grizzlies
- ⁠alci e renne
- ⁠orche e megattere.
Solo per citarne alcune!
Tutti alla ricerca del prossimo pasto, del partner ideale, di un luogo sicuro.

Perché qui l’estate dura un battito di ciglia, chi perde tempo rischia la vita.

Alaxsxaq, il Grande Paese, ci ha accolto e noi ci siamo goduti i suoi orizzonti infiniti.

Tanzania: gruppo partito 2 giorni fa!Namibia: partenza domani!Zambia: 2 gruppi consecutivi, il primo in partenza dopodom...
01/08/2024

Tanzania: gruppo partito 2 giorni fa!
Namibia: partenza domani!
Zambia: 2 gruppi consecutivi, il primo in partenza dopodomani!

E poi Uganda, USA, Botswana, Borneo, Finlandia, Norvegia, Svalbard, Perù...

Un agosto bestiale, eccitazione al massimo!

INDIA!L'India naturalistica è un immenso inganno.Stai aspettando che compaia la tigre, lì, dietro quegli alberi nel fred...
31/07/2024

INDIA!

L'India naturalistica è un immenso inganno.

Stai aspettando che compaia la tigre, lì, dietro quegli alberi nel freddo dell'alba di Kanha? Ed ecco che compare un Dhole.
Ti hanno detto che a Kaziranga non si vedono tigri? Ed ecco che nell'erba alta del Brahmaputra appare come per magia l'animale più bello del pianeta.

Ogni alba, ogni tramonto, ogni cespuglio, albero e fiume in India è una grandiosa celebrazione della natura.
Compariranno tigri e leoni, cervi e gazzelle, elefanti e rinoceronti, api giganti e lontre, gruccioni e varani. Per non parlare di orsi, lupi, manguste e bovini grandi come carri armati. Ma come vorranno loro.

L'India ogni giorno ci sussurrerà consigli: non importa quanto aspetterai sulla jeep, non importa se avrai freddo o caldo. Dammi la tua pazienza e la tua meraviglia, e io disporrò con disinvoltura delle leggi naturali.
Dedicherò il tuo tempo a incontri con animali prodigiosi.

Il prossimo inverno, ancora una volta siamo pronti a condurvi nella terra di Kipling, l'India naturalistica che osa sfidare i grandi parchi africani come ricchezza e diversità di animali. Gruppi piccolissimi, guidati da un nostro biologo dall'Italia.

ISCRIZIONI APERTE!

Due spedizioni:
26 Dicembre 2024 - 6 Gennaio 2025
21 Febbraio 2025 - 9 Marzo 2025

Programma: https://wwftravel.it/viaggi/wildlife-watching/india-safari-natura-tigre/

Info e iscrizioni:
[email protected]
06 85376500

Foto dei bravissimi Ruggero Menzolini e Guglielmo Daddi, con noi in India.

COLOMBIA!!!Il primo 1 Gennaio 2025, mentre tutti staranno smaltendo la sbornia di Capodanno, preparatevi per un viaggio ...
30/07/2024

COLOMBIA!!!

Il primo 1 Gennaio 2025, mentre tutti staranno smaltendo la sbornia di Capodanno, preparatevi per un viaggio incredibile.

Ha le sembianze del Giardino di Eden, è un mondo primordiale, dove “tante voci sono a rivelare la natura che respira”.

La Colombia ha una eterogeneità di ecosistemi da far girare la testa, solo qui si può passare da un giorno all’altro da ecosistemi di brughiera andina di alta quota a foreste nebulari, da ambienti che ricordano le paludi del Pantanal a foreste pluviali ricchissime di specie.
Qui si può ancora respirare l’estasi che Humboldt provò più di due secoli fa.

Chingaza National Park,incastonato nella Cordigliera Orientale delle Ande colombiane,non è semplicemente uno spettacolare esempio di ecosistema a paramo – la brughiera andina di alta quota – ma è fondamentale per il corretto equilibrio idrico di tutto il macro-bacino dell’Orinoco. Qui andremo alla ricerca dell’Orso Andino, l’unico appartenente al genere Tremarctos, residuo di quel gruppo di orsi “dalla faccia corta” che vivevano in antichità dall’Alaska alla Patagonia.
Uno dei suoi “cugini” era il terrificante Orso dalla faccia corta (Arctodus simus), un mostro carnivoro vissuto nel Pleistocene pesante oltre 900 kg, che quando si alzava in piedi raggiungeva i tre metri e mezzo di altezza.

Ma attenzione: Chingaza National Park non è solo l’Orso andino e incredibili panorami: ci sono anche altri mammiferi importantissimi, come il Mazama rosso minore, un piccolo cervo di endemico delle Ande, o il Coati di montagna occidentale, un procionide delle foreste andine della Colombia, dell’Ecuador e del Perù di cui si sa ancora pochissimo.

Poi ci sarà Montezuma Rainforest, una riserva che tutela una importantissima fascia vergine di foresta tropicale e nebulare.
Qui veramente la biodiversità di uccelli, farfalle, orchidee lascia sgomenti, tanto è dirompente. E poi, con molta fortuna, potremmo vedere la Donnola della Colombia, il più raro carnivoro neotropicale.

Visiteremo la valle del fiume Otún, che preserva un tratto importante di foresta nebulare, ed è il posto migliore al mondo per l‘osservazione del Tapiro di montagna. Il suo nome scientifico – Tapirus pinchaque – viene dalla lingua degli indigeni della regione Cauca in Colombia.
Spettro, fantasma: ecco cosa significa pinchaque. Ad oggi, sappiamo ancora veramente poco su questa specie. Dedicheremo diverse escursioni all’alba e al tramonto per lui, nella Valle di Otún.

E poi Hato la Aurora, nella regione del Llanos, una riserva privata istituita nel 2008 in un ecosistema a pianura e savana pre amazzonica affine al Pantanal. Un ranch privato immerso in questo straordinario ecosistema, in mezzo a capibara, cigone Jabiru, martin pescatori, caimani, persino puma! E naturalmente…giaguari.

Poi si finisce in bellezza. Non si può capire, se non trovandosi davanti a questo spettacolo, cosa siano le pitture rupestri di Cerro Azul.
La “La Ca****la Sistina” dell’era glaciale.
Immaginate migliaia di pitture rupestri, dipinte con pigmenti minerali rossi lungo oltre 12 km di pareti orizzontali di roccia, anfratti, persino lungo le pareti curve dei Tepui, le incredibili formazioni montuose dell’Amazzonia.
Qui è raffiugrato qualcosa di incredibile: scene dei primi abitanti dell’Amazzonia, tra i 12.600 e i 11.800 anni fa, quando ancora vivevano con animali estinti quasi mitologici: bradipi giganti, mastodonti, i litopterni con le loro strane proboscidi…
Ci sono motivi antropomorfi e zoomorfi, schemi geometrici, scene di uomini e donne in rituali e in caccia, nella foresta e nella savana.
Cervi, tapiri, tartarughe, pipistrelli, primati…come se tutta la storia del tardo Pleistocene fosse rappresentata su queste pareti di roccia.
È incredibile, lascia davvero a bocca aperta.

Tutto questo, il prossimo Gennaio.
Il gruppo sarà piccolo, sarete guidati da un nostro biologo dall'Italia.

ISCRIZIONI APERTE!

Date: 1-15 Gennaio 2025
Programma: https://wwftravel.it/viaggi/wildlife-watching/colombia-natura-foreste-andine/
Info e Iscrizioni: [email protected], 0685376500

30/07/2024
PATAGONIANon c’è più nascondiglio, un sentiero poco battuto, un'isola che solo noi sappiamo. In qualunque posto, il mare...
26/07/2024

PATAGONIA

Non c’è più nascondiglio, un sentiero poco battuto, un'isola che solo noi sappiamo. In qualunque posto, il mare non disidrata più i pensieri, le montagne non vegliano più sui sogni turbati di notti in tenda.
Come se la libertà, la necessità, di perdersi nel viaggio fosse evaporata, e con lei tutti i bisbigli dei luoghi.

Oppure no.

La Patagonia, forse, custodisce ancora gelosamente quello che altrove si è atrofizzato. Lo si percepisce dal senso fisico dell' "Estremadura" che ancora emana, l'ultima frontiera meridionale prima del nulla antartico, un cono di terre emerse e di oceani imperscrutabili che sembra ricordarci la nostra condizione ancestrale nomadica, l'irrequietezza dei piedi e dello sguardo, l'accesso allo spazio attraverso il corpo e il cuore.

Il prossimo Novembre, vi invitiamo a ve**re con noi in Patagonia.

Ci saranno paesaggi scolpiti nella pietra che sfidano il cielo, mari che limano incessantemente le coste, lune giganti, profumi alieni.
Ci saranno animali che amano muoversi nella sottile e tortuosa linea che separa realtà dal mito: il Puma, il Condor delle Ande, la Balena Franca australe, il Pinguino reale...

Una formidabile galleria di animali che ci scaraventerà di nuovo nello stupore della nostra condizione ancestrale, quando ancora si leggeva il terreno e le tracce, si alzava lo sguardo alle stelle.
Quando ancora non si stava di vedetta a pattugliare il proprio campo coltivato, ma ci si avventurava nella condizione necessaria del viaggio.

Sarà un gruppo piccolo e discreto, per muoversi leggeri e silenziosi tra il Cile e l'Argentina. Sarete guidati da un nostro biologo dall'Italia.

Abbiamo gli ultimi posti disponibili, chi volesse unirsi a noi è il benvenuto.

Date: 9-21 Novembre 2024

Programma: https://wwftravel.it/viaggi/wildlife-watching/patagonia-cile-argentina/

Iscrizioni:
[email protected]
0685376500 (Whatsapp: 0685376501)

Foto vostre, scattate con noi in Patagonia.

📸Report di Viaggio - CINA TIBETANA E SICHUAN Eccoci al rientro da un viaggio indimenticabile, alla scoperta della fauna ...
26/07/2024

📸Report di Viaggio - CINA TIBETANA E SICHUAN

Eccoci al rientro da un viaggio indimenticabile, alla scoperta della fauna del tetto del mondo, Sichuan e altopiano tibetano.
Siamo tra i 1500 e quasi 5000 metri, là dove nascono i grandi fiumi Yangtze, Mekong e il Fiume Giallo.

Per molti aspetti il viaggio dei record: un numero assurdo di specie osservate (tra le quali numerosi target “top”), avvistamenti di animali molto rari o poco conosciuti, ma anche un’overdose di spazi sconfinati e incontri con personaggi straordinari (tra cui la guida che accompagnò G. Schaller) in un percorso durante il quale non abbiamo incrociato un singolo occidentale per due settimane.

Per recuperare le immagini e redigere un report completo ci vorrà tempo, per cui per ora dovremo accontentarci di qualche anteprima.
Di seguito l’elenco dei mammiferi osservati, con qualche annotazione (anche per quanto riguarda l’avifauna ci sono stati moltissimi incontri eccellenti, ma ne parleremo in seguito).

Nelle foto (by Roberto Romanelli e Armando Nappi) vediamo: Muntjak di Reeves, Cervo dal ciuffo, Ghoral cinese, Panda rosso , Lupo tibetano in muta , Macaco tibetano, Cervo sica, Gazzella tibetana, Codirosso di dauria.

Ma la check-list è ancora lunga!

Prossima partenza: GIUGNO 2025

L' ORIGINE DEI PRIMATIIn partenza per un’estate in giro per i parchi più incredibili del pianeta, dove i primati avranno...
23/07/2024

L' ORIGINE DEI PRIMATI

In partenza per un’estate in giro per i parchi più incredibili del pianeta, dove i primati avranno un ruolo primario. Gorilla di montagna, Babbuini neri, Cercopiteci, Orangutan del Borneo, Scimmie Urlatrici, Saki, Scimmie cappuccino…la meraviglia sarà ovunque.

Ma dove si sono originati i primati? Chi erano?
No, non in Africa. E non assomigliavano per nulla a quello che state immaginando.

“THE EARLIEST PRIMATES”: questo è il titolo del leggendario articolo scientifico pubblicato su Science nel 1965 che per primo ha fatto luce sulla questione.

Tutto inizia con la scoperta di alcuni piccolissimi denti fossili, a Purgatory Hill, Montana. Vecchi -risalenti al primo Paleocene ancora sotto shock dall’asteroide che ha cambiato il corso del nostro pianeta - e bizzarri: non hanno cuspidi alte e taglienti adatte a smembrare insetti come quelle delle maggior parte dei mammiferi del tempo, ma cuspidi più arrotondate e dolci, più adatte a gestire cibi più morbidi, come frutti.
Viene fuori che appartengono a qualcosa di nuovo, che avrebbe cambiato il mondo: Purgatorius -questo il nome che viene attribuito - è il precursore di tutti i primati, noi compresi.

Purgatorius appartiene ai Plesiadapiformi, un gruppo parafiletico di proto-primati in apparenza simili a degli scoiattoli, o degli opossum, lunghi circa 15 cm, altri del peso anche di 5 kg (Plesiadapis).
Tutto avviene nel mondo caotico post-asteroide, appena 100.000 anni dopo la scomparsa dei dinosauri. Oppure no: le due specie più antiche che conosciamo fino ad ora sono Purgatorius janisae e Purgatorius mckeever, ma tutto fa pensare che la linea dei Plesiadapiformi affondi le sue radici nel Cretaceo. Forse, i progenitori più antichi dei primati, hanno convissuto con i dinosauri.

Fatto sta che nel Paleocene trovano subito rifugio sugli alberi, evolvono dita lunghe e articolazioni incredibilmente mobili, che permettono un’enorme variabilità di movimenti: le caviglie, le spalle, il bacino sono quelli di un contorsionista, e rendono gli arti capaci di scorrere e ruotare in modo fino ad allora impensabile.

Avranno successo: nel mondo caldo del Paleocene, con oltre 150 specie divise in 11 famiglie finora conosciute, conquistano il Nord America e l’Eurasia, si spingono anche nell'isola più a nord dell’Artico canadese, a Ellesmere Island. Vegetariani e frugivori, mantengono un cervello piccolo, una vista limitata, con gli occhi ancora posizionati lateralmente. Avere grandi cervelli e una buona visione binoculare non sono necessari per vivere sugli alberi.

Nel picco di caldo tra Paleocene ed Eocene (PETM), si evolvono ancora. Diventano ancora più arboricoli, capaci di saltare tra un ramo e l’altro, trasformano gli artigli in unghie piatte, evolvono un pollice opponibile e falangi più lunghe, l’osso della caviglia diventa più stabile per sopportare bruschi salti e atterraggi tra i rami. Il cervello comincia a ingrandirsi, la neocorteccia diventa grande per integrare stimoli sensoriali visivi più complessi, dati dalla visione binoculare, a discapito di quelli olfattivi. Occhi più grandi e frontali, cervelli più grandi, naso schiacciato: ecco la faccia piatta dei primati.

Con questi nuovi adattamenti, nell’Eocene i primati velocemente si diversificano e si diffondono in Arabia, Africa, Sud America. Per raggiungere il Madagascar, come per il Sud America, si avventurano in pericolose traversate oceaniche. Si isolano qui quelli che diventeranno i lemuri, che se oggi sono circa un centinaio di specie, fino a poche centinaia di anni fa erano molti di più, con specie alte come un uomo (Megaladapis - Lemure koala), capaci di appendersi a testa in giù come un bradipo (i lemuri bradipo), o grandi come un gorilla (Archaeoindris).

Il calo di temperature globali nell’Oligocene porta all’estinzione dei primati in Nordamerica, e alla decimazione in Europa, mentre le sacche tropicali in Asia funzionano da refugia. L’Africa, diventa l’epicentro della successiva evoluzione dei primati, che nell’ancora più freddo Pliocene vedrà gli ominidi fare una scelta: rimanere nelle poche foreste, o avventurarsi nei grandi spazi aperti.

Occorre però una cosa fondamentale: imparare a camminare eretti. Il resto porta a noi.

Foto scattate da voi, in giro per il mondo con noi.

PANDA GIGANTEHa mascelle potenti, e denti che possono tranquillamente lacerare la carne.Ha la papille linguali la cui di...
21/07/2024

PANDA GIGANTE
Ha mascelle potenti, e denti che possono tranquillamente lacerare la carne.
Ha la papille linguali la cui distribuzione, struttura e morfologia sono quelle di un carnivoro.
Il suo sistema digestivo è corto, come quello di un carnivoro.
Non c'è alcun apparente adattamento interno gastrointestinale per una dieta erbivora: il microbiota intestinale non è da erbivoro, in 6-8 ore il cibo è già passato lungo tutto il tratto gastrointestinale.

Eppure, incredibilmente, il Panda gigante è l'unico Ursidae completamente (99%) erbivoro. Il bambù, la sua monotona dieta.

Come è possibile? Come ha fatto il Panda gigante a passare da essere carnivoro a erbivoro, senza alcun apparente adattamento?

Il meccanismo principale riconosciuto dai biologi nella capacità del panda gigante di utilizzare il bambù come fonte primaria di cibo è l'enorme quantità complessiva di bambù consumata ogni giorno: in cattività, il panda gigante può mangiare fino a 14 kg di bambù al giorno, trascorrendo il 19-28% del tempo alimentandosi.
Per aumentare l'efficienza di foraggiamento il Panda gigante fa anche molta selezione: non tutti i bambù vanno bene. Per esempio i Panda che vivono nelle montagne del Quinling fanno delle migrazioni altitudinali stagionali: in inverno, a circa 1600m di quota, si nutrono principalmente di Bashania fargesii, in estate si spostano fino a 2600 m di quota, cambiando specie di bambù (Fargesia qinlingensis).

Ma, per essere un erbivoro in un corpo da carnivoro occorre altro.
Tra tanti passaggi evolutivi, due sembrano essere di primaria importanza.

Il primo coinvolge un gene, il Tas1r1 per l'esattezza.

Comunemente presente in tutti i carnivori, nel Panda gigante, circa 4,2 milioni di anni fa, questo gene subisce una mutazione e viene inattivato. Il suo scopo sarebbe quello di codificare per la proteina responsabile del recettore per il gusto Umami.
Viene inattivato? E allora viene ridotta l'attrazione del Panda gigante per la carne.
La tempistica coincide con questa ipotesi: sappiamo infatti da tracce fossili che il cambio di dieta del Panda gigante è avvenuto tra i 7 e i 2 milioni di anni fa, probabilmente associato con l'esplosione del bambù negli ecosistemi del Panda. Potrebbe anche essere successo che il Panda abbia "perso" il gene Tas1r1 prima del cambio della aua dieta, magari a causa di una deriva genetica in una piccola popolazione, anche se è improbabile: il Panda gigante ha infatti una diversità nucleotidica doppia rispetto a quella umana, senza alcuna apparente impennata nel tasso di perdita genetica rispetto ad altri mammiferi.

Il secondo coinvolge denti e ossa, quelle dell'articolazione temporomandibolare, per l'esattezza.

La giunzione temporo-mandibolare svolge un ruolo cruciale nei movimenti della mandibola e nella masticazione. Negli orsi carnivori od onnivori, come l'Orso polare e quello bruno, l'anatomia delle teste dei condili della mandibola è adattata per favorire movimenti rotatori, nel Panda gigante invece anche per un movimento laterale. In pratica, il Panda gigante sopperisce alla mancanza di adattamenti specifici per una dieta da erbivoro con un'opera delicata di masticazione: la mandibola riesce a fare un movimento laterale, consentendo ai premolari di sfregare tra loro e "spellare" il bambù, rimuovendo la parte esterna del bambù ricca di fitoliti silicei (e magari ridurre l'apporto di composti a base di cianuro).
Durante il movimento laterale della mandibola, il terzo incisivo superiore e il canino inferiore scivolano l'uno contro l'altro e guidano il movimento della mascella.

Ecco come un carnivoro simula di essere un erbivoro.

Torniamo in Cina il prossimo Giugno, potete già iscrivervi
https://wwftravel.it/viaggi/wildlife-watching/cina-sichuan-tibet-qinghai/

Foto di Annamaria Furlanis, in Cina con noi pochi giorni fa (foto in Centro di Captive Breeding)

Report di viaggio alle Isole Pontine:Abbiamo esplorato le Isole Pontine con un percorso che ha incluso Ventotene, Ponza,...
17/07/2024

Report di viaggio alle Isole Pontine:

Abbiamo esplorato le Isole Pontine con un percorso che ha incluso Ventotene, Ponza, Palmarola e ritorno a Ventotene, partendo da Gaeta. ⛵️

Durante il viaggio, abbiamo avvistato un gruppo di stenelle nei pressi di Ventotene e più di 30 tartarughe Caretta caretta, di cui 26 solo il primo giorno.

Abbiamo visitato i porti di Ponza e Ventotene, entrambe molto affascinanti. Un’intera giornata è stata dedicata all’esplorazione delle calette, tra bagni, tuffi, SUP e snorkeling. 🏝️🤿

Infine, ci siamo goduti delle splendide veleggiate quando il vento lo permetteva. 🌬️

Ci sono luoghi oggi che echeggiano ancora della solitudine dei primordi, dove le vicende divine si svolgevano su una sce...
12/07/2024

Ci sono luoghi oggi che echeggiano ancora della solitudine dei primordi, dove le vicende divine si svolgevano su una scena disabitata.
In questi luoghi, accade ancora che la natura schiacci ogni pretesa umana di comprensione.

Domani, partiamo per l’ultimo di questi luoghi rimasti. ALASKA!

10/07/2024
L’ANIMALE CHE SFIDA IL VENTOIn 1 secondo riesce a coprire la distanza pari alla lunghezza della piscina comunale che ave...
08/07/2024

L’ANIMALE CHE SFIDA IL VENTO

In 1 secondo riesce a coprire la distanza pari alla lunghezza della piscina comunale che avete vicino a casa. Anche di più.
Se un cavallo da corsa, o un levriero, vi sembrano veloci, ripensateci: un ghepardo riesce ad arrivare a 29 m/s, contro i 19m/s di un cavallo da corsa, o 18 m/s del levriero. Non parliamo poi dell’essere umano: Usain Bolt si fermava a 12 m/s nel massimo della sua azione.

Per raggiungere queste incredibili performance, l’evoluzione ha dotato il ghepardo di un’architettura del corpo straordinaria: le zampe sono allungate, il cranio sottile e aerodinamico, le ghiandole surrenali, il fegato e il cuore ingrossati, gli artigli semi-retrattili che aderiscono alla terra sono tacchetti da calcio indispensabili per inseguire le prede a più di 100 km orari. I muscoli locomotori (degli arti e della schiena) rappresentano oltre il 45% della massa corporea.

Per raggiungere velocità estreme è fondamentale aumentare la frequenza delle falcate. Questo si ottiene principalmente facendo oscillare rapidamente l'arto e riducendo così il tempo di oscillazione. Il ghepardo ha i muscoli che contengono un’alta proporzione di fibre “Fast Twitch”, che rispondono a stimoli nervosi ad alta frequenza. I muscoli Grandi Dentati sono a fibre lunghe, in modo da favorire la traslazione della scapola lungo la gabbia toracica, con conseguente aumento della lunghezza effettiva dell'arto del ghepardo. Ciò consente al ghepardo di compiere falcate più lunghe e di avere una maggiore lunghezza di contatto per una determinata velocità, aumentando potenzialmente la velocità massima.

Il muscolo brachioradiale, presente nei felidi ma spesso assente nei canidi, serve per supinare la zampa, cruciale per poi sbilanciare la preda in corsa.
Le incredibili accelerazioni e decelerazioni che il ghepardo attua, sono fondamentali nella caccia: i valori di accelerazione in una singola falcata (3 m/s) e decelerazione (4 m/s) sono quasi doppi rispetto a quelli nei cavalli da polo, e superano le accelerazioni riportate per i levrieri all'inizio di una corsa.

Per sopportare queste enormi performance, l'orecchio interno, situato nell'osso petroso alla base della regione occipitale, svolge un ruolo primario: rileva i movimenti della testa (accelerazioni e decelerazioni in direzione lineare e rotazionale - beccheggio, imbardata e rollio), guida direttamente gli occhi e i muscoli del collo per mantenere la postura e stabilizzare l'equilibrio e lo sguardo. Ecco perchè il volume del sistema vestibolare rispetto al volume complessivo del labirinto osseo è così elevato nel ghepardo, rispetto a tutti gli altri felidi.
Persino il suo antenato europeo, il Ghepardo gigante Acinonyx pardinensis, estinto circa 126.000 anni fa e di cui abbiamo trovato un frammento dei cranio a inizio 900 sul Monte Argentario, seppure fosse già evolutosi per una corsa veloce fin dall'inizio del Pleistocene, aveva un sistema vestibolare più piccolo e primitivo, riconducibile a quello di Proailurus lemanensis, il più antico progenitore di tutti i felidi. Questo dimostra che l'orecchio interno unico e altamente specializzato dell’attuale ghepardo si è probabilmente evoluto in tempi molto recenti, forse più tardi del Pleistocene medio.

Il ghepardo attuale ha una variabilità genetica drammaticamente bassa, frutto di due eventi di bottleneck che l’hanno investito più di 100.000 anni fa, durante le migrazioni fuori dalle Americhe, e circa 12000 anni fa, in Africa, coincidente con le grandi estinzioni pleistoceniche. Il tasso di omozigosità è del 95%, rispetto ad esempio al 78 % dei Gorilla di montagna, o del 24% del gatto domestico. Un ghepardo può accettare trapianti di pelle da potenzialmente qualsiasi altro ghepardo, la bassissima eterozigosità è correlata ad un’elevata mortalità infantile, anomalie nello sviluppo spermatico, esposizione a malattie…

Ma vederlo sfrecciare, nell’erba, riporta tutto alla magia di un animale che ha osato sfidare il vento.

Foto vostra (Fossati), in Tanzania con noi.

Come è andata?-Qualcosa si è visto...Un "qualcosa si traduce poco dopo in "un bel po' di cose divertenti".Tra cui 2 spec...
07/07/2024

Come è andata?
-Qualcosa si è visto...

Un "qualcosa si traduce poco dopo in "un bel po' di cose divertenti".

Tra cui 2 specie di macachi, truppe di scoiattoli e pika, tanti cervidi..
E poi arrivano le bombe pesanti:

volpi tibetane, lupi tibetani, civette delle palme mascherate, orsi neri asiatici, gatti di montagna cinesi, gatti di Pallas, LEOPARDI DELLE NEVI, LINCI EURASIATICHE, panda rossi, gazzelle a antilopi tibetane, yak selvatici, takin e ghoral...

eccetera, eccetera.

Il nostro gruppo sta tornando dalla CINA ora.
Prepariamoci a un report incredibile.

IL GHIGNO DELLA ZEBRAA volte, un intero ecosistema può essere “inventato”.É il caso delle praterie. Nel passaggio tra Eo...
05/07/2024

IL GHIGNO DELLA ZEBRA

A volte, un intero ecosistema può essere “inventato”.
É il caso delle praterie.

Nel passaggio tra Eocene e Oligocene, circa 34 milioni di anni fa, succede qualcosa di drammatico: il pianeta, in lento raffreddamento, dice definitivamente addio a condizioni ambientali decisamente calde e umide e muta pelle passando da un caldo giorno di Luglio a uno di Marzo. Per poi precipitare, più avanti, a una mattina di Gennaio.
Questo incredibile sconvolgimento climatico, il più drammatico che il pianeta subisce dall’impatto dell’asteroide che spazza via i dinosauri, crea nuove opportunità, come l’affermarsi delle pianure.

Per 4.4 miliardi di anni la Terra non conosce la parola “erba”, ma è solo nel tardo Cretaceo che le prime erbe fanno timidamente la loro comparsa. Nulla di che, i film mentono: non esisteva nessuna prateria dove si muovevano enormi dinosauri. Anche nel Paleocene, quando i mammiferi cominciano a diversificarsi in maniera grandiosa in ecosistemi forestali dominati dalle Angiosperme, le erbe mantengono un basso profilo. Per vedere la loro incredibile avanzata, occorre aspettare che l’Antartide si stacchi dall’Australia e dal Sudamerica, diventando un enorme freezer che traumatizza l’intero pianeta. Quando? 34 milioni di anni fa.

Le temperature planetarie cominciano a precipitare, gli ecosistemi a foresta si aprono, incominciando a lasciare spazio alle praterie, dove le erbe crescono rapidamente tollerando le nuove e impegnative condizioni ambientali. Nel Miocene, circa 23 milioni di anni fa, le praterie sono ubiquitarie, creano incredibili opportunità trofiche per diversi mammiferi erbivori, un enorme supermercato sempre aperto.

Occorre solo superare un paio di problemi, però.

Quando un erbivoro abbassa la testa per mangiare, succedono due cose infatti : la prima, è che le erbe presentano delle deposizioni di silice nelle loro cellule, che servono ad aumentare la rigidità dei fusti e delle foglie. Sono i fitoliti. La seconda è che le erbe trasportano anche un carico abrasivo esogeno sotto forma di polvere o graniglia trasportata dal vento o dall'acqua, influenzato dall'ambiente e dall'altezza della pianta.

Entrambi i fattori portano ad una sfida notevole: mangiare erba può essere molto pericoloso, e consumare i denti in maniera irreparabile. Un bufalo africano può consumare tra i 10 e i 28 kg di polvere e graniglia e tra i 300 e i 400 kg di silice endogena all'anno, a seconda del tipo di suolo. Una pecora, che arriva più vicina al suolo di una mucca, ingerisce per ogni morso il 33% di polvere. Un erbivoro, può arrivare a perdere 3mm di smalto all’anno.
Se noi ci nutrissimo solo di erbe, perderemmo i denti in 3 anni.

Ecco allora che compare, in più linee evolutive, la soluzione: l’ipsodontia.

Semplicemente si evolvono denti lunghissimi, molari e a volte premolari, così lunghi che gran parte del dente rimane nascosto all’interno delle gengive e delle mascelle, venendo fuori gradualmente durante la vita dell’animale.

L’ipsodontia si evolve prima in animali piccoli -roditori e lagomorfi - poi, gli artiodattili, mentre gli equidi sono più lenti, e mantengono per nell’Oligocene ancora i denti corti dei loro predecessori dell’Eocene. É solo 23 milioni di anni fa, che finalmente anche gli equidi evolvono l’ipsodontia, oltre che le creste di smalto per tritare meglio le erbe. Solo allora, diventano tra i brucatori più efficienti del pianeta.
Negli equidi, oltre che lenta, l’evoluzione dell’ipsodontia è parziale, non investe tutte le linee filogenetiche, anzi, molti equidi del Miocene continuano a nutrirsi di foglie.
In Sudamerica si sviluppa negli strani “ungulati di Darwin”, in risposta non ad ecosistemi a prateria ma alla cenere ubiquitaria prodotta dalle Ande in formazione e depositata ovunque sulle foglie. Si evolve in Eurasia, in Africa, in Nord America. Solo l’Australia sembra immune, dato che l’ecosistema predominante rimane quello a foresta fino a 5 milioni di anni fa, quando allora anche qui fanno la comparsa le praterie e l’ipsodontia.

L’”invenzione” delle praterie libera traiettorie evolutive incredibili: non più legati alle foreste, roditori e lagomorfi evolvono nuovi modi di locomozione -come il salto- iniziano a fare le tane sottoterra, protetti dall’erba. Gli equidi diventano i campioni della velocità, predatori tra i più incredibili si evolvono a loro volta, come canidi, felidi, iene, o mostri estinti come anficionidi e Daedon, un artiodattilo entelodonte alto 2 metri al garrese e pesante oltre 450 kg, con il corpo tra una iena e un cinghiale, con denti da predatore e zoccoli da corridore.

Le praterie hanno cambiato il mondo.
Ricordatevelo, quando sarete con noi in Serengeti, al primo ghigno di una zebra.

Foto di Guglielmo Daddi, in Tanzania con noi.

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