Arctic Sail Expeditions - Italia

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Arctic Sail Expeditions - Italia Rotte, immagini, filmati. luoghi, esperienze di una navigazione lunghissima attraverso gli oceani, d Il viaggio completo è durato 140 giorni.
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L'Associazione organizza spedizioni in barca a vela in acque poco conosciute ed esplorate, un po' dappertutto, ma specializzata particolarmente nell'Artico. La barca usata è "Best Explorer", un cutter di 15 metri in acciaio, equipaggiato per le grandi navigazioni, che ha navigato nell'Artico dal 2007. Nell'estate del 2012 è stata la prima barca italiana che ha traversato il Passaggio a Nord Ovest

con vari equipaggi che si sono dati il cambio lungo le otto tappe del percorso. Ora è in Nuova Guinea dopo aver disceso la costa del Nord e Centro America e attraversato il Pacifico e ha in programma il completamento del giro dell'Oceano Artico attraverso il Passaggio a Nord Est nel 2018, tra le pochissime imbarcazioni ad averlo anche solo programmato!

Artico imprevedibile: un confronto con la situazione del ghiaccio il 19 di agosto.E' la data in cui nel 2019 abbiamo pas...
30/08/2024

Artico imprevedibile: un confronto con la situazione del ghiaccio il 19 di agosto.
E' la data in cui nel 2019 abbiamo passato lo Stretto di Bering per dirigerci lungo la costa Siberiana. Quest'anno, così caldo in tutte le notizie giornalistiche, non saremmo potuti passare lungo la costa, come imposto dalle autorità russe, per la presenza di un campo di ghiaccio molto esteso. La sua estensione di quest'anno è visibile in colore azzurro scuro.

Da domenica 6 a lunedì 14 luglio A Guaymas, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoÈ tempo di rientr...
15/05/2024

Da domenica 6 a lunedì 14 luglio A Guaymas, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
È tempo di rientrare: dobbiamo predisporre la barca per la stagione invernale. La lasceremo a Guaymas a Marina Seca fino alla prossima primavera: è molto probabile che l’anno prossimo la nostra rotta ci porti alle isole Galapagos e sappiamo già che in primavera bisognerà avere il tempo di preparare la barca seguendo le loro regole. Salpiamo per giungere domattina a San Carlos e fare rifornimento di gasolio e acqua, accompagnati da un gruppo di tursiopi che si divertono a fare evoluzioni sotto la prua. Intorno a noi vediamo vita: mante volanti e marlin che saltano fuori dall’acqua. Dopo la sosta ci fermiamo per un ultimo bagno a nord di Punta Colorado, un ancoraggio abbastanza protetto che avevamo già sfruttato. Torniamo a ormeggiarci alla solita marina, rinfrescati la sera da un temporale benvenuto. Due giorni dopo siamo pronti. Marina Seca è dietro un’isoletta che chiude una specie di laguna interna piena di bassifondi in cui ci inoltriamo con molta cautela. Il travel lift è pronto per noi, ma ha una portata di venticinque tonnellate. Io sono sicuro che quello sia il peso di Best Explorer (verrò corretto molti anni dopo quando una misura più accurata mi indicherà quello come il peso dello scafo vuoto: con i serbatoi pieni e le dotazioni è più vicino alle ventinove). Poi magari quelle indicate sono le “short tons” americane che corrispondono a poco più di ventidue delle nostre! Fatto sta che le cinghie scricchiolano pericolosamente e gli pneumatici si schiacciano non poco. Dobbiamo abortire l’operazione! È un problema: dovrò delegare qualcuno che porti qui la barca (c’è un altro cantiere di fianco con un travel lift molto più grosso) e fidarmi che tutto vada per il verso giusto. E ci sono solo poche ore per farlo. Do chiavi e istruzioni a un anziano che ho già incontrato e che mi viene raccomandato. Raccomando anche Best Explorer alla Provvidenza e incrocio le dita delle mani e dei piedi. Venerdì partono Mariele e Nico mentre io termino di sistemare le ultime cose e me ne vado anch’io il lunedì mattina, con l’ansia addosso.

Sabato 5 luglio. Bahia San Francisquito, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoCaliamo in mare il g...
13/05/2024

Sabato 5 luglio. Bahia San Francisquito, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Caliamo in mare il gommone e andiamo a terra. Sbarchiamo sulla spiaggia e subito ci pare di camminare in un altro mondo: il deserto della Baja California ci attornia come l’avevo solo intuito finora. È un deserto pieno di piante straordinarie, contorte, secche spinose, in fiore, striscianti, erette, che sorgono direttamente dal suolo sabbioso e pietroso, arido, cosparso qua e là di conchiglie, testimoni di passate incursioni marine, immerso nel silenzio dove occasionale giunge solo il mormorio del vento. Non c’è nessuno: un incanto! Noi tre ci disperdiamo a esplorare l’ambiente perdendoci inaspettatamente subito di vista, obliterati da quelle che sembravano poche piante, ma che nascondono efficacemente le persone. Siamo combattuti tra il desiderio di vedere oltre, perché ogni passo ci regala una diversa prospettiva, e il timore di dimenticare strada e tempo, affascinati dalla magica esperienza. Un cactus alto e snello di qua, un altro a cespuglio carico di lunghe spine di là. Più oltre uno smilzo fascio di lunghi steli neri: lo riconosco, è un ocotillo che avevo già visto in fiore molti anni fa in Arizona, fiori rossi vermigli che spuntano insieme a file di verdissime foglioline attaccate allo stelo pochi giorni dopo una delle rarissime piogge. Ora sembra del tutto morto, ma sta solo risparmiando l’acqua! A sinistra c’è un basso ciuffo di steli intricati anch’essi senza foglie, a destra un altro fascio spinoso, questa volta di un cactus che si contorce come se volesse imitare dei serpenti pietrificati mentre esplorano i dintorni. E inattesi scorgiamo alcuni fiori dal delicato color lilla spuntare fra le spine aguzze. E c’è un segno di vita: un avvoltoio tacchino che ruota lentamente in alto un po’ di lato rispetto a noi, cercando qualche improbabile carogna senza un battito di ali. Ci riaccostiamo tra noi districandoci tra le spine che sembrano volerci trattenere qui, ma la barca è più forte del deserto e ci sta chiamando. In un angolo della spiaggia c’è una piccola cabina di legno che nasconde un vero sciacquone, piuttosto sporco e senz’acqua, che bisognerà che qualcuno prima o poi porti per riempire il mezzo bidone di plastica messo lì accanto per lo scopo. Sta arrivando una barca a motore che accosta al pontile. Ci avviciniamo e così conosciamo due ragazzi nordamericani che sono accampati lì vicino per pescare: ci regalano una splendida cernia appena catturata che farò molta fatica a terminare, essendo l’unico in barca ad apprezzare il pesce! I ragazzi non turbano la quiete della sera che conclude una giornata tra le più belle e serene della nostra permanenza nel Mar di Cortez!

Da venerdì 4 a sabato 5 luglio. Da Puerto Don Juan a Isla Partida e poi a Bahia San Francisquito, Mar di CortezCon Best ...
12/05/2024

Da venerdì 4 a sabato 5 luglio. Da Puerto Don Juan a Isla Partida e poi a Bahia San Francisquito, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Sono curioso di visitare Isla Partida, quell’isoletta a sud della grande Angel de la Guardia accanto alla quale siamo passati di notte senza vederla. A quest’epoca i venti sono piuttosto leggeri e prevalentemente meridionali, quindi l’isola, che ha una baia aperta a settentrione, dovrebbe offrire un certo riparo. Ho acquistato una recente guida per diportisti che dà molte più informazioni utili. Non è distante e ci ancoriamo poco dopo l’ora di pranzo. Avevamo avvistato tre balenottere comuni che ci hanno accompagnato fin quasi all’ancoraggio: che bell’arrivo! C’è tempo per scendere a terra. L’isola è piccolina, praticamente fatta da una breve dorsale con un paio di colline alle estremità. Dalle foto satellitari sembrerebbe il resto di un piccolo cratere. Ci immergiamo e abbiamo per la prima volta il piacere di osservare pesci tropicali in un ambiente cui manca poco per coprirsi di coralli. Il giorno dopo mi tolgo la soddisfazione di andare a verificare dove fossi passato la volta scorsa: la traccia del GPS è veritiera, al contrario della carta, mentre col mare calmo e il sole, procedendo con cautela, potremo evitare gli eventuali pericoli. Questi ci sono eccome! Lo scoglio è a 0,7 miglia a nord nord ovest dell’estremità settentrionale dell’isola e si prolunga sott’acqua con un bassofondo a pelo d’acqua di 0,2 miglia: eravamo passati proprio sfiorando il suo bordo estremo, per un pelo! Sudiamo freddo posticipatamente. Nel canale tra le isole Salsipuedes, Las Animas e San Lorenzo e la costa due capodogli in migrazione ci fanno compagnia e all’arrivo ci accolgono due mobule che fanno evoluzioni a pelo d’acqua. Questa volta, con il conforto della nuova guida, mi arrischio a entrare nella tasca di San Francisquito, fidandomi anche della mia deriva mobile e mi ancoro non troppo in fondo. C’è tempo per una gita a terra, ma ve la racconterò nella prossima puntata.

Seguendo due capodogli nel Canal Salsipuedes

Da venerdì 4 a giovedì 3 luglio. Verso Bahia del Los Angeles, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messic...
11/05/2024

Da venerdì 4 a giovedì 3 luglio. Verso Bahia del Los Angeles, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
L’indomani prendiamo il gommone e andiamo a vedere una piccola tasca alterale di acqua bassa e turchese dove giace una piccola barca abbandonata. Sguazziamo lungo la costa nell’acqua bassa con le aride pietrose colline sopra di noi che non ospitano che radi secchi cespugli. Quando ci fermiamo per scorgere invano qualche segno di vita a terra sentiamo farci solletico alle dita dei piedi. Dopo una brevissima incertezza ci rendiamo conto che i pesciolini che ci stanno togliendo le parti morte della pelle non sono pericolosi, anzi, sono piacevolissimi. Perfetto: riceviamo gratuitamente un trattamento completo di bellezza! Ci sfoghiamo a fare quei bagni che in acque più profonde siamo restii a goderci con tutte le creature aggressive dei paraggi. Il vento che soffia robusto contribuisce fortemente al nostro benessere, ma al calar del sole si calma. A un tramonto che colora di rosso le nuvole che hanno marezzato il cielo si sostituisce una notte scura col cielo, ormai libero, che è un tappeto di stelle pulsanti. La Via Lattea si riflette persino più luminosa nell’acqua. Ma no, è fosforescenza, intensa, perfino violenta fosforescenza in una lunga striscia che la corrente porta a passare proprio attorno alla barca e sotto di cui si vedono guizzare le sagome dei pesci illuminate nel loro movimento. Rimaniamo a osservare a lungo rapiti l’incredibile spettacolo.

Da giovedì 26 giugno a giovedì 3 luglio. Verso Bahia del Los Angeles, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada a...
10/05/2024

Da giovedì 26 giugno a giovedì 3 luglio. Verso Bahia del Los Angeles, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Noleggio un’auto per andare a prendere Mariele e Nico all’aeroporto di Hermosillo alle undici di sera. Per strada non c’è nessuno e senza volerlo supero di poco il limite di velocità: mi ferma un poliziotto che mi contesta il reato con aria severa. Mi avevano avvertito di non fidarmi. Sono 800 pesos (poco più di 40 Euro). Sono sempre molto umile e arrendevole in queste circostanze, estraggo subito la carta di credito. No señor, solo moneta! Estraggo il portamonete e lo mostro: guardi, ne ho solo cinquecento! Li afferra: va bene così, vada pure. Nessun pezzo di carta viene compilato… Quando imbarco le signore sto ancora sogghignando. Partiamo subito il giorno dopo. Lentissimi. Il motore si surriscalda e si ferma. Col solo fiocco riesco a raggiungere un ridosso dietro un’isoletta all’ingresso della rada e ancoro. Intanto l’impianto idraulico ha una perdita e cinquecento litri d’acqua dolce finiscono in sentina prima che me ne accorga. Ci tuffiamo: meno male che qui l’acqua è fin troppo calda. L’elica sembra quasi un cilindro di tubicini calcarei. Mai visto un’incrostazione simile. Non è semplice rimuoverli. Meno male che Nicoletta è un subacqueo allenato e completa egregiamente il lavoro. Il bagno comunque ci fa bene, col caldo che fa. Riparato il guasto all’impianto idraulico e ripulito anche il filtro acqua del motore, siccome qui si sta bene ed è un bel posto ci passiamo la notte. La mattina dopo si riparte a vela per San Carlos dove faremo acqua e gasolio e poi andiamo ad ormeggiarci a Marina Real, dove Nicoletta era sbarcata un mese fa. Con la cambusa piena ci godiamo una bella notte di navigazione a vela fino all’insenatura dell’isola di Salsipuedes dove eravamo già stati. Sorpresa: niente fastidiosi moschini e niente uccelli di mare. Vorrei poter vedere sott’acqua per capire che cos’è successo per causare questo cambiamento. Qui l’aria è molto più secca e rende più sopportabile il caldo, Forse anche i pesci sono andati altrove. Il giorno dopo raggiungiamo Bahia de los Angeles, ma questa volta andiamo ad ancorarci in un “hurricane hole”, una baia relativamente modesta circondata da montagne e completamente deserta: puerto Don Juan. Beh, la vita in mare non è scomparsa. Uno squalo mako ci è passato a pochi metri da poppa e si è mostrato un capodoglio, poi delfini e mante volanti: urrah! A noi cui piacciono i posti solitari e selvaggi questo, nella sua rudezza, sembra un paradiso.

Da Lunedì 2 a giovedì 26 giugno. Guaymas, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoIl clima è decisame...
09/05/2024

Da Lunedì 2 a giovedì 26 giugno. Guaymas, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Il clima è decisamente cambiato. È come se avessero girato un interruttore: prima faceva caldo, un caldo gradevole e secco, adesso è quasi insopportabile, rovente. Lo testimoniano le pagine del libro di bordo, che rimangono perlopiù bianche, contrariamente al solito: troppo affranto anche per scrivere. Da quando abbiamo intrapreso le nostre navigazioni lasciando l’Italia ho debitamente inserito almeno qualche nota ogni giorno della mia presenza in barca. Ho fatto bene, perché è un documento ufficiale e, le volte che ho subito un controllo, averlo fatto mi è servito a mettere le autorità a loro agio. Ho trovato delle tende a rete che lasciano passare la luce e l’aria (quella poca) ma rendono i raggi del sole un po’ meno feroci e le ho stese a mo’ di tendalino. Uso il mio tempo per cercare pitture, pennelli, legno, minuteria, insomma tutte quelle piccole cose che servono per i lavori in barca, ma che qui, sia perché si usano standard americani in pollici, sia perché la regione è comunque povera e con poca attività di manutenzione, sono difficili da trovare con le specifiche che mi servono. Mentre sono in giro osservo le persone. Molte hanno l’aspetto indio la cui caratteristica più curiosa è la bocca con gli angoli rivolti verso il basso e poi il naso aquilino. Gli studenti indossano abiti eleganti tutti uguali, una specie di uniforme, che portano con fierezza. Ci sono lunghe code davanti ai negozi di pegni, cosa che la dice lunga sulla povertà della regione. Le camionette di ronda che girano coi soldati armati fino ai denti non sono frequenti: la città è nota per essere la più sicura del Messico e in effetti pur gironzolando anche in periferia con l’evidente aspetto di straniero non mi sono mai sentito in pericolo. Nei supermercati si trova abbastanza cibo di nostro gusto, salvo il formaggio che si direbbe fatto perlopiù di polipropilene. Mi muovo spesso con gli autobus del servizio urbano, ma un paio di volte ho affittato una macchina per cercare attrezzature a San Carlos e ne ho approfittato per dare un’occhiata ai dintorni desertici e spettacolari, fitti di cactus, ma non mi sono osato percorrere le strade bianche dirette verso la scogliera: troppo solitarie per le conseguenze di eventuali guasti. Non sono proprio praticante, ma visito qualche volta la cattedrale di classico stile coloniale spagnolo, recente: dell’Ottocento, dove osservo un altro campione di popolazione. In un angolino del porto vicino alle barche vedo qualche volta un anziano pescatore che usa con successo lo sparviero, o rezzaglio o giacchio, quella rete rotonda coi piombini intorno che viene lanciata da riva con moto circolare in acque basse e intrappola i pesci che ci stanno sotto, una tecnica di pesca antica e spettacolare. Con un paio di vicini di barca la sera condivido qualche birra: mi sono sempre trovato bene con gli americani quando il rapporto diventa personale. Il ragazzo che pulisce la barca del vicino continua a inondarmi di musica messicana che, insieme all’afa, è la mia tortura personale.

Da Venerdì 9 maggio a domenica 1° giugno. Guaymas, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoSono solo....
07/05/2024

Da Venerdì 9 maggio a domenica 1° giugno. Guaymas, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Sono solo. Ho molte cose da fare che mi terranno impegnato. Qui alla marina ci sono solo alcune barche abitate, oltre a un paio che restano ancorate qui fuori e i cui occupanti danno chiari segni di voler restare da soli. Un motor yacht americano senza persone a bordo viene giornalmente lavato con calma da un ragazzo che ascolta musica messicana ad alto volume e che dopo qualche giorno mi porta sull’orlo della follia. Più vicino a terra un fishermen messicano esce ogni tanto tornado con grosse lampughe e quasi davanti a lui c’è la pilotina dei piloti del porto, con cui passando scambio quattro parole. Di notte vedo passare sul pontile ratti di grosse dimensioni, ma sembra che preferiscano salire su altre barche. Gli uffici del porto, le banchine e le docce sono tenute pulitissime, ma questo non impedisce che grossi scarafaggi scorazzino indisturbati. Il tempo è quasi sempre bello e secco, con qualche intervallo di umidità e temperatura tra i 25 e i 30 gradi fino alla fine del mese, con un’occasionale giornata di pioggia che in pochi giorni fa rinverdire tutti i dintorni. I piloti hanno problemi col motore e il giovanotto che ci mette mano non riesce a cavare un ragno dal buco. Si fanno prestare una barca aperta con un grosso fuoribordo per continuare il lavoro, ma un paio di giorni dopo passando al vedo mezza sott’acqua e loro che la guardano senza sapere cosa fare. Mia avvicino per dare conforto e mentre si sfogano mi chiedono se per caso non avessi una p***a a motore, che ho e presto subito loro. Gliela sistemo e vedo che cominciano a p***are mentre la barca, come dicevo, è per metà completamente sommersa. Non credo ai miei occhi. Delicatamente li avverto che così facendo non hanno speranze, perché vuotare i Mar di Cortez per di più ributtandoci dentro l’acqua mi pare una cosa lunga. Cerco di insistere nel far loro prima sollevare almeno i bordi sopra il livello del mare, ma poi mi allontano perché non ho idea di quanto sia delicata la loro suscettibilità. Quando dopo un po’ ripasso a situazione immutata, mi restituiscono la p***a e nel ringraziarmi mi informano che si è staccato tutto il fondo e che non c’è niente da fare… Messico! Il primo di giugno alla sera si alza un vento caldo molto forte da terra. Alle 23 esco sul ponte prima di andare a letto e quasi mi scotto le mani nell’afferrare le pazienze. Ci sono quaranta gradi! Qualche giorno dopo a Hermosillo la temperatura arriverà a cinquantacinque! Resisto una settimana, poi compro un condizionatore che istallo precariamente sulla tuga: almeno mi abbassa l’umidità. Un paio di giorni prima del cambio repentino di clima ho imprudentemente, ma senza guai, fatto una gita solitaria in gommone fori della baia e ho avuto l’incredibile avventura di incontrare un gruppo di mante che hanno traversato tutto l’esterno fin oltre Cabo Haro saltando fuori dall’acqua. Massimo della fortuna: avevo la telecamera con me e ho registrato il video che allego!

Un nutrito gruppo di mante volanti traversa l'imboccatura della baia di Guaymas verso Cabo Haro. - Flying Mantas in front of Guaymas

Da Venerdì 2 a giovedì 8 maggio. Da Marina Real a Guaymas, Mar di CortezCon Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoLe...
06/05/2024

Da Venerdì 2 a giovedì 8 maggio. Da Marina Real a Guaymas, Mar di Cortez
Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Le signore partono. Rimane con me solo Margherita per aiutarmi a rientrare a Guaymas, mentre lei partirà fra una settimana. Possiamo prendercela con calma. Dopo aver Impiegato quel che resta della giornata per qualche acquisto, partiamo l’indomani per far tappa a San Carlos. C’è una brezza leggera da ovest, inusuale, ma ci invita a goderci una giornata di vela rilassata. Il mare è calmo e il vento è costante: situazione ideale per bloccare il timone e lasciare che la barca, ben equilibrata, proceda per conto suo mentre noi ci stendiamo a prendere il sole e a goderci il leggero sciabordio della scia. Più tardi il vento ci lascia e andiamo ad ancorarci e il giorno dopo proseguiamo per Guaymas. Margherita si sfoga a pescare, ma con poco successo. Siccome non mi vuole dare retta e tiene la lenza molto lunga, quello che peschiamo prima è un motoscafo, che come sempre ci passa il più vicino possibile, che Dio l’abbia in gloria, e poi un pellicano. Questo si è impigliato nella lenza senza che l’amo sia penetrato, ma è chiaro che bisogni liberarlo, Margherita non se la sente e lo devo fare io. Peccato che siamo proprio accanto alla punta di Cabo Haro e leggeri refoli di vento e reme di corrente mi derivano rapidamente verso le rocce. Ho questo grosso e irascibile volatile dal grande e uncinato becco tra le mani e non ho istruito Margerita, che è molto agitata, a far partire il motore e gestire le leve di comando. Con una decisione drammatica taglio la lenza proprio sopra l’esca, sperando che caschi da sola visto che non è penetrata e mi precipito giusto in tempo ai comandi. Sarebbe stato il colmo naufragare per colpa di un pellicano in totale calma di vento! La marina di Guaymas ci accoglie con un suo compagno che non si sposta quando arriviamo. I giorni successivi passano tra piccoli lavori e passeggiate in città. Ora passeranno quasi due mesi prima di avere di nuovo ospiti a bordo, li passerò facendo lavoretti a bordo.

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoDa Mercoledì 30 aprile a Venerdì 2 maggio. Da Tiburon a Marina Real, Mar d...
05/05/2024

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Da Mercoledì 30 aprile a Venerdì 2 maggio. Da Tiburon a Marina Real, Mar di Cortez
Bahia de dos Perros: pericolosissima. Dopo una mattina di riposo col sole che picchia ferocemente ci stendiamo per una pennichella. “Nanni, ci sono delle api!”. Mi tiro su ancora assonnato e in effetti vedo che c’è un paio di api che ronzano vicino al tambucio. Pochi secondi dopo ne arrivano altre che entrano. Entro anch’io per controllare e mi fermo incredulo alla base della scaletta d’ingresso: il lavandino della cucina è nero di api e così pure tutte le finestre del saloncino. Ce n’è anche sul tavolo da pranzo. Non sono aggressive, sembrano quasi drogate. D’improvviso mi rendo conto che sono assetate e si affollano intorno alle tracce di umidità! Ma non possiamo tenercele dentro. Forse se ne andranno con la sera, ma nel frattempo hanno già punto Lucia che sta subendo una reazione allergica, per fortuna rallentata con gli antistaminici. Provo a usare uno spray antizanzara di effetto nullo. Provo ad affumicarle, con pessimi risultati per gli arredi e di nuovo con effetto nullo. Per disperazione chiudo il tambucio, almeno non ne entrano più, e resistendo al calore da forno crematorio attacco l’aspirapolvere e le risucchio una per una. Poverette! Ma la soluzione è efficace. Per fortuna non sono entrate nelle cabine che sono buie. Finalmente esco a respirare e il sole feroce mi sembra un condizionatore! Lucia è stabile. Alle sei di sera, quando salpiamo, api in giro non se ne vedono più. Faccio rotta diretta su Marina Real, un marina subito a nord di Tetas de Cabra. Il vento è stabile intorno ai dieci nodi da NNE, troppo leggero per consentirci di andare a vela, ma almeno non ci rallenta. Durante la notte incontriamo diversi pescherecci. Purtroppo, sperimento una volta di più un atteggiamento ostile. Non si trova dappertutto, ma quando succede è assai sgradevole. Ce ne sono diversi che pescano a strascico attraverso alla nostra rotta. Sono sempre molto rispettoso, sia per il loro bene che per la mia sicurezza, oltre, ovviamente, alle regole per preve**re gli abbordi in mare. Quindi rallento e aspetto che nel loro andare avanti e indietro invertano la rotta e si allontanino per passar loro di poppa. Allora mi muovo e appena sono a tiro un paio di loro tornano inaspettatamente indietro e mi vengono addosso, costringendomi a un’improvvisa inversione di rotta. Ovviamente appena si accertano di avermi disturbato riprendono la rotta precedente. Non alzo la voce, ma spero che le mie maledizioni siano arrivate loro belle fresche (l’immagine si riferisce a un altro peschereccio). Alla mattina ci fermiamo a riposare un po’ ancorandoci nella Bahia de San Pedro, che avevamo visitato all’andata, così arriviamo alla marina abbastanza presto nel pomeriggio per prepararci allo sbarco di una parte dei miei ospiti. C’è poca gente in giro, probabilmente la stagione è già un po’ avanzata per la maggioranza dei turisti.

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoDa Lunedì 28 a Mercoledì 30 aprile. Da Angel de la Guardia a Tiburon, Mar ...
04/05/2024

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Da Lunedì 28 a Mercoledì 30 aprile. Da Angel de la Guardia a Tiburon, Mar di Cortez
L’ingresso nella baia di Angel de la Guardia ci aveva riserbato una sorpresa. La baia è riparata da varie isole e scogli dalle pareti a picco e dai colori vivi e variegati. Mentre lo sgiardo era incerto su dove posarsi, le rocce, gli scogli o la rotta, un movimento in mare me lo cattura. È il tramonto e la luce calda e il sole basso accentuano i contrasti e gli strani spruzzi sulla superficie a specchio del mare spiccano netti. Mai visto nulla di simile, prima. Sono abbastanza vicini e dopo poco chi li produce si rivela: calamari, grandi calamari intenti in qualche insolita attività, caccia, sesso, chissà? Impossibile fissare un’immagine soddisfacente. Ma erano grossi, che fossero i famigerati calamari di Humboldt, temibili aggressori e assassini da poco comparsi in questi mari? Ci rechiamo a terra approfittandone per sbarcare i rifiuti, che qui raccolgono. Scambiamo quattro parole con la proprietaria del negozietto di alimentari e con il gestore del bar mentre ci sorbiamo un margarita. Non sono molto socievoli, ma qui i turisti nordamericani, che devono ve**re per lo più a campeggiare, non devono sollecitare una particolare comprensione e l’Europa è molto lontana, qui. Rientriamo in barca in tempo per evitare il vento che comincia a soffiare da NNE a trenta nodi. Siamo protetti e il fondo è buon tenitore, nessun problema. Verso sera si calma. Il giorno dopo si leva di nuovo, un po’ più da ovest. Vengono a visitarci dei guardaparco (forse il parco è sull’isola, non credo qui). Si avvicina il momento di far rotta per tornare. Se partiamo questa sera possiamo essere domani mattina a Tiburon e metà dell’equipaggio non dovrà sorbirsi una lunga navigazione, bastiamo Nicoletta, Margherita e io. La notte è nera come la pece e la nostra rotta ci porterà a sfiorare gli scogli a nord di Isla Partida, una piccola isola che fa parte della cresta che partendo da Angel de la Guardia solca in mezzo i fondali del Mar di Cortez fino all’altezza di Gauymas, affiorando di tanto in tanto. In queste condizioni mi manca molto il radar, soprattutto per l’incertezza della cartografia. E già: quando siamo più o meno in vicinanza dell’isoletta l’ecoscandaglio comincia a dar segno di vita e a indicare fondali decrescenti in fretta. Nel buio pesto non si vede nulla e sospettiamo di essere un po’ troppo vicini. Rallento. Nicoletta, che ha un sesto senso per i pericoli, devia la rotta verso nord. E i fondali crescono e infine l’ecoscandaglio non segna più nulla. Ne riparleremo quando vi racconterò della nostra successiva visita a Isla Partida… Comunque, tutto bene. La fosforescenza in mare è fantastica. Torniamo ad ancorarci in Bahia de dos Perros dove ci riposeremo fino a sera, in previsione di un’altra notte di navigazione.

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoDa Venerdì 25 a Domenica 27 aprile. Da Isla Tiburon a Salsipuedes, Mar di ...
02/05/2024

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Da Venerdì 25 a Domenica 27 aprile. Da Isla Tiburon a Salsipuedes, Mar di Cortez
A sorpresa un insolito vento da est ci fa rollare. Immagino che sia l’equivalente della tramontana, cioè un vento da terra che soffi lungo la grande valle che porta all’interno. È così: verso le 11 cessa del tutto e l’ancoraggio torna a essere calmo. Ne approfittiamo per scendere a terra ed esplorare le pendici desertiche delle colline. Non c’è segno di vita. Facciamo comunque attenzione a dove mettiamo i piedi, non si sa mai che ci siano serpenti a sonagli in giro. Arriva una barca di pescatori che ci dà qualche informazione sui pesci, le meduse e i luoghi. Alla sera arriva vento da ovest da cui siamo protetti: conferma l’ipotesi che siano brezze giornaliere. La notte si sentono dei latrati: sarà un coyote? A nord della nostra posizione nel centro del Mar di Cortez ci sono numerose isole molto mal raffigurate sulla carta. Non mi fido ad arrivarci direttamente e decido di andare a cercare ancoraggio dall’altra parte del mare (si chiama anche Golfo di California) nella Baia di San Francisquito che, tra l’altro, è il primo ancoraggio decente a nord di Santa Rosalia. Salpati, scapoliamo la Punta Monumento, l’estremità meridionale dell’Isla Tiburon, in un mare color cobalto passando fuori di un grande scoglio a pareti ripide, l’Isla Turners. Procediamo di bolina contro il vento moderato da ovest che continua fin dopo l’ora di pranzo. A metà canale incontriamo un branco di delfini comuni che, come al solito, ci rallegra e aiuta a sopportare l’antipatica onda da ovest resa più sgradevole da una discreta corrente contraria al vento che agita il mare ancor di più. Arrivati nella baia non me la sento di provare a entrare un una tasca che si apre nel suo versante meridionale e che potrebbe offrirci un riparo migliore. L’ancoraggio è comunque confortevole, anche se i dintorni rocciosi hanno un aspetto piuttosto cupo. A meno di venti miglia c’è un’isola che incuriosisce per il suo nome: Salsipuedes, che significa “sbarca se ce la fai”. Tanto per cominciare la carta invece di due ne riporta solo una e nella posizione sbagliata. Non avevo ancora sviluppato la tecnica di derivare una carta georeferenziata da Google Earth e ho molta incertezza nel capire dove mi trovo effettivamente. È una strana ed emozionante sensazione navigare come facevano i nostri antenati privi di carte affidabili! Scoviamo una fessura dove ci possiamo fermare con tranquillità con quattro cime a terra, come ormeggiati. Veniamo subito coperti da nugoli di moschini fastidiosissimi. L’isola ospita un’incredibile quantità di uccelli di mare e pellicani. Sospetto che siano gli ospiti principali dei moschini. Nel pomeriggio andiamo a fare una gita a terra, ma ve ne parlerò nel prossimo blog.

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al MessicoGiovedì 24 aprile. Verso Isla Tiburon, Mar di CortezL’Isla Tiburon, a una ...
01/05/2024

Con Best Explorer - 2014 Dal Canada al Messico
Giovedì 24 aprile. Verso Isla Tiburon, Mar di Cortez
L’Isla Tiburon, a una cinquantina di miglia dal nostro ancoraggio, sembra una buona meta, anche senza saperne nulla: tra l’isola e la costa si apre un passaggio a forma di V rovesciato che dovrebbe offrire un buon riparo dalla gran parte dei quadranti. Mentre studio la rotta vedo che c’è un lungo tratto di costa dai fondali molto ridotti, tra i due metri e i tre, davanti alla costa che si fa molto bassa: sono le pianure San Juan Bautista che sembrerebbero essere la parte terminale di un fiume che chissà quanto tempo fa drenava le acque di quello che ora è il deserto del Sonora. Oggi c’è calma assoluta e contando sul poco pescaggio della barca a chiglia sollevata decido di provare a passarci sopra, con cautela. Il promontorio roccioso che ci ha riparato la notte scorsa cede subito il passo a una monotona pianura che sembra coltivata, anche se dal mare è arduo rendersene conto. Circa a metà strada incontriamo i bassifondi. Potrei tenermi al largo, ma l’acqua è trasparente e confido di poter avvistare in tempo eventuali secche, contando anche sul sonar e sulla presenza di numerosi barchini di pescatori intenti a qualche forma di strana pesca. In mare cominciamo ad avvistare una quantità di meduse blu del tutto insolite. Ci fermiamo a catturarne un paio con un secchio: sono semisferiche e hanno tentacoli corti, mai viste prima. Scoprirò molto più tardi che si tratta delle meduse “palla di cannone” e mi diranno che quei pescatori qui intorno le catturano per essiccarle e venderle in Giappone. I fondali sono interessanti: la sabbia sott’acqua forma delle file di dune che mi fanno trattenere il fiato: si passa in un attimo da due metri e mezzo a due metri e anche meno: noi peschiamo un metro e mezzo! Dopo un po’ la cosa diventa monotona, ma passato un faro solitario ci allontaniamo naturalmente e passiamo in acque più profonde. Avvicinandoci all’isola di Tiburon incontriamo con gioia diverse balenottere comuni. Avvistiamo incuriositi anche strane scie parallele di esseri che nuotano sotto il pelo dell’acqua, ma che non riusciamo a vedere e che non ho mai visto, né prima né dopo. Rimarranno un mistero, mentre incontriamo lo straordinario spettacolo di varie centinaia di delfini comuni. Vado ad ancorarmi nella Caleta dos perros con uno scenario desertico e montagnoso incredibile di fronte. Insomma: una giornata da ricordare, anche per i due bei pesci che Margherita, pescatrice furiosa, riesce a portare a bordo per cena!

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