23/11/2022
Una volta lasciati gli ormeggi, la barca a vela diventa un mondo parallelo, sconfinando infatti in un territorio fatto solo di acqua e vento, con usi, abitudini e un linguaggio tutto suo. La gente di mare, utilizza un ricco vocabolario di termini originali, spesso incomprensibili che assomigliano a delle parolacce!
La terminologia nautica identifica chiaramente le parti e gli elementi di una barca e l’ambiente circostante. Tanti termini, che fanno parte di un dizionario dalle origini antiche, evolutosi affinché le persone a bordo potessero comunicare più efficacemente e più velocemente, spesso in condizioni in cui “essere chiari e immediati” può garantire la sicurezza in barca.
Di seguito solo alcune delle parole più utilizzate a bordo:
Poppa e Prua sono sicuramente i termini più utilizzati, per indicare rispettivamente la parte posteriore e anteriore della barca.
Buona parte della terminologia riguarda le vele, che rappresentano l’elemento propulsivo principale della barca.
La vela principale di uno sloop (barca a vela con un solo albero) è la vela posta a poppavia dell’albero, la randa, mentre quella di prua è detta fiocco (i fiocchi di grandi dimensioni sono chiamati genoa).
I nomi che assumono i lati e gli angoli di queste due vele sono gli stessi: il lato di prua è chiamato caduta prodiera o inferitura o ralinga, il lato inferiore è la base mentre il lato di poppa è la caduta poppiera o balumina.
L’inferitura della randa viene inferita (inserita) in una canaletta dell’albero oppure tramite dei ganci detti garrocci.
Il fiocco può essere ingarrocciato, sempre tramite i garrocci, allo strallo di prua oppure inferito nella canaletta del cosiddetto strallo cavo, in questo caso possiamo avere anche il rollafiocco per avvolgere la vela, molto usato sulle barche da crociera.
Per manovre correnti si intende l’insieme di cime che vengono usate durante la navigazione per la regolazione dell’albero e delle vele.
Le principali manovre correnti sono:
Drizze; incocciate all’angolo di penna permettono di issare e ammainare le vele.
Scotte; permettono la regolazione delle vele, cambiandone l’angolo di incidenza con il vento e la forma, smagrendole o ingrassandole (diminuendo o aumentando concavità) in base all’andatura.
Carrello di randa o trasto; cambia l’angolo di incidenza della randa senza modificarne la forma. Si utilizza nelle andature portanti per aumentare l’apertura del boma, e soprattutto di bolina, con l’aumentare del vento e del conseguente sbandamento, si scarrella sottovento per diminuire l’effetto sbandante della randa senza cambiarle la forma con la scotta.
Punto di scotta (carrello del fiocco); la sua regolazione è funzione della dimensione della vela di prua e del grasso che vogliamo darle, più è appruato più ingrassiamo la vela, più è appoppato più smagriamo la vela e svergoliamo la balumina.
Vang o ritenuta del boma; È fondamentale nelle andature portanti (lasco, poppa), perché trattiene il boma verso il basso.
Cunningham; regola la tensione dell’inferitura della randa.
Tesabase; regola la tensione della base della randa.
Amantiglio; sostiene il boma durante le soste a vele ammainate o durante la presa di terzaroli.
Paterazzo; strallo di poppa che diviene manovra corrente nel momento in cui può essere regolato in navigazione. Viene cazzato per smagrire entrambe le vele in caso di rinforzo del vento. La sua regolazione flette l’albero che va ad “assorbire il grasso” della randa e mette in tensione lo strallo di prua, diminuendone la catenaria e conseguentemente smagrendone il fiocco.
A questo punto si ha un’idea su alcuni dei termini più utilizzati a bordo, termini che hanno lo scopo di essere precisi e specifici per quella determinata manovra. La moderna tecnologia ha reso la navigazione più semplice e sicura, affidandosi spesso a delle app e strumenti digitali, ma conoscere determinati termini appropriati vi permetterà di beneficiarne e comprenderne il significato.