14/07/2017
Lo sapevi che...le nostre coste sono spesso ricche di scheletri spiaggiati?
Molto frequentemente in spiaggia è possibile rinvenire delle rigide strutture subsferiche, ricche di perforazioni e di piccoli rigonfiamenti, spesso ambite dai collezionisti.
Sebbene a molti di voi possa sembrare una precisazione banale, vi assicuro che non tutti sanno di cosa si tratti: sono dermascheletri di Echinoderma Echinoideo, quelli che comunemente vengono chiamati "scheletri di Riccio di mare", cioè quelle strutture rigide costituite da piastre calcaree che si trovano appena sotto un sottile strato di epidermide.
Esistono molte specie di Ricci di mare in Mediterraneo, ma le specie che più facilmente è possibile rinvenire in pochi metri d'acqua in ambiente infralitorale fotofilo sono prevalentemente 3: Arbacia lixula, Paracentrotus lividus ed Echinocardium cordatum.
Vediamo come riconoscerli osservando gli esemplari che ho rinvenuto in questi giorni in alcune località della Calabria tirrenica.
Partendo da sinistra, è possibile osservare un dermascheletro di Arbacia lixula, conosciuto come "Riccio maschio".
Ha il corpo leggermente compresso lungo l'asse verticale e può raggiungere i 6 cm di diametro. La superficie è interamente ricoperta da numerosi aculei molto appuntiti di color nero lucido, mentre sul lato ventrale si trova un'ampia apertura orale.
È una specie fotofila che predilige substrati rocciosi, spesso calcarei, sui quali bruca la copertura algale. È comune dei primi metri d'acqua.
Il suo dermascheletro è tipicamente di colore rosa disomogeneo, con i settori ambulacrali, fittamente perforati per permettere la fuoriuscita dei pedicelli, di un colore molto più scuro.
In basso c'è il dermascheletro di Paracentrotus lividus, comunemente chiamato "Riccio femmina".
Una doverosa precisazione: entrambe le specie hanno maschi e femmine, ma sono le gonadi di P. lividus ad essere considerate una prelibatezza.
Può raggiungere i 7 cm di diametro ed è munito di lunghi aculei mobili. A differenza del sempre nero A. lixula, P. lividus mostra una colorazione molto più eteorgenea, presentando sfumature del viola, del marrone e del verdastro.
Anche questa specie vive nei primi metri d'acqua, ma predilige ambienti più sciafili, quindi spesso si ricopre con frammenti di Posidonia, sassolini e conchiglie, che vengono trattenuti con i tipici pedicelli a ventosa.
Il suo dermascheletro, leggermente meno compresso, è verde chiaro, con una colorazione molto più omogenea.
A destra potete osservare il candido dermascheletro di Echinocardium cordatum, chiamato anche "Riccio cuore" a causa della sua caratteristica forma.
Presenta il lato orale piatto, mentre quello aborale è molto più convesso, con aspetto cordiforme. I fitti aculei sono esili e orientati verso la parte posteriore. Il colore è biancastro, ma può essere anche grigio-chiaro o giallastro. Raggiunge i 9 cm di lunghezza.
Vive su fondali sabbiosi o fangosi da pochi metri fino a oltre 200 metri di profondità.
È una specie tipicamente fossoria, scavando una cavità nel sedimento mobile fino a 10-20 centimetri di profondità, quindi ne indurisce le pareti per mezzo di una secrezione mucosa. Da essa fa uscire i lunghi pedicelli ambulacrali con cui raccoglie le particelle di detrito organico di cui si nutre. Si sposta sulla superficie del fondale generalmente nelle ore notturne, quindi solo occasionalmente lo si può incontrare non infossato di giorno.
Il suo dermascheletro, tipicamente bianco e incredibilmente fragile, non ha simmetria pentamera, quindi, a differenza delle altre due specie sopracitate, questa specie appartiene alla sottoclasse Irregularia.
(© Andrea Bonifazi)
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