Photo Tour Marocco

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Photo Tour Marocco Organizzazione viaggi fotografici in Marocco.

In questo spazio sono recuperate e divulgate esperienze di viaggi, di osservazioni e di considerazioni di luoghi, ambienti lontani più per cultura che per distanza. Un reportage continuo e ricorrente riproduce originali esperienze, dove il supporto fotografico di qualità è una insostituibile mezzo comunicativo di sentimenti, sogni, desideri ancor prima del tradizionale ruolo documentativo. E’ ques

to lo scenario nel quale il visitatore, l’amico, il curioso troverà:
· proposte di escursioni e viaggi unici per ambienti, contatti, storia e natura;
· reportage, descrizioni, testimonianze fotografiche di esperienze vissute;
· appuntamenti, eventi, fiere, mostre, manifestazioni in Italia, in Europa, in Africa nord occidentale. Questo un ambiente sociale nel quale si può pensare di allargare la conoscenza, di luoghi vecchi e nuovi, con amicizie vecchie e nuove, colti intellettuali e colte giovani ragazze e ragazzi colti, gente comune di varia provenienza.

Marrakech
06/12/2019

Marrakech

Marocco
25/10/2019

Marocco

Marzouga
24/05/2019

Marzouga

Pane
05/04/2019

Pane

PTM
05/04/2019

PTM

Siamo a Marrakech
05/04/2019

Siamo a Marrakech

Photo Tour Marocco
23/11/2018

Photo Tour Marocco

PTM
02/04/2018

PTM

M'hamid el Ghizlane
01/04/2018

M'hamid el Ghizlane

01/04/2018
01/04/2018
Photo Tour Marocco (PTM)
24/09/2017

Photo Tour Marocco (PTM)

29/04/2017
Photo tour Marocco
20/04/2017

Photo tour Marocco

Photo Tour Marocco
16/04/2017

Photo Tour Marocco

Dakar
28/12/2016

Dakar

Testo: Enrico ScaffidiNel percorrere la carrozzabile che si avvicina a Foum Zguid, dove é prevista una sosta, si ha occa...
17/03/2016

Testo: Enrico Scaffidi

Nel percorrere la carrozzabile che si avvicina a Foum Zguid, dove é prevista una sosta, si ha occasione di fare alcuni inaspettati incontri. Alla nostra vista due ragazzini, un maschio e una femmina, si mettono a segnalare vistosamente, agitando una bottiglia di plastica vuota e arrivando dalla pianura al bordo della strada. Sono seguiti da una capretta scura, che li segue e non li lascia. Desiderano avere dell’acqua da bere e, fortunatmente, il Prof e i suoi compagni avevano appena fatto una scorta nell’ultima città lasciata e consegnando alcune bottiglie, conversano con loro. Sono li’ a custodire alcune capre al pascolo, si avvicinano e si fermano volentieri. Ringraziando, non chiedono soldi, bensi’ esprimono un desiderio, come se si raccomandassero: qualora ritornassero da quelle parti, potrebbero portare qualche genere alimentare, come olio, zucchero, pane, tè e altri prodotti, come è fattibile.
Mentre l’auto percorre un altro tratto senza traccia di vita, uno dei tanti, al prof vien da pensare alla grande solitudine, che la gente di questi posti, deve affrontare. Ogni persona che transita di qui, é un’occasione per rompere la monotonia della giornata.
Imbruniva appena, con l’ultimo sole che si spegneva a tratti dientro alcune cime, che, al lato della strada, due tipi seduti per terra, riassettano alcuni oggetti serviti a loro per l’ultima colazione. L’auto si ferma e inizia un gradevole colloquio. Sono nomadi con i cammelli al pascolo, staranno in giro ancora varie settimane e si fermano subito qualche tempo per parlare. Nella teiera c’è ancora un po’ di tè, il fornellino è ancora alla portata, questo per avere una singolare edizione del “tè nel deserto”, sul bordo della striscia d’asfalto. Quasi istintivamente il tipo seduto per terra pulisce con uno strofinaccio i bicchieri per gli ospiti, cercando di limitare l’uso dell’acqua, che tiene in qualche bottiglia di plastica appogiata al suolo. Sempre al suolo è sistemata la biccola teiera appena usata sul fuoco, il cui contenuto sarà offerto come benvenuto e ringraziamento per le attenzioni ricevute.
Uno dei due ogni tanto scruta con un binocolo i dromedari sulle dune, distribuiti in un’area piuttosto ampia, mentre l’altro raccoglie alcuni indumenti utili, forse, per coprisi la notte, che probabilmente passeranno all’aperto. Il momento del braccio che si allunga, con la mano con il bicchiere di tè caldo, nel fresco della sera, misura la solidarietà che sorge tra chi si incontra in grandi spazi disabitati.
Questi semplici episodi fanno pensare e sognare di casuali incontri in queste terre dure, dove la solitudine si accompagna alla solidarietà. Arrivando a Bab Rimel, l’hotel dove é accolto come un fratello, incontra alcuni avventori, ai quali racconta gli ultimi episodi e dai quali viene a conoscenza di altri fatti e vicende, in cui realtà e fantasia si alleano per trovare un cenno di dignità all’esistenza umana. Il prof va a dormire con simili pensieri che gli accompagnano i sogni della notte. Il mattino racconta alla ragazza della reception una fiaba, forse frutto delle conversazioni serali o di pensieri notturni o di entrabi.

Sarah e lo scorpione bianco

Fra i frequentatori del locale, si distingue un giovane di Agadir, un ex insegnante di liceo, adesso attivo in una società di import-export, che si interessa alle vicende del prof e di Rachid, offrendo loro un passaggio per la sua città, dove loro incontreranno Soed, venuta dal suo paese, per ripartire poi tutti e tre per Dakhla, rasente il tropico.

Testo: Enrico Scafidi Quest’anno il 24 due feste: nasce gesù e nasce maometto; cristiani e musulmani festeggianno  conte...
24/12/2015

Testo: Enrico Scafidi

Quest’anno il 24 due feste: nasce gesù e nasce maometto; cristiani e musulmani festeggianno contemporneamente la ricorrenza

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La cittadina di Taznakht si presenta oltremodo vivace, con i negozi illuminati, la gente sulla strada, un ragazzo sulla soma di un asino che torna a casa con un fascio d’erba, un altro con i più strani utensili, donne e bambini che affollano le botteghe.
Fermo a un lato, davanti una costruzione chiusa da una cancellata, staziona un asino carico di sola erba, con un sacchetto legato in cima, con dentro forse qualche attrezzo. Probabilmente é appena arrivato da una giornata di duro lavoro e una donna e una bambina gli sono vicino, per eliminargli il carico e sistemarlo opportunamente. I gesti, lenti e precisi, denotano una attività rituale e consolidata, che accomuna l’umano agire e l’animale in un accordo collaborativo, volto al lavoro e alla sopravvivenza. L’abbigliamento é segnale di una certa povertà, ma i colori degli stessi e il loro accostamento, restituiscono al terzetto un quadro di complessiva dignità.


Non sono molti i chilometri che dividono questo villaggio dalla destinazione, ma la percorrenza di una trentina di chilometri di strada sterrata dilazionerà l’arrivo di qualche misura.
E’ bello osservare le stelle sullo sfondo nero del cielo durane la notte appena iniziata, mentre i bordi rocciosi della carreggiata scorrono lentamente.
Ad un certo punto l’imminente arrivo é segnalato dalla presenza di qualche costruzione e dall’intensificarsi della vegetazione, erba, cespugli, palme, ulivi, illuminati dai fari dell’automobile.
Un lungo muro, due torrette, un cancello aperto annunciano l’entrata del lussuoso hotel Bab Rimal ( باب رمل), con Nesci, il proprietario, che attende il fratello, con gli ospiti provenienti da Marrakech.
L’ospitalità é da principio eccellente, é subito offerto un te con dolci vari, si parla del viaggio, della zona, delle prospettive e, in attesa della cena, si sistemano tutti nelle rispettive camere. Queste sono singole casette, costruite in stile, sparse intorno alla struttura principale, con all’interno una grande camera che con tre posti letto e un bagno completo, con infissi e arredamento tradizionali. Tutto intorno si alternano aiuole, palme, ulivi e viottoli pedonabili. Non ci sono gradini e si puo’ circolare tranquillamente anche con una carozzina.
Ampi gazebo fissi si trovano all’esterno, specie intorno ad una piscina da 25 metri, che permettono pranzi e colazioni anche all’aperto. Questa volta, invece, la cena viene allestita all’interno, vicino al fuoco di un caminetto, posto su un lato della sala da pranzo.
Siamo, ormai, sul finir dell’autunno e il fresco della sera, unitamente alla stanchezza del trasfermento, fanno apprezzare visibilmente l’ambiente cosi’ predisposto.
Già dalla prima cena, si puo’ notare come la tradizione berbera influenzi i piatti e le portate, a cominciare dall’uso delle verdure. La grande tajina di pollo ne presenta una certa varietà, e la carne rosolata lentamente ne assume tutto il sapore. L’animale, poi, non provenendo da allevameti, presenta una carne soda che, insaporita come descritto, prende quel sapore originale, che i commensali avranno modo di ricordare.

04/10/2015

Testo: Enrico Scafidi

L’evoluzione del momento elettorale coincide con la visita della ragazza incontrata qualche tempo prima in centro a Marrakech, ragazza che viene da lontano e giunge dopo un viaggio in pullman molto lungo, oltre 15 ore. E’ una saharawi, in terra marocchina si sente più che straniera, é critica su tutto, un fisico atletico e molto bello, come tutta la sua gente, che popola la zona del sahara occidentale, comunicativa e estroversa, interagisce in modo interessante sia col prof, con la ragazza berbera, che con i suoi amici.
Pur nella piacevolezza delle nuove relazioni interpersonali, dove si accentuano le diverse estrazioni culturali, negli atteggiamenti, nelle forme espressive, nelle considerazioni, nei sorrisi, negli sguardi, il prof si sente isolato circa l’attenzione a momenti della società, che lui ritiene importanti. Se la ragazza saharawi ha ragioni che provengono dalla sua storia e da quella della sua gente, per non condividere assetti della società e della città, lasciandosi andare a forme critiche, negli altri prevale una qualche passività nell’assumere posizione o, semplicemente, nel seguire dibattiti e contrapposizioni, tra diversi punti di vista.
La sensazione che lo attraversa é imprevedibile: sembra che le votazioni in corso interessino più lui che ai marocchini vicini a lui; raccoglie con cura volantini, fogli, biglietti con simboli di propaganda elettorale, recanti programmi e promesse, a cui non è data alcuna importanza, pasticciati e gettati in poco tempo. Se riesce a comprendere in parte la ragazza saharawi, che si sente in terra più che straniera, si sente molto lontano dagli atteggiamenti degli altri, rassegnati a subire un momento sociale, che sembrano ritenere poco utile.
Anche conoscere i risultati degli scrutini due giorni dopo la loro chiusura, sembra una impresa non da poco, arrivando notizie più che contradditorie. E’ indubbio che i conservatori si siano affermati nei grandi centri, nelle campagne e in montagna sembra che abbia dominato il PAM, partito per l’autenticità e la modernità, e forse anche a Marrakech, dove era già alla guida della città; questo, secondo alcune prime comunicazioni di partito e indiscrezioni di vicini. Ma in serata il più informato di essi, all’apparenza di tendenze conservatrici, disilluse il prof, comunicandogli che anche a Marrakech ha prevalso il partito islamico. I dati conosciuti inizialmente sono da considerarsi superati.
Anche in questa fase si nota una certa rassegnazione, come se, comunque vadano le elezioni, poco cambierebbe all’interno del paese. La ragazza saharwi prova invece una sorta di indifferenza, come se si trattasse di una questione che non la interessa, o che la interessa poco. Apparentemente, in quanto si affretta a trasmettere a casa dei suoi i loro documenti, presi per sbaglio, perchè possano votare.
Invece, é proprio il prof che sembra essere il più interessato alle sorti di questa vicenda, per le ricadute internazionali che avrebbe una ipotetica affermazione degli schieramenti anti islamici.
Sono molti i partiti che si presentano, ciascuno con un simbolo originale, tanto che la scheda sembra una pagina di un libro per bambini, raffigurante trattori, alberi, papere, lune, leoni, rubinetti, lampade ..., per essere colorati e descritti.
Il grande confronto é tra il trattore e la lampada ed é quest’ultima, simbolo dei conservatori, che vedremo affermarsi in gran parte delle realtà del paese, specie nei grandi centri.
Al di la di cio’, dibattiti e chiaccherate si svolgono un po’ dappertutto, il prof non disdegna l’attiva partecipazione, specie se l’interlocutore é giovane, simpatica ed esuberante. L’ambiente intorno fa la sua parte, quando é dinamico, giovanile, attivo, come la grande piazza, sempre densa di turisti, proveniente da ogni dove. I saltimbanchi, quattro o cinque agilissimi ragazzi, partecipano dall’esterno del locale, con le loro evoluzioni, senza distrarre troppo l’occasionale pubblico.
Anche gli animali tutti sembrano partecipare a questi momenti, serpenti compresi, che appaiono impegnati a giocare con i loro addestratori. La pericolosità del cobra é pari alla sua bellezza, intelligente e adattabile più di quello che si puo’ pensare, si fa avvicinare, se ben istruito.

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