04/10/2015
Testo: Enrico Scafidi
L’evoluzione del momento elettorale coincide con la visita della ragazza incontrata qualche tempo prima in centro a Marrakech, ragazza che viene da lontano e giunge dopo un viaggio in pullman molto lungo, oltre 15 ore. E’ una saharawi, in terra marocchina si sente più che straniera, é critica su tutto, un fisico atletico e molto bello, come tutta la sua gente, che popola la zona del sahara occidentale, comunicativa e estroversa, interagisce in modo interessante sia col prof, con la ragazza berbera, che con i suoi amici.
Pur nella piacevolezza delle nuove relazioni interpersonali, dove si accentuano le diverse estrazioni culturali, negli atteggiamenti, nelle forme espressive, nelle considerazioni, nei sorrisi, negli sguardi, il prof si sente isolato circa l’attenzione a momenti della società, che lui ritiene importanti. Se la ragazza saharawi ha ragioni che provengono dalla sua storia e da quella della sua gente, per non condividere assetti della società e della città, lasciandosi andare a forme critiche, negli altri prevale una qualche passività nell’assumere posizione o, semplicemente, nel seguire dibattiti e contrapposizioni, tra diversi punti di vista.
La sensazione che lo attraversa é imprevedibile: sembra che le votazioni in corso interessino più lui che ai marocchini vicini a lui; raccoglie con cura volantini, fogli, biglietti con simboli di propaganda elettorale, recanti programmi e promesse, a cui non è data alcuna importanza, pasticciati e gettati in poco tempo. Se riesce a comprendere in parte la ragazza saharawi, che si sente in terra più che straniera, si sente molto lontano dagli atteggiamenti degli altri, rassegnati a subire un momento sociale, che sembrano ritenere poco utile.
Anche conoscere i risultati degli scrutini due giorni dopo la loro chiusura, sembra una impresa non da poco, arrivando notizie più che contradditorie. E’ indubbio che i conservatori si siano affermati nei grandi centri, nelle campagne e in montagna sembra che abbia dominato il PAM, partito per l’autenticità e la modernità, e forse anche a Marrakech, dove era già alla guida della città; questo, secondo alcune prime comunicazioni di partito e indiscrezioni di vicini. Ma in serata il più informato di essi, all’apparenza di tendenze conservatrici, disilluse il prof, comunicandogli che anche a Marrakech ha prevalso il partito islamico. I dati conosciuti inizialmente sono da considerarsi superati.
Anche in questa fase si nota una certa rassegnazione, come se, comunque vadano le elezioni, poco cambierebbe all’interno del paese. La ragazza saharwi prova invece una sorta di indifferenza, come se si trattasse di una questione che non la interessa, o che la interessa poco. Apparentemente, in quanto si affretta a trasmettere a casa dei suoi i loro documenti, presi per sbaglio, perchè possano votare.
Invece, é proprio il prof che sembra essere il più interessato alle sorti di questa vicenda, per le ricadute internazionali che avrebbe una ipotetica affermazione degli schieramenti anti islamici.
Sono molti i partiti che si presentano, ciascuno con un simbolo originale, tanto che la scheda sembra una pagina di un libro per bambini, raffigurante trattori, alberi, papere, lune, leoni, rubinetti, lampade ..., per essere colorati e descritti.
Il grande confronto é tra il trattore e la lampada ed é quest’ultima, simbolo dei conservatori, che vedremo affermarsi in gran parte delle realtà del paese, specie nei grandi centri.
Al di la di cio’, dibattiti e chiaccherate si svolgono un po’ dappertutto, il prof non disdegna l’attiva partecipazione, specie se l’interlocutore é giovane, simpatica ed esuberante. L’ambiente intorno fa la sua parte, quando é dinamico, giovanile, attivo, come la grande piazza, sempre densa di turisti, proveniente da ogni dove. I saltimbanchi, quattro o cinque agilissimi ragazzi, partecipano dall’esterno del locale, con le loro evoluzioni, senza distrarre troppo l’occasionale pubblico.
Anche gli animali tutti sembrano partecipare a questi momenti, serpenti compresi, che appaiono impegnati a giocare con i loro addestratori. La pericolosità del cobra é pari alla sua bellezza, intelligente e adattabile più di quello che si puo’ pensare, si fa avvicinare, se ben istruito.