27/10/2021
Tomba di Djehutihotep - Deir el-Bersha
È la tomba più famosa della Necropoli di Deir el-Bersha.
Djehutihotep era Governatore del Nomo della Lepre durante la XII Dinastia nel corso dei regni di Amenemhat II, Sesostri II e Sesostri III.
Numerosi sono i titoli che portava sia in ambito civile ed amministrativo che in ambito religioso.
Il primo e forse quello che ha aperto la sua carriera è quello, sotto il regno di Amenemhat II, di “Figlio del Re” che lo identificava come cresciuto ed educato nel palazzo reale con i veri figli del re.
Fra gli altri titoli ricordiamo quelli di Grande Signore del Nomo della Lepre, Principe ereditario e sovraintendente dei Due Troni, Amico intimo del Re, Sovraintendente dei sacerdoti, Grande dei Cinque nel tempio di Thot, ecc...
Le decorazioni della tomba ci danno notizie relative ai suoi familiari permettendoci di sapere che il nonno paterno era Nehery, il padre Kay, Principe della città della piramide di Sesostri, e la madre Sat-kheper-ka.
Era sposato con Hathor-hotep, Signora della casa e Sacerdotessa di Hathor, che gli diede otto figli, tre maschi e cinque femmine.
Dei maschi il maggiore era Shemsu-khau-ef e gli altri due Sesostris-Ankh e Nehery.
Le prime tre figlie erano Nub-unut, Sat-kheper-ka e Sat-hedj-hotep; delle ultime due non conosciamo il nome.
Eccezionalmente veniamo a conoscenza anche dei nomi del direttore dei lavori della tomba e del decoratore della stessa che erano Sep, figlio di Ab-Kau ed Amenankhu.
Il nome di quello che probabilmente era il suo medico personale era Gua, Capo dei medici.
È difficoltoso arrivare alla tomba poiché si trova al culmine di un pendio scosceso ed è oltremodo complesso potere entrare nella tomba stessa in quanto ne è interdetta la visita.
Se riuscirete ad ottenere i permessi il funzionario governativo (egittologo responsabile della tomba) che vi accompagnerà toglierà i sigilli e registrerà il vostro ingresso.
Provvederà infine a rimettere i sigilli una volta terminata la visita.
La tomba deve la sua importanza al fatto di essere l’unica a riportare illustrata, sulla parete di sinistra della ca****la, la procedura per il trasporto di un colosso rendendoci così edotti del metodo con cui gli antichi egizi riuscivano a spostare grandi pesi su terreni estremamente impervi.
Si calcola che il colosso assiso di Djehutihotep avesse una altezza di circa 7 metri ed un peso di circa 60 tonnellate.
Il trasporto avveniva dalle cave di albastro di Hatnub fino al Nomo della Lepre.
La tomba è stata gravemente danneggiata da un antico terremoto che ha fatto crollare l’anticamera e lesionato la camera funeraria. Le moderne esplosioni per l’estrazione del calcare dalle vicine cave non hanno che ulteriormente danneggiato l’intero complesso.
La tomba si compone di un anticamera e di una ca****la al fondo della quale si apre una nicchia.
L'anticamera presenta, nelle sue parti sopravvissute al crollo, decorazioni attinenti a scene di caccia e di pesca.
La facciata è completamente crollata sotto il peso del soffitto che l'ha sepolta.
Si possono ancora intravedere le basi delle colonne palmiformi che reggevano l'architrave.
La parete di destra mostra una scena di caccia nella quale vediamo Djehutyhotep che, tenendo in mano un lungo bastone simbolo della sua autorità, osserva i cacciatori nel deserto di fronte a lui.
Uomini ed animali sono raffigurati molto più piccoli di Djehutyhotep ad evidenziare quale è il protagonista della scena.
Gli animali, fra cui si riconoscono gazzelle, antilopi, orici, lepri, bufali, struzzi e stambecchi, sono circondati da una rete e questo fa pensare che una parte di essi venisse catturata viva.
Fra i partecipanti alla caccia sono riconoscibili i tre figli del Nomarca.
Nel lato sinistro della parete di fondo vediamo Djehutyhotep che, in piedi su di una piccola barca di canne, trafigge i pesci con un arpione.
Davanti a lui e fra le sue gambe due figure femminili che non siamo in grado di identificare, probabilmente sono la moglie ed una delle figlie.
Alle sue spalle riconosciamo i tre figli.
Nel lato destro della parete di fondo vediamo Djehutyhotep che, in piedi su di una piccola barca di canne, tiene con la mano sinistra un bastone da lancio e nella destra tiene per i piedi degli uccelli utilizzati forse come richiami.
Lo accompagnano nella caccia la moglie, probabilmente quella accucciata fra le sue gambe, ed una delle figlie, in piedi davanti a lui, che gli porge un bastone da lancio.
Al centro della parete di fondo si apre l'ingresso alla ca****la che ha una larghezza di circa 8 metri, una profondità di circa 6 metri ed una altezza di circa 4 metri.
Sulla parete in cui si apre l'ingresso, alla sinistra della porta guardando verso l'uscita della ca****la, vediamo raffigurato Djehutyhotep in piedi e con le braccia tese lungo i fianchi.
Sopra di lui tre uomini, probabilmente i figli Shemsu-khau-ef, Sesostris-Ankh e Nehery, spargono libagioni, rappresentate da un flusso quasi solido di colore blu, che lo circondano completamente.
Nella parete di sinistra le decorazioni possono essere sommariamente divise in due registri principali: nel superiore è descritto il trasporto del colosso e nell'inferiore le attività del nomarca.
Nel registro superiore è illustrata la scena del trasporto del colosso che è quella che ha reso famosa questa tomba sia per la sua unicità sia per le informazioni che da essa ricaviamo.
All'inizio della scena, a sinistra, vediamo Djehutyhotep che accompagnato da servitori e soldati segue il traino della statua.
Il Nomarca è riccamente abbigliato e stringe nella mano destra lo scettro Sekhem.
Davanti al Nomarca il colosso, che si ipotizza fosse in alabastro proveniente dalle cave di Hatnub, ha una altezza stimata in circa 7 metri ed un peso calcolato in circa 60 tonnellate.
Se questi numeri potessero essere confermati risulterebbe essere la statua in albastro più grande mai realizzata.
Non è chiaro se la statua, che si presenta seduta su di un trono cubico dal basso schienale, rappresenti uno dei sovrani sotto i quali servì il Nomarca oppure il Nomarca stesso.
Personalmente ritengo più plausibile la prima ipotesi.
La statua, che tiene nella mano destra una stoffa piegata, è posta su di una slitta ed è strettamente assicurata alla stessa mediante funi.
In piedi sulla statua vediamo due uomini; quello sulle ginocchia dirige il traino e scandisce il tempo battendo le mani mentre quello all'altezza dei piedi sparge acqua davanti ai pattini della slitta lubrificando il terreno onde facilitare il lavoro di coloro che trainano la slitta stessa.
A mezza altezza fra il primo ed il secondo uomo un sacerdote brucia incenso in onore della statua.
Il colosso veniva trainato su di una slitta di legno da 172 uomini e questo ci indica la forza-lavoro necessaria in funzione del peso da spostare.
Fra coloro che trainano la slitta sono riconoscibili, grazie anche all'abbigliamento che li contraddistingue ed ai testi geroglifici che accompagnano la scena, due tipologie di persone:
- nella fila superiore ed in quella inferiore troviamo uomini appartenenti alle classi basse rappresentanti l'Est e l'Ovest del Nomo della Lepre.
- nelle due file centrali vediamo uomini appartenenti alle classi sociali elevate quali alti ufficiali, nobili e dignitari.
Nella parte superiore del registro inferiore, sotto gli uomini che trainano il colosso, vediamo sei barche.
Il fatto che abbiano gli alberi ripiegati e le vele raccolte ci dice che navigano seguendo la corrente in direzione nord.
La sesta barca è quella del Nomarca e non ha né vela ne rematori in quanto è trainata da quella che la precede.
I tre registri sottostanti alla scena delle barche e divise da quest'ultima da una banda blu a raffigurare il Nilo illustrano la raccolta e la conta dei tori, dei buoi e delle vacche.
La parete di fondo, al centro della quale si apre la nicchia, illustra scene di pesca, a sinistra, e di Djehutyhotep accompagnato da servitori, a destra.
La parte di sinistra della parete di fondo della ca****la si articola su tre registri:
- nel registro superiore vediamo Djehutyhotep e il suo figlio maggiore, Shemsu-khau-ef, che tirando una fune intrappolano in una rete uccelli acquatici.
- nel registro centrale vediamo dieci pescatori che tirando una fune intrappolano in una rete una ricca varietà di pesci.
- il registro inferiore si articola su tre sub-registri che mostrano la preparazione degli uccelli e dei pesci catturati nelle scene dei due registri superiori.
La parte di destra della parete di fondo della ca****la mostra Djehutyhotep riccamente abbigliato, con i sandali ai piedi, che tiene con la mano destra un lungo bastone simbolo della sua autorità.
Davanti a lui la figlia Nub-unut e più oltre un gruppo di servitori.
La parete destra è quasi interamente collassata a causa del terremoto che in antichità ha così profondamente danneggiato la tomba.
Solamente una parte, quella più vicina all'ingresso della ca****la, ha resistito ed adeguati interventi di restauro ne hanno migliorato la leggibilità.
Partendo dall'alto le decorazioni mostrano degli allevatori che spingono davanti a loro un gregge di montoni.
Segue una scena di contadini che raccolgono il lino ed altri che falciano l'orzo.
Più sotto una fila di vasi, anfore e coppe.
A seguire donne che fanno il pane ed uomini che spremono l'uva per farne vino.
Nella parte più bassa della parete vediamo alcuni uomini trasportare merci varie.
Il soffitto della ca****la che, come di consueto è separato dalle pareti dal fregio Kheker, è stato anch'esso gravemente danneggiato dall'antico terremoto.
È decorato con un motivo a quadrifoglio di colore giallo su fondo blu ed è attraversato da una banda gialla con testi geroglifici di colore blu.
La nicchia si apre nel centro della parete di fondo della ca****la.
Vi si accede grazie a tre gradini, ha una larghezza di circa 1,3 metri, una profondità di circa 2,5 metri ed una altezza di circa 2,5 metri.
Le decorazioni sono scolpite e dipinte.
Nella parete di fondo vediamo Djehutyhotep, a sinistra, di fronte a suo padre Kay.
Djehutyhotep tiene con la mano destra lo scettro Sekhem e con la sinistra una v***a mentre Kay tiene nella mano destra una v***a e con la sinistra una stoffa ripiegata.
Le pareti laterali della nicchia sono speculari e mostrano Djehutyhotep, sulla parete di sinistra, e Kay, sulla parete di destra, seduti davanti ad una tavola d'offerta purificata da libagioni con acqua e da fumigazioni d'incenso.
All'esterno dell'anticamera si apre uno degli ingressi agli appartamenti funerari sotterranei.
Per approfondimenti visita il mio sito: http://www.my-egypt.it/medio-egitto/deir-el-bersha/
Tomb of Djehutihotep - Deir el-Bersha
The Tomb of Djehutihotep is the most famous in the Necropolis of Deir el-Bersha.
Djehutihotep was governor of the Nome of the Hare during the XII Dynasty during the reigns of Amenemhat II, Sesostris II and Sesostris III.
There are many titles that carried in civil, administrative and in religious sphere. The first and perhaps the one who opened his career is that, under the reign of Amenemhat II, "Son of the King", which identified it as grown and educated in the royal palace with the true children of the king.
Other titles include those of the Great Lord of the Nome of the Hare, Crown Prince and Superintendent of the Two Thrones, Confidential friend of the King, Superintendent of priests, Great of the Five in the Temple of Thoth, etc...
The decorations of the tomb give us informations about his relatives, allowing us to know that his paternal grandfather was Nehery, his father was Kay, Prince of the city of the pyramid of Sesostris, and the mother was Sat-Kheper-ka.
He was married with Hathor-hotep, Lady of the house and Priestess of Hathor, with whom he had eight children, three sons and five daughters.
The highest of the males was Shemsu-Khau-ef and two other were Sesostris-Ankh and Nehery.
The first three daughters were Nub-unut, Sat-kheper-ka and Sat-hedj-hotep; we don't know the names of the last two.
Exceptionally, we also know the names of the project manager and the decorator of the grave that were Sep, son of Ab-Kau, and Amenankhu.
The name of what probably was his personal physician was Gua, Head of the doctors.
It is difficult to reach at the tomb because it is the culmination of a steep slope and is very difficult to enter the grave as it is forbidden to visit.
If you get the permits the government official who will accompany you remove the seals and record your entry. He will eventually replace the seals once the visit.
The tomb owes its importance to being the only one to report shown, on the left wall of the chapel, the procedure for transporting a colossus making them aware of the method by which the ancient Egyptians were able to move extremely heavy loads in difficult terrain.
It is estimated that the colossus seated of Djehutihotep had a height of about 23 feet and a weight of 60 tons.
The transportation was done by the quarries of alabaster of Hatnub to the Nome of the Hare.
The tomb was badly damaged by an ancient earthquake that brought down the antechamber and damaged the burial chamber.
The modern explosion for the extraction of limestone from nearby quarries have further damaged the entire complex.
The tomb consists of a antechamber and a chapel at the end of which opens a niche.
The antechamber shows, in its parts that survived the collapse, decorations relating to scenes of hunting and fishing.
The facade is completely collapsed under the weight of the ceiling that has buried.
You can still see the bases of the columns that held up the lintel.
The right wall shows a hunting scene in which we see Djehutyhotep, holding a long stick symbol of his authority, look at the hunters in the desert in front of him. Men and animals are depicted much smaller than Djehtyhotep to highlight what is the protagonist of the scene.
The animals, including gazelles, antelope, oryx, hares, buffaloes and goats, are surrounded by a net and this suggests that some of them were captured alive. Among the participants in the hunt are recognizable the three sons of the Nomarch.
On the left side of the back wall we see Djehutyhotep standing on a small reed boat pierces the fish with a harpoon.
In front of him and between his legs are two female characters who we are not able to identify, probably his wife and a daughter.
Behind him, we recognize the three sons.
The right side of the back wall shows Djehutyhotep standing on a small boat of reeds held with his left hand a throwing stick and in his right hand held the feet of some birds probably used as decoy.
He is accompanied by his wife in the hunt, probably the one crouched between her legs, and a daughter, standing in front of him, hands him a throwing stick.
At the center of the back wall is the entrance to the chapel which has a width of about 26 feet, a depth of about 20 feet and a height of about 13 feet.
On the wall where the entrance to the left of the door looking for the exit of the chapel, we see Djehutyhotep depicted standing with his arms outstretched at his sides.
Above him three men, probably the sons Shemsu-Khau-ef, Sesostris-Ankh and Nehery, spread libations represented by a blue stream almost solid, surrounding it completely.
On the left wall decorations can be broadly divided into two main registers: in the upper is described the transportation of the colossus and in the inferior the activities of the Nomarch.
The upper register shows the transport of the colossus that is what has made this tomb famous for its uniqueness and for the information that we derive from it.
At the beginning of the scene, on the left, we see Djehutyhotep accompanied by servants and soldiers following the towing of the statue.
The Nomarch is richly dressed and holding in his right hand the Sekhem scepter.
In front of the Nomarch the colossus, which is assumed to be in alabaster come from the quarries of Hatnub, has a height estimated at around 23 feet and a weight estimated at about 60 tons.
If these numbers could be confirmed would be the largest alabaster statue ever made.
It is unclear whether the statue, which is sitting on a cubic throne, represents one of the kings under whom Djehutyhotep served or the Nomarch the same.
The statue, holding in his right hand a folded cloth, is placed on a slide and is tightly secured by rope.
Standing on the statue we see two men; the one on the knees directs the towing and marks the time clapping his hands while the one on the feet is pouring water in front of the sledge shoes lubricating the ground to facilitate the work of those who dragged the sledge itself.
Halfway between the first and the second man, a priest burns incense in honor of the statue.
The colossus was hauled on a wooden sledge from 172 men and this shows us the necessary workforce according to the weight to move.
Among those pulling the sledge are recognizable, thanks to clothing that distinguishes them and the hieroglyphic texts that accompany the scene, two kinds of people:
- on the top and bottom row are men belonging to the lower classes representing the east and west of the Nome of the Hare.
- in the central two rows we see men belonging to higher social classes; senior officials, nobles and dignitaries.
At the top of the lower register, below the men dragged the colossus, we see six ships.
The fact that they bent the trees and sails gathered tells us that sail north along the current.
The sixth boat is that of Nomarch and it is draw by what precedes it.
The three scenes below the scene of boats and separated from it by a blue stripe to represent the Nile, showing the collection and counting of the bulls, oxen and cows.
The back wall of the chapel, at the center of which opens the niche, shows scenes of fishing, left, and Djehutyhotep accompanied by servants, right.
The left side of the back wall of the chapel has three registers:
- in the upper register we see Djehutyhotep and his eldest son, Shemsu-Khau-ef, that pulling a rope caught in a net waterfowl.
- in the central register we see ten fishermen, pulling a rope, catch in a net trap a rich variety of fish.
- the lower register is divided into three sub-registers that show the preparation of birds and fish caught in the scenes of the two upper registers.
The right side of the back wall of the chapel shows Djehutyhotep richly dressed, with sandals, holding with his right hand a long stick symbol of his authority. Before him his daughter Nub-unut and more than a group of servants.
The right wall is almost entirely collapsed in the earthquake in antiquity that has so deeply damaged the tomb.
Only a portion of the wall, the one nearest the entrance to the chapel, he resisted and adequate restorations have improved readability.
Starting from the top the decorations show farmers pushing before them a flock of rams.
Below is a scene of peasants who harvest the flax and the barley.
Below a row of pots, jars and cups.
Followed by women who make bread and men squeeze the grapes to make wine.
In the lower part of the wall we see some men carry cargo.
The ceiling of the chapel, as usual, is separated from the walls by the kheker frieze, was also severely damaged by the ancient earthquakes.
It is decorated with yellow four-leaved motifs on a blue background and is crossed by a yellow band with blue hieroglyphic texts.
The niche opens in the center of the back wall of the chapel.
It is accessed by three steps, has a width of about 4 feet, a depth of about 8 feet and a height of about 8 feet.
The decorations are carved and painted.
On the back wall we see Djehutyhotep, left, in front of his father Kay. Djehutyhotep holds with his right hand the Sekhem scepter and with his left hand takes a rod while Kay takes a rod in his right hand and in his left hand a folded cloth.
The side walls of the niche are identical and show Djehutyhotep, on the left wall, and Kay, on the right wall, sitting at a offering table purified whit libations of water and fumigation of incense.
Outside of the antechamber opens one of the entrances to underground funerary apartment.
For further informations visit my website: http://www.my-egypt.it/middle-egypt/deir-el-bersha/