07/04/2021
Questa è la ricostruzione delle alpicelle e stellare contenute nella storica Carta del 999 contenente la permuta tra i beni dell'abazia di S. Salvadore di Arona e l'arcivescovato di Milano, amministratore dei beni della Pieve di Brebbia. Le alpicelle (=alpi/alpeggi) sono quelle di Curte vacareggia, Carda, Macuniaga, Rovi, per un'estensione totale di 1,5 mln di m2, tutte poste sul versante settentrionale, a sinistra del torrente Anza. Le stellaree, a meridione, in riva destra dell'Anza, sono Pradiola, Drausa regis, Cacia mezana e Quaratiola, per un'estensione totale di 1 mln di m2. Tutto il territorio era abitato da 10 persone, servos et ancillas, cioè servi della gleba degli abati aronesi, denominati Domenico e Giulio con i suoi figli, le rispettive mogli, figli, figlie e nipoti, i primi abitanti stabili noti di Macugnaga (romanzi, non Walser! I Walser giungeranno due secoli dopo). La più importante alpicella era Curte Vacareggia, cioè sede più importante in quanto presente una “corte” e riservata al pascolo del bestiame grosso più pregiato, il toponimo successivamente andò perso, forse ridotto a proprietà privata e nucleo del nascente comune che andava formandosi alla testata della valle. L'alpe Carda, oggi denominata Garda, deriva forse da Guardia, Warda, zona di rifugio del bestiame o forse da un'antica guardiola longobarda. Diventerà poi alpe consorziale del quartiere di Pestarena. L'alpe di Macuniaga comprendeva probabilmente tutto il versante settentrionale a monte di Borca, Testa, Staffa, Prati e Dorf, sul versante della montagna compreso tra il rio Rossa e il Tambach su fino al Monte Moro. L'etimologia deriva forse da mocco = grasso, pingue, ricco di acque, o dal dio celtico Mocco, poi storpiato in Macanà. Ancora oggi un prato poco lontano dalla Chiesa Vecchia, il Dorf o Villa di Macugnaga nei documenti, si chiama ancora Macanà. L'alpe fu poi divisa negli attuali alpeggi di Cicerwald (alpe di Sasso Cervario o Monte Cravario, forse anticamente unito nell'alpe Garda e successivamente gestito comunitariamente dai Vicini del quartiere di Borca), Meccia/Megia (alpe di mezzo), Sonobierg (monte del sole), Bill, Flo, Bodma, Galkerne. L'Alpe Rovi, probabilmente da rota, rova = pascolo turnario per le bestie minute, poi nel tempo indicata come Rovol, Rogolo, è stata trasformata nel walser Roffel e suddivisa nel tempo in Rogolo di fuori, oggi comprendente gli alpeggi successivamente venuti a crearsi di (Im) Fad, Ober Fad, Stenigalghi/Stenigalki, Im del Balmo/Hinderbalmo, Alte Staf(f)el, e dalla quale dipendeva anche l'alpe Burchi/Burki - Bebulchi = biforcazione, Rogolo di mezzo ossia Roffel propriamente detta, Rogolo di dentro oggi Roffelstaf(f)el (con forse Fillar e Jazzi). Successivamente gestiti da privati di Calasca, Batiggio, Vanzone, Prequartera, Pecetto e Dorf, con il tempo divennero tutti alpeggi consorziali della sola comunità macugnaghese (segue).
(carta da E. Rizzi, I Walser e le Alpi: ultimi studi, 2020; bibliografia: T. Valsesia, G. Burghener, Macugnaga e il Monte Rosa, 1968; R. Cresta, Macugnaga tra storia e leggenda, 1984; d. T. Bertamini, Storia di Macugnaga, vol. I, 2005; E. Barlocco, Alpi e alpeggi del comune di Macugnaga, 2009; T. Valsesia, L. Battaglini (a cura), Macugnaga le alpi e gli alpigiani, 2014; Rizzi, op. cit.)