06/02/2024
Da un po' di giorni si parla del maltempo che sta ritornando e che dovrebbe condizionare in particolare il prossimo weekend.
Anche se in realtà è suggestivo ciaspolare sotto la neve che cade, è ovvio che strade sporche e problemi vari possono rendere più complicato muoversi.
Diciamo che in questo caso la montagna è solo per chi la ama così tanto da non potervi rinunciare nemmeno col brutto tempo.
Se non avete dimestichezza con le strade sporche e le catene per l'auto... lasciate perdere e fate qualcos'altro di più tranquillo!
In attesa di sapere con la maggior precisione ed affidabilità possibile (quindi tra almeno un paio di giorni) che meteo effettivamente ci aspetta, approfitto per parlarvi di un tema che si ripropone ad ogni escursione: l'equipaggiamento per ciaspolare.
L'abbigliamento tecnico ideale, prevede una configurazione a più strati, detta anche a "buccia di cipolla" le cui componenti principali sono l'intimo tecnico, una felpa leggera, una grossa, un giubbino antivento o guscio tecnico ed un piumino leggero da tenere in zaino.
I pantaloni devono essere da escursionismo invernale, con capacità antivento e traspiranti, nonché di tessuto che si asciuga rapidamente.
Guanti (leggeri o pesanti, a seconda delle situazioni), collo termico in pile o in lana, berretto, fascia, cappellino, occhiali da sole o con lenti per brutto tempo...
Una nota di riguardo per le calze: un solo paio, possibilmente sagomate e magari leggere, che favoriscano il movimento del piede in modo da garantire una buona circolazione del sangue, requisito fondamentale per mantenere buona la temperatura.
Infatti, non c'è peggior cosa da fare che mettere troppo spessore tra scarpone e piede, per "stritolare" le arterie e inibire l'arrivo del sangue caldo in periferia!
Scarponi alti alla caviglia, tipo trekking, con membrana di teflon a nano fori, impermeabile/traspirante, non troppo leggeri, direi...
Lasciate perdere doposci ed altre strane diavolerie: quello che mettete ai vostri piedi è la cosa più importante di tutta l'attrezzatura, perché sono loro (i vostri piedi) che vi mettono in contatto col mondo!
Zaino da montagna con possibilità di appendere le ciaspole e di capienza tra i 25 e i 35 litri e con fascia sui fianchi che vi consente di stabilizzarlo, migliorando la distribuzione del carico ed evitando che, ciondolando sulla schiena, contribuisca ad affaticarvi e indolenzirvi oltre il dovuto.
Ghette, per evitare che vi entri neve negli scarponi. Alcuni pantaloni le hanno incorporate.
Ciaspole di misura adeguata alla vostra stazza, con buon sistema di chiusura, buona ramponatura, snodo per permettere la rotazione dell'avampiede e l'utilizzo ottimale del rampone di punta, indispensabile per i tratti di salita ripida, inoltre, possibilmente, con l'alza tacco, per alleviare l'estensione del polpaccio durante tratti di salita lunghi ed impegnativi.
Del tutto superfluo, invece (secondo la mia esperienza) il sistema di chiusura che impedisce la rotazione sullo snodo.
Ramponcini? Sono molto intriganti, ma non sopravvalutateli: il loro campo d'impiego è limitato a terreni sub-orizzontali.
Io li considero quasi superflui perché sono comunque sostituibili dalle ciaspole.
I bastoncini: se li volete telescopici, prendeteli di tipo moderno, con sistemi di chiusura degli stadi che non vengono compromessi dal freddo.
Io preferisco quelli interi, perché tutto ciò che non c'è, non si rompe e alla fine sono comunque quelli più leggeri e robusti.
I dischetti piccoli vanno forse meglio di tutto.
Tutte queste caratteristiche corrispondono ai normali bastoncini da sci.
Io comunque uso da anni una versione da nordic walking, con i guantini che si possono staccare premendo un bottoncino: li trovo praticissimi.
La misura? quando li impugnate, il braccio deve formare un angolo compreso tra i 90 e 100 gradi.
Dotazioni di sicurezza: kit di primo soccorso con telo termico, comprendente eventuali medicinali salvavita personali, una lucetta frontale, eventualmente un sacco-bivacco.
Portatevi sempre un po' di cibo facilmente digeribile di scorta: gel, barrette, frutta secca, una banana.
Thermos tecnico con the caldo ed una scorta d'acqua adeguata (almeno 1 litro).
Artva, pala e sonda? Indispensabili per gli ambiti potenzialmente valanghivi, però bisogna saper usare queste attrezzature, conoscere tutte le procedure dette di "autosoccorso in valanga" ma soprattutto avere una ottima capacità di valutazione dei terreni innevati in cui si intendete muoversi.
Queste cose una Guida che ha fatto corsi di formazione per la conduzione in terreno innevato, le sa
Ad oggi, gli unici professionisti che hanno una formazione certificata per legge in tal senso, sono solo quelli iscritti ai Collegi delle Guide Alpine, che hanno frequentato i relativi corsi.
Volete altre info? Mi trovate ai miei recapiti:
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