03/12/2024
Giorno 10:
Mirissa.
È l'alba quando, arrivati a Mirissa, ci imbarchiamo per andare alla ricerca delle balene. È una bella giornata e il mare è molto calmo, sull' acqua si riflettono i primi raggi di sole e i turisti sono impazienti di salpare. Dopo circa un' ora vediamo i primi delfini, sono molto scuri e nuotano dolcemente senza fretta. Il sole scotta e il riverbero dei suoi raggi sull' acqua rende difficile scrutare il mare. Ci spostiamo in un' area attraversata solitamente dalle balene. Ci sono 6/7 barche e le balene se ne stanno nascoste. Dopo circa tre ore di girovagare avvistiamo la prima, o meglio i marinai la avvistano. I fotografi professionisti sono attenti, le dita sul pulsante dello scatto e l'occhio vigile. Ma, anche loro come me, torneranno a casa delusi. I marinai delle varie barche avvistano le balene e le indicano con la mano ma solo pochi hanno la fortuna di vederle emergere. Mio marito è uno dei fortunati e vede la coda di quella che ci diranno essere una "fin whale". Il giorno prima invece avevano avvistato una "blue whale". Sulla barca ci viene servita colazione, pranzo e spuntino di frutta, ey una magra seppur gradita consolazione. Pur sapendo che il mare non è uno zoo e gli animali passano e vanno liberi e veloci non posso nascondere la mia delusione. Sarà per la prossima volta sussurra il cervello al cuore in lacrime. Rientriamo. Il porto brulica delle strette e coloratissime barche dei pescatori che ormai hanno già finito di scaricare il pescato. Sono le stesse barche che a gesti comunicavano coi marinai della nostra barca indicando loro il luogo in cui avevano visto i cetacei. Ogni giorno provo meraviglia nel vedere la gentilezza e la calorosa attenzione rivolta ai visitatori. Inutile dire che la parola Italia strappava a tutti un sorriso. Sbarchiamo e a terra ad attenderci c'è il nostro autista insieme a Sanjeewa che ha preferito evitare una gita in alto mare. Ma l' escursione non è finita...ora ci attendono le spiaggie. La prima spiaggia che ci mostrano è quella di una location privata, la vista mozzafiato e una lunga scalina che conduce fino al mare. Poi è il turno della più fotografata e instagrammata in assoluto, la "Coconut tree Hill" con la sua terra rossiccia e le altre palme che si innalzano fiere quasi a voler toccare le nuvole. Fino ad Hikkaduwa è un susseguirsi di spiagge costellate di scuole di surf, chioschi della frutta e piccoli negozi, i giovani cavalcano le onde e, lungo i lati della strada, i pescatori fanno essiccare al sole il pesce, i pescherecci si lasciano dondolare dalle onde. Impossibile non fermarsi per un iconica foto coi pescatori sui loro trespoli, questo tipo di pesca è stato abbandonato dopo lo tsunami ed ora i locali si offrono come comparse per le foto dei turisti. Quando arriviamo a casa è pomeriggio inoltrato.
Dopo aver pranzato in un ristorante locale ci aspetta una cenetta strepitosa, allietata dal canto dei grilli e dai suoni della natura.