08/09/2021
Il torrente Ogna e l’antico borgo con il polo artigianale
Nell’antico borgo è possibile ammirare il vecchio lavatoio, dove venivano incanalate le acque del torrente, proprio sotto le strutture del ponte. Nei pressi si possono notare i resti dell’antica segheria, ora edificio privato. Sul ponte potrete osservare alla vostra sinistra quel che resta delle antiche cartiere e dell’antico polo artigianale produttivo. Dal ponte, sul lato destro, si possono osservare i resti delle strutture che sostenevano la ruota idraulica che ne alimentava la produzione. La forza motrice dell'acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di buona qualità.
Era un tipo di carta di particolare valore, probabilmente dato l'alto contenuto di calcare delle acque che rendevano la carta più solida e resistente e quindi ricercata. Nel 1776 le cartiere in bergamasca erano 10, 3 di queste si trovavano a Villa d'Ogna. Nel 1861 una grande alluvione provocò una frana sull’Alpe Rigada, nell'attuale territorio di Oltressenda Alta, provocando gravi danni alle abitazioni circostanti e alle stesse cartiere presenti in prossimità del torrente Ogna. L'industria cartiera a Villa d'Ogna iniziò poi a vedere i primi segni di cedimento verso la fine del XIX secolo che rese i processi manuali di produzione ormai obsoleti.
Verso la fine del ponte potrete inoltravi nell’antico borgo che ancora conserva pregevoli edifici, alla scoperta di un affascinante viaggio nel tempo, qui c’erano magli e officine per la produzione di chiodi. Il comprensorio è famoso anche perché si fabbricavano i chiodi per ferrare i cavalli, fiorente attività artigianale che contraddistingueva Villa d’Ogna. Dalla metà del ‘600 fino a tutto il ‘700 fiorì l’arte della fabbricazione di balconi, logge e parapetti sia in legno che in ferro. In particolare a Ogna forgiò opere pregevoli lo Zanoletti.
Il materiale ferroso cavato dalle miniere e fuso con carbone di legna nei vecchi forni fusori, forgiato a massello passava ai magli azionati dalle cascate d’acqua, per prendere più tardi la forma di cancelli, inferriate e parapetti attraverso l’officina del fabbro artigiano.