30/09/2022
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Il maniero conteso dai potenti nei secoli.
Fu il palcoscenico delle lotte tra i potenti dell’epoca: la prima pietra del castello dei conti di Modica fu posta tra il 1340 e il 1350 dai Peralta ma il maniero fu completato dai feudatari Enrico e Federico Chiaramonte. Dal 1410 il castello, così come tutti i beni di Andrea Chiaramonte, dichiarato ribelle dalla regia corona, passò ai Cabrera, conti di Modica, ai quali appartenne fino al 1812. Nel 1535 vi soggiornò per tre giorni l’imperatore Carlo V, di passaggio per la città, che in quell’occasione disse di Alcamo «città opulenta e gioconda». Nel corso dei secoli il castello subì numerosi attacchi persino nel 1534 dal pirata arabo Barbarossa, ma anche degli stessi alcamesi: nel 1392 l’arciprete Pietro de Laudes si armò contro Enrico Ventimiglia; nel 1402 contro Donna Violante de Laudes, signora di Alcamo. Profondamente degradato, il castello passò nel 1828 al Comune di Alcamo e fu adibito a uffici comunali, a carcere, e stalla. Restaurato nel 2000 e, successivamente, nel 2010, è oggi sede dell’Enoteca regionale della Sicilia Occidentale. Mantiene l’originaria struttura quadrilatera, con quattro torri, 2 circolari e 2 parallelepipede. Sul prospetto nord resistono due originarie finestre monofore e, nel cortile interno, bifore, trifore e una elegante scalinata in stile gotico-catalano. Lo scalone d’onore del castello è in rosso ammonitico del Monte Bonifato, mentre all’interno è allestito il teatrino dell’opera dei pupi.
Le Vie dei Tesori