Paolo Corrias

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Paolo Corrias Il mio impegno è totale. La mia unica preoccupazione è trovare soluzioni unitarie, tali da determi

Dal 1° marzo 2023 al via la rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo inps, cioè oltr...
24/01/2023

Dal 1° marzo 2023 al via la rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo inps, cioè oltre 2.101,52€ lordi al mese (al dicembre 2022). Lo rende noto l’Inps in un comunicato stampa in cui spiega che in tale occasione saranno corrisposti anche gli arretrati maturati a gennaio e febbraio 2023.

Come noto la Finanziaria 2023 ha rivisto per il biennio 2023-2024 la perequazione delle pensioni di importo superiore a quattro volte il trattamento minimo. Queste pensioni dal 1° gennaio 2023 vengono rivalutate in senso più sfavorevole rispetto all’anno passato. Di conseguenza, per evitare la formazione di indebiti pensionistici, l’Inps ha provveduto all’aggiornamento dal 1° gennaio 2023 solo delle rendite non coinvolte nel nuovo modulo perequativo, cioè quelle di importo non superiore a 4 volte il minimo (2.101,52€ al mese ai valori lordi del dicembre 2022) rinviando l’appuntamento per quelle superiori alla definitiva approvazione della Finanziaria 2023. Ora spiega di aver completato le operazioni e che, pertanto, dal 1° marzo 2023 anche i trattamenti superiori a quattro volte il minimo vedranno applicata la rivalutazione secondo le previsioni della Finanziaria 2023 (in tabella gli aumenti).

La crisi energetica globale causata dal clima e dall'aumento della domanda sta peggiorando, sollevando campanelli d'alla...
14/10/2022

La crisi energetica globale causata dal clima e dall'aumento della domanda sta peggiorando, sollevando campanelli d'allarme in vista dell'inverno, quando sarà necessaria più energia per illuminare e riscaldare le case. I governi di tutto il mondo stanno cercando di limitare l'impatto sui consumatori, ma riconoscono che non saranno in grado di impedire che le bollette salgano alle stelle. La priorità immediata deve essere quella di mitigare l'impatto sociale e proteggere le famiglie vulnerabili.
La frenesia per il gas naturale sta facendo salire anche il prezzo del carbone e del petrolio, che in alcuni casi possono essere usati come sostituti ma sono anche peggiori per il clima.
L'aumento dei prezzi dell'energia sta contribuendo all'inflazione, già una delle principali preoccupazioni mentre l'economia globale cerca di scrollarsi di dosso gli effetti persistenti del Covid-19. Le dinamiche durante l'inverno potrebbero peggiorare le cose.
La crisi deriva dall'aumento della domanda di energia mentre prende piede la ripresa economica dalla pandemia e da un sistema attentamente calibrato che è facilmente influenzato da eventi meteorologici o problemi meccanici.
L'attuale aumento dei prezzi dell'energia in Europa è davvero unico, mai prima d'ora i prezzi dell'energia sono saliti così tanto e così velocemente. E siamo solo a pochi giorni dall'inizio dell'autunno: le temperature sono ancora miti.
L'aumento delle bollette energetiche potrebbe frenare la spesa dei consumatori per vestiti o attività come cenare fuori, danneggiando la ripresa dalla pandemia. Se alle imprese viene chiesto di ridimensionarsi per risparmiare energia, anche questo potrebbe danneggiare l'economia.
È molto chiaro che con l'energia, a lungo termine, è importante investire nelle rinnovabili.

IL DISCORSO DI LA RUSSA"Anche in questa legislatura ci si aspetta e si parlerà di riforme. Non dobbiamo favoleggiare il ...
13/10/2022

IL DISCORSO DI LA RUSSA
"Anche in questa legislatura ci si aspetta e si parlerà di riforme. Non dobbiamo favoleggiare il 'tutto e subito', ma soprattutto non bisogna temerle. Bisogna provare a realizzarle insieme. E al Senato può spettare il via alla necessità di aggiornare - non la prima parte che è intangibile - ma quella parte della Costituzione che dia più capacità di dare risposte ai cittadini e di appartenere alla volontà del popolo". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa aggiungendo di credere "che il Senato possa farlo, in vari modi: l'importante ci sia volontà politica di realizzarle queste riforme".
"Ho voluto omaggiare, non proforma ma dal cuore, portare fiori alla senatrice a vita Segre che ha parlato di tre date alle quali non voglio fuggire: il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno. Io vorrei aggiungere la data di nascita del Regno d'Italia che prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale. Queste date tutte insieme vanno celebrate da tutti perchè solo un'Italia coesa e unita è la migliore precondizione per affrontare ogni emergenza e criticità".
"Il mio è un compito di servizio, non devo cercare oggi agli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte piaceranno a volte non piaceranno. Non c'è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti". Conclude così Ignazio La Russa il suo primo discorso da presidente del Senato suggellato da un lungo applauso.

Ignazio La Russa è il presidente del Senato con 116 voti.I senatori presenti sono stati 187, i votanti 186, la maggioran...
13/10/2022

Ignazio La Russa è il presidente del Senato con 116 voti.
I senatori presenti sono stati 187, i votanti 186, la maggioranza richiesta era di 104 voti. La Russa ne ha ottenuti 116, Segre 2, Calderoli 2, le schede bianche sono state 66. La Russa ha assunto la presidenza del Senato salendo sul più alto scranno di Palazzo Madama. L'esponente di FdI ha portato un mazzo di rose bianche per Liliana Segre. Applausi dai banchi del centrodestra, Forza Italia compresa. Applausi più tiepidi anche dai banchi dell'opposizione.
"Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato con orgoglio. Noi 9 abbiamo votato scheda bianca. È chiaro che c'è un regolamento di conti intorno al centrodestra". Lo dichiara il leader di Iv Matteo Renzi commentando l'elezione di Ignazio La Russa presidente del Senato. "Mentre la maggioranza è partita divisa, una parte dell'opposizione ha fornito un soccorso decisivo per l'elezione di La Russa a presidente del Senato.
Momenti di tensione tra il leader di Fi Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa in Aula al Senato, da quanto si può vedere da un video del Tg1 e di Sky, l'esponente di Fdi si è avvicinato al Cav che era seduto sui banchi del suo partito e, dopo un breve scambio, l'ex premier sbatte i pugni sul banco e lo manda a quel paese. "Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese". E' quanto si legge in una nota di Berlusconi.

10 ottobre 1985,quattro caccia F-14 Tomcat americani affiancarono un volo dell’EgyptAir e lo costrinsero ad atterrare ne...
10/10/2022

10 ottobre 1985,quattro caccia F-14 Tomcat americani affiancarono un volo dell’EgyptAir e lo costrinsero ad atterrare nella base aerea di Sigonella,in Sicilia. Ovviamente questo non era un volo normale, infatti, ospitava quattro terroristi palestinesi che nei giorni precedenti avevano dirottato una nave italiana, l’Achille Lauro, e ucciso un turista americano al suo interno. Il governo italiano, dopo una lunga trattativa, aveva concesso ai terroristi un salvacondotto che li avrebbe portati al sicuro in un paese arabo in cambio della liberazione degli ostaggi. Le trattative però non trovavano il favore degli americani, i quali volevano punire i terroristi per il grave crimine di cui si erano macchiati e per questo costrinsero l’aereo egiziano ad atterrare nell’aeroporto militare di Sigonella in cui vi era anche una Naval Air Station della Marina statunitense. Il presidente Reagan avrebbe voluto estradare i terroristi negli Stati Uniti, ma il governo Craxi sottolineava come i crimini fossero avvenuti su una nave italiana e quindi nella nostra giurisdizione. La grave ingerenza americana creò una crisi diplomatica senza precedenti con il governo italiano. Il volo egiziano fu subito circondato dai carabinieri, che a loro volta furono circondati da militari statunitensi con le armi spianate. Infine, un secondo cordone di carabinieri formò il terzo cerchio puntando le armi contro gli statunitensi. Dopo questa escalation Reagan ordinò di sciogliere le briglie e, nonostante la crisi diplomatica continuò nelle ore e nei giorni successivi, il governo italiano riuscì ad affermare la propria sovranità territoriale.

Oggi mi sento di parlare dell’aspetto della post-verità che colpisce soprattutto l'intero mondo del "falso", del falso, ...
06/10/2022

Oggi mi sento di parlare dell’aspetto della post-verità che colpisce soprattutto l'intero mondo del "falso", del falso, dell'inventato o manipolato grossolanamente, delle bufale intenzionali o non, dei video falsi profondi o economici o della mancanza di verifica nei media.
I fenomeni che assistiamo quotidianamente nei media, nei social network o nelle conversazioni intorno a un caffè, non sono altro che il fango di quelle piogge, di quei tempi in cui l'obiettività informativa e la capacità giornalistica venivano messe in discussione, negate, di conoscere la verità e passare su. Oggi non c'è tanto dubbio su questo -perché siccome si parla di post-verità è perché la verità conta-, quanto sulla funzione essenziale dell'informazione in una società democratica, plurale e libera.
La democrazia è particolarmente colpita da fenomeni non solo come le fake news, che ne accrescono la distorsione in momenti particolarmente emotivi, la polarizzazione, i video ultra-fake che possono sostituire i leader politici, ma anche dalle cosiddette narrazioni ostili . E questo è già un salto in più, perché non tocca i fatti ma la versione dei fatti, cioè le ideologie , le strategie di comunicazione politica e di propaganda.
Senza dubbio tutti pensiamo ai recenti eventi della "guerra della disinformazione"nella devastante guerra fratricida della Russia contro l'Ucraina. Non è l'unico caso .
Messaggi falsi fatti di bugie stanno contaminando le menti di coloro che non hanno più informazioni di quelle che ricevono. Le fonti non contano più così tanto, le versioni contano.
Dal punto di vista mediatico si rileva un altro fenomeno di disinformazione, dove giornalisti e ospiti di talk show e programmi di analisi e dibattito puntano eccessivamente su quella "lotta per la storia" , e non mi riferisco solo allo straordinario peso dei discorsi nella dieta televisiva o radiofonica, ma al termine “racconto” che si riferisce sia alla “conoscenza che viene data, generalmente dettagliata, di un fatto” sia alla “narrazione, racconto ”. Questo è quello che meglio si adatta a questo fenomeno di distorsione dei fatti. Non è la narrazione di un artista o di uno scrittore, ma la costruzione di un'ideologia o di una propaganda .
In questo senso si discosta dall'esercizio del diritto all'informazione veritiera, essendo più un esempio di militanza politica (anche gratuita ovviamente) o almeno di pura opinione.
Anche dal canto suo, la Russia ha inflitto una multa (83mila euro) a Wikipedia per la “storia” sull'invasione dell'Ucraina che il portale si rifiuta di ritirare. Come riportato da Newtral a giugno : "Tra gli articoli che il Cremlino chiede di rimuovere nella sua versione russa c'erano i crimini di guerra durante l'invasione russa dell'Ucraina , il massacro di Bucha , ecc."

Secondo il Times di Londra, che cita un’informativa inviata dalla Nato agli Stati membri, il presidente russo Vladimir P...
04/10/2022

Secondo il Times di Londra, che cita un’informativa inviata dalla Nato agli Stati membri, il presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto a dimostrare la sua volontà di usare armi di distruzione di massa con un test nucleare ai confini dell’Ucraina.
Si ritiene, afferma ancora il media britannico, che la Nato abbia avvertito tutti i Paesi membri. Mentre l’armata d’invasione russa in Ucraina è in ritirata e perde continuamente terreno sul campo di battaglia, il Cremlino evidenzia – scrive il Times – una propensione per una significativa escalation.
Un rapporto dell’intelligence inglese conferma possibili azioni di Mosca, fra cui quella di testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica. Secondo una fonte di alto livello della difesa occidentale, citata sempre dal Times, la dimostrazione di forza più probabile da parte di PUTIN tramite il ricorso a ordigni atomici avverrebbe nel Mar Nero.
Ma “non è impossibile” che il leader del Cremlino possa utilizzare un’arma nucleare tattica in Ucraina. In quel caso però i rischi per i russi sono più alti: “Spinta dai venti il fall out, la ricaduta di radiottività, potrebbe riversarsi sulle città russe vicino al confine ucraino, come Belgorod”, ha detto una fonte dell’autorevole giornale inglese.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la Russia non vuole “prendere parte” alla “retorica nucleare” dei “media e dei politici occidentali”. “Nei media occidentali, i politici occidentali, i capi di Stato ora hanno molti esercizi di retorica nucleare. Non vogliamo prendere parte a questo”, ha detto Peskov, citato dalla Tass, commentando la notizia del Times.

Il 25 settembre siamo chiamati a scegliere tra una politica strategica e costruttiva, fondata su un’idea concreta e posi...
28/08/2022

Il 25 settembre siamo chiamati a scegliere tra una politica strategica e costruttiva, fondata su un’idea concreta e positiva di come dovrà essere l’Italia di domani, e da una accozzaglia di sinistra basata sull’odio e sull’esaltazione acritica dell’anti e del non. È tempo di cambiare perché il nostro voto conta!
Il diritto di voto è una delle nostre libertà più importanti come individui. Garantisce che abbiamo una voce e che le nostre voci siano ascoltate. Dobbiamo difendere l'idea di democrazia e uno dei modi migliori per farlo è votare alle elezioni.
Andare a votare significa avere una migliore rappresentanza politica. Se lavoriamo insieme come comunità e aumentiamo i nostri voti, i nostri legislatori saranno costretti ad ascoltare le nostre esigenze.
Votare è più della semplice scelta di un candidato, è anche scegliere le politiche e le persone giuste che riflettano gli interessi nazionali. Quando si vota, si partecipa a decisioni relative a salute, immigrazione, uguaglianza di genere, infrastrutture, occupazione, istruzione, sicurezza sociale, tasse, ecc.
La votazione richiede solo pochi minuti. Se non votiamo, non lamentiamoci!
La gente non vuole più politici corrotti, arroganti, fantoccio, falsi, bugiardi.
Siamo di fronte a una grande crisi... istituzionale. Non perché le istituzioni abbiano smesso di funzionare… Stanno perdendo legittimità. Di chi fidarsi? Le persone sono sempre più arrabbiate per l'incapacità dei politici e delle istituzioni pubbliche. Il popolo è sfiduciato.
Una sfiducia che porta allo scetticismo, ad alzare gli standard della domanda e ad essere, infine, ipercritici, che riavvia il processo di sfiducia-scetticismo-domanda-critica.
Sfiducia, scetticismo, forte domanda e critica alimentano il "voto di rabbia", che si traduce in un'elevata disaffezione dei cittadini nei confronti della classe politica.

Strana la vita energetica della Sardegna. Che da unica regione italiana priva di gas diventerà la capitale dell'energia ...
25/08/2022

Strana la vita energetica della Sardegna. Che da unica regione italiana priva di gas diventerà la capitale dell'energia in virtù del Dpcm firmato dal premier Mario Draghi alla fine dello scorso marzo. Un provvedimento cruciale nell'ottica di un eventuale stop delle forniture di oro azzurro provenienti dalla Russia.
In Sardegna, da anni, si dibatteva sul progetto di un gasdotto in grado di trasportare l'oro azzurro dove ancora non c'era. La realizzazione della rete di 600 chilometri di tubature era già nel programma elettorale dell'ex presidente della Regione, Francesco Pigliaru, in carica dal 2014 al 2019 col Pd.Nel primo governo di Giuseppe Conte, quello composto da Lega e M5s, il metanodotto sardo era diventato una sorta di Tav del gas. Il partito di Matteo Salvini era favorevole alla sua realizzazione, mentre i pentastellati, come per l'alta velocità Torino-Lione, avevano subordinato la costruzione dell'impianto all'analisi tra costi e benefici, mantra dell'allora ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.
Conte, dopo l'avvicendamento tra il Carroccio e il Pd nell'esecutivo, aveva proposto la realizzazione di un elettrodotto per trasportare il gas dalla Sicilia alla Sardegna per investire sulle energie rinnovabili. Ipotesi scartata dal governatore sardo, Christian Solinas, che dalla sponda leghista aveva rivendicato il sovranismo energetico del suo territorio.
Poi è scoppiata la guerra in Ucraina. E la Sardegna, con Draghi a Palazzo Chigi, è destinata a diventare improvvisamente l'hub principale per lo scostamento dell'Italia dal gas russo. In particolare, sul piano del sistema dell'elettricità, il Dpcm prevede l'estensione della rete di trasmissione elettrica nazionale attraverso la realizzazione del cavo Sardegna-Sicilia, che fa parte del Tyrrhenian Link, con una potenza programmata di 550 megawatt.
Per quanto riguarda la fornitura di gas metano, la rete nazionale, come ha riportato l'Ansa, sarà estesa alla Sardegna anche a fini tariffari attraverso un collegamento virtuale che comprende un insieme di infrastrutture: una nave Fsru fissa nel porto di Portovesme con capacità di stoccaggio adeguata a servire il Sud industriale e il bacino della Città metropolitana di Cagliari, un'altra a Porto Torres con capacità adatta a servire il Nord e il bacino della Città metropolitana di Sassari e un impianto di rigassificazione nell'area portuale di Oristano che servirà le zone limitrofe.
Il gas arriverà in Sardegna grazie a navi spola che partiranno dai terminali di Panigaglia e Olt e serviranno Portovesme, Porto Torres e Oristano. Il Dcpm fa riferimento anche alle energie rinnovabili, ma parla genericamente di «realizzazione di generazione a fonte rinnovabile e di adeguate risorse di accumulo dell'energia», senza definire la potenza. Solinas, però, non ha cambiato idea. Il governatore della Sardegna, dopo aver chiesto invano di rinviare la firma del decreto, ha espresso «preoccupazione e disappunto», sottolineando che si tratta di «un atto imposto dall'alto» e che «la Sardegna non può accettare che scelte determinanti per i prossimi decenni siano unilaterali». Fatto sta che la vita dell'isola, dal punto di vista energetico, non sarà più la stessa.

Cagliari va amata. Mi pongo una domanda e la pongo a tutti: ma chi sta pensando alla Città? Chi sta pensando all'interes...
24/08/2022

Cagliari va amata.
Mi pongo una domanda e la pongo a tutti: ma chi sta pensando alla Città? Chi sta pensando all'interesse dei cittadini, ai servizi, al bene comune?
Quest'amministrazione, falcidiata dalle faide interne alla maggioranza. Una Città usata, purtroppo oggetto di baratti e aggiustamenti politici e di poltrone.
Auspico che questa riflessione che pongo serva a sollevare un urgente e serio dibattito, politico sociale ed amministrativo, sullo stato dell’arte di una Città piena di risorse, ma ineluttabilmente abbandonata a se stessa e “sospesa”. Dobbiamo pensare al futuro di Cagliari, addormentata in un presente governato da persone a cui evidentemente la Città sta antipatica e che vogliono continuare a vederla immersa e vittima di una recessione politica e amministrativa senza precedenti.
Nel frattempo la Città muore, sotto gli occhi attoniti dei cagliaritani, che sono stanchi e non si fanno più ingannare dalle parole di un Sindaco incompetente. Ben altro avrebbe meritato Cagliari, che una Giunta incapace di difendere l'immagine e la storia della nostra città.
L'estate cagliaritana avrebbe potuto essere vivace culturalmente, volano per rilanciare il tessuto economico e produttivo locale e invece niente.
Il vuoto assoluto, politico e amministrativo. È l'amministrazione dei disagi, dell'indifferenza, incapace di difendere anche le famiglie, le imprese, i cittadini, dilaniata dalle divisioni interne. Un'amministrazione ormai completamente disinteressata alle sorti della Città e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Occorre che tutte le forze positive della Città, partitiche, politiche, sociali, economiche, imprenditoriali, si mettano assieme per ribaltare il tavolo, ponendo fine ad una stagione di vuoto politico ed amministrativo e mettendo di nuovo al centro la Città ed i cittadini, con programmi di sviluppo seri e sostenibili. È tempo che questa Città torni ad essere amata, perché oggi è evidentemente odiata da chi la governa.

Al governo sono tutti uguali. Da molti lustri la politica è l’ancella della Grande Finanza: “I politici sono i camerieri...
16/08/2022

Al governo sono tutti uguali.
Da molti lustri la politica è l’ancella della Grande Finanza: “I politici sono i camerieri dei banchieri”
Per tutti uguali intendo dire i vecchi e i nuovi politicanti, senza distinzione alcuna.
E la riprova sta nei fatti, ovverosia nel malgoverno che governa l’Italia da “mani pulite” ad oggi.
Non che i vari Andreotti, Craxi, Forlani, Saragat, De Mita e compagnia cantando fossero migliori dei politici dei giorni nostri, ma almeno con loro – nell’immediato dopo guerra – abbiamo conosciuto la ripresa economica ed il benessere, con loro al governo è nato il “ceto medio” quella classe sociale che i politicanti di oggi hanno portato all’estinzione!
Oggi quel castello di carte costruito dai padri costituenti è crollato inesorabilmente e non c’è verso di mettere su nemmeno una sorta di “catapecchia”. I nostri politici sono tutti degli abilissimi venditori di fumo perennemente in campagna elettorale: tante chiacchiere, zero fatti!
Ma gli italiani, o almeno la stragrande maggioranza di quelli che non vanno più a votarli e che rappresentano il partito di maggioranza assoluta del paese, non gli credono più.
Ci hanno detto e ci ripetono che la nostra è una “democrazia”.
Sì, sarà pure una democrazia che ti permette di mandarli a quel paese senza che dopo qualche minuto ti ritrovi in gattabuia, ma è “una finta democrazia” in cui il cittadino onesto e per bene è schiavo del Fisco, ostaggio della Burocrazia, vittima impotente della Mala-Sanità, della Giustizia ingiusta, delle Banke, delle Multinazionali dell’Energia, dei Colossi delle Telecomunicazioni, dei Giganti della Distribuzione Alimentare.
Insomma, viviamo in una democrazia che ci costringe a vivere omologati a ciò che i “Padroni del Mondo” decidono di farci bere, mangiare, respirare, pensare e vedere in tv o sul web, dandoci l’effimera illusione che siamo noi a scegliere!

Il reddito pro capite in Sardegna è stato sempre molto più basso di quello settentrionale.In Sardegna la crisi c’è sempr...
13/08/2022

Il reddito pro capite in Sardegna è stato sempre molto più basso di quello settentrionale.
In Sardegna la crisi c’è sempre stata. Il reddito pro capite è stato sempre molto più basso di quello settentrionale, ogni apparato pubblico (dall’ospedale all’ente locale al tribunale) ha sempre funzionato male e la disoccupazione è stata sempre sopra il livello di guardia. Quindi i sardi sono abituati a vivere nella povertà dei mezzi e nella mediocrità dei servizi. Tanto è per loro normale questa situazione che neanche si accorgono del degrado in cui vivono. Però questa ulteriore crisi che in Sardegna esplode nel 2009, dentro la crisi perenne isolana, ha prodotto una novità, un nuovo frutto avvelenato: adesso si vive ancor di più alla giornata, non si ha la minima fiducia nel futuro, non si vede una luce in fondo al tunnel e si è smorzata ogni capacità di reazione. Ogni nuovo scandalo, ogni ingiustizia, ogni umiliazione viene ormai accettata passivamente. E di questa rinuncia a volersi bene (perché mettere la testa sotto la sabbia non ha mai risolto nessun problema) si sono approfittati tutti, sapendo di non pagare dazio. Lo scempio dei politici alla Regione Sarda che pensano solo a litigare e ad accendere nuovi mutui sulle spalle dei siciliani. L’egoismo dei politici nazionali che spendono enormi risorse pubbliche al Centro Nord e sono ancor più del solito col braccino corto al Sud (siamo ancora, dopo tutti questi anni dall’Unificazione, considerati un peso, una colonia imbarazzante con cui dover fare i conti). La cosa per me più imbarazzante è l’incapacità a reagire della mia gente, troppo lontana dal mio carattere.

Se l’Italia non riesce a trattare la Sardegna con equità perché non pensare a una Sardilexit come fatto da Malta col Reg...
12/08/2022

Se l’Italia non riesce a trattare la Sardegna con equità perché non pensare a una Sardilexit come fatto da Malta col Regno Unito?
La Storia è piena di crudeltà e chi perde le guerre ne subisce le atrocità. Dopo tanti decenni dall’unificazione parlarne ancora potrebbe suonare sterile, meglio parlare d’attualità. È lo Stato italiano in grado di garantire alla Sardegna gli stessi livelli qualitativi di sanità, scuola e infrastrutture rispetto alla parte del Paese che conta? Ha un piano che possa far recuperare all’Isola gli enormi ritardi di sviluppo accumulati? Se il Paese che conta ha deciso da molto tempo di abbandonare la Sardegna al suo destino di marginalità, allora non sarebbe buon senso cominciare a ragionare tutti insieme su un’exit concordata dell’Isola dallo Stivale, com’è successo da altre parti (Finlandia dalla Svezia, Slovacchia dalla Repubblica Ceca, Malta dal Regno Unito,…)? In una Sardilexit concordata l’Isola rimarrebbe uno Stato satellite dell’Italia dentro l’Unione Europea e l’euro, con la stessa lingua e cultura. I sardi che volessero rimanere italiani lo rimarrebbero, mentre la maggioranza dei sardi passerebbe ad avere un passaporto sardo. In un contesto come l’attuale la Sardegna partirebbe con le poche infrastrutture presenti, un sistema bancario debole e un apparato pubblico scadente. Ci sarebbe una lunga fase di transizione, negli accordi tra Repubblica Italiana e Repubblica Sarda ad esempio per gli attuali pensionati sardi si potrebbe concordare di lasciare all’INPS il compito di erogare le loro pensioni. Gli inizi sarebbero in salita, ma se in pochi decenni ce l’ha fatta Malta (che si è liberata dell’abbraccio inglese che l’aveva resa poverissima), avendo le mani libere ce la farà anche la Sardegna. La parte dell’Italia che conta si toglierebbe il peso (dal suo punto di vista) di dover mantenere i sardi (come dicono) e la Sardegna avrebbe finalmente la sua chance di ricominciare a sperare in un futuro migliore, dopo decenni di decadenza e di futuro senza prospettive.
Se un giorno la parte dell’Italia che conta condividesse davvero la Sardilexit, perché non pensarci ed approfondire ogni suo aspetto? In tutto il mondo per la sua storia millenaria la Sardegna è considerata una cosa a sé e i 150 anni di annessione all’Italia tanti li considerano solo un breve incidente della storia.

Dall’ex giallo di Luigi Di Maio, unito alla spruzzata di bianco centrista di Bruno Tabacci, al profondo rosso di Nicola ...
11/08/2022

Dall’ex giallo di Luigi Di Maio, unito alla spruzzata di bianco centrista di Bruno Tabacci, al profondo rosso di Nicola Fratoianni, con l’ambientalismo radicale di Angelo Bonelli e + Europa con la Bonino.
Ecco la variopinta macchina da guerra del Pd di Enrico Letta. Che con Fratoianni e Bonelli, + Europa, Di Maio Solo “un accordo elettorale, non di governo dice Letta.
Letta imbarca anche la sinistra radicale elettorale pur di fermare “le destre, impedire a Matteo Salvini e Giorgia Meloni in caso di vittoria di stravolgere la Costituzione”. Ma tutta la variopinta macchina da guerra che ricalca lo schema quasi trentennale inaugurato con la prima macchina, quella gioiosa di Achille Occhetto, sbaragliata da Silvio Berlusconi.
Un’impostazione di aprioristica, dichiarata delegittimazione dell’avversario politico, trattato ogni volta alla stregua del nemico e contro il quale la sinistra lancia quello che lo stesso Letta chiama “allarme”.
Con Fratoianni e Bonelli sarà pure solo un accordo elettorale, ma è evidente che le contraddizioni siano destinate a esplodere prima o poi.
Un accordo senza alcuna visione: solo per garantirsi le poltrone.
Sanno solo denigrare l’avversario.

Far uscire i sardi dalla condizione di vinti senza speranza.In un mondo dove vanno omologandosi comportamenti e desideri...
10/08/2022

Far uscire i sardi dalla condizione di vinti senza speranza.
In un mondo dove vanno omologandosi comportamenti e desideri, i tratti dell’essenza sarda, che ci distinguono in quel qualcosa che gli altri non sono, può e deve esser il nostro valor aggiunto. Questa sardità, spesso considerata una debolezza, può e deve diventare ragione di orgoglio, sebbene nel ceto dirigente d’Italia c’è spesso sottotraccia un pregiudizio condito di razzismo che ci inquadra come cittadini di serie B. L’impoverimento sistematico del Sud, iniziato con l’Unità d’Italia e con l’estirpazione delle attività economiche più fiorenti spostate al Nord, prosegue ancora ai nostri giorni con il Settentrione denso di infrastrutture logistiche e la Sardegna rimasta senza treni, con autostrade da terzo mondo e aeroporti minuscoli. Arriverà il tempo per l’affermazione di una nuova generazione di politici sardi che farà superare al suo popolo quella condizione di vinti senza speranza! Nulla oggi è impossibile, perché con la rivoluzione digitale esser informati e fare massa critica è più facile che in ogni altra epoca storica. Non c’è nulla e nessun cavalier bianco da aspettare perché in qualsiasi parte del mondo l’unico sviluppo che funziona è solo quello endogeno.

La lotta per il potere piena di intrighi e rancori. Il 25 settembre siamo chiamati a scegliere tra una politica strategi...
07/08/2022

La lotta per il potere piena di intrighi e rancori.

Il 25 settembre siamo chiamati a scegliere tra una politica strategica e costruttiva, fondata su un’idea concreta e positiva di come dovrà essere l’Italia di domani, e da una accozzaglia di sinistra basata sull’odio e sull’esaltazione acritica dell’anti e del non.
Intrighi, frasi avvelenate e pugnalate alle spalle sono inseparabili dalla lotta per il potere. Non tutto è confronto di idee, non tutto è strategia elettorale. La sinistra, con sentimenti come il disprezzo, che si regge su due gambe: odio e fake.
Letta e Calenda e la loro accozzaglia, che si sentono sicuri di vincere, ma che in realtà sono incapace di esprimere una qualunque proposta positiva.
Stiamo vedendo come oggi il dibattito pubblico si è spostato nelle pagine e nei profili social dei politici scatenando insulti, razzismo e xenofobia determinando l’inasprimento della lotta politica.
Da ciò si potrebbe dedurre che dalle dimissioni del Governo Draghi ci sia stata da parte della sinistra una qualche forma di odio di chi vuole il potere puntando sulla distruzione dell’avversario.
Basta poco per demolire mediaticamente l’avversario. La sinistra cerca di denigrare l’avversario politico con la solita storia che gli altri o sono fascisti o sono corrotti e loro tutti onesti e lindi come i populisti che cavalcano l’arma della rabbia sociale senza controllo. Non ci meravigliamo poi, se i giovani vivono la politica e tutto quello che ci gira attorno solo come scontro e odio.

La finta democrazia funziona così : il parlamento si adegua ad una richiesta di efficenza e risparmio e taglia il numero...
06/08/2022

La finta democrazia funziona così : il parlamento si adegua ad una richiesta di efficenza e risparmio e taglia il numero dei parlamentari! Nessuna norma democratica per la scelta dei candidati! I capi casta ( responsabili dello sfascio attuale) dopo essersi garantiti per se stessi i migliori e sicuri collegi scelgono anche la cerchia dei propri scudieri fedeli e compongono l’elenco chiuso degli eleggibili! Alle urne gli elettori ( ininfluente se vanno in pochissimi) ratifica le scelte già fatte! Democrazia fittizia frutto del disimpegno dei migliori che hanno delegato i mediocri sfaccendati in cerca di un qualsiasi stipendio!

Mario Guerrini "La Repubblica promuove le misure atte a rimuovere gli svantaggi dovuti all'insularità". Bene. Lo dice or...
29/07/2022

Mario Guerrini "La Repubblica promuove le misure atte a rimuovere gli svantaggi dovuti all'insularità". Bene. Lo dice ora la Costituzione. È un successo soprattutto di Michele Cossa. Dei Riformatori. Un punto di arrivo. Finalmente? Assolutamente no. È solo il punto di partenza. Adesso si dovrà vedere cosa di fatto lo Stato farà. Ed io dello Stato diffido. Visto che non ha applicato la Zona Franca in Sardegna per l'insipienza della Regione. Era una grande speranza dei sardi. Cavalcata da Christian Solinas in campagna elettorale. Ricordiamo tutti quando Salvini, concludendo nel febbraio 2019 la kermesse prima del voto, a Cagliari, disse solennemente: "garantisco a nome del Governo che la Zona Franca si farà". E tutti: evviva! Mai bugia fu più colossale. E ora? Lo Stato compenserà di fatto, realmente, gli svantaggi della insularità della Sardegna? Ho dubbi. E spero di sbagliarmi. Zona Franca docet. Mario Guerrini.
Da l'Unione Sarda di stamane.

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