“Ma dai, quanto ci vuole a raccontare due cose ai ragazzi? Tanto mica ti ascoltano!”
Ci è capitato spesso di sentirci dire questa frase, sempre con l’obiettivo di abbassare la tariffa richiesta, accorciare l’itinerario, sottovalutare il nostro lavoro.
La verità è che c’è molta piu fatica dietro ad un percorso per scolaresche rispetto ad uno per adulti.
Perché con gli studenti devi prepararti studiando tanto quanto con gli adulti, e poi semplificare, selezionare, progettare, disegnare, tagliare, stampare, plastificare, rimodulare, adattare il tuo linguaggio, senza scadere nel tono semplicistico e troppo aneddotico (non che non ci piacciano gli aneddoti eh).
E allora si, NON è solo una visita guidata per bambini, ma una parte del nostro lavoro che deve essere affrontata con la stessa professionalità con cui ci rivolgiamo ad adulti sia italiani che stranieri.
Per questo motivo @associazione_sottinsu è nata per le scuole e le famiglie, per dedicare tutte le nostre competenze a quel target che - a volte - è lasciato un po’ in disparte, visto come “disturbatore di quiete”, una causa persa, qualcosa su cui non vale la pena insistere.
E quindi eccoci qui ad affrontare un tour della città di Brescia con materiali didattici realizzati ad hoc!
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Unico obiettivo del 2024: visitare da sola un museo.
Forse vi sembra un’ovvietà, visto il lavoro che svolgo.
Ma non è così semplice prendersi un paio di giorni e decidere di visitare un luogo d’arte senza dover per forza prendere appunti, fare schemi di spostamenti e tempistiche con lo scopo poi di portarci un gruppo.
Mi auguro di scegliere un museo all’anno, comprare il biglietto, passeggiare per le sale e soffermarmi davanti alle opere senza il pensiero fisso di dover rispiegarle a qualche altro visitatore.
Mi auguro di tornare a casa con il cellulare colmo di fotografie di dettagli per poi pubblicare un reel così banale, da vera boomer, che però per me è speciale nella sua banalità.
Perché racconta che mi sono persa 3 ore tra le sale di uno dei musei più belli d’Italia e mi sono letteralmente ricaricata.
Non voglio pormi obiettivi irrealizzabili, ma scrivere su un foglio 5 azioni che posso compiere nel 2024 e che mi cambieranno la giornata, o almeno potrebbero farlo.
Ora tocca scegliere la prossima meta.
Quale mi consigliate?
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il QUADRATO MAGICO.
chi di voi è appassionato di esoterismo, conosce bene questo strano disegno che spesso si trova sui muri di antichi edifici.
SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS
5 parole che formano un quadrato palindromo, ovvero la frase si legge sia partendo da dall’alto a sinistra andando verso destra e il basso, sia viceversa.
Tradotto suona più o meno coì: “Il seminatore Arepone tiene all’opera le ruote”.
A cosa serviva realmente e quale intricatissimo messaggio nasconde?
Non lo sappiamo.
Resta il fatto che lo ritroviamo sulle pareti di molte chiese,quindi potrebbe essere una sorta di messaggio criptato per i fedeli, secondo alcuni avrebbe indicato i luoghi di incontro dei cristiani durante le persecuzioni (se fosse una pietra di reimpiego, altrimenti non avrebbe senso).
Potrebbe essere una preghiera a Dio, colui che regge i cieli, mentre all’uomo tocca occuparsi della Terra, oppure ancora selezionando le lettere si legge la parola Pater Noster.
E se fosse un amuleto porta fortuna, o meglio, una formula magica che allontana gli spiriti maligni?
Aspettiamo una risposta valida, che probabilmente non arriverà mai.
Ma dove si trovano gli altri?
Il più antico è stato rinvenuto in Mesopotamia, poi a Pompei, Cirecenser (vecchia colonia romana), sul Duomo di Siena, in Spagna, Ungheria e Svizzera.
Fatemi sapere nei commenti se avete mai visto un quadrato del Sator durante i vostri viaggi!
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Che il mio ramo preferito del Lago di Como sia quello orientale, credo che lo sappiano tutti.
Un po’ perchè ho frequentato il Liceo a Lecco, un po’ perchè ogni domenica l’appuntamento fisso era la spiaggia di Mandello e poi una partita a beach volley, un po’ perchè tra le insenature della sponda si trova l’Abbazia di Piona, uno dei primi luoghi che ho raccontato fresca di abilitazione alla professione di guida turistica.
Ad oggi si aggiunge un altro pezzetto.
Oltre al borgo di Corenno Plinio, di cui vi avevo parlato in un vecchio post, ho trovato un’attrazione - in questo caso naturalistica - che merita davvero di essere visitata.
Si tratta dell’Orrido di Bellano.
Partiamo dalla base: per Orrido si intende una sorta di profonda gola scavata dall’erosione dell’acqua di un fiume o di un torrente.
L’acqua del fiume Pioverna, che scorre così velocemente, è stata sfruttata da secoli dai locali: la famiglia Denti, nei secoli XVI e XVII costruì qui le fucine per lavorare il ferro estratto dalle miniere della Valsassina. Dopo di loro toccò alle filande, al cotonificio e alla più recente centrale idroelettrica.
Cosa vi aspetta?
Varcato il cancello d’ingresso vi attende un giardinetto e una torre (la cosiddetta Ca’del Diavolo, per la presenza dello strano personaggio affrescato sulla parete) e una lunga passerella che si snoda accanto alla roccia.
Percorretela tutta per lasciarvi incantare da questo posto davvero unico!
Vi lascio una stramba leggenda legata al luogo: un signorotto locale, tale Lorla, aveva la pessima abitudine di rapire giovani fanciulle e portarle alla Torre per dare sfogo alle sue fantasie. Pare che, ancora oggi, per avvertire le ragazze del malintenzionato, le campane suonino alle 21.50.
INFO:
⏰ORARI SETTEMBRE (dall’11 al 30) Lun-Venerdì dalle 9 alle 18 / Sab-Dom dalle 9 alle 19
🎟️TARIFFE: Intero: € 5,00 / Ridotto: € 3,00 / per altre riduzioni controllare il sito https://www.discoveringbellano.eu/it/
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Cosa ci fa una sirena con due code e uno strano cappello sul portale di un palazzo in pieno centro città?
È molto semplice: è pronta a ricordare agli uomini di non cadere nei tranelli della carne.
Mi spiego meglio.
La sirena ha sempre rappresentato la forte sensualità della donna e la fecondità che ne consegue.
Nell’arte antica era un celebre simbolo di buon augurio, tanto da essere scolpito spesso sui muri delle case, o tradotto in amuleto porta fortuna.
Ecco che poi arriva il Medioevo, e ciò che la Chiesa porta con sè.
Il voluttuoso corpo femminile diventa il simbolo della lussuriosa, la tentazione più pericolosa per gli uomini che troppo spesso cedevano ai peccati della carne.
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E perche questa sirena con due code e seminuda è posizionata proprio qui?
Ecco le due ipotesi:
🌹 indicava la presenza di un bordello, motivo per cui la creatura indossa quello strano cappello
⛪️ Era un monito verso gli uomini appena usciti da messa. Infatti l’edificio che sta dall’altra parte della strada - e che ora ospita esposizioni di arte contemporanea - era la Chiesa di San Pietro in Atrio, gioiello medievale situato a pochi passi dalla piazza più trafficata di Como.
E voi?
Conoscete altri esempi di sirene bicaudate?
Io me ne ricordo una sul muro esterno del Duomo di Monza, e l’altra su un capitello nella Basilica di Agliate!
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STRAVAIG
(v.) Vagare senza una meta, senza uno scopo.
Esistono parole intraducibili in italiano.
Quando studiavo in Scozia custodivo gelosamente un quadernetto a righe con tutte le parole in gaelico scozzese sentite durante la giornata.
Dreich, Lassie, Bonnie, Loch, Wee, Glen, Bahookie.
Una di queste mi ricordo che me l’ero appuntata sottolineandola più volte.
Bisogna pronunciarla “alla scozzese”, quindi una bella ERRE arrotolata, la bocca un po’ di lato e le vocali chiuse.
STRAVAIG, vagare senza meta.
E questo è ciò che mi auguro un pochino anche io per questo nuovo anno.
Sí, lo so che non siamo a gennaio, ma io ho sempre calcolato l’anno come quello scolastico, non riesco a farne a meno.
Mi piace l’idea di iniziare qualcosa di nuovo dopo una vacanza in famiglia piena di sole e lunghe giornate.
E con queste rondini che danzano nel cielo abruzzese attorno alla torre sbeccata di Rocca Calascio, mi auguro di perdermi ogni tanto, per trovare luoghi diversi, che non avevo minimamente preso in considerazione, lasciando la presa, senza guardare l’orologio.
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30 ottobre 1937.
Il “piccone riparatore” del governo si abbatte sul Quartiere della Cortesella, e nemmeno l’architetto Antonio Sant’Elia può nulla per fermarlo
Era una delle zone più vivaci di Como, a pochi metri dall’odierna Piazza Cavour che ospitava l’antico porto della città.
Ma era anche una delle zone più difficili da gestire, sia per una questione igienica che di sicurezza cittadina.
Allora, in seno all’idea di ordine e pulizia - anche urbana - venne adottato un risanamento “necessario”, andando a sventrate un’area della città la cui storia affonda nel Medioevo.
(Fatevi un giro in via Vitani per averne un’idea).
Cosa resta della Cortesella?
Poco o niente.
Ma viene celebrata da un’enorme opera in ceramica realizzata da Nino Lupica nel 2002.
Potete scorgervi i Santi Nazaro e Celso - a cui era dedicata una chiesa posta dove ora sorge la Banca d’Italia - e sotto i loro piedi vestito di verde sant’Abbondio patrono della città.
Tutto attorno omaggi agli affreschi della chiesa andata perduta e riproduzioni di architetture della Como Romana, ormai sepolta sotto i nuovi palazzi in città.
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Andiamo a caccia del cielo!
Questa è l’idea che mi ha colpito appena la maestra della scuola dell’infanzia di un paese della Brianza mi ha chiesto un tour con laboratorio dedicato ai grattacieli di Milano.
Solitamente la zona di Milano Porta Nuova è richiesta da gruppi di adulti, architetti, studenti del liceo.
Invece questa volta 40 bambini dai 3 ai 5 anni hanno percorso in lungo e in largo uno dei quartieri più interessanti dal punto di vista architettonico della città.
Il mio compito era quello di raccontare questi edifici altissimi sfruttando il punto di vista (molto ribassato) dei bambini.
E qui, il vetro, gli specchi, le scale mobili, i fiori colorati e soprattutto le nuvole mi hanno aiutato.
Si sono serviti di una cornice per catturare il loro pezzetto di cielo e hanno realizzato una vera opera d’arte selezionando materiali diversi e componendo il loro quadro celeste.
Che ne pensate del risultato?
La trovate su tutti i libri di storia sfogliando il capitolo dedicato ai Longobardi.
Un vassoio con una chioccia e sette pulcini.
Tutto qui, ma è molto altro.
Innanzitutto partiamo dai fatti.
Analisi scientifiche hanno appurato che la chioccia in lamina dorata sbalzata è databile al IV secolo, mentre i 7 pulcini vengono fatti risalire al VII secolo, epoca in cui si colloca la vita della Regina Teodolinda.
La tecnica è diversa: la gallina è un pezzo unico, i pulcini sono composti da due valve saldate tra loro.
Cosa sappiamo della sua storia?
Ci viene narrato che questo vassoio, unitamente alla croce votiva e alla corona di Teodolinda furono ritrovate nel 1308 nella tomba della regina al momento della traslazione del corpo della stessa.
Ne 603 Papa Gregorio I ricopre di doni Teodolinda in occasione del battesimo del
figlio Aldaloaldo avvenuto proprio nell’antico sacello dedicato a San Giovanni Battista, il primigenio edificio su cui fu poi edificato l’attuale Duomo di Monza.
Ma perché gli elementi sono stati realizzati in due epoche e con due feniche diverse?
Una versione della storia ci racconta che la chioccia donata dal Papa era un oggetto di eccellente manifattura tardoromana e la regina decise poi realizzare i 7 pulcini, per consolidare la grande alleanza tra i loro due mondi.
Ogni volta che entro in Duomo lancio un’occhiata furtiva alla lunetta, per controllare se la chioccia sia ancora lì, nel luogo che ne conserva l’effigie da oltre 600 anni.
Matteo da Campione ha avuto la furbizia di aver rappresentato il primo cartellone pubblicitario di sempre, ma fatto su marmo.
Quasi un invito ad entrare nel museo monzese alla ricerca del tesoro di Teodolinda.
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Sentiero del viandante.
Tappa 1.
📍Abbadia Lariana
📍Lierna
Tempo previsto: 3 ore e mezza
Dislivello: 410 metri
Lunghezza: 10 km
@leviedelviandante
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Preferisco il mare anche se.
Preferisco il mare anche se mi piace sentire lo scricchiolio dei sassi di fiume sotto le scarpe.
Preferisco il mare anche se mi piace vedere le impronte degli scarponcini sulla terra umida
Preferisco il mare anche se mi piace immergere le dita nell’acqua gelida di un torrente
Preferisco il mare anche se mi piace affacciarmi dalle piazze a picco sul lago
Preferisco il mare anche se mi piace sbirciare tra i vetri rotti delle chiesette romaniche e contare i campanili a vento che spiccano come bandiere tra i verdi promontori
Preferisco il mare anche se mi piace cercare i cartelli con il numero del sentiero da seguire
Preferisco il mare anche se mi piace salutare chi incontro lungo il cammino con un sorridente ciao e sentirmi ricambiare il saluto
Preferisco il mare anche se mi piace contare gli ulivi e i ciliegi sulle colline lariane, vere macchie di colore soffici e delicate
Preferisco il mare anche se mi piace riscoprire ciò che ho dietro casa, lasciando per qualche giorno Milano, che mi da tanto ma chiede troppo.
Tornare a camminare con mio padre e prendermi del tempo per riflettere, progettare nuovi percorsi e lanciarmi verso qualcosa di nuovo.
A volte mi sento un po’ come Lucia, che lascia Pescarenico e ogni metro verso Sud si sente mancare il fiato, quando le case e le vie diventano sempre più strette.
In questi giorni mi sento come Lucia: viaggio e mi spingo lontano ma controllo se le guglie del Resegone sono sempre lì che aspettano.
Se volete scoprire di più sui luoghi che avete visto nel reel, controllate su questa pagina: vi racconterò a breve la prima tappa del Sentiero del Viandante.
Le Vie del Viandante
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Keith Haring aveva 3 sorelle più piccole, Karen, Kay e Kristen.
Gli capitava spesso di fare da babysitter e si inventava i giochi più divertenti per tenere quelle piccole pesti tranquille.
Era già un ottimo disegnatore da adolescente e un giorno mise sfogo alla sua creatività creando una giostra colorata per la sua sorellina più piccola.
Disegnò il contorno delle mani di Kristen, la bimba le coloró e poi Keith le appese a delle semplice grucce.
Fu un vero successo!
Ho invitato mia figlia di 3 anni a fare lo stesso, creando una giostra piena zeppa dei disegni realizzati da Keith Haring.
Cosa vi occorre?
Forbici, colla, spago, cartoncino rigido, pennarelli o tempere e i disegni dell’artista.
E per aiutarvi ho deciso di farvi un regalo!
Ripostate questo reel sulle vostre stories e taggate @wee_art_tour , vi invierò un link dove potrete scaricare il pdf con le istruzioni!
Il libro che mi ha ispirato è: “Disegnare sui muri” di Edizioni Arka!
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