29/03/2023
100 Anni Aeronautica
Il Volo … la mia passione
Andare Oltre il Visibile … la mia missione
GUIDO KELLER
“Sei tu, Guido Keller, compagno che sai parlare all’aquila e sai persuadere il somiero, compagno che sai tener prigione l’aquila e caricare di pazienza il somiero, sei tu venuto al mio capezzale?”
Gabriele D’Annunzio, L’ala d’Italia è liberata, Roma, La Fionda, 1919
Keller era piccolo di statura, con una capigliatura sempre troppo abbondante e arruffatissima, con una barba selvaggia ma con baffi fieramente obbligati all’insù come quelli di un moschettiere. Aveva uno sguardo fra l’accigliato e il tenero; era alieno dagli scatti con i quali ognuno reagisce di fronte ad una enormità, contentandosi di una scrollatina di spalle o di un malinconico oscillare della grossa testa. Nessuno lo sentì mai alzare la voce. Sul più bello di una discussione nella quale stava per persuaderti (caso raro, perché di solito non lo capivi) ti lasciava, senza concludere la sua vittoria. Se mai sorrideva, ed era un sorriso che non dimenticavi più, niente ironia, niente superiorità: il bel sorriso puro di un fanciullo.
Keller era solito volare in abiti succinti, senza giacca, calzando in capo, in luogo del baschetto di cuoio, un fez da bersagliere munito di un lunghissimo cordone terminante in un grande fiocco: il cordone, come lui desiderava, si distendeva in aria, a guisa di una tremula manica a vento. E in volo talvolta leggeva tenendo il volume assicurato al ginocchio a mezzo di una funicella: leggeva l’Orlando Furioso, oppure liriche del Leopardi, del Petrarca, o tragedie di Shakespeare. Leggeva davvero perché, dopo l’atterraggio, più che riferire della missione compiuta, si preoccupava di commentare il libro.”
Igino Mencarelli, op. cit.
Keller è un fanatico igienista, cultore del naturismo e del nudismo: gira sempre a torso n**o per il campo di aviazione e non si separa mai dalla sua aquila addestrata, chiamata proprio come lui, con la quale dorme, quasi sempre semin**o, appollaiato in cima a un albero.
“Così disdegnava passare la notte nello ‘alloggio signori ufficiali’ e si era trovato un albero in fondo al campo, sotto al quale una squadra di soldati, con abbondante lavoro di badile, era riuscita a scavare una specie di grotta o di ricovero. […] Nelle ore di libertà saliva sull’albero, n**o completamente e nell’aerea dimora svolgeva tutte quelle attività – anche le più naturali… – che molti uomini disimpegnano al livello del terreno.”
Atlantico Ferrari, L’Asso di cuori Guido Keller, Cremonese, 1933
“Nelle giornate serene, trascorreva le ore libere da impegni di servizio e di volo, nelle campagne circostanti: si denudava, prendeva bagni di sole, faceva lunghe marce, corse, esercizi ginnici. Ad eccezione dei mesi invernali, dormiva sotto la tenda. Una volta, in un campo di guerra, si fece costruire, come sua dimora, una grotta.”
Igino Mencarelli, op. cit.
UN EROE DEL CIELO CHE NON HA FATTO DEL SUO RUOLO LA SIA IDENTITÀ
MA CHE HA SAPUTO DARE UNA NUOVA IDENTITÀ AL RUOLO DIVENENDO UNO DEI PIÙ GRANDI AVIATORI CHE LA STORIA ABBIA MAI CONOSCIUTO
UNA GENIALITÀ CRITICA CHE UNISCE IL RIGORE DELLA DISCIPLINA ALLA LIBERTÀ CREATIVA D ESPRESSIONE
… uomini che hanno cambiato la visione …