02/10/2017
“Il Cammino dei Briganti”
Un bel Cammino ancora “selvaggio” quasi completamente in Natura.
Si snoda tra le campagne e le montagne di Abruzzo e Lazio, attraverso la Val de Varri, la Valle del Salto fino alle pendici del Monte Velino, per poi richiudere l’anello verso S.Marie
Partenza e ritorno nel paesino di S.Marie, vicino Tagliacozzo (Aq), dove presso l’ufficio della Riserva Naturale delle Grotte di Luppa si ritira il “lasciapassare“ per i timbri da apporre lungo il Cammino.
E’ un Cammino ancora in divenire ma in costante crescita, con sufficienti ma ancora poche strutture ricettive “ufficiali” riportate sulle Guide.
Noi lo abbiamo percorso con un occhio diverso, cercando alternative valide a quanto già proposto, notando un fermento e un risveglio tra le piccole comunità resilienti dei paesini attraversati.
Abbiamo visto grandi case chiuse ormai da tempo, svuotate dalla mancanza di lavoro e di futuro per i più giovani, timidamente riaprire i battenti, lasciare entrare arie fresca e nuove speranze al passaggio lento ma in costante aumento i dei pellegrini che vedono sempre più frequentemente arrivare, fermarsi a chiedere per una bibita o un panino, o in cerca di un tetto per la notte.
Abbiamo così preso appunti e lezioni di Storia dei luoghi , segnato nomi e numeri, stretto mani e rapporti con chi crede ancora di poter vivere bene in quei posti, o addirittura di chi è tornato indietro alle sue origini da grandi città percepite ormai invivibili.
Come Giulia, pasticcera a Milano in vacanza estiva, che ci sente parlare fuori casa mentre mangiamo un panino, Esce, ci porta due caffè e ci racconta che il prossimo conta di tornare a stabilirsi nella casa di famiglia a S.Stefano di S.Marie con la giovane figlia anche lei pasticcera.
Per la prossima primavera, contano di trasformare la loro casa in un B&B. con accoglienza familiare, risveglio con il profumo di dolci fatti in casa, e prezzi più abbordabili delle offerte attuali che incontreremo.
O a Nesce, altro paesino fino a poco prima a noi sconosciuto,
dove Luigi ci racconta una Storia incredibile di antichi Romani che debbono sudare come non mai, per conquistare una popolazione irriducibile, tanto da meritarsi lodi e i riconoscimenti tramandati ai posteri dai poeti dell’epoca.
Ci offre una cena “casereccia” insieme ad atri suoi amici. Una amatriciana con guanciale del posto, come pure i formaggi e i pomodori del suo orto. E una carne di un sapore e una tenerezza che non provavo più da tempo.
Si scusa che domattina non potrà servirci lui la colazione ma, “non preoccupatevi, alle 7,30 verrà il mio amico Marco!”. Alle 6 lui sarà già in autostrada a lavorare in uno dei tanti cantieri.
E’ quello il suo lavoro. Un’ala della grande casa tirata su con le sue mani, sarà l’opportunità per ospitare pellegrini il prossimo anno.
“Per renderla più ospitale, voglio fare un altro bagno, ci lavorerò nei fine settimana”
“Ciao Luigi e Grazie di tutto, sicuramente l’anno prossimo ripasseremo insieme ad altri amici e ce la farai vedere.”
E poi sul Cammino tante altre Storie sconosciute, ma ognuna nel suo piccolo con la s “maiuscola”, ognuna con la sua dignità di essere raccontate e tramandata.
Torneremo presto su quei sentieri ancora “incerti” ( ma anche questa è la sua bellezza), le sue “carrarecce” che ancora trasudano lavoro e fatica, i suoi pochi km di asfalto inevitabili da attraversare a passo veloce, per rituffarsi al più presto in una Natura ancora aspra e forte.
Ma che però “al suo pensier non rinnova la paura”,
ma lascia in bocca il sapore forte durante,
e il retrogusto persistente e dolce dopo,
delle cose buone e genuine di un tempo che fu.
E che noi, vogliamo credere, ancora potrà essere.