Siamo Giacomo, Anna e Juan David e, nel mese di luglio, viaggeremo insieme nell’area a nord-est della Colombia, che dalla città di Santa Marta si estende fino alla pen*sola desertica della Guajira e al confine con il Venezuela. Il territorio è caratterizzato da una varietà paesaggistica e climatica e comprende zone costiere, montuose e desertiche alle quali sono legate diverse problematiche ambien
tali quali inondazioni, siccità, coltivi intensivi e specie in estinzione. Questa eterogeneità paesaggistica è vissuta da culture differenti: gente del luogo, popolazioni indigene, turisti gringos e colombiani, orientali e giovani hippy. A ciò si aggiungono problematiche legate al narcotraffico, alla guerriglia nella Sierra Nevada e al contrabbando lungo il confine con il Venezuela. Il nostro intento è quello di riflettere sullo sviluppo turistico di questo tratto di costa che si sta diffondendo in maniera incontrollata; tentare, in maniera ponderata e aperta allo scambio, di entrare in contatto e condividere parte dei nostri percorsi con le comunità indigene e popolazioni locali che vivono di turismo, agricoltura, lavori informali e coltivazioni di droga; vivere in prima persona la quasi assenza d’acqua e la povertà dei villaggi nel deserto della Guajira, teatro degli scambi clandestini al confine col Venezuela; tentare di creare un quadro complessivo rispetto ai paesaggi, climi, coltivi usi e costumi che caratterizzano l’area. Quello che costituisce il leitmotiv della ricerca è il riflettere sulla nozione di confine che in primis è sperimentata da colui che viaggia. Concepiamo il confine in senso fisico, etnico, sociologico e psicologico: pensiamo in questo senso alle frontiere statali, alle zone di difficile accessibilità sia per motivi sociali come le riserve indigene, le zone soggette a guerriglia e al coltivo di cocaina e ma*****na, sia per mancanza di infrastrutture, a come diverse subculture possano coesistere e come esse si incontrino e in queste zone di frontiera e contatto che sincretismi attivano. Il nostro vuole essere un viaggio che possa attraversare questi territori in una condizione di apertura con l’intento di farci testimoni di questa storia e di questo presente: una storia che non viene scritta e che anch’essa risulta al margine della storiografia tradizionale. Data la nostra educazione nel campo visivo documenteremo l’esperienza attraverso le immagini realizzando un film documentario. Saremo supportatiin questo viaggio dal Progetto FuoriRotta.