L’Europa a cent’anni dalla Grande Guerra. Di Nicolò Giraldi
Il 2014 e’ l’anno del centenario della Grande Guerra. Il mio obiettivo è quello di camminare lungo l’Europa che fu attraversata da quel conflitto così duro e per cosi dire “innovativo” rispetto alle tecniche militari usate fino a poco tempo prima. La storia della Prima guerra mondiale la conosciamo un po’ tutti. Ci sono dei simboli, un’es
tetica da verticale scolastica che ci proiettano in prima linea. C’e’ il fronte occidentale di Remarque, le poesie di Ungaretti, il Lusitania che affonda, Trento e Trieste, Verdun, la battaglia delle Somme, il massacro di Ypres, la guerra sottomarina tedesca e la rivoluzione d’ottobre, il treno di Lenin, oppure Caporetto, finendo con d’Annunzio e la presunta vittoria mutilata. Tuttavia questi non sono i miei obiettivi. La memoria della Prima Guerra Mondiale nei cittadini europei oggi, a cent’anni di distanza, è una memoria che si lega alla conoscenza e alla comprensione del conflitto nelle sue immagini simbolo; nel dettaglio, chi sta culturalmente promuovendo la storia del conflitto attraverso un’operazione culturale di lungo periodo, chi sono gli ultimi testimoni, ( raccontati ), qual e’ l’eredita’ della guerra nel “limbo” tra l’Alsazia/Lorena e il fronte galiziano? E’ solo ed esclusivamente un argomento che riguarda ricercatori/ studiosi, oppure e’ in atto un tentativo di rendere il conflitto più accessibile a tutti? Come si interrogano gli storici sulla diffusione della storiografia? A queste ed altre domande voglio cercare di rispondere, attraverso le parole dei protagonisti, di chi intravede in questa ricorrenza un’occasione per divulgare, affinché si mantenga la sua memoria, ancora una volta la storia di un conflitto che causò la morte di oltre 20 milioni di morti. Dopo i primi giorni in Inghilterra, mi sposterò attraverso il Canale della Manica, ed arriverò sul continente europeo e mi sposterò tra Francia e Belgio lungo quella linea denominata piu tardi fronte occidentale. Percorrerò il fronte valicando di tanto in tanto il confine, a dimostrazione di quello che non c’è più – apparentemente – e cercando di captare il più possibile la visione della gente sull’Europa che si sta costruendo. A distanza di cent’anni da uno dei più grandi conflitti che la storia abbia mai prodotto, l’Unione Europea vive forse uno dei suoi momenti più delicati, con l’inasprirsi di tensioni sociali in buona parte del continente e che potrebbero minare la stabilità di una creatura nata forse troppo in fretta, per alcuni solo ed esclusivamente teorica. La prima parte del viaggio si svolgerà sull’antico itinerario di pellegrini che dall’ovest dell’Inghilterra si mettevano in cammino per raggiungere la tomba di Thomas Beckett a Canterbury almeno fino alla dissoluzione del monastero di Canterbury avvenuta nel 1538. ( Fino a quel periodo veniva considerata dai pellegrini pari quasi al pellegrinaggio verso Roma ). Da Dover prenderò un traghetto per Dunkirk e da li entrerò ed uscirò da Belgio e Francia per cinque, sei volte. Visiterò la linea del fronte della Grande Guerra, quella che si assestò dopo la prima battaglia della Marna del settembre 1914. Toccherò paesi simbolo della Grande Guerra come Ypres ( Belgio ), Lille ( Francia ) Virton ( Belgio ) Verdun ( Francia ) Metz ( Francia ), assieme ad un’infinita distesa di paesi e villaggi che furono direttamente coinvolti dalla guerra. Dirigendomi in direzione sud – est arriverò fino a Strasburgo da dove, con un pullman, mi sposterò a Stoccarda. Da qui in poi camminerò alla volta della Baviera, dell’Austria e delle alpi Carniche. L’obiettivo è riuscire a comprendere cosa fu la guerra in questa zona di terra. I fronti della guerra lasciarono questo spazio lungo centinaia di chilometri – tra l’Alsazia e Lorena fino alla Galizia e il fronte italo-austrungarico dopo il 1915 – nel limbo. Qui la guerra non venne combattuta e i segni della stessa sono forse meno visibili rispetto a quelli raccontati da autori come Remarque o Ungaretti. Così, qual e’ la memoria del conflitto in queste zone? Addentrandomi in Italia da Passo monte Croce Carnico, arriverò a ridosso di Kobarid/Caporetto. Nella settimana successiva giungerò a Trieste, luogo simbolo, assieme a Trento, della Grande Guerra e di un percorso risorgimentale italiano iniziato sessant’anni prima. BREVE PRESENTAZIONE DI NICOLÒ GIRALDI:
Nicolò Giraldi è nato a Trieste nel 1984. È giornalista pubblicista dal 2009. Ha cominciato a pubblicare con La Voce del Popolo, quotidiano italiano della minoranza in Slovenia e Croazia nel 2005, occupandosi soprattutto di corrispondenza dall’Italia. Laureato in Storia Moderna con una tesi sul Tribunale dell’Inquisizione nei Domini di Terraferma della Repubblica Serenissima di Venezia, dal gennaio 2013 scrive sempre per La Voce del Popolo da Londra, città dove ha conseguito un Master presso la London School of Journalism e dove tuttora vive. Figlio di esuli istriani, ha da poco creato un gruppo di triestini residenti a Londra. Ha scritto tre brevi romanzi storici ed un racconto premiati presso il Concorso Internazionale di Arte e Cultura Istria Nobilissima dal 2007 al 2010. The Journey
Walking journey from London to Trieste. Europe a hundred years since the Great War.
2014 is the year of the Great War centenary. My aim is to walk along the parts of Europe that went through that taugh and at the same time “innovative” conflict, compared to the military techniques used since then. Each of us roughly knows the hystory of the First World War (WWI). There are symbols, an aesthetic typical of school times that can project us on the frontline. There are Remaque’s western frontline, Ungaretti’s poems, the sink of the Lusitania, Trento and Trieste, Verdun, the Battle of the Somme, Ypres massacre, the German U-boat war and the October revolution, Lenin’s train, or even Caporetto, concluding with D’Annunzio and the alleged mutilated victory. However, these are not my aims. The remembrance of WWI in today’s European citizen, one hundred years later, is a remembrance bound to the knowledge and to the understanding of the conflict in its symbolic images; but who is culturally promoting the conflict hystory through a long-term cultural operation, who are the last (narrated) witnesses, what is the legacy of the war between the Alsace and Lorraine limbo and the Galician front? Is it a topic that concerns researchers esclusively or is there an attempt to render the hystorical conflict more accessible to a broad public? How do hystorians question the diffusion of storiography? I would like to give an answer to these and other questions through the main characters’ mouths, those of whom in this anniversary envisage a chance to spread once more the hystory of a conflict that caused over 20 millions of deaths, in order to keep its remembrance. After spending the first days in Britain, I will cross the English Channel and land on the European continent and I will move between France and Belgium, along that line thst was later named western front. I will travel along the front and crossing the border every now and then, exhibiting something that is no more there – apparently, and trying to ca[ture as much as I will be able to, the perspective of the people encountered on what sort Europe is getting shaped. One-hundred years after one of the biggest conflicts that hystory has evergenerated, the European Union is possibly going through one of its most delicate moments, while social tensions rise on a major part of the continent and which could mine the stability of a creature developed too fast, for somebody still only theoric. The first part of the journey will take place on the old Pilgrims’ Walk, on which pilgrims walked from western England to ward Sir Thomas Beckett’s grave in Canterbury – at least until the dissolution of Canterbury’s monastery which happened in 1538. Until then this walk was considered almost equivalent to a pilgrimage to Rome. From Dover i will take a ferry to Dunkirk ad from there I will enter and exit Belgium and France for five, six times. I will visit the Great War frontline, the one that stabilized after the Battle of the Marne in Spetember 1914. I will encounter symbol towns like Ypres (Belgium), Lille (France), Virton (Belgium), Metz (France), together with an undefined series of towns and villages that were directly involved in WWI. The I will move South-East until Strasbourg from where, whith a couch, I will travel to Stuttgart. From there onwards i will keep walking towards Bavaria, Austria and teh Carnia Alps. Tmy main goal is to understand what WWI meant to these regions. The frontlines left this hundreds-km long area –between Alsace and Lorraine until Galizia and the Italian-Austohungarian borderafter 1915- in a limbo. The war wasn’t fought there and its signs are maybe less evident than those told by authors such as Remarque or Ungaretti. Thus, what is WWI remembrance in these regions? While entering Italy from Passo Monte Croce Carnico, I will arrive close to Kobarid/Caporetto. On the following week I will reach Trieste, symbolic place together with Trento of an Italian Risogimental path which started sixty years earlier. Nicolò Giraldi, called “Giro” by his friends, was born in Trieste, Italy in 1984. He has worked as a journalist since 2009. He has started publishing for “The Voice of The People”, daily newspaper of the Italian minorities living in Slovenia and Croatia, since 2005, mainly dealing with correspondence from Italy. After having obtained a degree in Modern History with a thesis about the Inquisition court in the Republic of Venice, he kept writing for “The Voice of The People” from London, where he took a Master at The London School of Journalism, and where he now lives. Son of Istrian exiles, Nicolo’ recently founded a group of Trieste expats who reside in London. He wrote three short hystorical novels and a short story which received prizes from the International Competition of Art and Culture Istria Nobilissima from 2007 to 2010.