15/01/2023
- Le due montagne -
Esistono diversi modi di vivere la montagna. Semplificando molto (e sottolineo molto), tuttavia, penso si potrebbero riassumere in due macro-categorie.
La prima di queste la chiameremo “Bonatti”. È quella degli alpinisti, dei dislivelli, delle pareti, delle guglie più aguzze e delle cordate. È un mondo verticale che trova pace solo nelle croci di vetta. Imbraghi, rinvii, cordini, reversi, chiodi, friends. È quella delle angosce più profonde - spesso induce a pensare "chi me l’ha fatto fare!" - ma, allo stesso tempo, è anche quella delle soddisfazioni più intense.
È quella delle emozioni condivise e della fiducia riposta nelle mani del compagno.
La seconda, la categoria "Stern", è più delicata e orizzontale. Al grigio-bianco della Bonatti, subentrano i colori delle stagioni; alle rocce spelacchiate i pascoli e le stalle; ai licheni dei tremila, il muschio e i funghi dei mille e due.
È quella dei fumi esalati dai boschi dopo un temporale estivo; degli alberi goffi sotto la neve.
Dei campanacci delle vacche, dei bombi sui cardi, delle b***e di fieno. Il sano profumo emanato dal letame, le malghe, i riflessi dorati dei campi la sera.
È quella del rispetto verso la propria terra.
Due mondi lontanissimi, forse, ma allo stesso tempo complementari. Se osservati insieme possono educarci con i loro valori. I predetti rispetto e condivisione, infatti, sono un ottimo antidoto a questo vivere sempre più utilitaristico ed egoista. Due mondi a cui dovremmo rivolgere maggiormente lo sguardo, senza immaginarli come un autosalone a cielo aperto in cui sfoggiare il nuovo suv, bensì come una biblioteca da cui attingere i saperi per un vivere meno frenetico e più sostenibile.
di Pietro Lacasella