05/04/2023
Tradizioni da rispettare e rinnovare nel tempo perché importanti
Il Mercoledì Santo e la tradizione dei “piatti”
Dopo i lunghi giorni di preparazione al riparo da occhi indiscreti, il mercoledì è il momento dell’uscita nella comunità con i piatti.
I piatti sono dei baldacchini in legno dalla base quadrata ornati con fiori di campo, petali uniti a stoffe e grano anemico (germogliato al buio, durante il periodo di Quaresima). In alto, a completare la composizione che varia a seconda della grandezza e del gusto di chi la decora, è appeso un limone o una arancia simboleggiante il sole.
La tradizione dei piatti affonda le sue radici nella cultura greca e, nello specifico, nel culto di Adone. Adone, giovane dalla bellezza folgorante conteso da due dee, muore aggredito da un cinghiale mentre è in compagnia di Afrodite. Dal sangue delle sue ferite nascono dei fiori dalla bellezza fragile, le anemoni, e da quello della dea, che si era graffiata tra i rovi per soccorrere l'amato, le rose rosse. Zeus, impietosito dal dolore di Afrodite, concesse ad Adone di tornare in vita a patto di trascorrere quattro mesi nel regno di Ade con Persefone, quattro sulla Terra assieme ad Afrodite e quattro dove preferiva.
Sin da subito Adone ha incarnato il simbolo del ciclo della natura che fiorisce, si spegne e poi torna a splendere. Tra aprile e maggio, per celebrare la rinascita, si svolgevano le feste Adonie in cui giovani donne portavano al tempio piccoli giardinetti in vaso a lui dedicati, i “giardini di Adone”, che venivano coltivati nel corso della br**ta stagione per poi essere sacrificati al momento del risveglio della natura.
Dalla mattina sino al pomeriggio i ragazzi e le ragazze fanno sfoggio di questi piccoli capolavori per le strade del paese: bussano ad ogni porta per mostrarli in segno di pace, domandando “Cce tti piaci lu piattu mia?” e ottenendo come compenso beni in natura o qualche moneta.
I bambini, come nella Domenica delle Palme quando offrono le Palme benedette, con i piatti diventano messaggeri di pace. Attraverso la loro innocenza si compie un primo passo per una riappacificazione tra familiari, vicini di casa o conoscenti. Finito il giro delle case i ragazzi portano i piatti nelle chiese per addobbare i Repositori.
L’indomani si entra nel triduo pasquale.