31/01/2025
Visto che molti di voi stanno seguendo con una certa passione la serie televisiva tratta dal libro di Antonio Scurati, "M. Il figlio del secolo", relativo alle vicende che portarono all'avvento del Fascismo, oggi vogliamo raccontare una storia che si situa nel giorno che di quella vicenda rappresenta la fine. E che ha Milano come scenario.
È il 25 aprile 1945. Mentre Milano viene liberata, un uomo esce dal suo studio di via Domenichino (zona Piazzale Brescia, parte ovest della città): si chiama Mario Sironi, è uno dei più importanti pittori italiani degli anni Venti e Trenta, esponente di spicco del Novecento Italiano, ma soprattutto uno degli artisti che più rappresentano l'aspetto artistico-comunicativo del regime fascista: per Mussolini Sironi ha realizzato il grande dipinto murale per l'aula magna dell'Università La sapienza di Roma, la decorazione a mosaico del Palazzo dell'arte (attuale Triennale) di Milano, e l'apparato decorativo della sede del Popolo d'Italia, oggi ribattezzato Palazzo dell'Informazione, in piazza Cavour (nell'immagine vedete il rilievo di Sironi in facciata); per lo stesso giornale, fondato da Mussolini nel 1914, egli ha prodotto centinaia di illustrazioni.
Ebbene, l'artista sa che, proprio a causa dei suoi rapporti col il regime, non può restare a Milano. Davanti ad una morte quasi certa, decide quindi di scappare, a piedi, con il cane, tra gli spari, e di imboccare l'autostrada dei Laghi con lo scopo di raggiungere il confine con la Svizzera, sperando di non dare nell'occhio e di non essere riconosciuto da nessuno.
Sfortunatamente per lui sulla strada incontra una brigata partigiana che lo obbliga ad esibire i documenti. Sembra svanire ogni speranza: ma a leggere il suo nome e a riconoscerlo non c'è un uomo qualunque... c'è GIANNI RODARI, partigiano e futuro scrittore di indimenticabili libri per l'infanzia, il quale decide di firmargli un lasciapassare, salvandogli la vita:
"Non so se posso vantarmene: gli firmai il lasciapassare, in nome dell'arte. Per me la sua pittura era stata una lezione di tragedia. Non c'è pittore che valga i suoi quadri".